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voce:
(nessuna voce opzionale)
Non avrei mai immaginato fosse possibile diventare immateriale, un’essenza pura di solo pensiero: sono invisibile e siamo già in tanti.
Non ho più bisogno di nessuno e nessuno ha bisogno di me. Non ho relazioni e non devo sopportare ingratitudine e delusioni. Non devo valutare rischi e conseguenze, pianificare, controllare e rimediare… soprattutto per gli errori degli altri.
E che dire delle persone lamentose, ipersensibili, esaltate o depresse, sempre a parlare di sé? Quelle che cercano la tua compassione e ti chiedono continui favori. Quelle che non fanno altro che criticare e dispensare consigli. Ora lo possono fare solo con te.
E tutti quegli obblighi futili e fastidiosi: fare regali oppure riceverli e sentirsi in obbligo di ricambiare. Fermarsi con conoscenti di cui non hai alcun interesse. Stare ad ascoltare persone logorroiche che chiacchierano e chiacchierano…. adesso sono libero.
Posso offrirti l’opportunità che ho avuto io: renderti invisibile. Ti assicuro che è un’occasione unica, non si ripresenterà più.
In questo momento sono dietro di te, alle tue spalle. Vedo che stai leggendo queste ultime righe… è facilissimo, basta solo un cenno di assenso con la testa e anche tu sarai invisibile.
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Inviato: 02/10/2024, 15:54
da Lodovico
L'essenza dell'essenza dell'essenza di un racconto. Eppure è chiaro e ben scritto. E, indubbiamente inquietante. Un racconto horror in poche parole che coinvolge anche il lettore (in prima persona). Sei riuscito a nascondere fino alla fine dove volevi andare a parare. Molto bravo. Non ti do il voto massimo solo perché è effettivamente stracorto.
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Inviato: 07/10/2024, 10:34
da Marino Maiorino
Ciao Riccardo,
ci sono motivi per dire che il racconto mi piace (il fatto che sia così corto non lo trovo un difetto: se tutto è stato detto, non deve essere più lungo di così), e altri per dire che mi piace pochino. Il mio voto media tra questi due estremi.
Perché mi piace pochino: perché io (i commenti e i voti sono soggettivi, quindi anche il mio lascia il tempo che trova) ci vedo una tentazione diabolica, demoniaca, il che non è di per sé un male, anzi è un tema intrigante, ma per temi che trovo futili: liberarsi dal sopportare ingratitudine e delusioni, errori altrui, ascoltare lamentele e richieste di favori, fare/ricevere regali a/da gente della quale al protagonista frega niente, ascoltare gente logorroica.
In parole povere, liberarsi della vita, delle imperfezioni umane e terrene.
Qui entra in ballo il fattore soggettivo di me che commento: mi è capitato di restare deluso, gravemente, e sono convinto che rifarei tutto daccapo, perché il contrario sarebbe equivalente ad ammettere che ho mentito a me stesso, o che IO mi sono illuso su questa o quella persona.
L'orgoglio (lo so, è un peccato, ma non il peggiore) mi impedisce di ammettere la prima ipotesi, la seconda implica, nella cornice del tuo racconto, che dovrei trovare il modo di scappare da me stesso, perché è la mia illusione l'autentica fonte della mia delusione.
È un'impostazione filosofica personale; se puoi, accettala per quella che è.
Ma soprattutto, la tentazione demoniaca: davvero vuoi scomodare qualcuno di così potente per qualcosa di così banale? È vero che sulla banalità del male sono stati scritti fiumi d'inchiostro, però... L'ho trovato francamente eccessivo.
I punti a favore del testo sono già stati ottimamente indicati da Lodovico: scritto bene e chiaro.
A rileggerti presto!
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Inviato: 07/10/2024, 13:58
da Yakamoz
Ciao, Riccardo,
il racconto è scritto bene. Essere o non essere (visibile)! Difatti sembra un racconto scritto da un fantasma, e pure la scena finale lo suggerisce. Questo passaggio poi:
"Non ho più bisogno di nessuno e nessuno ha bisogno di me. Non ho relazioni e non devo sopportare ingratitudine e delusioni. Non devo valutare rischi e conseguenze, pianificare, controllare e rimediare… soprattutto per gli errori degli altri."
