Consapevolezza
Inviato: 07/08/2023, 17:07
R------Rizzo
P------Pecci
Segue da "L'inizio"
R----Però ci si ferma di fronte al muro della coscienza di sé. Nessuno è in condizioni di dimostrare che anche questo passaggio sia dovuto all'evoluzione, anzi lo stacco tra l'animale e l'essere umano è sempre più precisato. Il negare questo (come fai tu) è pura forzata immaginazione che svela una volontà di coprire un buco esistenziale. Ed è quello che continui a fare inseguendo logiche che con questo concetto nulla hanno a che fare se non con complicati accostamenti a fenomeni quantistici.
La tua ipotesi suffragata dalla logica dice che se un fenomeno è fattuale, non c'è bisogno di sapere perché. Anzi dici che se un fenomeno assomiglia per certi versi a un fatto, anche questo fenomeno è un fatto e non serve domandarsi perché.
Quando spieghi che il moto è la realtà dell'universo, che il nulla non esiste come il buio o il vuoto assoluto, dici cose logiche e giustamente desumi, secondo la logica che ne deriva, tutta una serie di osservazioni corrette. Tutto giusto perché non considera assolutamente realistico l'esistenza di altre dimensioni oltre quelle che conosciamo, oltre quella che ha bisogno della realtà di moto.
Questa possibilità è scartata come illogica, contraria, anzi assurda perché pensata da un ente che fa parte di quella realtà stessa.
Non c'è alternativa: qualsiasi ipotesi è immaginazione che riporta a quella
Verità dalla quale non c'è fuga.
Dunque il cerchio è chiuso, tanto, avendo a disposizione solo questa logica, nessuno potrà mai dimostrare il contrario. E tu insisti dicendo: perché non c'è il contrario.
Dunque resta solo una via, quella di abbandonare la logica dell'oggettività per sviscerare la realtà soggettiva, sapendo che l'evoluzione della natura umana arriva a spiegare che cos'è un individuo ma non arriva a spiegare la coscienza di sé.
C'è confusione, ma per fare un esempio, prova a immaginare come dire a un supercomputer di AI che lui è un supercomputer anzi è QUEL supercomputer.
Potrà ripeterlo, potrà organizzarsi in modo da emulare certe funzioni ma non potrà "comprendere".
Neppure davanti allo specchio lo scimpanzè capisce che quello è proprio LUI. Saprà definire la differenza tra lui e l'immagine che vede, potrà associare alcuni atteggiamenti, ma non ha la capacità di comprendere chi è lui veramente.
R---"Nessuno è in condizioni di dimostrare che anche questo passaggio sia dovuto all'evoluzione, anzi lo stacco tra l'animale e l'essere umano è sempre più precisato."
P---È sempre più precisato perché evolutivamente la specie umana ha sviluppato questa necessità.
Ha bisogno di prevedere con largo anticipo i fatti per la propria omeostasi corporale, si è sprovvista evoluzionisticamente di tutti quei parametri necessari alla sopravvivenza tipici degli animali in favore di una coscienza di tipo più complessa.
Tutto qui non mi pare così complicato come concetto logico da comprendere.
Non abbiamo più una pelliccia che ci ricopra dalle temperature invernali, per tanto abbiamo bisogno di prevedere l'avvento della stagione fredda e agire di conseguenza anticipatamente. O procacciando una pelliccia animale, o costruendo un riparo adeguato. Sono tutti aspetti di una coscienza conscia di sé spaziotemporalmente definita e in termini di previsione futura, se sviluppo per omeostasi una percezione verso una previsione futura, allora per forza di fattori avrò anche una percezione passata e "presente". Quindi sono conscio di essere.
Semplice evoluzione, diramazione specifica e sviluppo di una coscienza idonea alla sopravvivenza della struttura corporale definita uomo, o non ti torna come ragionamento?
Capirei il dubbio se solo noi presentassimo coscienza di fatto, ma se anche a livello di un singolo batterio, di una singola cellula è presente diventa poi ovvio che sia solo strutturata poi in maniera più complessa man mano che diventa sempre più specifica nel comprendere e leggere emozionalmente i vari fatti che vengono ad interagire e con cui essa a sua volta interagisce. È il tuo bisogno di sentirti speciale che ti spinge a ragionarla diversamente, nient'altro che questo.
