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Indice:
E
Menodizero
Eleonora2
Letylety
Ivo Aragno
Jacopo Serafinelli
Macrelli Piero
Laura Traverso
Marco Pozzobon
Vladimiro
Terradipoeti
Raffaella
una produzione
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presenta


Cose fragili


e le altre poesie


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ebook del GrandPrix poetico stagionale d'autunno 2024


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Ebook del GrandPrix poetico stagionale d'autunno 2024


A cura di Massimo Baglione.


illustrazione di copertina: Coppie a rischio in vacanza - su www.stile.it


Nota: le opere qui pubblicate sono le prime 10 classificate e hanno subìto un blando editing formale rispetto ai testi originali nel forum di BraviAutori.it dedicato ai GrandPrix poetici stagionali.


Nota: la classifica qui pubblicata fa riferimento al periodo in cui si è svolto questo concorso. Se dalla pubblicazione dell'ebook a oggi qualche iscritto al sito ha cancellato il proprio account, le graduatorie odierne potrebbero differire.

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Regolamento dei GrandPrix Poetici Stagionali di BraviAutori.it


I GrandPrix poetici stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova divertendosi, conoscendosi e, perché no, anche imparando qualcosa.

I migliori testi di ogni GrandPrix poetico saranno pubblicati in un  ebook gratuito.


Per il regolamento completo: www.braviautori.it/grandprix?mode=istruzioni


Per visionare la pagina riassuntiva con i totali parziali dei voti espressi, clicca qui.


Per la pagina del forum dove si svolgono i GrandPrix poetici stagionali, clicca qui.



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Menodizero

(vincitore del GrandPrix d'autunno, 2024)


Cose fragili


(dedicato alla mia bimba)


Con due fili d'erba

alla meglio intrecciati

ho curato il tuo pianto

e il gambo

di quel girasole

che per troppo amore

mi hai portato spezzato.

Perché, imparerai,

nient'altro che questo

è ciò che facciamo:

tenere insieme

cose fragili

in modi

ancora più fragili.


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Eleonora2


Guardie e ladri


Non son filosofo

Non son poeta

nemmeno musa

neppure asceta

Guardo i treni transitare

Di pattuglia

sulla banchina

alla stazione di Milano Centrale


Sono un'esperta

E pure un mito

Sono assai abile

anche disabile

Rubo il solo sfacchinare

Di servizio

sulla banchina

alla stazione di Milano Centrale


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Letylety


Exit strategy


Non chiudere mai una porta.

Meglio se lasci socchiusa,

perché anche la tua solitudine

ha bisogno di spazio.

Lasciati sempre,

alle spalle,

una via d'uscita.

Quando il sole

acceca l'orizzonte.

Quando la pioggia

brucia sulla pelle.

Quando la ruggine

diventa polvere.

Quando parole e silenzi

sono come olio nell'acqua.

Quando l'abbraccio

diventa troppo stretto.

Lasciati sempre,

alle spalle,

una via d'uscita.


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Ivo Aragno


C'è un momento


C'è un momento in cui credo di conoscerti, di vederti come sei,

poi tutto svanisce.

C'è un momento in cui vedo nei tuoi occhi la scintilla della gioia,

poi tutto svanisce.

C'è un momento in cui credo di poterti afferrare, tenerti stretta a me e camminare insieme,

poi tutto svanisce.

C'è un momento in cui penso di capirti,

ma già sei cresciuta e sei altrove.

Ti tengo stretta tra le dita e come acqua scivoli via.

Stai crescendo, tenero virgulto che presto porterà frutti.

Il tempo passa e porta con sé attimi che non tornano più.

Fermarti non posso, giorno dopo giorno lo capisco.

Penso, che bello sarebbe, fermarti per un momento.

Poi tutto svanisce.


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Jacopo Serafinelli

Bosco


Nel fremere di foglie,

"funambule" sui rami,

tra i primi gialli e ocra

s'avanza ottobre, calmo,

rimescolando essenze

dei suoi futuri toni.


Col passo schiaccio humus,

mi fermo e annuso l'aria.

L'odore della terra

si mescola col legno.


Picchia veloce un picchio,

ogni colpo di becco

s'incide nel silenzio.

Picchia veloce un picchio,

metronomo di un tempo

che ignora l'orologio…

che segna il nostro tempo,

quello che ci fa schiavi

del suo perfetto tic…

del suo perfetto tac.


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Macrelli Piero


Naufrago


Naufrago sul letto

sento il vento fischiare nelle grondaie

le porte vibrano

sbattono le finestre

un cartone rotola giù in strada

le tende svolazzano

fuori dalle finestre e

salutano i passanti:

buon viaggio, buon viaggio

quando arrivi, scrivi!


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Laura Traverso

Il ciclo della vita


La tua mano è aperta e variopinta,

anche un poco arrossata, forse intimidita,

raggrinzita e ormai quasi priva di vita.


