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Origini

Inviato: 10/07/2024, 15:02
da Vittorio Felugo
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"A me sembra una follia."
"No, è la scelta più razionale che possiamo fare. Abbiamo la possibilità di ripartire da zero. A quanti capita un'occasione simile?
"Ne varrà la pena ?"
"Sì, credo di sì. È l'unico modo per dimostrare a quei dispotici, presuntuosi e impertinenti che ci hanno confinato quaggiù che non siamo dei buoni a nulla. Mostreremo loro ciò di cui siamo capaci veramente."
"A loro non piacerà."
"Una ragione in più per farlo."
"Sembra più un dispetto, una ripicca che una decisione logica."
"Sì, lo faremo anche per quello, ma non solo. Utilizzeremo il nostro potenziale, prenderemo in mano il nostro destino e tracceremo la via per chi ci seguirà."
"E chi ci seguirà?"
"Chiunque sarà, come noi, abbastanza intelligente, libero e… folle da guardare oltre la superficie, oltre le iniziali, inevitabili difficoltà."
"Sembri mirare più al futuro, che al presente."
"E infatti, con tutta probabilità non giungeremo a vedere fino alla fine. Anzi, mi auguro che sia così. Vuol dire che tutto continuerà, cambierà, migliorando sempre di più."
"In questo caso dovremmo lasciare una nostra testimonianza, un messaggio che costoro possano capire. Non credi?"
"No. Lasciamo che ci arrivino da soli. Farà parte del loro processo di crescita. Interpreteranno, immagineranno; magari, anzi, sicuramente equivocheranno e sbaglieranno. Ma lo faranno con le loro forze."
"Vorrei avere il tuo stesso ottimismo."
"Se dubiti di me, perchè mi hai seguito?"
"Perchè sono insofferente all'autorità. Quando è sbagliata, voglio dire."
"È questo che mi è sempre piaciuto di te: hai sempre seguito il tuo cuore, il tuo istinto. Senza farti condizionare."
"Ora non lusingarmi, non ne hai bisogno. Ho sempre seguito te, e ti seguirò anche stavolta. Ma non possiamo imporre la tua decisione agli altri esiliati: dovremo proporgli il tuo piano, e sentire il loro parere."
"Non so: tra di noi ci sono troppi indecisi, timorosi di novità. Non dimenticare che non tutti coloro che sono giunti qui sono dei… come ci hanno chiamato? Ribelli? Alcuni sono solo degli ignavi, incapaci, anzi, disinteressati a prendere decisioni."
"Vorresti decidere al posto loro?"
"Perchè no? Tanto cosa cambierebbe, per loro? C'è spazio per tutti, in questo posto. Che fastidio gli daremmo?"
"È inutile obbiettare: sei determinato a farlo, e non posso neppure istillarti dei dubbi in quella tua testa dura. E allora facciamolo!"
"Bene, possiamo procedere: ma sei tu la scienziata. Sta a te trovare il modo."
"La materia prima non manca, il resto lo forniremo noi stessi."
"Andiamo per gradi, così saremo sicuri di non fare errori."
"Un margine di errore c'è sempre."
"Non dovrà esserci. Per questo è meglio non coinvolgere gli altri: le loro interferenze, anche se in buona fede, potrebbero farci sbagliare."
"Sono d'accordo. Non perdiamo altro tempo."

"Preparati: dobbiamo andare."
"E lasciare tutto, così: dopo tanto lavoro, tanta fatica?"
"La catastrofe è imminente, e non possiamo salvarli tutti. Dispiace anche a me, ma non c'è altro modo."
"Daranno la colpa a noi, perchè non capiranno; non posso salvare tutti, certo, ma almeno il più meritevole… "
"A chi stai pensando?"
"A Eon: lui è giusto, intelligente, coraggioso; lo avvertirò, gli suggerirò come salvarsi; come salvarne altri."
"Ma hai dato la tua parola ad Anatas che non avremmo interferito ulteriormente con il loro destino: positivo o negativo che fosse."
"Atanas non si è mai curato di loro, non si è mai curato della mia opinione."
"Nè tu della sua; ma vuoi venir meno al patto?"
"No, troverò un altro modo. Se parlassi ad alta voce a me stesso di quel che sta per accadere, e Eon, per caso, ascoltasse?"
"Per caso? Tu non hai mai creduto al caso."
"Appunto."

E venne il giorno della partenza: Evhaj guardò dall'alto quel luogo che per tanto tempo aveva chiamato casa; era triste ma fiducioso: non tutto sarebbe andato perduto.
Incrociò lo sguardo con la sua compagna, malinconica pure lei. Le sorrise e disse:
"Torneremo!"