"R---No. questa non posso fartela passare. Ragioni proprio al contrario. È proprio grazie alla consapevolezza che l'uomo ha il senso del tempo e grazie al fatto che è conscio di essere che riesce a prevedere la sua necessità futura. Non succede come dici tu e cioè che l'uomo riesce a prevedere l'inverno e di conseguenza si vede nel futuro!"
P------Non ha bisogno di prevedere l'inverno, l'inverno è un fatto che arrivi, e una volta che ha compreso questo fatto, ecco che si adopererà di conseguenza in termini di previsione su di sé, non sull'inverno. E cioè sempre e solo interazione tra enti-eventi fattuali. Il solito discorso.
R----Non ti poni neppure il dubbio che il Comprendere che "l'inverno stia arrivando" non sia un semplice concetto alla portata di un animale. L'orso non sa che l'inverno sta arrivando, ma si comporta istintivamente grazie alla sua memoria omeostatica. Lo fa senza sapere che è lui quello che si sistemerà nella tana. L'orso non si vede nel futuro ma reagisce all'ambiente secondo una meccanica mentale registrata della nascita, copiata dai genitori e fissata nell'esperienza. il tutto fa parte dell'io dell'orso ma che non ne è consapevole.
"R-- Confermo che la coscienza di sé non è determinata dall'evoluzione ma semplicemente si "appoggia" all'Io che a sua volta è frutto dell'evoluzione. La consapevolezza ha un'altra origine e non è possibile per nessuna forma di vita sulla Terra, né può essere duplicata nelle macchine."
P-------Perché appunto è necessaria solo alla nostra specie, cosa se ne fa un animale o una pianta di una coscienza anche biografica? Gli serve a qualcosa per sopravvivere forse? No. Quindi non si sono evoluti in quella direzione.
E quindi? Da cosa deduci invece di una origine potenzialmente Altra,
R------Lo deduco dal fatto che senza quel "salto" saremmo un'altra specie di scimmie, magari già estinte.
P------che sai benissimo non poter essere tale in assenza di moto, e dove se fosse invece in stato di moto, allora non avrebbe per noi nessun "mistero"?
R-------No, no: sei tu che sei fissato con la questione del moto oppure nulla! Io so benissimo solo quello che tu sostieni ma che non condivido.
P-------Dal fatto che c'è l'abbiamo solo noi? È ridicolo.
R------Ah ah!
P-------C'è l'abbiamo solo noi (almeno di fatto certo, su questo pianeta) perché serve solo a noi così espressa. Pertanto è, e rimane essere, pura e semplice evoluzione.
R------ Tu ne sei convinto senza ragione. Resta un fatto che noi possediamo questa facoltà.
R------Maxxinterpretazione del tutto arbitraria e discutibile.:
P------Quindi ogni tua percezione diversa su questo fatto è data solo da un tuo eventuale bisogno di trascendere lo stato di moto, il che non c'entra nulla con la coscienza e di conseguenza nemmeno con la consapevolezza in quanto dato di fatto, cioè nel o per il suo sussistere evolutivo. La consapevolezza poi è solo un ulteriore riflessione pervenuta sulla/dalla, stessa coscienza espressa, dove, non per tutti si sviluppa allo stesso modo, solo perché tutti hanno, o meglio maturano la propria coscienza in base alle proprie mappature emozionali dipese da svariati fattori individuali e di percezione del singolo corpo, sia interni come anche frutto di diversi contesti ambientali e socioculturali.
P-------Non sono due cose a sé. La consapevolezza è prettamente biografica perché è un tipo di capacità, di approfondimento, espresso prettamente e direttamente da una coscienza biografica, e cioè dalla necessità per l'uomo di una previsione individuale di sé per la propria sopravvivenza e aumento di probabilità di essa. Pertanto non solo memoria e comprensione cognitiva, le quali invece sono capacità già espresse e applicate da tutte le coscienze nucleari e cellulari.
Pensa che, anche se in stato sicuramente ancora molto acerbo, ci sono anche già presenti coscienze quasi biografiche, o almeno inerenti a questa su certi aspetti, vedi le orche per dire, diversi gruppi, diversi linguaggi, diversi sistemi e tattiche predatorie, sono tutte orche, ma sono tutte diverse a seconda solo del loro gruppo sociale (si diversificano addirittura sul loro linguaggio da branco a branco, anche tra quelli presenti nello stessa zona) e/o del luogo di appartenenza/caccia, ti ricorda qualcosa?
