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Recensione o commento a: La pace - (Saggio Giornalismo, Brevissimo) - di Giancarlo Rizzo:

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Le altre recensioni o commenti
Di Giancarlo Rizzo: Secondo me anche nei casi di eserciti di professionisti volontari o mercenari occorre fare distinzioni. Costoro combattono per ragioni personali (compenso) e non necessariamente con gli stessi interessi dei committenti.
Di Myname: Sono d'accordo, a meno che si tratti di eserciti professionali, lì la scelta è stata fatta liberamente e comprende il pericolo, la morte e un'invalidità più o meno permanente.
L'idea dello sciopero mi piace:che succederebbe se la gente si svegliasse e decidesse di dire basta una volta per tutte?
Ci sarebbe anche l'alternativa dello sciopero bianco:la gente dovrebbe lavorare rispettando alla lettera ogni più piccola regola di lavoro e di procedura così che tutto si incepperebbe:peggio di uno sciopero classico e nessuno potrebbe protestare, tutto legale!
Di user deleted: Niente mi è solo partita una riflessione seguendo il giusto tuo pensiero, dal momento che non ci può essere sciopero, quindi nessun miracolo insito nelle parole, se ti tolgono come hai detto, sia un pensiero proprio tramite indottrinamento, sia per diretta conseguenza a questo una propria libertà di scelta. Se ci pensi bene alla fine cercano in tutti i modi semplicemente di eliminare il più possibile la consapevolezza e quindi la propria comprensione di sé, cioè quello che più ci caratterizza come esseri umani, quindi rende l'uomo dis-umano, proprietà e condizione essenziale per essere partecipi e quindi a prescindere dallo schieramento, complici di un evento come nei fatti è la guerra - disumana -.
Di Giancarlo Rizzo: Non ho capito il senso del tuo commento.
Volevo solo dire che chiamare sciopero il rifiuto alla guerra potrebbe renderlo realizzabile. Di solito le parole fanno i miracoli.
Di user deleted: Chiaramente è ovvio che sia così almeno per la maggiore, salvo rarissimi casi di rifiuto da parte di militari stessi (per loro interesse primario immagino giustamente) a contribuire di fatto. Il ragionamento che tu fai non fa una piega, tant'è che al rifiuto ( quindi una vera libertà di scelta), scatta immediatamente o l'arresto o l'esecuzione diretta. Questo sia in paesi democratici tanto in quelli di regime dittatoriale. Per le democrazie quindi anche la nostra, alla fine conta meno sacrificare la tua stessa vita rispetto ad una propria vera libertà di scelta e pensiero, visto che alla morte c'è sempre un rimpiazzo, ma anche solo il pensiero di avere o che venga accettata una scelta sulla propria stessa vita in questo frangente, questo fa sicuramente più paura a chi comanda, creando essa stessa vero motivo di blocco, divisione e non allineamento più totale agli ordini impartiti.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
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striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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