A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Franco, non so se ti rendi conto: ho sofferto tantissimo. Perché il tuo racconto è - come faccio a dirlo? - senza errori, spiritoso il giusto - anche parodia, quando serve. E se ne potrebbe fare un film di quella serie, dato che non manca nulla: il cattivo col piano diabolico per conquistare il mondo? C'è. L'aggeggio ipertecnologico del nostro eroe? Presente. Il conflitto tra dovere e morale? Eccolo. La pupa mozzafiato (e scene piccanti con quella)? Non manca. Il traditore - anche a sua insaputa - nelle fila dei buoni? Ci sta. Il finale a sorpresa? Presente pure quello, con tanto di possibile seguito: "Operazione divorzio", che avrebbe il suo fascino.
E allora perché ho sofferto? Perché non ci sono errori. E le uniche due frasi che rivirgolerei c'è caso che stiano meglio così come sono. Ti sembra il modo di trattami? Non potevi sbagliare qualcosa apposta, solo per farmi contento? Lo sai cosa significa questo? Tu prendi dieci, perbacco, non foss'altro che per i tanti dettagli azzeccati e per la macchina aziendale che va a prendere il più tosto del mondo: una Fiat Panda, prorpio quella che guido io quando non uso la bicicletta!
Comunque, ho dovuto rileggere due volte questo passo:
M reagì con un lento, lentissimo massaggio alla nuca, cercando di mungerle parole. Funzionò:
Lì per lì non avevo capito che M tentava, massaggiandosela, di mungere parole alla sua nuca (e infatti "funziona" perché poi parla lui). È quel "mungerle" che ha una brutta assonanza con "mungere le". Che ne pensi di:
M reagì con un lento, lentissimo massaggio alla nuca, come cercasse di mungere parole da quella. Funzionò:
Mica detto che sia meglio, è solo una proposta.
Poi, a fine pag 29:
Uno dei tantissimi criminali impuniti dell'esercito russo.
forse meglio "Uno dei tantissimi crimini impuniti dell'esercito russo.", più che altro per come suona, ma anche per evitare guasti all'aereo che ci porta in vacanza mentre siamo a bordo e in quota...
pag.31 - te lo dico solo per non farti stare in ansia pensando chissà che: questo è un periodo che, come ho detto sopra, rivirgolerei, ma che va bene anche così.
Percorremmo le due rampe elicoidali, sovrapposte: una per la discesa e l'altra per la salita. Con quella genialata, mi spiegò il ragazzo, i muli degli orvietani d'un tempo andavano giù al pozzo per essere caricati di serbatoi di acqua, poi tornavano su senza incrociare muli in discesa.
Toglierei la prima virgola:
Percorremmo le due rampe elicoidali sovrapposte: una per la discesa e l'altra per la salita. Con quella genialata, mi spiegò il ragazzo, i muli degli orvietani d'un tempo andavano giù al pozzo per essere caricati di serbatoi di acqua, poi tornavano su senza incrociare muli in discesa.
Oppure trasformerei i due punti in una virgola:
Percorremmo le due rampe elicoidali, sovrapposte, una per la discesa e l'altra per la salita. Con quella genialata, mi spiegò il ragazzo, i muli degli orvietani d'un tempo andavano giù al pozzo per essere caricati di serbatoi di acqua, poi tornavano su senza incrociare muli in discesa.
Per l'altro punto, non ti dico niente apposta. Così impari a farmi del male in questo modo, brutto cattivo!
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Che poi, lo sapevo che tu eri lì a sbirciare da dietro la schiena dei compagni di classe in primo banco, eh?
Quanto a Namio, tempo al tempo e riceverà un commento nell'apposita sezione delle gare. Però sì, l'idea era quella.
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
https://www.braviautori.it/forum/viewto ... 43#p117243
Così, da oggi, potrò provare nuovi brividi attraversando la strada: "chi cercherà di arrotarmi, stavolta...?"