P-------E come mai succede questo? Succede questo perché ogni gruppo si è specificato su una determinata preda e quindi si è distanziato sempre di più dal gruppo originario della specie orca, adottando diverse strategie, stanziando in diversi luoghi, addirittura usando forme di linguaggio simili, ma differenti tra loro nei toni, pertanto niente di più o meno se non differenti dialetti a seconda dei diversi branchi/famiglie per comunicare. Questo ti ricorda qualcosa?
Ovvio che non hanno raggiunto una piena consapevolezza di sé, ma questo solo perché questa specifico grado di consapevolezza non si necessita tale per la loro sopravvivenza, (R------non è questa la spiegazione checchè tu ne dica) dove viene invece maggiormente enfatizzato in termini di coscienza nucleare, ma che definirei quasi già semi biografica, più l'aspetto sociale e quindi socioculturale del proprio ruolo all'interno di un contesto sociale, invece che quello prettamente individuale e individualistico di una affermazione completa e specificamente di natura solo soggettiva.
R----Ragionamento forzato tanto per sostenere una logica di parte.
P ----È l'individualità atta alla sopravvivenza del singolo che determina la nostra coscienza biografica specifica,
R----- OK
P------e di conseguenza la piena consapevolezza di sé, il sapere di essere, il sentirsi e percepirsi, "io", e quindi espressione e percezione singola dello stesso. Nient'altro che questo
R---- sbagliato.
P---------Per quale motivo dovrebbe avere allora una diversa origine? In base a cosa di concreto deduci o presupponi questo?
R-------Non lo so. È un fatto.
P-------Alla fine è sempre solo dal tuo singolo e comune a tutti inizialmente bisogno di sentirti di essere diverso, e quindi di essere Altro, di poter e dover trascendere lo stato di moto.
E perché dovresti avere questa necessità in una realtà espressa totalmente e solo in funzione di uno stato di moto?
Perché sai già, come un dato di fatto che così come arriverà sempre un inverno, un giorno hai già la previsione individuale, certa e sicura, della tua morte. Solo per questo.
R------Come tutti gli animali anche l'uomo ha paura di morire per "istinto di sopravvivenza" individuale ma l'uomo ha in più, una paura diversa, proprio per la consapevolezza di morire anche psicologicamente sapendo guardare nel proprio futuro. Le piante hanno paura di morire? Gli animali hanno paura di morire come "persone consapevoli"? Non credo che un vecchio leone abbia paura di morire di morte naturale come invece ha un uomo. Difficile dirlo, ma pare di no.
P-------A prescindere da quanto la cosa ti tocchi poi emotivamente o meno, è solo questo il reale motivo, per cui si bisogna singolarmente e comunitariamente di trascendere la realtà.
R--------ritornello:
P---------Ed ecco sopraggiungere tutti i vari credo, dubbi, fedi, e convinzioni a supportare ed autoalimentare queste stesse percezioni. Per necessità e bisogno. Perché appunto non ci si accetta per come, e quello che si è, cioè trasformazione di energia espressa in stato di moto, un valore fattualmente, e per via evolutiva, espresso, come tanti altri, ma nel nostro specifico caso adatto per sussistere in quanto specie, momentaneamente in uno stato biografico cosciente. Il che per evitare fraintendimenti non c'entra nulla con la reincarnazione di coscienza, sia chiaro.
P-------È tutto molto più semplice, è semplicemente fattuale Giancarlo, solo evoluzione, come, e su, ogni altro caso di coscienza cellulare espressa di una qualsiasi simile, ma diversa, struttura di materia organica presente, chiamata poi da noi vita. Che cosa è la vita?
È un fatto come lo è l'inverno, come lo è la morte sullo stato cellulare, e cioè il trasformarsi di questa energia da uno stato organico ad uno inorganico (una volta cessata ogni funzionalità e sussistenza cellulare, se non solo su aspetti di struttura chimica, nulla ci differisce più da un semplice sasso) come lo è qualsiasi altra cosa in stato di moto, espressione di fatto. Espressione ed interazione continue tra enti-eventi, distinti e diversi, ma tutti espressi fattualmente in quantità di moto, quindi trasformazioni continue, nient'altro che una legge universale. Nient'altro che una realtà oggettiva.
R-------Ed è quello che continui a pensare, inseguendo logiche di complicati accostamenti a fenomeni filosofico-quantistici della realtà di moto.
La tua ipotesi suffragata dalla logica dice che se un fenomeno è fattuale, non c'è bisogno di sapere perché. Anzi, non serve domandarsi perché.