Ci manca solo portatemi i fiori e ditemi una prece ogni tanto.
Ma non sì può premiare un racconto solo perché scritto bene a prescindere dal contenuto.
Voto, 2/5 + 1 volendo premiare la scrittura: "Perché è futile nei suoi contenuti, e manca poi un contesto/scenario sufficiente, cioè più ampio, per capire le vere ragioni di desiderio di "cotanta invisibilità"."
La mia non è una critica negativa, Riccardo. Però questo testo sembra un estratto di qualcosa di più ampio. Ci voleva qualcosa di più corposo, non una semi riflessione filosofica, per dare una direzione coerente (un senso non vago) a quello che ci racconta il tuo racconto.
Quindi voto, 3/5
A rileggerci…
Antonio
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Inviato: 07/10/2024, 19:42
da Terradipoeti
Il testo esprime un desiderio di libertà dall'interazione sociale, proponendo l'idea di diventare "invisibile" come fuga da obblighi, lamentele e delusioni. L'autore rifiuta le complessità delle relazioni umane, vedendo nella trasformazione in un'essenza immateriale una forma di liberazione. Tuttavia, questo desiderio solleva interrogativi sul prezzo della libertà: rinunciare alle connessioni umane può portare a un isolamento che priva della profondità delle esperienze condivise. In sintesi, il testo invita a riflettere sul delicato equilibrio tra autonomia e relazioni significative.
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Inviato: 10/10/2024, 10:53
da Eleonora2
Ho dato 3. Ho tentato di non farmi influenzare dalle convinzioni personali ma temo che sia impossibile, per me e adesso, in questo momento e condizione. La brevità non è stata un metro di giudizio, ritenendo la capacità di sintesi un pregio. L'idea si fa valere: diventare invisibili quale unica soluzione ai problemi dello stare insieme o in mezzo agli altri, differenti al proprio modo di sentire. Il racconto è corretto, stile fluente e struttura riuscita. Quindi ha tutto.Soltanto l'elencare quelli che per l'autore sono difetti, mi lasciano perplessa. Qui si fa largo il gusto personale,
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Inviato: 13/10/2024, 15:06
da Annamalia
L'invisibilità. Già. Chi non ha mai desiderato, almeno una volta nella vita, diventare invisibile per vendicarsi di un torto subito, per dare una lezione a un collega insopportabile, oppure semplicemente per divertimento, per "vedere" l'effetto che fa? Ma quanti fra coloro che hanno risposto affermativamente alla domanda precedente si sono soffermati a riflettere sulle conseguenze di una tale decisione? Molto pochi, presumo. Forse nessuno. Eppure questa possibilità porta con sé il peso di un fardello, per me, intollerabile: la condanna all'eterna solitudine e l'impossibilità di interagire con il resto dell'umanità.
La tematica, estremamente intrigante e parimenti inquietante, meriterebbe ben altri approfondimenti e disgressioni ma non essendo questa la sede adatta, mi fermo qui.
A mio avviso i concetti sono stati espressi in modo un po' troppo scarno ma, tutto sommato, lo stile è fluido e piacevole a leggersi.
Voto 4
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Inviato: 17/10/2024, 12:53
da Bobinsy
Il titolo mi ha travisato: "Siamo già in tanti" mi ha fatto pensare al tema della sovrappopolazione, per cui le prime righe ho stentato ad inquadrarle.
Proseguendo, l'idea (sottrarsi diventando invisibile) non mi ha colto di sorpresa: introduci un tema amplissimo, ma sviluppi (si fa per dire) solo l'aspetto asociale.
Invece mi è piaciuto molto il finale che trovo efficacissimo
(confesso che ho pravato ad annuire).
Sono curioso di sapere quale sarà la tua prossima trovata.
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Inviato: 19/10/2024, 11:47
da Vittorio Felugo
Originale, metafisico, persino un po' inquietante… Non impossibile, però: si può essere invisibili per davvero, anche se non immateriali, e non necessariamente per scelta propria. Record di sintesi, probabilmente il più breve racconto della gara attuale (e forse di tutte?). Questo "tiene" il mio voto sotto il 5. Da 4, comunque, perchè è un buon testo.
Saluti
Vittorio