Venerdì santo
Venerdì santo
Un piccolo uomo di età indefinita, dalla vita sconosciuta, in un luogo imprecisato della terra, lotta per la vita.
Nella sua capanna dal tetto di paglia fradicia, filtra acqua sporca che si mischia al fango del pavimento. Sente freddo nelle ossa.
Come con un magico colpo di mouse, possiamo spostare questa telecamera guidata dal drone dell’immaginazione, in un appartamento di qualsiasi città del mondo, dove si trova un uomo che sta male.
Case ricche di quadri e tappeti, dai lampadari fluorescenti che regolano la luce. O case povere, dove la caffettiera fischia sprizzando liquido nerastro sui fornelli.
Questo drone, magico, curioso, come uno spirito inquieto piomba all’improvviso davanti alla finestra di una camera d’ospedale.
Anche qui un piccolo uomo, perché siamo tutti piccoli dinanzi all’eternità, lotta contro le sue malattie. Accende la TV e vede una trasmissione a lui dedicata. Interviste a persone che ne parlano con affetto scomposto e interessato.
Cambia canale, e vede le immagini della sua vita scorrere come fosse arrivato il suo momento. E voci, voci, voci, voci.
L'uomo dai mille volti cambia ancora canale, indispettito. E’ la prima volta che si sente infastidito da tutta questa gente che gli soffia sul collo, ricorda gli aliti fetidi e i ghigni sorridenti che un tempo lo esaltavano. Li rivede tutti, comincia a sudare, si agita in quel letto con le sponde di acciaio freddo, e con un ultimo impeto scaglia il telecomando verso quel maledetto schermo.
Colpito, centrato, en plein!
Ora lo schermo è grigio con piccoli lampi neri, e un ronzio sommesso riempie la stanza. Non è neanche fastidioso e lo può sopportare, pensa.
Il silenzio, prima o poi, arriverà.
- Alberto Marcolli
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commento: Venerdì santo
una proposta per eliminare il "che"
Nelle case ricche di quadri e tappeti, la luce è regolata da lampadari fluorescenti. In quelle povere, invece, la caffettiera fischia sprizzando liquido nerastro sui fornelli.
"E’ la prima volta che si sente infastidito da tutta questa gente che gli soffia sul collo, ricorda gli aliti fetidi e i ghigni sorridenti che un tempo lo esaltavano."
una proposta per eliminare almeno un paio di "che"
Per la prima volta è infastidito da tutta questa gente che gli soffia sul collo. Aliti fetidi e i ghigni sorridenti non lo esaltano più.
Per me il racconto non è sconclusionato ma semplicemente vuole disorientare il lettore (e ci riesce), in un mondo difficile da comprendere e mai da condividere. Meglio uscire di scena? Bella domanda, vero?
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sono spiazzato, il tuo racconto (sono sincero) non mi piace affatto, non ha ordine e a momenti nemmeno logica. Devo dire però che c'è molta umanità e tanta empatia in quello che hai presentato e quindi mi dispiace buttarlo giù con un voto basso.
Per ora voto non assegnato, se lo modificherai lo rileggerò volentieri.
Buona gara.
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Re: Commento
Tu pensa: era esattamente così che lo avevo letto.
Resto con la maggioranza (qualcosa non convince nell'esposizione, specie il drone che svolazza e il mouse di mezzo), ma mi piace il "concept". Se resta com'è, direi che mi piace da 3; però, se riuscissi a trasformarlo per rendere meglio l'idea di questo upload dal primo all'ultimo "vecchio", ti darei dal 4 in su. Che faccio, voto o aspetto?
- Laura Traverso
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Vivere con 500 euro al mese nonostante Equitalia
la normale vita quotidiana così come dovrebbe essere
Vi voglio dimostrare come con un po' di umiltà, di fantasia e di buon senso si possa vivere in questa caotica società, senza possedere grandi stipendi e perfino con Equitalia alle calcagna. Credetemi: è possibile, ed è bellissimo!
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