P------Pecci
Segue da "L'inizio"
R----Però ci si ferma di fronte al muro della coscienza di sé. Nessuno è in condizioni di dimostrare che anche questo passaggio sia dovuto all'evoluzione, anzi lo stacco tra l'animale e l'essere umano è sempre più precisato. Il negare questo (come fai tu) è pura forzata immaginazione che svela una volontà di coprire un buco esistenziale. Ed è quello che continui a fare inseguendo logiche che con questo concetto nulla hanno a che fare se non con complicati accostamenti a fenomeni quantistici.
La tua ipotesi suffragata dalla logica dice che se un fenomeno è fattuale, non c'è bisogno di sapere perché. Anzi dici che se un fenomeno assomiglia per certi versi a un fatto, anche questo fenomeno è un fatto e non serve domandarsi perché.
Quando spieghi che il moto è la realtà dell'universo, che il nulla non esiste come il buio o il vuoto assoluto, dici cose logiche e giustamente desumi, secondo la logica che ne deriva, tutta una serie di osservazioni corrette. Tutto giusto perché non considera assolutamente realistico l'esistenza di altre dimensioni oltre quelle che conosciamo, oltre quella che ha bisogno della realtà di moto.
Questa possibilità è scartata come illogica, contraria, anzi assurda perché pensata da un ente che fa parte di quella realtà stessa.
Non c'è alternativa: qualsiasi ipotesi è immaginazione che riporta a quella
Verità dalla quale non c'è fuga.
Dunque il cerchio è chiuso, tanto, avendo a disposizione solo questa logica, nessuno potrà mai dimostrare il contrario. E tu insisti dicendo: perché non c'è il contrario.
Dunque resta solo una via, quella di abbandonare la logica dell'oggettività per sviscerare la realtà soggettiva, sapendo che l'evoluzione della natura umana arriva a spiegare che cos'è un individuo ma non arriva a spiegare la coscienza di sé.
C'è confusione, ma per fare un esempio, prova a immaginare come dire a un supercomputer di AI che lui è un supercomputer anzi è QUEL supercomputer.
Potrà ripeterlo, potrà organizzarsi in modo da emulare certe funzioni ma non potrà "comprendere".
Neppure davanti allo specchio lo scimpanzè capisce che quello è proprio LUI. Saprà definire la differenza tra lui e l'immagine che vede, potrà associare alcuni atteggiamenti, ma non ha la capacità di comprendere chi è lui veramente.
R---"Nessuno è in condizioni di dimostrare che anche questo passaggio sia dovuto all'evoluzione, anzi lo stacco tra l'animale e l'essere umano è sempre più precisato."
P---È sempre più precisato perché evolutivamente la specie umana ha sviluppato questa necessità.
Ha bisogno di prevedere con largo anticipo i fatti per la propria omeostasi corporale, si è sprovvista evoluzionisticamente di tutti quei parametri necessari alla sopravvivenza tipici degli animali in favore di una coscienza di tipo più complessa.
Tutto qui non mi pare così complicato come concetto logico da comprendere.
Non abbiamo più una pelliccia che ci ricopra dalle temperature invernali, per tanto abbiamo bisogno di prevedere l'avvento della stagione fredda e agire di conseguenza anticipatamente. O procacciando una pelliccia animale, o costruendo un riparo adeguato. Sono tutti aspetti di una coscienza conscia di sé spaziotemporalmente definita e in termini di previsione futura, se sviluppo per omeostasi una percezione verso una previsione futura, allora per forza di fattori avrò anche una percezione passata e "presente". Quindi sono conscio di essere.
Semplice evoluzione, diramazione specifica e sviluppo di una coscienza idonea alla sopravvivenza della struttura corporale definita uomo, o non ti torna come ragionamento?
Capirei il dubbio se solo noi presentassimo coscienza di fatto, ma se anche a livello di un singolo batterio, di una singola cellula è presente diventa poi ovvio che sia solo strutturata poi in maniera più complessa man mano che diventa sempre più specifica nel comprendere e leggere emozionalmente i vari fatti che vengono ad interagire e con cui essa a sua volta interagisce. È il tuo bisogno di sentirti speciale che ti spinge a ragionarla diversamente, nient'altro che questo.
