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Carnevale

Inviato: 16/05/2023, 22:05
da Gino Savian
leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Il suo stato d’animo aveva il colore di un tramonto, mentre fuori era già sera.
Le budella gli si annodavano facendogli perdere i motivi della sua esistenza.
Prese di fretta la telecamera e l’attrezzatura dalla macchina prima di perdere di vista Carmelo che ormai era già avviato spedito verso la folla colorata e chiassosa.
Lo stato d’animo di Felipe non lo faceva rimanere lucido.
Faticava a ritriovare Carmelo che stava cercando il posto migliore per fare il servizio, ma era piuttosto indeciso. Nuotava tra la gente e si dirigeva ora verso la piazza principale, ora verso il grande monumento anticipando la sfilata.
A Felipe gli si formò un nodo in gola, schiavo di una disperazione illogica.
Per tutto il quartiere c’era un’atmosfera tribale. Fumi colorati, maschere, danze e musica ubriacavano la vista dei presenti e faceva sembrare tutto un sogno confusionario.
Era impossibile sfuggire a quell’ebrezza. I movimenti dei ballerini in sfilata contagiavano l’aria della loro frenesia.
Felipe cominciava a sentire caldo, a sudare.
Era tra la folla, sballottato qua e là era impossibile che avrebbe ritrovato Carmelo.
Gli venne la nausea.
All’improvviso si ritrovò nel bel mezzo della sfilata lungo la strada principale, inciampò e cadde. L’attrezzatura probabilmente si era fortemente danneggiata, ma era stordito e quello non fu il suo primo pensiero.
Alzò lo sguardo e solo in quel momento, lì in mezzo alla strada poté rendersi conto della maestosità degli altissimi palazzi.
Rimase senza fiato.
Lo sfarzo della nuova capitale non era soltanto pura vanità ed espressione degli eccessi, ma architetti e maestri della psicologia umana avevano studiato delle forme in grado di suscitare agli occhi di chi guardava, una disagiata sensazione di nullità.
Abbassò lo sguardo lentamente.
All’orizzonte la vista della grande fontana dall’acqua multicolore della piazza centrale venne coperta. Un enorme spaventapasseri meccanico, alto almeno 6 metri, dagl'occhi a bottone avanzava lentamente ciondolando, al suo seguito c’era una complessa ed elaborata coreografia di esibizionisti acrobatici che come marionette erano legati a fili sospesi. Facevano salti altissimi, sembrava volassero.
Mascherati e truccati erano alquanto sinistri nei loro movimenti ed espressioni facciali.
Su nel cielo svolazzavano concitati vari gruppi di uccelli.
Probabilmente drogati dalle sostanze contenute nei fumi colorati che si liberavano nell’aria, volavano in picchiata fino ad arrivare vicinissimi allo spaventapasseri gigante e poi risalivano.
Qualcuno strattonò con energia Felipe dal braccio facendolo scattare istantaneamente in piedi. Venne subito inglobato all’interno di una coreografia di quattro ballerini. Non poteva liberarsene, ne era ipnotizzato.
Gli giravano attorno, con delle facce estremamente espressive, truccate con larghi sorrisi che l’anatomia umana non potrebbe riprodurre, grandi occhi piatti e fissi che per sopperire a questo limite riproducevano dei movimenti di collo e corpo decisamente inquietanti. Come marionette impazzite ruotavano attorno a Felipe, mentre lui in modo forsennato cercava di trovare una via d’uscita.
Vide le loro immagini vorticare sempre più confuse fino a perdere l’equilibrio…
Era disteso a terra e il tenero viso di una ragazza morettina che avrà avuto una ventina d’anni lo stava osservando con dei dolcissimi occhi marron glacé. Accucciata lì, vicinissima alla sua faccia confusa.
Felipe era molto sorpreso e affascinato da questa bellezza che gli stava scaldando il cuore.
- I tuoi occhi… stanno soffrendo molto - disse la ragazza.
E poi si alzò con agilità felina e si mise a correre perdendosi tra la folla.
Felipe si sedette e rimase a guardarla.
Era troppo stordito dalla rapidità degli eventi, ma non poteva aspettare troppo prima di rialzarsi, avrebbe rischiato di essere schiacciato dalla folla in festa.
Il suo respiro era cambiato. Incantato da quel bel viso e piacevolmente spaventato da quelle parole, si rimise in cammino verso la macchina senza troppa fretta.
Ormai rassegnato che non avrebbe recuperato la sua attrezzatura e che avrebbe passato dei guai al lavoro camminava lentamente, cercando di assaporare di tanto in tanto quegli istanti che così intensamente lo avevano emozionato.

