Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Siete tutti dei grandi! A cominciare da Lodo che penso ne sappia più di me di calcolo delle probabilità (anche se non ci vuole molto), passando per Ser Stefano: hai ragione tu, come ti avevo già detto; era solo per togliermi lo sfizio di fare il disegnino. Arrivando infine ad Alphaorg che, con la sua teoria della misurazione e conteggio di collana e perle, rischia di sforare nell'osè: sai dipende un po' anche dal décolleté di Tamara... (non me ne vogliano le signore).
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Eddie, come ti è venuto in mente di scrivere un racconto così?
@ Ser Stefano
Messaggio ricevuto! Non sia mai che mi mandi le fatture del tuo analista da pagare...
Daniela
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Scusatemi tanto, è il mio parere personale. Ho trovato diverse imperfezioni espositive, nei dialoghi con i trattini, parole forbite che hanno appesantito in modo particolare un testo.
Indubbio, ciascuno di voi ha avuto delle buone idee, ingegnose. Bravi a tutti!
Grazie per i commenti, belli e brutti, al mio racconto. Ne farò tesoro. Tutto serve per migliorare.
Ecco i miei pareri sintetici.
Tre carte… un destino — di Annamaria Vernuccio – voto: 3,5
La storia bella! Mi piace! Mi ha divertito molto! Poi, ho un debole per il nome della tua protagonista. Si chiama come mia figlia. Non a caso, l'ho scelta tale anche per il mio racconto.
Tra le tue righe ne emerge la conoscenza della lettura degli arcani. Indubbio, incuriosisce.
Peccato tutta una serie di "suoi", "sue", "suo", sua" sue". Troppi.
"Ha dimenticato il diario di classe e il registro…"."Avrebbe potuto" anche farne a meno". Io avrei scritto > "Ha dimenticato il diario di classe e il registro…" > potrebbe farne a meno… (e, avrebbe dovuto > lo cambierei in: dovrebbe).
Mancano le virgole un po' dappertutto.
L'amica Regina con cui si ferma "spessa" > spesso
Trovo un effetto cliché: c'è "un giovane" colto e ben educato, "un giovane"… Toglierei la seconda volta che lo scrivi, è superfluo. Forse è solo un errore di battitura scappato dalla fretta.
Manca il punto di domanda nel dialogo sul fondo: Che ne dici Fernando,… bere qualcosa insieme?
3 carte > tre carte; altre 3 > altre tre. In un racconto i numeri vanno scritti per esteso, tranne per le ore, numeri di telefono, magari una data.
Troppi punti di sospensione, non sempre necessari.
Con una revisione è un buon testo.
Brava!
Riunione di condominio – di Anto Pigy – voto: 3,5
Caspiterina! Ho faticato nella lettura per tutto quel parafrasare storpiato, mozzato. Scusami, l’ho trovato disturbante. Sarà che non ho uno sviluppato senso dell’humor. Comunque apprezzo la tua idea originale di avere dato voce ai due animali. Un racconto sicuramente bello, ma per quanto detto sopra, a malincuore, purtroppo lo penalizzo.
Ben scritto, senza errori, con la particolarità di contenere tutti i personaggi, non cosa facile. Io, che come te ci ho provato, lo so bene.
Brava!
La casa delle tre vedove – di Nunzio Campanelli – voto: 4
Nunzio, tu scrivi bene, non ci piove, però… quante parole forbite! Troppe. Un lettore normale avrebbe qui bisogno di un mini glossario esplicativo. Lodi alla tua conoscenza di un vocabolario ricco e particolare per ogni terminologia ma una storia deve essere letta e capita con scioltezza, non con costrizione mentale a scervellarsi sul significato delle parole. Le parole più sono semplici, più arrivano direttamente al lettore.
Ho poi faticato a comprendere alcuni tratti. Per esempio:
Chiese una voce, … Poi sotto prosegue “Soggiunse quello”. (quello chi? La voce? Il signor Maltoni?).
Poi, “Lo ritrovarono all’alba del settimo giorno…” … “Stava dormendo…” … Tentarono a lungo di fargli riprendere i sensi, ma non ci riuscirono.
Allora, se dormiva non aveva perso i sensi, dormiva. Se aveva perso i sensi, non dormiva. Se uno dorme lo si sveglia, non ci vuole tanto tempo per farlo. Era costui forse in trance?