"R---No. questa non posso fartela passare. Ragioni proprio al contrario. È proprio grazie alla consapevolezza che l'uomo ha il senso del tempo e grazie al fatto che è conscio di essere che riesce a prevedere la sua necessità futura. Non succede come dici tu e cioè che l'uomo riesce a prevedere l'inverno e di conseguenza si vede nel futuro!"
P------Non ha bisogno di prevedere l'inverno, l'inverno è un fatto che arrivi, e una volta che ha compreso questo fatto, ecco che si adopererà di conseguenza in termini di previsione su di sé, non sull'inverno. E cioè sempre e solo interazione tra enti-eventi fattuali. Il solito discorso.
R----Non ti poni neppure il dubbio che il Comprendere che "l'inverno stia arrivando" non sia un semplice concetto alla portata di un animale. L'orso non sa che l'inverno sta arrivando, ma si comporta istintivamente grazie alla sua memoria omeostatica. Lo fa senza sapere che è lui quello che si sistemerà nella tana. L'orso non si vede nel futuro ma reagisce all'ambiente secondo una meccanica mentale registrata della nascita, copiata dai genitori e fissata nell'esperienza. il tutto fa parte dell'io dell'orso ma che non ne è consapevole.
"R-- Confermo che la coscienza di sé non è determinata dall'evoluzione ma semplicemente si "appoggia" all'Io che a sua volta è frutto dell'evoluzione. La consapevolezza ha un'altra origine e non è possibile per nessuna forma di vita sulla Terra, né può essere duplicata nelle macchine."
P-------Perché appunto è necessaria solo alla nostra specie, cosa se ne fa un animale o una pianta di una coscienza anche biografica? Gli serve a qualcosa per sopravvivere forse? No. Quindi non si sono evoluti in quella direzione.
E quindi? Da cosa deduci invece di una origine potenzialmente Altra,
R------Lo deduco dal fatto che senza quel "salto" saremmo un'altra specie di scimmie, magari già estinte.
P------che sai benissimo non poter essere tale in assenza di moto, e dove se fosse invece in stato di moto, allora non avrebbe per noi nessun "mistero"?
R-------No, no: sei tu che sei fissato con la questione del moto oppure nulla! Io so benissimo solo quello che tu sostieni ma che non condivido.
P-------Dal fatto che c'è l'abbiamo solo noi? È ridicolo.
R------Ah ah!
P-------C'è l'abbiamo solo noi (almeno di fatto certo, su questo pianeta) perché serve solo a noi così espressa. Pertanto è, e rimane essere, pura e semplice evoluzione.
R------ Tu ne sei convinto senza ragione. Resta un fatto che noi possediamo questa facoltà.
R------Maxxinterpretazione del tutto arbitraria e discutibile.:
P------Quindi ogni tua percezione diversa su questo fatto è data solo da un tuo eventuale bisogno di trascendere lo stato di moto, il che non c'entra nulla con la coscienza e di conseguenza nemmeno con la consapevolezza in quanto dato di fatto, cioè nel o per il suo sussistere evolutivo. La consapevolezza poi è solo un ulteriore riflessione pervenuta sulla/dalla, stessa coscienza espressa, dove, non per tutti si sviluppa allo stesso modo, solo perché tutti hanno, o meglio maturano la propria coscienza in base alle proprie mappature emozionali dipese da svariati fattori individuali e di percezione del singolo corpo, sia interni come anche frutto di diversi contesti ambientali e socioculturali.
P-------Non sono due cose a sé. La consapevolezza è prettamente biografica perché è un tipo di capacità, di approfondimento, espresso prettamente e direttamente da una coscienza biografica, e cioè dalla necessità per l'uomo di una previsione individuale di sé per la propria sopravvivenza e aumento di probabilità di essa. Pertanto non solo memoria e comprensione cognitiva, le quali invece sono capacità già espresse e applicate da tutte le coscienze nucleari e cellulari.
Pensa che, anche se in stato sicuramente ancora molto acerbo, ci sono anche già presenti coscienze quasi biografiche, o almeno inerenti a questa su certi aspetti, vedi le orche per dire, diversi gruppi, diversi linguaggi, diversi sistemi e tattiche predatorie, sono tutte orche, ma sono tutte diverse a seconda solo del loro gruppo sociale (si diversificano addirittura sul loro linguaggio da branco a branco, anche tra quelli presenti nello stessa zona) e/o del luogo di appartenenza/caccia, ti ricorda qualcosa?
