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Suicida

Inviato: 07/08/2024, 17:02
da Letylety
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La macchina procedeva lenta verso la capitale. L’elicottero che sorvolava la zona d’interesse avrebbe visto un puntino giallo perso nella coda chilometrica e, all’interno di quell’abitacolo, due ragazzi abbronzati.
“Ma tutte queste persone cosa fanno in giro?” chiese la ragazza.
“Più o meno quello che facciamo…”
“Noooooooo.”
“Che c’è?” chiese Franco.
“Mi ha scritto Angela. Ha detto che una persona si è buttata dalla finestra!”
“Come dalla finestra?”
“Aspetta mi sta scrivendo.”
Per un po’ Claudia continuò a scambiarsi messaggi con l'amica. Franco continuava a guidare, seguendo con una leggera preoccupazione l'evolversi delle notizie. La ragazza passava dalla tristezza allo stupore, dalla curiosità al tentativo di capire per filo e per segno cosa fosse successo.
Franco la guardò per la centesima volta. Non abitavano insieme ma ormai conosceva quasi tutti nel palazzo e si sentiva come uno di casa.
“Allora ti spiego. Mamma che paura. C’è Angela che è sconvolta. Un uomo si è buttato dal balcone. E’ accorso mezzo palazzo, un trambusto pazzesco, poi sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza che l’ha portato via. E’ morto.”
“E chi era?”
“Appena sa qualcosa me lo scrive.”
Franco si passò la mano sulla faccia.
“Ogni volta che sento parlare di un suicida penso a Chris Cornell e Chester Bannington.”
“E chi erano?” chiese Claudia in catalessi.
“Due cantanti. Belli, bravi, adorati, con moglie bellissime e figli ancor di più. Eppure si son tolti la vita. Mi sembra si siano impiccati. E ci sono foto del giorno prima che li ritraggono felici e sorridenti.
Claudia lesse l’ultimo messaggio di Angela.
“Noooo, non è possibile! Abitava sopra casa mia. E’ Aldo, quello del sesto piano. Si è schiantato davanti al mio garage. Dio che tragedia.”
“Aldo? Quello un po’ cicciottello? Biondo, con una macchina nera.”
“Siiii, proprio lui.”
“Aldo…quello che era sempre in garage a sistemare le scatole. Mi chiedevo sempre cosa avesse da essere sempre così indaffarato. Aveva anche una figlia no? Carina.”
“Sì, è lui. Ma come ha potuto?”
“E chi può dirlo. Secondo me chi fa un gesto del genere ha un interruttore interno che un bel giorno si spegne. Magari non hanno problemi, è qualcosa nel DNA che è sfasato dalla nascita. Un difetto di produzione-”
“Era simpatico, mi salutava sempre.”
Claudia si asciugò una lacrima.
“La vita è proprio grande. E assurda. E crudele. Non ha senso.”
“Ma che dici?”
“Non ha senso. Oggi è stata una bella giornata e finirà nel dimenticatoio. Un foglio di carta straccia che vola via. Poi tra quarant’anni, se va bene, chi dei due rimane la dissotterrerà dalla memoria. Una foto ingiallita che si accartoccerà intorno al cuore. Troppo assurdo e troppo vero, perché quel giorno, stanne certa, arriverà.”
“Moriremo insieme Franco.”
“No, toccherà prima a me e tu sarai sempre bella.”
Il traffico si stava decongestionando e ora i due ragazzi procedevano ben spediti.
“Forse era troppo preciso e non ha più accettato la realtà, oppure aveva qualche problema che gli pesava. Certo che la moglie se lo domanderà per il resto dei suoi giorni sul perché di questo gesto.”
Claudia chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. Ormai mancavano pochi chilometri a casa.
Li riaprì una volta superato il cancello del palazzo.
Erano le otto di sera e il silenzio regnava indisturbato. Non c’era in giro anima viva. Scesero per la rampa che portava ai garage.
“Sai, è strano ma oggi mi sento un po’ più sola.”
Franco l’accarezzò.
Fermò la macchina e Claudia aprì il garage. Osservò delle macchie scure sull’asfalto che non aveva mai notato.
Tre garage più avanti vide la serranda alzata di un box. Era quello di Aldo. Filtrava una luce. Molto probabilmente era la figlia e d’istinto si preparò mentalmente a porgerle le condoglianze.
Franco parcheggiò, uscì dal garage e subito vide la sua ragazza bianca come un cencio.
“Oh” disse Claudia, guardandolo fisso negli occhi.
“Oh.”
“Guarda là.”
Franco girò lo sguardo. Vide un uomo indaffarato e sudaticcio, un cicciottello che trotterellava verso il garage con una scatola tra le mani.
Si avvicinò.
“Avete sentito cos’è successo? Chiese Aldo dopo averli visti.
“Qualcosa” balbettò Claudia.
“Giuseppe, quel signore che camminava con il bastone, abitava al quarto piano, quello sotto il tuo appartamento, si è buttato giù dalla finestra. La moglie era uscita per andare in farmacia e lui… Pare fosse malato.”
Aldo sorrise malinconico mentre Claudia si copriva il volto e scappava verso il portone di casa.
Nessuno seppe mai se quelle mani nascondessero un pianto o una risata agghiacciata.