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Il tuo racconto è buono, sviluppa in realtà due storie, una raccontata nei libri di letteratura, l'altra nelle cronache moderne (forse in quelle di ieri, ma comunque speriamo, e a prescindere, non in quelle di domani), che si fanno leggere e si sposano perfettamente.
Ti segnalo quelli che per me sono un paio di typo (Maaax! Ma aspetta, che non ho finito...)
Questo (pag. 86), scritto così:
"e alcuni (una minoranza, ma che lo sconvolse) che gli diede dell'idiota"
"una minoranza gli diede" ci sta. Ma se la metti tra parentesi, allora è "alcuni () gli diedero"
Le daremmo o le daremo?
Sempre a pag 86, in: "Ovviamente le daremmo un corrispettivo, per il disturbo" in realtà il dubbio non c'è, se non sulla consistenza del medesimo. Metterei "le daremo".
Pag. 89: due typo.
"L'opinione pubblica, e l'opposizione parlamentare, esigevano a gran voce che fosse fatta chiarezza e individuato i responsabili, e tutti, politici, giornali e TV, nessuno escluso, individuò un solo nome, su tutti: Filippo Bovari."
e che fossero individuati (al plurale) i responsabili.
e tutti (...) individuarono, sempre plurale.
C'è anche la ripetizione di "tutti".
Proviamo a riscriverla:
"L'opinione pubblica e l'opposizione parlamentare esigevano a gran voce che fosse fatta chiarezza e che fossero individuati i responsabili; e tutti, politici, giornali e TV, nessuno escluso, individuarono un solo nome: Filippo Bovari."
Comunque l'ho letta volentieri e direi che merita almeno un nove e mezzo per l'idea, l'inventiva e la capacità di cogliere correnti, più o meno sotterranee, e mode moderne, e tradurle in un racconto che, secondo me, sta in piedi ottimamente partendo dalla storia, per niente facile, che ti ha ispirato. Bravo.
Poi, se posso aggiungere:
"Immacolata, spinta dai genitori, iniziò ad accettare la corte del medico e un anno dopo eccoli lì, davanti all'altare e a Padre Orazio:"
una pausa, prima di quella "e"?
"Immacolata, spinta dai genitori, iniziò ad accettare la corte del medico; e un anno dopo eccoli lì, davanti all'altare e a Padre Orazio:"
invece qui toglierei quella dopo "affermò":
"Be' certo, non per le cozze, ma per giovani fighe come noi. — affermò, con un sorriso."
Qui serve spezzare meglio, secondo me:
"Tutto sembrava andare ottimamente, quando i casi iniziarono ad aumentare, allora Filippo si trovò in un dilemma:"
Ti propongo un punto (o un punto e virgola) dopo "aumentare":
"Tutto sembrava andare ottimamente, quando i casi iniziarono ad aumentare. Allora Filippo si trovò in un dilemma:"
Una ripetizione evitabile: mettiamo "trasmissione" al posto della seconda?
"aveva in mente di fare una puntata sulle nuove dive del web, e scelse Immacolata come una delle ospiti della puntata, insieme al marito.
Anche "lui" si ripete in:
"lui era caduto dalle nuvole, a sapere dell'attività della moglie, e non s'era mai chiesto come facesse a sfoggiare sempre nuovi capi di vestiario e accessori,visto che lui non usciva mai dal suo studio medico. Suo malgrado, diventò una celebrità pure lui"
Togliamo il primo e sostituiamo il nome all'ultimo?
Differenze-differenza
"e ora iniziava ad avvertire sempre meno differenze rispetto alle ballerine dei locali notturni, con l'unica differenza"
Propongo:
"e ora iniziava ad avvertire sempre meno differenze rispetto alle ballerine dei locali notturni, con l'unica eccezione"
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Un attimo, Susanna.
Gente: in piedi. Sì anche tu, Babbano. Anzi, soprattutto tu... Avanti, tutti insieme: applauso.