P-------E come mai succede questo? Succede questo perché ogni gruppo si è specificato su una determinata preda e quindi si è distanziato sempre di più dal gruppo originario della specie orca, adottando diverse strategie, stanziando in diversi luoghi, addirittura usando forme di linguaggio simili, ma differenti tra loro nei toni, pertanto niente di più o meno se non differenti dialetti a seconda dei diversi branchi/famiglie per comunicare. Questo ti ricorda qualcosa?
Ovvio che non hanno raggiunto una piena consapevolezza di sé, ma questo solo perché questa specifico grado di consapevolezza non si necessita tale per la loro sopravvivenza, (R------non è questa la spiegazione checchè tu ne dica) dove viene invece maggiormente enfatizzato in termini di coscienza nucleare, ma che definirei quasi già semi biografica, più l'aspetto sociale e quindi socioculturale del proprio ruolo all'interno di un contesto sociale, invece che quello prettamente individuale e individualistico di una affermazione completa e specificamente di natura solo soggettiva.
R----Ragionamento forzato tanto per sostenere una logica di parte.
P ----È l'individualità atta alla sopravvivenza del singolo che determina la nostra coscienza biografica specifica,
R----- OK
P------e di conseguenza la piena consapevolezza di sé, il sapere di essere, il sentirsi e percepirsi, "io", e quindi espressione e percezione singola dello stesso. Nient'altro che questo
R---- sbagliato.
P---------Per quale motivo dovrebbe avere allora una diversa origine? In base a cosa di concreto deduci o presupponi questo?
R-------Non lo so. È un fatto.
P-------Alla fine è sempre solo dal tuo singolo e comune a tutti inizialmente bisogno di sentirti di essere diverso, e quindi di essere Altro, di poter e dover trascendere lo stato di moto.
E perché dovresti avere questa necessità in una realtà espressa totalmente e solo in funzione di uno stato di moto?
Perché sai già, come un dato di fatto che così come arriverà sempre un inverno, un giorno hai già la previsione individuale, certa e sicura, della tua morte. Solo per questo.
R------Come tutti gli animali anche l'uomo ha paura di morire per "istinto di sopravvivenza" individuale ma l'uomo ha in più, una paura diversa, proprio per la consapevolezza di morire anche psicologicamente sapendo guardare nel proprio futuro. Le piante hanno paura di morire? Gli animali hanno paura di morire come "persone consapevoli"? Non credo che un vecchio leone abbia paura di morire di morte naturale come invece ha un uomo. Difficile dirlo, ma pare di no.
P-------A prescindere da quanto la cosa ti tocchi poi emotivamente o meno, è solo questo il reale motivo, per cui si bisogna singolarmente e comunitariamente di trascendere la realtà.
R--------ritornello:
P---------Ed ecco sopraggiungere tutti i vari credo, dubbi, fedi, e convinzioni a supportare ed autoalimentare queste stesse percezioni. Per necessità e bisogno. Perché appunto non ci si accetta per come, e quello che si è, cioè trasformazione di energia espressa in stato di moto, un valore fattualmente, e per via evolutiva, espresso, come tanti altri, ma nel nostro specifico caso adatto per sussistere in quanto specie, momentaneamente in uno stato biografico cosciente. Il che per evitare fraintendimenti non c'entra nulla con la reincarnazione di coscienza, sia chiaro.
P-------È tutto molto più semplice, è semplicemente fattuale Giancarlo, solo evoluzione, come, e su, ogni altro caso di coscienza cellulare espressa di una qualsiasi simile, ma diversa, struttura di materia organica presente, chiamata poi da noi vita. Che cosa è la vita?
È un fatto come lo è l'inverno, come lo è la morte sullo stato cellulare, e cioè il trasformarsi di questa energia da uno stato organico ad uno inorganico (una volta cessata ogni funzionalità e sussistenza cellulare, se non solo su aspetti di struttura chimica, nulla ci differisce più da un semplice sasso) come lo è qualsiasi altra cosa in stato di moto, espressione di fatto. Espressione ed interazione continue tra enti-eventi, distinti e diversi, ma tutti espressi fattualmente in quantità di moto, quindi trasformazioni continue, nient'altro che una legge universale. Nient'altro che una realtà oggettiva.
R-------Ed è quello che continui a pensare, inseguendo logiche di complicati accostamenti a fenomeni filosofico-quantistici della realtà di moto.
La tua ipotesi suffragata dalla logica dice che se un fenomeno è fattuale, non c'è bisogno di sapere perché. Anzi, non serve domandarsi perché.