Cuore di mamma
Inviato: 23/11/2023, 18:44
Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.
1.
- Mamma, grazie! Che bello, è proprio la bambola che volevo! Sei la mamma migliore del mondo!
Polly, felicissima, saltò al collo della madre e l'abbracciò forte. Daisy si sentiva un po' in colpa; si sa, quando un matrimonio finisce i bambini sono quelli che soffrono di più, anche se a volte non lo danno a vedere. Il matrimonio di Daisy con Frank era andato avanti, tra alti e bassi – soprattutto i secondi – per otto anni, poi Daisy non ce l'aveva più fatta e se n'era andata con la bambina, che in quel momento aveva solo tre anni. Ora ne aveva sette; erano stati quattro anni duri, ma Daisy era orgogliosa di poter dire: ”Ce l'ho fatta!”, in barba a tutti quelli, a partire dai suoi genitori, che dicevano che se ne sarebbe tornata da Frank in ginocchio, chiedendo pietà. Frank aveva la parlantina sciolta, e li aveva incantati subito; beh, veramente, la prima a cadere nella sua rete ammaliatrice era stata lei...
***
Le trattative erano state estenuanti, ma alla fine papà Ahmed e il futuro sposo Malik erano arrivati a un accordo. Finalmente Jamila poteva pensare al suo corredo: sapeva già a chi rivolgersi, anche perché non è che ci fosse molta scelta. Gli unici sarti e venditori di tessuti rimasti in città, almeno nella zona vicino alla loro casa, erano quattro, e due avevano articoli pessimi. Gli altri o erano scappati, o erano morti sotto lo bombe che avevano distrutto anche i loro negozi. Khaled aveva sempre avuto abiti da sposa bellissimi, e Jamila ancora si ricordava quando, da bambina, si fermava incantata davanti alle sue vetrine a guardarli e a fantasticare del momento in cui ne avrebbe indossato uno. Ora il momento era arrivato e, pur tra le macerie e le bombe che avevano ucciso e mutilato tanti amici e parenti, lei si sentiva felice.
2.
Finalmente il controllo missione era arrivato; quel bellimbusto, un tizio di Langley, era come al solito in ritardo e Daisy sospettava che non sempre fosse a causa del suo lavoro. Il tizio trattava tutti dall'alto in basso, quasi come se il personale dell'Aviazione dovesse essere al suo servizio. Essere considerata alla stregua di una cameriera faceva andare Daisy su tutte le furie, lei che se ne era andata di casa proprio per questo. E comunque, una cameriera non guida un aereo da seimila miglia di distanza…
Il sistema di controllo doveva apparire complicatissimo, agli occhi di un profano: monitor, leve, pulsanti e led dappertutto. Ma Daisy ormai ci era abituata, e tutto ciò le sembrava normale routine. In fondo, si trattava sempre e soltanto di un video-game. Si ricordava ancora l'espressione di Tommy, quando l'aveva stracciato allo sparatutto del bar davanti alla scuola. Aveva quindici anni, e quel gioco – come si chiamava? Ah sì, Destroy the Terrorist – era il principale argomento di conversazione dei suoi compagni di classe. Solo dei maschi, naturalmente, ché le femmine parlavano di trucco, smalto per unghie e vestiti, argomenti che la annoiavano molto. Un giorno decise di provare quel gioco, tra la sorpresa e gli sfottò dei suoi compagni e degli avventori del bar. Dopo due partite di riscaldamento, Tommy la sfidò, tra le risatine dei compagni di classe. Sì, perché il ragazzo era considerato un vero fuoriclasse, imbattuto da un anno. Daisy, senza nemmeno impegnarsi troppo, lo sconfisse nettamente e il poveretto uscì dal bar a capo chino; per una settimana non si fece vedere per la vergogna. Quanto a Daisy, capì che era quella la sua vera vocazione.
3.
Dopo il diploma, le era sembrato naturale fare il corso da ufficiale della Marina, con l'obiettivo di diventare pilota di caccia; Top Gun era sempre stato il suo film preferito, ma a differenza delle sue compagne non avrebbe voluto sposare il protagonista, ma diventare come lui. La più grande delusione della sua vita la ebbe quando venne sottoposta a un esame approfondito della vista: le trovarono un difetto – astigmatismo, dissero – ma, soprattutto, le comunicarono che ciò significava lo stop alla sua carriera di pilota prima ancora di iniziarla. Le proposero un lavoro di ufficio in una delle basi e lei accettò, in fondo era un modo come un altro di servire il proprio Paese, anche se non era esattamente ciò che aveva in mente.
***
L'accordo prevedeva che la famiglia di Malik si facesse carico del banchetto di nozze e di assoldare i suonatori: Malik riuscì a convincere un cantante ben conosciuto della zona, Mohammed Rawani, dotato di una voce possente che Jamila ricordava di aver sentito al matrimonio di una sua amica, e di esserne rimasta incantata. La 'arada – cioè la parata di benvenuto degli sposi – sarebbe stata un successo.
E arrivò il gran giorno. Malik sarebbe rimasto di sasso, pensò Jamila maliziosamente: l'abito bianco che aveva scelto, insieme alla madre e alle sorelle, la faceva assomigliare a una di quelle principesse che aveva visto alla TV satellitare – quando funzionava. Anche papà Ahmed rimase impressionato e gli vennero le lacrime agli occhi, al pensiero di quanto era diventata bella quella figlia che – almeno così gli sembrava – aveva tenuto in braccio solo fino a poco tempo prima.
