Re: Albatros?
Inviato: 28/02/2011, 14:25
Condivido anch'io il pensiero di "San Giuseppe"
Penso che qui abbiamo vissuto esperienze che ci accomunano e proprio in virtù di quelle dovremmo essere uniti nel combattere il fenomeno dell'editoria a pagamento.
Parliamo di esperienze personali?
Con la mia ho impestato il web ma per chi ancora non la conoscesse, eccola qui:
ho pubblicato il mio primo libro nel 2007 cadendo nella rete di un editore a pagamento da cui vi consiglio di stare alla larga, si chiama Kimerik (il fatto che mi abbiano telefonato per dissuadermi dal parlar male di loro in pubblico, non mi spaventa minimamente ).
Narcisismo? Fretta? Smania di vedere il mio nome stampato in copertina?
Nulla di tutto questo. INGENUITA' e IGNORANZA. Ecco perchè ho pubblicato con loro buttando via 1600 euro.
All'epoca non possedevo un computer e la connessione internet per me era qualcosa di sconosciuto. Non sapevo niente del mondo dell'editoria.
Avevo scritto un romanzo autobiografico che raccontava di un'esperienza particolare e dolorosa.
Mio marito aveva il computer in ufficio e così mi ha recuperato un po' di indirizzi a cui spedire il manoscritto (li ha presi a casaccio non avendo alcuna conoscenza che lo potesse guidare nella scelta).
Nell'arco di pochissimo tempo ho ricevuto una quindicina di proposte di pubblicazione. Nessuna casa editrice rifiutava il manoscritto ma tutte indistintamente mi chiedevano un contributo giustificando la richiesta con la pappardella che abbiamo imparto tutti a memoria.
Vista la mole, la somiglianza e le argomentazioni di queste proposte mi sono convinta che, per come andava il mercato editoriale in Italia, pagare per pubblicare fosse la regola (è proprio questo l'inganno con cui molti esordienti vengono raggirati).
Ho scelto fra le tante la proposta più economica e l'unica che non mi imponesse la cessione dei diritti d'autore (il male minore, insomma) e ho firmato.
A distanza di poco ho acquistato il computer e mi sono munita di connessione. Mi serviva per seguire la fase di editing che, sia pure con scarsa professionalità, l'editore in questione ha fatto.
A quel punto ho cominciato a esplorare il web e a informarmi sull'editoria e mi si è scoperchiato il vaso di Pandora.
Troppo tardi per rimediare al terribile errore ma in tempo per non ripeterlo più.
Condivido la vergogna di Giuseppe. Anch'io, come lui, non ho mai promosso il romanzo incriminato nonstante qualcuno lo abbia apprezzato e sia stato premiato anche a un concorso letterario. Di recente ho chiuso definitivamente ogni rapporto con lo pesudoeditore e ho ritirato tutte le copie dal commercio.
Quelle che mi sono rimaste le regalo agli amici mossi da curisiotà o le scambio con titoli di altri emergenti.
In seguito sono passata anche attraverso l'esperienza dell'autoproduzione, rivolgendomi a un POD. Esperienza appagante sotto certi punti di vista ma che sconsiglio per molti altri e che non ripeterei.
Il mio obiettivo dalla prima brutta esperienza in poi è rimasto quello di pubblicare davvero con un editore serio.
Nel 2009 l'ho raggiunto.
La penna blu ha pubblicato "Il mendicante di sogni" senza chiedermi un solo centesimo.
Attualmente sono in trattativa con un altro editore per la pubblicazione del nuovo romanzo (anche stavolta nessuna richiesta di soldi ).
@Alaine: con Edizioni Creativa ho avuto una pessima esperienza. Se vuoi te la racconto nel dettaglio. In ogni caso sono un doppio binario e a me, anche se non direttamente ma in maniera subdola, hanno chiesto di acquistare un certo numero di copie per poter pubblicare. Ho rifiutato.
Penso che qui abbiamo vissuto esperienze che ci accomunano e proprio in virtù di quelle dovremmo essere uniti nel combattere il fenomeno dell'editoria a pagamento.
Parliamo di esperienze personali?
Con la mia ho impestato il web ma per chi ancora non la conoscesse, eccola qui:
ho pubblicato il mio primo libro nel 2007 cadendo nella rete di un editore a pagamento da cui vi consiglio di stare alla larga, si chiama Kimerik (il fatto che mi abbiano telefonato per dissuadermi dal parlar male di loro in pubblico, non mi spaventa minimamente ).
Narcisismo? Fretta? Smania di vedere il mio nome stampato in copertina?
Nulla di tutto questo. INGENUITA' e IGNORANZA. Ecco perchè ho pubblicato con loro buttando via 1600 euro.
All'epoca non possedevo un computer e la connessione internet per me era qualcosa di sconosciuto. Non sapevo niente del mondo dell'editoria.
Avevo scritto un romanzo autobiografico che raccontava di un'esperienza particolare e dolorosa.
Mio marito aveva il computer in ufficio e così mi ha recuperato un po' di indirizzi a cui spedire il manoscritto (li ha presi a casaccio non avendo alcuna conoscenza che lo potesse guidare nella scelta).
Nell'arco di pochissimo tempo ho ricevuto una quindicina di proposte di pubblicazione. Nessuna casa editrice rifiutava il manoscritto ma tutte indistintamente mi chiedevano un contributo giustificando la richiesta con la pappardella che abbiamo imparto tutti a memoria.
Vista la mole, la somiglianza e le argomentazioni di queste proposte mi sono convinta che, per come andava il mercato editoriale in Italia, pagare per pubblicare fosse la regola (è proprio questo l'inganno con cui molti esordienti vengono raggirati).
Ho scelto fra le tante la proposta più economica e l'unica che non mi imponesse la cessione dei diritti d'autore (il male minore, insomma) e ho firmato.
A distanza di poco ho acquistato il computer e mi sono munita di connessione. Mi serviva per seguire la fase di editing che, sia pure con scarsa professionalità, l'editore in questione ha fatto.
A quel punto ho cominciato a esplorare il web e a informarmi sull'editoria e mi si è scoperchiato il vaso di Pandora.
Troppo tardi per rimediare al terribile errore ma in tempo per non ripeterlo più.
Condivido la vergogna di Giuseppe. Anch'io, come lui, non ho mai promosso il romanzo incriminato nonstante qualcuno lo abbia apprezzato e sia stato premiato anche a un concorso letterario. Di recente ho chiuso definitivamente ogni rapporto con lo pesudoeditore e ho ritirato tutte le copie dal commercio.
Quelle che mi sono rimaste le regalo agli amici mossi da curisiotà o le scambio con titoli di altri emergenti.
In seguito sono passata anche attraverso l'esperienza dell'autoproduzione, rivolgendomi a un POD. Esperienza appagante sotto certi punti di vista ma che sconsiglio per molti altri e che non ripeterei.
Il mio obiettivo dalla prima brutta esperienza in poi è rimasto quello di pubblicare davvero con un editore serio.
Nel 2009 l'ho raggiunto.
La penna blu ha pubblicato "Il mendicante di sogni" senza chiedermi un solo centesimo.
Attualmente sono in trattativa con un altro editore per la pubblicazione del nuovo romanzo (anche stavolta nessuna richiesta di soldi ).
@Alaine: con Edizioni Creativa ho avuto una pessima esperienza. Se vuoi te la racconto nel dettaglio. In ogni caso sono un doppio binario e a me, anche se non direttamente ma in maniera subdola, hanno chiesto di acquistare un certo numero di copie per poter pubblicare. Ho rifiutato.