commento : Carnevale

Inviato: 21/05/2023, 11:11
da Alberto Marcolli
Refuso - Faticava a ritriovare
“dagl'occhi” – preferisco – dagli occhi
“perdere di vista Carmelo che ormai era già avviato…” – proposta - - perdere di vista Carmelo, già avviato…
“L’attrezzatura probabilmente si era fortemente danneggiata…” -- mente … mente
“in grado di suscitare agli occhi di chi guardava, una disagiata sensazione” – dopo suscitare è indispensabile una virgola, senza la virgola, infatti, c’è l’errore di separare soggetto e predicato (suscitare … sensazione)
“Era troppo stordito dalla rapidità degli eventi, ma non poteva aspettare troppo” – troppo … troppo
“era cambiato. Incantato” - - ato … ato
“Ormai rassegnato che non avrebbe recuperato la sua attrezzatura e che avrebbe passato dei guai al lavoro camminava lentamente” – proposta -- Ormai rassegnato a non poter recuperare la sua attrezzatura e passare dei guai al lavoro, camminava lentamente
“Lo stato d’animo di Felipe non lo faceva rimanere lucido.” “stato d’animo” è già stato usato tre righe sopra.
Qualche considerazione sul “punto di vista”. Quando si sceglie la narrazione con il punto di vista del narratore onnisciente, lo si deve mantenere fino alla fine.
In questo racconto il protagonista è Felipe e il punto di vista è onnisciente. Io inizierei il racconto con una frase che metta subito in chiaro il suo nome, poi proseguirei evitando di nominarlo tutte le volte, ovvero:
“Lo stato d’animo di Felipe aveva il colore di un tramonto.”
Commento finale
Più che una storia compiuta, è piuttosto un lampo descrittivo di una situazione confusa. Almeno così è apparsa al mio occhio di lettore. Onestamente non mi ha detto molto, se non un meritevole esercizio di scrittura.

Commento

Inviato: 22/05/2023, 16:17
da Namio Intile
Alberto mi ha preceduto.
Ti segnalo quest'altro refuso.
ritriovare Carmelo
Dagl'occhi non è un refuso, ma proprio un errore grammaticale, non puoi effettuare l'elisione là, a meno di non trasformare quella g in l: dall'occhi.
Quest'ultima frase ha una sintassi contorta, Ormai rassegnato che non avrebbe recuperato la sua attrezzatura e che avrebbe passato dei guai al lavoro camminava lentamente, cercando di assaporare di tanto in tanto quegli istanti che così intensamente lo avevano emozionato, il buon Alberto ti ha offerto una soluzione per mutarla, io un'altra.
Ormai rassegnato, dall'impossibilità a recuperare l'attrezzatura e di dover passare dei guai al lavoro, camminò lentamente, e cercò di assaporare quei momenti così emozionanti.

Il racconto è un'unica sequenza narrativa che introduce e termina il racconto. Un'istantanea di un momento della vita del protagonista, Felipe, visto dalla sua prospettiva con la voce di un narratore palese. Struttura stringata, anzi ridotta all'osso, dunque molto semplice. La trama non saprei come classificarla. Come lettore alla fine mi è rimasto poco, e chiedo lumi all'autore: perché hai scritto questo testo? Qual è l'obiettivo?

Re: Carnevale

Inviato: 22/05/2023, 23:22
da Gino Savian
Vorrei ringraziare Namio Intile e Alberto Marcolli per le segnalazioni e i consigli. Sono molto apprezzati.
Scrivo come passatempo, ma soprattutto per divertimento. Mi era sembrato, in altri miei scritti e racconti, di essere povero di descrizioni e di arrivare troppo velocemente al punto della storia. Ultimamente mi sto divertendo a provare a descrivere sensazioni e immagini che rubo da dettagli del mio vissuto o film e ambientazioni e li mischio. Nella mia testa ho idee che frullano e mi piacerebbe inserire questi pezzi in un contesto più ampio un giorno.. Chissà..