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Salve a tutti.
La Watson edizioni ha raccolto la mia idea di creare un premio dedicato ai racconti gialli/thriller/noir e di
intitolarlo col nome di uno dei personaggi più significativi della storia del thriller.

Ecco le linne guida:
1. Premio riservato a racconti inediti di genere thriller/giallo/noir;
2. Lunghezza compresa tra i 10.000 e i 20.000 caratteri (spazi inclusi);
4. Premi. Il primo classificato vince 200 euro più una copia omaggio dell'antologia con i racconti finalisti; il secondo e il terzo classificato vincono una copia omaggio dell'antologia.
5. Quota di partecipazione: 10 euro per il primo racconto, 5 per i racconti successivi.
6. Scadenza: 1 agosto 2014

Ecco la pagina FB premio Hannibal Lecter e qui, invece, il bando completo dal sito dell'editore

In bocca al lupo a tutti!

Ottima idea, per carità, ma per come la vedo io, se TUTTI devono pagare 10 euro per un concorso lanciato da un EDITORE, penso che come minimo TUTTI i partecipanti (o per lo meno i selezionati) debbano avere una copia omaggio.

Invece no, l'idea è di premiare solo i più bravi.
E' un concorso in cui deve primeggiare il migliore (portandosi a casa libro e soldi), non un'opera di beneficenza.

Avresti moltissimamente ragione se il concorso l'avessi organizzato tu con mezzi tuoi, o un'associazione culturale, o un sito letterario più o meno no-profit.
Ma da un editore no, non lo posso digerire.
Dal mio modo di vedere, se un editore chiede 10 euro solo per PARTECIPARE a un suo concorso letterario, significa che o non è un vero editore, o sa già che sarà un colossale flop e si vuole premunire da chissà quale disfatta economica.
Ecco perché, ripeto, dato che trattasi di EDITORE, e che si fa PAGARE per partecipare, accetterei la cosa se TUTTI i partecipanti (o come minimo tutti i selezionati) ricevessero almeno una copia in omaggio, dato che 10 euro, per un editore, sono più o meno 2 libri normali (a meno che non voglia pubblicare tutti i partecipanti e creare un orribile libro di 2000 pagine).
Ora se vuoi possiamo star qui a discutere su questo all'infinito, resta il fatto che la tua è una bella idea per il concorso, ma è sbagliato l'approccio dell'editore. Tuttavia è anche vero che ognuno è libero di fare dei propri soldi ciò che più gli piace.
Senza offesa, ti prego, qui siamo abituati (ed è obbligatorio) dire apertamente tutto ciò che si pensa.

Ma è ovvio che bisogna dire liberamente tutto ciò che si pensa
Siamo ancora in un paese democratico, no? Quindi libertà di espressione, sempre.

Però permettimi di dissentire da quello che hai scritto, perché evidentemente su alcune cose (perdonami se mi permetto) non hai cognizione del reale.
I migliori concorsi letterari italiani sono a pagamento. Ma quasi nessuno mette in palio 200 euro.
Vuoi una dimostrazione? Eccola.

1. Premio Writers Magazine Italia, organizzato dalla Delos Books.
(Quota di partecipazione: 10 euro. Nessun premio in denaro, nessuna copia omaggio della rivista).
Seguendo il tuo ragionamento, la Delos Books non è una vera casa editrice.
E invece ti dico che è un editore medio, distribuito e oculato. E da anni cavalca l'onda, pubblicando tanta bella roba. La trovi distribuita in tutte le Feltrinelli.

2. Premio Alberto Tedeschi (Mondadori).
Per partecipare occorre il Cdp, ergo una spesa di 4,90 euro. Il vincitore, beato lui, viene pubblicato e pagato. Ma di certo di millemila partecipanti non hanno diritto a un libro omaggio, altrimenti l'editore andrebbe a picco.
Ah, dimenticavo: la Mondadori non è un vero editore, giusto.

3. Premio Algernon Blackwood.
(Quota di partecipazione 10 euro. Il vincitore si porta a casa pubblicazione e soldi, agli altri non si fa beneficenza). Ah, dimenticavo: nemmeno Horro Magazine è una rivista seria, giusto.

4. Potrei andare avanti all'infinito, ma il concetto è semplice: la lettura, la valutazione, l'editing, l'assemblaggio di un'antologia, l'organizzazione di un premio, il pagamento dei premi, la stampa dei libri, degli attestati hanno un costo.