Brava, brava, brava.
il signor Holmes e il dottor Watson li conosciamo tutti, ma in questa storia le cose non sono come sembrano. Qui c'è del genio anche nello stile: dei due si dice solo attraverso la vera protagonista, che ci fa capire tutta la storia parlando con qualcuno che... è sempre lei! Alla fine, quando capisci cosa sia successo davvero, stai ancora tifando per la povera Brigitta - che sicuramente sarebbe morta se non avesse agito in quel mondo, quindi era legittima difesa e- Aspetta un attimo: ma davvero? O era tutto nella sua testa malata? No, era tutto vero, ne sono certo, anche se... Ma comunque aveva ragione lei, ecco. E standing ovation per l'idea, ma anche per lo stile: volevo spostare virgole, aggiungere punti, due punti e punti e virgola. Ma niente, non si poteva: qualsiasi modifica (tranne davvero poche) avrebbe fatto perdere qualcosa.
Insomma, dieci pieno, anzi dieci e lode
Poi, volendo cavillare- ma lo vogliamo davvero? Dai, secondo me la metà di queste son cose volute, l'altra metà non è nemmeno sbagliata. Facciamo così: solo poche cose e via. Che poi, non è che se ne possano trovare tante altre, eh?
Pag. 10
"si toglie il complicato abito fatto di gonne, sottogonne e con le maniche lunghe, nonostante la stagione:"
"e dalle maniche lunghe" mi pare suoni meglio.
Par. 11
— Ma quando mai!
— Mai dire mai! Magari solo qualche volta. Cerca, non si sa mai!
sono abbastanza certo che sia voluto, ma toglierei l'ultimo "mai":
— Mai dire mai! Magari solo qualche volta. Cerca, non puoi saperlo!
Pag. 14
"Brigitta si maledisse per essersi scordata di chiudere a chiave la porta, o forse l'aveva chiusa ma l'aveva tolta dalla serratura, e loro sicuramente ne avevano un duplicato."
Dopo porta, un punto e virgola o un punto proprio? Ma mica per forza, eh?
"lasciando dietro di sé una scia di paura pura."
Sono un accanito sostenitore degli aggettivi dopo i sostantivi, tranne nei casi un cui abbia senso premetterli per enfatizzare qualcosa o in espressioni più comuni girate: la scia o lo sguardo o l'espressione "di pura paura" è un grande classico, dalle mie parti. Dalle tue no?
Solo per far contenti gli editori (che a me vanno bene così):
Pag. 17: due punti dopo "Meglio"
— Meglio "maledetta torta", così lanci l'amo.
Pag. 18: due punti dopo "tipo":
qualcosa del tipo "te ne pentirai amaramente".
Pag. 19: stessa cosa dopo "a dire"
— Eh, si fa presto a dire "giocati tutte le carte"!
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
[scandisce]
— A-N-I-M-A-L-E.
— Prof? Ma... io...
— Non tu, Giori. Il "coso" lì dietro.
[Giori, capace di inalare di nuovo, esala un sospirone di sollievo e fa un movimento laterale. Dietro di lui il Babbano, come fosse nudo, vorrebbe scomparire sotto il banco. Riesce solo a diventare più gobbo e, se possibile, ancora più brutto]
— Avanti, "coso", vieni qui. Vedi questi?
[Mostra due fogli: il disegno di un "uno" e quello di un "sette"]
— ...i...i...i-o
— Ragli, ora? Ci sta. Ma invece adesso è il momento di compitare. Sai compitare, no? Questi due numeri li ho trovati a pagina 58. Avanti, compita.
[Lo sguardo è fisso sul Babbano che, dopo un attimo, cerca di obbedire]
— U come...Udine, enne come Napoli...
[Lo gela subito]
— Non è questo che devi compitare: i due numeri sono scritti insieme, a formare un numero più grande. Compita quello.
— D come Domodossola, i come Imola, Ci come Ciao, a come Anc...