Il vento ti scuote ma tu resisti ancora,

oscilli tremolante, fragile e impaurita,

non ti piace dover lasciare la tua dimora


attaccata alla quale sei nata e invecchiata,

ma da vecchia saggia sai che ritornerai

non sparirai nel nulla, solo piano cambierai.


Ti abituerai, andrai ad abitare nel basso

del tuo curioso condomino meraviglioso.

E assieme alle tue sorelle lo proteggerai.


Preparerai il terreno contro i rigori invernali,

darai nutrimento, ti decomporrai.

A primavera verde e bella in vetta tornerai.


Questo tu lo sai e ti offri non più impaurita

al ripetersi delle stagioni del ciclo della vita.

E cadi, fluttuando cadi, e la vita verrà rifiorita.


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Marco Pozzobon


I letti tumultuosi della Noia


Dovrei infuriarmi contro le tavole sporche,

le bottiglie semi-vuote, le mele marce,

le formiche nel lavello e le sedie sgualcite;

e dovrei stringere il collo dei miei amici,

urlare, bestemmiare, infiammare, rubare,

calpestare e abbattere le loro parole.

E dovrei anche ardere di fronte all'alito delle persone, e ingravidare le mie paure!

E perché no, uccidere i miei sensi

che mi donano la vista per essere cieco, l'olfatto per essere docile e l'udito per essere irruento.

E infine, picchiare la mano contro il legno

e sputare conto la polvere, spezzare dita

e sverginare i miei assoli.


Perdere di vista il contatto

Sbraitare contro il già fatto

Infrangere ciò che sono stato

Gridare con fierezza ciò che non ho fatto.


Ma perdermi sotto questi strati di argilla

I letti tumultuosi della Noia

Le fiamme costellate di un salotto abbandonato,


Dovrei infuriarmi e infine poetare,

graziosamente sbagliare e orribilmente eccellere, far incazzare un puritano, ridere un disgraziato e coccolare un innamorato;

Ma non vi è rimedio alle fiamme del linguaggio,

un cane bastonato che supplica il padrone di non abbandonarlo.

E quando finalmente mi avrà abbandonato

e sarò imprigionato nel mio Parco,

allora sì che strangolerò i miei amici, infurierò contro le tovaglie sporche e arderò davanti all'alito della gente.

Come gli sciacalli del Sonno atterrano i notturni e le Dee delle montagne sotterrano il pescatore,

darò fuoco alla mia bandiera stringendola in un pugno di acuta ignoranza.


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Vladimiro


La separazione è una cerniera lampo


Vulnerabile, sì;

e attratto da Confini Consuetudini e

Norme fissate,

da violare;

sul percorso indolente

di parole usurate dalla

lettura altrui,

dello scarto eventuale

faccio pietra angolare

spigolo vivo del mio muro o

incastro:

mi attira costruire

là dov'è dissestato

pur se contraggo debiti

che non so risarcire.


Tu Dogana, Costume,

Dettame praticante,

tu Lettura e Lettrice,

- che ho invitato a entrare

da te sollecitato -

più facce di un diamante

in un luogo appartato, contiguo

all'infinito,

hai ostentato di avere: là,

Miriam mai vista prima,

io ti ho ri-conosciuta;

su mattoni imperfetti

- di cenere e di tufo -

abbiamo impresso impronte e

graffitato giorni destinati a

svanire: l'usura del presente

che trasforma in passato!


Ora,

disperse tutte le parole

la volontà ostinata di cercarle,

dal buio del

doppio fondo del Ricordo

soffia il fiato sospeso del risveglio,

e intrecciate, riaffiorano, affilate

quattro righe guerresche, irrispettose

che sottrarranno, con destrezza, a

"fine"

l'innato privilegio

di "ultima parola"


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Terradipoeti

La casa


Era bella la casa dove nacqui

ombra le facevano

alti e forti alberi.

Lo stormir dei ramoscelli

il cinguettio degli uccelli

tutta la musicavano.

Era grande e bianca

la casa mia di campagna

un giorno l'abbandonai

un altro giorno

anni dopo

vi tornai.

In essa vecchi ricordi

vi trovai

dal tempo

spenti oramai.

La fanciullezza

parte della giovinezza

era passata con essa.

La mia dolce casa però

mai nella vita scorderò.


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Raffaella


Un concerto mozzafiato


Un concerto strabiliante,

dando sfogo all'immaginabile,

mentre, passo dopo passo

il frastuono

diventa assordante.

Sento,

stando in silenzio,

il rumoreggiare,

ticchettando

la fascinosa pioggerella,

dandocene gentilmente

un inizio autunnale come merita.

Un concerto in movimento,

il canticchiare e volteggiare di una foglia casuale nel vento,

dandocene gentilmente comunicazione autunnale.

Un programma audio che permette di captare le influenze astrali di una meditazione guidata dal corpo della mente.

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una produzione


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