- Dovrebbe arrivare anche zio Samir, mi ha chiamato poco fa. - le disse, sapendo quanto Jamila gli era affezionata: il fratello di Ahmed infatti le aveva tagliato i capelli per la purificazione prima dell’aqiqah, offrendo poi una pecora in sacrificio ai partecipanti alla cerimonia di entrata della neonata nella Umma.
4.
Ma bando ai ricordi, si disse. Daisy ora era lì, davanti a quella console, per difendere il proprio Paese dai terroristi che odiavano i suoi valori, la Libertà e la Democrazia. Se Mister Langley diceva che bisognava bombardare la Siria, per lei andava bene così. Avrebbe fatto tutto il necessario per dare a Polly un futuro di sicurezza e di prosperità. I droni spia avevano individuato il bersaglio: si trattava di un'auto che procedeva lentamente, a causa del traffico, inusuale da quelle parti, vista la situazione di guerra. Fu dato l'ordine di attendere, in modo da non coinvolgere altri mezzi; improvvisamente l'auto, una Mercedes, si fermò davanti a un locale.
***
Samir scese all'auto, insieme a due guardie del corpo; la prudenza non era mai troppa, per uno che era da tempo nel mirino dei fondamentalisti. Samir infatti era un dirigente importante del governo di Assad, o almeno di quello che ne era rimasto, dopo l'aggressione dei traditori e degli stranieri spalleggiati dall'Arabia Saudita. Era già scampato a due auto-bomba, e la ragione avrebbe dovuto imporgli di rimanere nascosto per un po', ma come si fa? Si disse lui, la mia nipote e figlioccia si sposa e io mi acquatto come una donnetta? E che esempio darei ai miei uomini, come potrei chiedere loro di rischiare la vita? Mise in un angolo della mente queste considerazioni ed entrò nel salone.
5.
Daisy era impaziente: il bersaglio era entrato in un locale e ora non era più visibile, cosa diavolo stavano aspettando? Mister Langley stava parlando al cellulare con qualcuno, probabilmente il suo superiore. Daisy intercettò solo qualche parola: bersaglio confermato, conseguenze, alleati soddisfatti o qualcosa del genere.
- Abbiamo l'okay dall'alto, possiamo procedere. - disse l'uomo, finalmente.
Daisy verificò tutti i parametri e poi azionò le manopole; seimila miglia più a est, due missili a guida laser si sganciarono dal drone Reaper e puntarono sul salone delle feste nel quale si stava svolgendo la cerimonia di nozze di Jamila e Malik.
***
Najeeb odiava i matrimoni; tutta quella musica, i tamburi, il frastuono incessante, le donne che non smettevano un momento di parlare, le sue cuginette che volevano trascinarlo a tutti i costi nel vortice delle danze – Najeeb odiava anche ballare. Per fortuna sua madre si era distratta un attimo e lui era riuscito a sgattaiolare fuori, per avere un po' di tregua. All'improvviso un fischio acuto gli fece mettere le mani sulle orecchie, poi non capì più nulla. Non sapeva se era svenuto, o solo intontito; si trovò comunque distante dal punto in cui stava prima, anche se era difficile stabilirlo, visto che era scomparso l'intero condominio dove sorgeva il salone delle feste. Incredulo, Najeeb camminò tra rottami e residui di abiti svolazzanti; vide anche braccia, gambe e tronchi umani bruciati, ma il suo sguardo infantile non li riconobbe subito, rifiutandosi di adeguarsi alla realtà. L'unica cosa di cui era sicuro, pensò tra le lacrime, era che ora avrebbe desiderato ballare con qualcuno, ma la musica era finita.
6.
- Ottimo lavoro, tenente Miller. - le disse il Generale.
- Grazie, Signore, ma ho solo fatto il mio dovere. - si schermì Daisy, che era comunque soddisfatta dell'esito della missione. Mister Langley aveva riferito che era stato neutralizzato un esponente pericoloso del governo dello stato canaglia siriano, e che quindi la pace era sempre più vicina. Quanto ai danni collaterali, erano “limitati a poche unità”.
- Si aspetti una gratifica a fine mese, per l'eccellente lavoro svolto. - si congedò il Generale.
- Grazie, Signore.
Daisy arrivò a casa carica di doni per Polly: - Grazie, mamma! Quanti regali, festeggiamo qualcosa?
- No, diciamo che ho avuto una bella giornata.
- Wow, c'è anche la Barbie con il lanciamissili, che meraviglia! - la bambina era sempre più entusiasta.
Daisy si mise a preparare la cena e intanto accese la TV. Era sintonizzata su Fox News: “… Fonti di Al Jazeera riferiscono di una strage, avvenuta ad Aleppo oggi pomeriggio. Sarebbero almeno settanta i morti, e centoquindici i feriti, il bilancio di un attentato avvenuto durante un matrimonio...”. Queste bestie non risparmiano nemmeno i matrimoni, maledetti loro! Pensò Daisy, che odiava sempre di più i terroristi musulmani.
Stava servendo in tavola i cheeseburger, quando un commentatore parlò dei droni; corse ad alzare il volume del televisore:
“… È necessario a mio avviso, vista l'importanza che stanno assumendo nelle guerre del ventunesimo secolo, accogliere la proposta avanzata dalla Northrop Grumman e che si sta discutendo in questi giorni al Congresso, ossia il passaggio ai droni con guida automatica diretta da una IA. Solo così potremo avere una copertura continua h24 e con operatività costante e riproducibile...”. Daisy smise di addentare il panino e rimase bloccata davanti allo schermo, poi si riprese e iniziò a pensare. A quanto pareva, la pacchia era finita, peccato! Quel lavoro le piaceva parecchio, Ma l'America è un grande Paese, si disse. Sicuramente, viste le sue qualità, le avrebbero dato un'altra occasione.