[Un misto di rabbia e gioia, pregustando il seguito]
— "Ci come ciao", eh? Perché lo sai di aver scritto DICASSETTE, vero? Le cassette di chi, Babbano? E avevi riletto 100 volte, ogni volta scovando un typo nuovo! Non potevi rileggere ancora una volta? Invece hai mandato almeno tre revisioni al povero editore, senza neppure domandarti se, nel frattempo, non avesse aggiustato qualcosa. E ogni volta pensando di aver risolto! Tu, mister "sono bravo solo io". Tu che: "Correggo io". Tu che: "Li trovo tutti, posso fare il Correttore (infame) di Bozze". E adesso hai un bel di-cassette a pag. 58! E come titolo di paragrafo, quindi in grassetto per giunta!
Onta e disonore a te. "Carta da macero", devi tornare a essere. E non è nemmeno finita qui, sai?
Parliamo della "tua" storia.
Intanto è un plagio indegno delle gag di un grande artista, tal Covatta, che però ha nell'oratoria sua un'arte che tu ti scordi. Infatti lui fa ridere anche se il libro che raccoglie i suoi monologhi fa più spesso piangere. Il tuo racconto, diciamolo, fa solo piangere: hai preso dei personaggi da novanta coi quali son state scritte cose che hanno fatto il giro del mondo, best-seller da migliaia di anni, e ne hai tirato fuori un'operetta da due soldi - una festa di adolescenti con un solo chiodo fisso in testa: ma ti pare? Che poi, il tuo racconto ha troppe virgole, alcune persino nei posti sbagliati. La storia vorrebbe essere simpatica, e forse in qualche punto ci riesce anche, ma l'epilogo è scarso. Anche quel: "Grazie, Heimlich"; era meglio: "Grazie Lukas", per quanto potesse suonare strano - almeno i fan di Star Wars forse non ti seppellivano (pure che quelli di Star Trek ti avrebbero tirato pomodori, ma te lo saresti solo meritato). Invece volevi fare lo studiato, eh?
[Prende fiato, poi sentenzia]
CINQUE, Babbano, il tuo è un CINQUE secco!
Adesso (e te le meriti tutte, infame!):
Pag. 53 (praticamente, l'incipit)
"Correva l'anno 17 d.C., due ragazzi stavano nei pressi della piazza, confabulando tra loro, lo sguardo rivolto verso la gente che passava."
Non va. Era meglio un punto dopo d.c., ma come si fa a metterlo, che C è puntato? Andare a capo? Oppure magari:
Correva l'anno 17 d.C. mentre due ragazzi stavano nei pressi della piazza, confabulando tra loro, lo sguardo rivolto verso la gente che passava.
Sempre pag. 1, cioè la 53: una virgola orfana. Tu. Vergogna!
— Scherzi? Il signore di questo posto è noto per ammettere alla villa solo benestanti; agli umili che osano bussare, rifila botte!
O togli quella dopo "bussare", o ne metti una dopo "umili". Ma fai la cosa giusta: toglila e basta, che ne hai messe anche troppe.
A pag. 54 (è quella dopo. Lo specifico prima che t'inventi che non trovi il segno)
— (...) Di quello, sono certo, ne avremo in abbondanza, se facciamo come dici!
puoi anche togliere la virgola dopo "abbondanza": non è che Tommaso deve parlare come un messia, no? E fallo andare più spedito!
Stessa pagina. C'erano dei "come" di troppo vero? E ne hai cambiato uno in "apparentemente". Magari ti sei pensato pure furbo eh?
