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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Scritta bene, in forma diaristica, questa narrazione, che descrive la nascita di un gruppo musicale, fuori dai soliti schemi convenzionali, composto da Sigi, percussione e percussionista, Wilhelm, violinista, Horst, violino, Heiko, basso e bassista, Rolli voce e Sandra, strumento indefinibile. È sempre curioso e interessante sapere e capire i legami che uniscono alcune persone, in tal caso la passione per la musica, al fine di giustificarne le motivazioni che le hanno spinte a mettersi in gioco. Le descrizioni fatte dall'autore hanno chiaramente ben delineato le peculiarità di ogni componente, dipingendolo, quasi con verve, senza tralasciare, realmente, ciò che sono. Quando un lettore si imbatte, casualmente, in alcune pubblicazioni simili, si arricchisce nello scoprire che, la musica, non solo si ascolta, ma si può anche scrivere.
Di Nina Moon: Ogni tanto incappavo in questo "Tedeschi suonano altri Tedeschi", e non lo leggevo, perché: "Leggere di musica? No, la musica si ascolta, non si può scrivere." Beh, stavo per fare un errore davvero clamoroso, perchè questo scritto è uno dei più amaramente divertenti - e belli, lo dico proprio chiaro - che mi sia capitato da molto a questa parte.
Per fortuna stasera ho detto: perché no? E sono entrata nel mondo dei TSAT, con i Belle & Sebastian in sottofondo (chissà se Sigi approverebbe). Mentre leggevo - e ridevo da sola davanti al pc, perché, vi giuro, è impossibile non farlo - mi è venuta in mente quella poesia di Pessoa che termina così: "Tuttavia, quando la tristezza di vivere, [..] ritorna nell' ora dei sogni, improvvisamente ciascuno ricorda [..] la melodia del violinista pazzo." Complimenti all'autore. Rileggerò spesso questo tuo racconto. PS: che fine ha fatto l'uomo mozzarella? Di Massimo Baglione: Divertente questa vostra presentazione sottoforma di diario/racconto. Bella idea.
'mmazza che soggettoni che siete, tutto lascia pensare che da voi ci si diverta PS: benvenuti! |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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