Qui si dà l'opportunità di investire 10 euro per vincerne 200.
Se non si vuole partecipare, ci sono tante altre belle cose da poter fare

Mi pare ovvio che stai dalla parte degli editori
Come può, la MONDADORI, andare a picco se regala una copia ai selezionati che hanno comunque già pagato 10 euro, più i 10 euro dei partecipanti che non sono stati selezionati? E' qui, caro Diego, che non capisci.
Gli altri esempi che hai citato non mi riguardano, sebbene io li frequenti e li stimi.
Per quanto riguarda le tua citazioni sui costi di editing eccetera, un editore deve fare il proprio mestiere, e fare l'editing è appunto uno dei principali. Se un editore decide di lanciare un concorso per un'antologia, vuol dire che ci crede e se ne assume il rischio. Far pagare per partecipare è sinonimo di "intanto intaschiamo i soldi, e si fottano se i racconti e il libro fanno cagare e non vende". Un editore come Mondadori (e tanti altri minori), tra l'altro, riescono a stampare i libri a prezzi mooooolto inferiori rispetto un qualsiasi print on demand (presso i quali si appoggiano siti letterari sfigati come noi che, seppur amatorialmente, non chiedono contributi ma lavorano anche meglio degli editori professionisti, prove alla mano), quindi con 10 sporchi euro ci guadagnerebbero ugualmente anche regalando una copia ai selezionati. E di questo, perdonami, ne so più di te.
Inoltre (sempre secondo me, ben inteso), chi fa pagare la partecipazione e non regala neanche una copia ai partecipanti, significa solo ed esclusivamente che non conta affatto di vendere l'antologia al di fuori della cerchia dei selezionati, quindi è poco professionale e poco "editoriale". Potrei capirlo da piccoli editori che basano la propria economia su singole copie vendute, ma da Mondadori e perfino gli altri che hai citato, beh... ho forti riserve. Ma torniamo sempre al discorso che ognuno è libero di "buttare" soldi dove gli pare, e certamente è meglio "investirli" in un concorso letterario che alle slot machine, su questo posso essere d'accordissimo.
Comunque ciò non toglie che ti faccio un grosso in bocca al lupo.

Il concorso Rill per esempio, chiede 10€ però ti manda a casa p, subito e a tutti gli iscritti, una copia dell'antologia dell'anno precedente. In questo modo ne incentivano anche la lettura tra l'altro. Io ho scoperto dei racconti che sono delle vere perle e che, in sincerità, non avrei mai letto altrimenti.

Anche io sono un fan dei concorsi gratuiti.

Vero che, in questo caso, l'editore/organizzatore gira al vincitore 200 euro, tuttavia...curiosando tra i forum dei concorsi organizzati qui...e se si (scusate la ripetizione) curiosa in quello di 69 orizzontale o ancora meglio in quello di 256k ...si fa presto a fare il conto della serva (non essendoci, in questo caso, "racconti successivi" da 5 euro) su quanto l'organizzazione potrebbe incamerare, al di là della giusta e ovvia vendita successiva dell'antologia.

Anche io comunque, mi associo ai sinceri auguri verso tutti gli amici che vorranno partecipare.

69 orizzontale era gratuito!
256k era a pagamento solo per l'espansione di memoria, che mi pare abbiano acquistato in 3 o 4 persone al massimo, ed era una cosa scherzosa, per ricordare i vecchi tempi nei quali per comprare un'espansione per un vecchio compurer era quasi un salasso ehehe

Il genere di concorso mi stimolerebbe anche, ma sui concorsi a pagamento la penso un po' come Massimo. Mi sono imposto di partecipare solo a concorsi letterari gratuiti.

Massimo Baglione ha scritto:69 orizzontale era gratuito!

Appunto.
Il mio ragionamento verteva sui concorsi a zero spese di partecipazione; ho solo preso (gratuitamente ) in prestito l'esempio.

Ah, scusa Amos, avevo capito male

Massimo Baglione ha scritto:Mi pare ovvio che stai dalla parte degli editori
Come può, la MONDADORI, andare a picco se regala una copia ai selezionati che hanno comunque già pagato 10 euro, più i 10 euro dei partecipanti che non sono stati selezionati? E' qui, caro Diego, che non capisci.