Un periodo lunghissimo, zeppo di virgole - eri mica stato tu a dire a qualcuno, qui, quella cosa della "virgola pigliatutto"? Ecco:
"si muoveva come se fosse l'uomo più grosso e più forte del mondo, oscillando lievemente il torso a destra e a sinistra, i passi misurati come camminasse sulle uova, le braccia lungo i fianchi, apparentemente per non urtare i poveri mortali che passavano qualche metro più in là, un sorriso di finte scuse stampato in faccia, falso come un sesterzio di bronzo:"
È terribile. Ti propongo (ed è una proposta che non si può rifiutare):
"si muoveva come se fosse l'uomo più grosso e più forte del mondo, oscillando lievemente il torso a destra e a sinistra, i passi misurati come camminasse sulle uova, le braccia lungo i fianchi, quasi a non urtare i poveri mortali che passavano qualche metro più in là; in faccia, un sorriso di finte scuse, falso come un sesterzio di bronzo:"
Appena sotto, altro periodo punteggiato da cani:
"Il nuovo arrivato ruotò lentamente verso la voce, prima la testa, poi il busto, infine le gambe, come se, a fare un unico movimento fluido, avesse potuto travolgere qualcuno o qualcosa."
Ma ti sembra? Prima di quel "come se", minimo un punto e virgola, se non proprio un punto fermo (e si continua sulla riga, ovvio):
"Il nuovo arrivato ruotò lentamente verso la voce, prima la testa, poi il busto, infine le gambe; come se, a fare un unico movimento fluido, avesse potuto travolgere qualcuno o qualcosa."
Stessa pagina (faremo notte, ma è solo colpa tua. E non lo dico con affetto, sai?):
"Vide gli amici e li raggiunse: — Ciao, come butta? Ciao boss, ciao Tommy, che si dice?"
Uno: perché Pietro dice "ciao" due volte a entrambi?
Due: perché, dopo "Tommy", hai messo una virgola e non un punto?
Facciamolo più naturale:
"Vide gli amici e li raggiunse: — Ciao boss, ciao Tommy. Che si dice?"
Pag. 55 (sì, è quella successiva. Lo vedi come ti sto guardando, animale che non sei altro?)
Si era detto che Tommaso doveva parlare un filo più spedito, no? E allora che ci fa quella virgola dopo "magia"?
"— Mannò, Pietro, dai: Lazzaro, quello che fa spettacoli di magia, attirando un sacco di ragazze."
Toglila e basta.
Stessa pagina.
"Era rimasto in disparte, affascinato come sempre dalla parlantina dell'amico, però gli sembrava ingiusto che si prendesse gioco in quel mondo di Pietro — Intanto, (...)"
I due punti dopo Pietro? O anche un punto fermo, piuttosto che niente. Hai intenzione di far piangere gli editori? Te la dico tutta: dopo "amico", avrei messo un punto e virgola, anche solo per farti un dispetto.
Pag. 56. È stranamente senza errori evidenti.
Pag. 57. Idem. Sicuro che l'hai scritta tu?
Pag. 58. Typo: "diciassett...", non "dicassett..."
Pag. 59.
Si parla. Mentre uno parla, viene colpito nel costato. Chi dice "Ahia"?
— Prego, entri. Qualifica e Nome?
— Attore protagonista, Pietr...
— Ahia! — per quanto
Così non va: si lamenta chi non sta dicendo il suo nome, che invece è quello colpito. Doveva essere:
— Prego, entri. Qualifica e Nome?
— Attore protagonista, Pietr- Ahia!
Per quanto
col trattino di interruzione al posto della "o" del nome, senza i tre puntini e Ahia subito accanto. Poi andavi a capo, così l'editore non si confondeva. Non cercare di dare la colpa a lui, gli hai mandato tre o quattro versioni di questa roba, ogni volta scusandoti per tutti i typo (ed erano tanti a ogni giro, eh?). Che, alla fine, nemmeno più ti leggesse, è il minimo.
Pag. 60.
La virgola dopo "donne" serve davvero? Io dico di no.
— Ah, Giuda, vecchia canaglia! Ciao! Son qui per la festa, con questi due che portano qualcosa da sgranocchiare e da bere per tutti. A donne, come andiamo? Entri con noi?
