Di Giovanni Minio: Il doponauta, figura emblematica di resilienza e perseveranza, simboleggia la resistenza umana e l'inestinguibile desiderio di sopravvivenza e rinnovamento. Egli emerge in un mondo inaspettatamente mutato, dove gli scenari sono stati stravolti da eventi drammatici e conflitti di vasta scala. Tutti questi cataclismi sembrano aver modellato il nuovo ambito in cui il doponauta si muove, un'arena dove laghi e mari hanno perso la loro essenza primordiale e le colline dimostrano i segni di una fatica inaudita.
Nonostante il panorama di desolazione, il doponauta trova un modo per far sopravvivere la specie, diventando sia il simbolo di una fine che quello di un possibile, nuovo inizio. Superando gli alti e bassi della condizione umana, l'essere e il disfacimento, la saggezza e l'ignoranza, e ogni altra dualità esistenziale, lui continua ad elevarsi, a navigare attraverso la vastità di esperienze umane - dalla conoscenza alla musica, dalla comunicazione al confronto.
Virgiliano nei suoi viaggi dopo la "fine", il doponauta trascende oltre le cicliche vicissitudini della storia e della cultura, contattando e ispirando menti, illuminando gli enigmi del passato e dando nuova vita alle verità assopite. Essendo custode del tempo e della memoria, cammina lungo i sentieri della vita, e, anche dopo l'immensità dell'infinito o il vuoto del nulla, rimane presente per testimoniare, per amare.
Il doponauta è quindi una metafora potente della tenacia e dell'evoluzione umana, un pellegrino tra le ere che, nonostante tutto ciò che accade, continua il suo cammino con l'intento di apprendere, infliggere un cambiamento e onorare il continuum della vita, identificandosi con l'amore come elemento inarrestabile nel flusso del tempo.

Di Angela Di Salvo: Il doponauta è un sopravvissuto ai mali del mondo, alle guerre, ai cambiamenti climatici, ai disastri e alla perdita di umanità. Qualunque cosa succeda, foss'anche la cosa peggiore, c'è sempre una luce che si accende di nuovo e che non impedisce di andare avanti e gettarsi tutto alle spalle. La voglia di amare rinasce su tutto ed è più forte dell'odio. Un componimento molto gradevole da leggere e denso di significati profondi. L'uso dell'anafora ne esalta e ne dilata l'effetto.

Di Giuseppe Novellino: Divertente questa ode in onore del navigatore del dopo. Penso che calzi a pennello in questa società che vive nel presente, ma senza saggezza, che dimentica (o ignora) il passato e che è ossessionata da un futuro che vede con terrore, più che con preoccupazione e attenzione. Si ha paura che dopo non ci sia niente, per questo ci si attacca con disperazione a quello che che si possiede. Ho notato, nei versi, un tono che va oltre l'ironia, un sentimento un po' beffardo che si mischia a un certo compiaciuto divertimento. Si legge con piacere.

Di Pia: sembra un elogio all'uomo che dopo tutto, dopo il niente, è sempre lì, sopravvive a se stesso, supera tutto e va anvanti. L'uomo, animale senziente che mai si arrende, sempre pronto a ricominciare anche con il mare ghiacciato, è un forte messaggio di speranza.