Caro Massimo,
io rispetto tutto ciò che scrivi, però mi permetto di farti notare che questa frase è fondamentalmente errata. E ti spiego perché.
La Mondadori da edicola - che, ricorda, rappresenta solo una sezione della Mondadori, e per intenderci quella che racchiude Urania, Giallo Mondadori e Segretissimo - richiede un Cdp per partecipare al concorso per gialli, ossia l'acquisto di un libro. Per il concorrente, la spesa è di 4,90 euro (fermo restano che può comprare anche, per dire, un Segretissimo da 7,90 euro).
Io non lavoro in Mondadori, però credo di avere cognizione di causa, sia per studi fatti che per esperienze editoriali pregresse: quante persone partecipano all'Alberto Tedeschi? Non so, ma essendo il concorso letterario giallo più importante d'Italia (e su questo sfido chiunque a smentire), diciamo almeno 150. Ecco, con 150 partecipanti la Mondadori si è assicurata 150 libri acquistati. Sacrosanto: è una casa editrice, non fa beneficenza (cosa che ripete sempre il saggio Franco Forte) e se si vuole avere l'occasione di pubblicare col maggiore editore italiano, una spesa di 4,90 euro vale la pena, no? Per me sì, la vale tutta.

Se a questi partecipanti, la Mondadori regalasse il lbiro vincitore, sarebbero 150 libri regalati. Ergo, perderebbe tutto ciò che ha guadagnato con i 150 libri venduti (e che hanno ripagato, credo e immagino, mesi e mesi di lettura, valutazione, editing dei 150 romanzi pervenuti da parte dello staff della casa editrice - che, sacrosanto, va pagato!). Quindi la Mondadori, come qualsivoglia casa editrice, se regalasse 150 libri dopo aver fatto tanto per venderli, non sarebbe completamente pazza?
Io dico di sì.

Secondo il tuo ragionamento, allora Mondadori e tutti i più grandi (ma anche medi) editori dovrebbe far pagare, a occhio, un paio di migliaia di euro a un singolo autore per pubblicargli un libro e assicurarsi almeno di guadagnarci qualcosa, a parte cioè quel "qualcosa" derivato dall'acquisto singolo dell'autore, di sua mamma e forse di un paio di suoi amici.
Il tuo ragionamento non regge, Diego, mi spiace.
E' come se io, artigiano edile, per fare i preventivi ai clienti gli facessi pagare i pasti, i caffè, la corrente e il tempo che ho perso nello stilargli il preventivo, più la benzina, gli pneumatici e magari il biglietto autostradale per andare a fargli il spralluogo e portargli il preventivo personalmente. Sarebbe bello, perché no? E forse mi viene in mente che avrei proprio dovuto farlo, mannaggia a me...
E invece no, quelle sono tutte cosucce che io mi devo sobbarcare, anche se il cliente alla fine non farà il lavoro.
Allo stesso modo, un Editore sa che il suo lavoro consiste nel trovare almeno un best seller tra 10 che pubblica, così come l'artigiano spera di trovare almeno un buon cliente tra quelli che lo contattano in un mese. Il libro è, per l'editore, il frutto del suo impegno e della sua bravura nel cercarlo, e deve pensare lui a valorizzarlo o rifiutarlo qualora lo ritenesse illeggibile, così come l'artigiano edile dovrà saper valutare i vari cantieri che andrà a visionare per scegliere quello che meno lo impegnerà e più lo farà guadagnare.
Se per te non vale ciò che ti ho scritto qui sora, allora credo proprio che viviamo in mondi molto, molto lontani e diversi tra loro, il che è altrettanto sacrosanto e auspicabile per vivere tutti assieme una vita vivace e interessante

Io sono d'accordo con Max, anche se pur di cercare visibilità qualche volta sono disposto a pagare. Altrimenti non si entra in certi ambienti, dove la pratica di far pagare l'iscrizione è diventata prassi.
Il mio dubbio piuttosto è il seguente:
chi organizza il concorso?
Un editore, o un'altra istituzione? Nel secondo caso, dove ci sono istituzioni squattrinate posso capire il far pagare l'iscrizione. Poi però mi domando perché sia un editore a raccoglierne i frutti. Però boh, non conosco le modalità.

A quando invece un nuovo concorso gratuito per racconti gialli/noir/thriller indetto da BraviAutori?

dixit ha scritto: Il mio dubbio piuttosto è il seguente:
chi organizza il concorso?

Il concorso è organizzato dalla casa editrice Watson Edizioni. Questa qui: http://watsonedizioni.it/

Il circolo culturale Esescifi organizza concorsi letterari e mette in palio premi in denaro o buoni spesa offerti dai suoi sostenitori e collaboratori. Non chiede nessuna quota d'iscrizione.

Cari scrittori,

vi ricordo che manca esattamente un mese alla scadenza del termine per partecipare.