Stesa pagina. Anzi, subito dopo:
"Giuda spiegò che non poteva, non subito: prima doveva far entrare tutti gli invitati, poi però, chiuso il cancello, si sarebbe unito volentieri."
Tra "invitati" e "poi" ci va almeno un punto e virgola, non una virgola.
Pag. 61:
"Intorno a lui, decine di fanciulle lo incitavano:"
Togli quella virgola dopo "lui". E zitto. Già che sei lì, togli anche l'unica che c'è in questa frase:
"Ovviamente, i due di picche fioccarono come i branchi di ricciole nel mare."
Sempre quella pagina, in fondo: se è "mentre" e non ci sono dipendenti, fai un favore al lettore e togli la virgola dopo "sala", così le rane balzano più rapide durante il tuono.
"Un boato scosse la sala, mentre rane gracidanti saltavano fuori da ogni dove."
Pag. 62:
"— Per me è normale usare la mia forza per aiutare gli amici…"
Vabbè che è Pietro, però "me...mia": suona malissimo. Togli "mia". Che poi, così magari qualcuno ricorda che "la forza" deve essere "con te", no?
Qui invece:
"L'amico era fermo immobile, pallido, tremante."
è vero che "fermo immobile" sarebbe un'espressione, ma suona molto meglio se ne fai una coppia e unisci l'ultimo elemento con una "e", per una questione di “elenco di parole singole”:
"L'amico era fermo, immobile, pallido e tremante."
È sempre pag. 62:
— Una ragazza bona, sinuosa, coi capelli lunghi e ricci, le gambe affusolate, che si muoveva come un gatto.
Le "gambe" e "si muoveva" così vicini stanno male, quella virgola non basta: più volte anche tu sembravi leggere "che si muovevano", confessalo.
Riscrivilo così, se non vuoi spostare gli elementi:
— Una ragazza bona, sinuosa, coi capelli lunghi e ricci e le gambe affusolate. Che si muoveva come un gatto.
Pag. 63:
"Il giorno seguente, Tommaso e il boss si ritrovarono nei pressi della piazza, con un sacchetto di olive in mano."
Se la scrivi così, togli la prima virgola. E anche la seconda. Però pensaci bene: anche il boss, quello della "dieta respiriana", ha in mano un sacchetto di olive? Davvero?
Riproviamo:
"Il giorno seguente Tommaso, con un sacchetto di olive in mano, e il boss si ritrovarono nei pressi della piazza."
Altra virgola eliminabile (ma anche no, dipende):
"Tommaso alzò gli occhi al cielo, mentre assaporava i frutti."
Invece questa:
"In quel mentre, a Tommaso andò per traverso un'oliva e"
ci sta, in quanto biblica. Ma sempre cinque meriti. Vai, sei rimandato.
[Silenzio]
[La classe si alza in piedi]
[In coro, ripete più volte una parola]
GIUSTIZIA! GIUSTIZIA! GIUSTIZIA!
[La c’è, la giustizia, la c’è!]
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Il periodo "In cerca d'ispirazione, Tommaso, eccetera" è molto lungo. Un punto lì in mezzo non guasterebbe.
"Tommaso rivolse lo sguardo alla figura (sostantivo femminile). Dopo qualche riga, "Pietro-lo chiamò. Chiamò chi? L'uomo più grosso del mondo o la figura?
Bravo, Giori: tu mi dai grande soddisfazione.
Quel" ma", però è voluto: sottintende un discorso iniziato prima. Poi è parlato, le regole sono più elastiche per consentire caratterizzazioni e non detti da immaginare, o battute (come in quella barzelletta sugli elefanti che finisce con: "Ma non è che proprio volano...").
Qui è un "ma" anche espressivo, come fosse un "e se...?“ piazzato in mezzo a un discorso che i due avevano iniziato prima.
