Scusa Marino, scusate tutti! In effetti non ho avuto accesso a internet negli ultimi due giorni. Io il racconto lo posto, se qualcuno avrà il piacere di commentare faccia pure, in ogni caso non sono in gara^^
Michel e il signor Sauge o Il labirinto degli sfizi
Giardino. Labirinto. Erbe officinali.
Il sogno di Michel era stato vivido più che mai, tanto da permettergli di ricordare nei dettagli ciò che aveva appena visto: un castello molto grande circondato da un giardino immenso. All'interno del giardino aveva scorto da qualche parte un labirinto, un piccolo labirinto con al centro una piattaforma rialzata in legno e una serie di piccoli archi comunicanti tra i corridoi di siepe. Vicino al labirinto un orto coltivato ad erbe officinali. Ricordava di aver letto confusamente il nome latino "mentha piperita" poi qualcosa come "chaumaema". Michel aveva l'abitudine di annotare i particolari più interessanti dei suoi sogni, avessero avuto un qualche riscontro vero nella realtà imparare qualcosa di nuovo non poteva certo fargli male! A volte capitava addirittura di scoprire che un luogo apparso in sogno esisteva concretamente da qualche parte sul pianeta.
I suoi sogni gli parlavano attraverso parole, immagini, suoni e tutto quello che serviva era prestare attenzione e un pò di interesse. Spesso le risposte alle mille domande e curiosità gli arrivavano con delle banalissime chiacchierate tra amici, qualche altra volta erano i libri a svelare con la loro voce di carta i suoni dei sogni.
Quella domenica si era svegliato di buon umore, cullato dal sogno e dal calore del sole che filtrava tra le imposte, toccandogli viso e corpo. Dopo una colazione veloce si alzò e uscì.
Il traffico di Lyon di prima mattina non lo entusiasmava affatto, men che meno quando si trattava di pedalare una bicicletta, avrebbe scommesso senza alcuna difficoltà che nemmeno il più volenteroso degli ottimisti lo avrebbe trovato piacevole! Fortunatamente il week end Michel non lavorava, e il tempo libero lo passava andandosi a rilassare in qualche parco della bella città. Il giardino botanico era ciò che faceva al caso suo: il sogno gli aveva parlato chiaramente di erbe officinali, e quel giardino pubblico ne era pieno. Il nome latino della menta era tutto quello che riusciva a ricordare con sicurezza, ma sperava vivamente di soprire qualcosa di più. Un giardino, guarda caso, era stata la prima immagine del sogno. Visitare un giardino non era certo un impegno, ma dedicarsi con precisione alla scoperta dei nomi scientifici di piante a cui normalmente non si presta attenzione gli avrebbe richiesto uno sforzo di concentrazione.
Eccola, la Menta piperita. Aveva sentito dire che l'Antico Testamento cita la menta raccontando che profumava le mense elevando lo spirito. Sorprendente che una cosa tanto piccola trovasse uno spazio e un nome in un libro così antico, usato per avvalorare mille tesi religiose ma non certo per contribuire al sapere della botanica!
Accanto alla menta il Laurus nobilis, la Calendula officinalis, la Chamaemelum nobile...gli occhi di michel si arrestarono per un secondo, ricordando con estrema vividezza quel nome: Chamaemelum! Incredibile, non avrebbe mai immaginato che la camomilla avesse un nome così strano. Avrebbe voluto saperne di più, e così per le altre piante del sogno.
Tilia cordata, Lavandula, Alchemilla vulgaris, Glycyrrhiza glabra...Ecco! Un altro nome famigliare, assolutamente impossibile da ricordare. La liquirizia! Angelica archangelica, Illicium verum Hook, Ocimum basilicum...il basilico! Poi la Malva silvestris, Allium sativum... l'aglio!
Mentre Michel stava così, chino a leggere con fare febbrile le minuscole lettere delle etichette, un uomo barbuto si avvicinò, evidentemente divertito dall'interesse di Michel per le piante.
"Salve"
Michel scrutò incuriosito il viso dell'uomo che pazientemente aspettava di esser ricambiato nel saluto.
"Salve..."
"Posso aiutarla?"
"Mi scusi la domanda, aiutarmi a far cosa?"
"Ma a capirci qualcosa naturalmente!"
"Parla delle piante?"
"Certo! Diciamo pure che le studio da tanti anni, ecco."
un sentimento molto vicino alla felicità prese allo stomaco Michel.
"Davvero? Le sarei estremamente grato se potesse darmi qualche spiegazione in più su queste piante! Alcune si conoscono, ma in verità mi accorgo di non saperne molto".
"Allora sono sicuro di fare al caso suo! Sono un esperto in materia, ho studiato botanica tutta la mia vita!"
"Beh, in questo caso, signor...?"
"Florentin Sauge. Si lo so, sembra uno scherzo del buon creatore che io mi chiami di cognome "Salvia". Ma cosa vuole che le dica? A volte i nomi forgiano il destino!"
Il signor Sauge cominciò con il raccontare che la Chamaemelum nobilis, ovverosia la camomilla romana, veniva usata come tabacco per la pipa. Seguitò col dire che il nome dell'aglio venne citato per la prima volta su di un papiro egiziano del sedicesimo secolo, che il basilico era conosciuto nei tempi antichi per essere un ottimo afrodisiaco e che la liquirizia veniva ancora chiamata 'regolizia' da qualche parte in Italia perchè sembrava regolasse le funzioni intestinali.
Ma Michel sentiva l'esigenza di andare ancora più a fondo di quanto non avesse fatto.
"Sa signor Sauge, c'è ancora qualcosa che mi sfugge"
"Dimmi ragazzo, è qualcosa che a che fare con le piante?"
"No, a dire il vero con i labirinti"
"Vale a dire?"
La bellissima immagine del castello circondato da boschi e colline si fece largo nella sua mente, e mentre parlava il suo sguardo arrivava fin dentro alle finestre per osservare la vita dei suoi abitanti svolgersi all'interno. Da dove si trovava poteva visitare il giardino col suo labirinto di siepi fitte e alte, e le antiche colonne circondate di rose rosse e narcisi selvatici.
"Esiste qualche immenso castello dove i proprietari abbiano fatto costruire un labirinto di siepi accanto ad un orto di erbe officinali?"
"Certo, ne esistono a migliaia qui in Francia"
"Ma perchè?"
"Bah, perchè! Prendi ad esempio il castello di Villandry, sulla Loira. I proprietari, gli ultimi, uno spagnolo e un'americana, hanno voluto studiare i giardini del Rinascimento per far rivivere un pò quella stessa atmosfera, sai? E spatapuf! Che ti hanno fatto quei due? Ecco che ti hanno tirato su un labirinto e un orto di piante medicamentose! Cosa che vuoi che ci fosse dietro? Ma niente! Uno sfizio".
La giornata volgeva al termine, il fresco della sera si mescolava agli ultimi bagliori arancio nel cielo di marzo. Michel salutò e ringraziò il signor Sauge, poi montò in sella alla sua bicicletta e scomparve all'orizzonte dei suoi pensieri. Pedalando, pensava. E' proprio vero, tutto il mondo passa attraverso la parola, sogni e sfizi compresi.
fonte per le info sulle piante:
www.elicriso.it