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Beh, che risposta si può dare a una simile recensione? Soltanto GRAZIE 3 volte. 1 per il titolo, che mi ha fatto arrossire, 2 per la lettura attenta ed essenziale, 3 per il voto, forse come altri dicono, non necessario ma che mi ha fatto davvero molto piacere.Il_Babbano ha scritto: ↑29/08/2023, 14:04 Mario Malgieri
Classe. La tua è classe.
Intanto, lo dico subito, non ho trovato neanche un refuso (e questo mi ha causato dolore, sappilo, per quanto so che non è assolutamente merito di Max, e quindi un po' di conforto l'ho avuto), poi la storia: un racconto che pare scritto davvero centinaia di anni fa, con un eloquio appena un po' modernizzato, ma nemmeno tanto, con personaggi ciascuno adeguato al suo ruolo. Sembrava un horror, invece era Shakespeare. Bravo (lo dico ora, vale per tutti: non è che ve lo devo dire io, siete bravi voi - a parte uno). La storia può piacere o non piacere, ma è scritta bene per l'ambientazione e solo alla fine si capisce davvero quel dubbio tra essere e non essere - che prima ti vengono in mente Allan Poe o Lovecraft. Nove e mezzo. Di più no, perché a me non piacciono né Poe né Lovecraft (e pure Shakespeare mi sta sulle scatole)...
Alla prossima!
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Re: A modo mio - antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori.
Ma grazie! Un nove e tre quarti è un voto imperdibile nella saga di Harry Potter: benchè Babbano, sei molto preparato.Il_Babbano ha scritto: ↑30/08/2023, 21:26 Ida Daneri
Stiamo parlando di un peso massimo del settore "riscritture", qui, che gioca nel suo terreno: la saga di Harry Potter.
Ora, il racconto, ben scritto e scorrevole, si apprezza certamente anche senza essere dei fan della Rowling, ma esserlo aiuta parecchio a capire che, ai tempi del Principe Mezzo sangue (in sola edizione inglese, tra l'altro) azzeccare il fato di Piton e la sua vera natura - che in realtà saranno rivelate solo nel libro successivo nonché ultimo, I doni della Morte, non è propriamente una cosa alla portata di tutti.
Certo, a leggere ora quel racconto (in realtà del 2005), si pensa a una brava auttriche che, alla fin fine, dà giusto un po' di corpo alla scena effettivamente descritta o rappresentata in un film oggi del passato, quindi si potrebbe pensare "Sì, vabbè, brava. Però ben poco originale, giusto piccole discrepanze, ma l'abbiamo già visto o letto". Invece, sapendo, la prospettiva cambia: è originalissimo. Perché Piton è il cattivo per antonomasia per sei libri e sei film: praticamente, è il professore di chimica sadico al liceo classico, o di qualche materia importante solo per lui in un qualunque istituto dove quella conti un piffero. Insomma, sembra l'esempio perfetto di quel 40/50 enne fallito che non riesce a fare di meglio, nella vita, che cercare di rovinare quella dei giovani che saranno sicuramente migliori di lui appena lo avranno salutato - e invece no, non è così. Ora, qualche avvisaglia c'era, soprattutto del fatto che avesse più che un debole per la mamma di Potter, ma immaginarsi quell'epilogo con tanto anticipo: sono commosso, da estimatore della saga e di tutti i professori falliti che sadicizzano gli studen-... e della buona scrittura, ecco!
Intanto, qui è un nove e tre quarti, come il binario per Hogwards (e chi non la capisce, schiantesimo lo colga! Oppure clicchi qui, a scelta sua) meritatissimo.
Leggo solo ora, con ritardo imperdonabile, tutti i tuoi commenti e mi sono divertita un sacco! Bravissimo!
Il commento migliore è quello fatto al tuo racconto, con tutte le correzioni proposte.
La Gara 3 - C'era una volta...
A cura di Bonnie.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2017 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Dentro la birra
antologia di racconti luppolati
Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Andrea Andreoni, Tullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, Luigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, Bruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, Simone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, Salvatore Stefanelli, Ser Stefano, SunThatSpeed, Marco Vignali.
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Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.