Infine: “Le due alte torri abbattute si trovarono di nuovo al loro posto”. Non capisco… Si intende per davvero, oppure nella mente del signor Maltoni? Boh…
Scritto bene, a parte qualcosa di cui sopra, per me di dubbia interpretazione.
Bravo!
L’ultimo scherzo – di Ser Stefano – voto 4
Ben scritto, divertente. Anche se non mi sono chiari alcuni pezzi. Per esempio, ti elenco tre frasi clou:
“Stavo per mettere in garage la Panda che è successo un putiferio.” … Prima di fare retromarcia controllo che il vialetto sia sgombro, non si sa mai.” … Passo davanti a casa sua, alzo il dito medio, anche se so che non c’è.”
Qundi, l’ha uccisi lui il vicino? Così ho inteso. Poi però…
“Mentre la Panda arranca verso il centro del paese…” … “…oggi uno di noi ne uscirà vincitore. E non sarà certo lui.”
“Arrivo in pochi minuti e parcheggio”. >Dov’è che arriva?! All’obitorio? In chiesa? Al camposanto?
“Saluto sbadatamente con un cenno del capo ed entro prima di tutti.” >Dov’è che entra?!
Alla fine rimango e non capisco se Federico ha investito, uccidendolo, il suo vicino Edoardo. Mistero.
Bravo!
Al parco – di LaRouge – voto 3,5
Una storia simpatica e scorrevole. A mio avviso, con un minimo di editing, fila che è un piacere
Mi piace! Contiene delle belle immagini, buoni messaggi, anche dell’anima.
Brava!
Il matrimonio sbagliato – Alphaorg – voto 5
Che bella storia! L’ho letta tutta d’un fiato! Bravo! Mi hai divertito e incantato e sul finale, dove si intuisce che il tale sia il nuovo direttore, ma l’epilogo spiazza con sorpresa. Il colpo di cena, che quando c’è va lodato. Io pensavo a tutt’altro finale: che lui avrebbe messo in riga i dipendenti, dopo il vociferare al matrimonio sul suo conto. In tutta semplicità, hai saputo sorprendere!
Per me, questo è il migliore tra i racconti in gara 45. Scritto bene, perfetto.
Bravissimo!
Il filo perso – di Eddie1969 — voto 3,5
Eddie scrivi bene, lo sai. La storia geniale, anche avere infilato tutti i personaggi come perle nel filo logico della tua storia. Il messaggio celato dalle perle a mio avviso è tirato troppo alla lunga, mi ha stancato più che incuriosito. Mi sono persa nel finale del tuo filo di perle. Sono tornata indietro a rileggere di nuovo per capire. Parere personale, prendilo senza darci troppo peso.
La cosa che non ho capito:
… un grosso chiodo di ferro che sporgeva, in alto, da un muro.” …
… Verosimilmente la sua collana si era impigliata nel chiodo mentre camminava, questo l’aveva trattenuta e poi, quando la montatura aveva ceduto, l’aveva fatta cadere battendo la testa.”
Mi pare illogico ed esagerato. Se il chiodo sporgeva in alto, Tamara era una watussa per andare a impigliarsi lassù con la collana? Come può un filo di perle sostenere una persona? Penso sia in senso metaforico, ma poco credibile.
Bella “la castagna d’India”. Esiste? Dà un bel tocco sul finale. Una bella immagine.
Bravo!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Nunzio, tu scrivi bene, non ci piove, però… quante parole forbite! Troppe. Un lettore normale avrebbe qui bisogno di un mini glossario esplicativo. Lodi alla tua conoscenza di un vocabolario ricco e particolare per ogni terminologia ma una storia deve essere letta e capita con scioltezza, non con costrizione mentale a scervellarsi sul significato delle parole. Le parole più sono semplici, più arrivano direttamente al lettore.
Il tuo discorso, Marina, sembra fatto apposta per argomentare su un tema sempre attuale: non c’è forma senza struttura, che, semplificando, vuol dire che anche la forma più semplice e lineare richiede una struttura complessa che la sostenga. Si può anzi senza dubbio sostenere che la purezza della forma è direttamente proporzionale alla complessità della struttura. Questo, che è un concetto base dell’architettura, vale anche in letteratura e in ogni branca dello scibile. Le parole, come i mattoni, sono di per sé giustamente amorfe, perché devono assumere la forma complessiva dell’opera che andranno a costituire, seguendo lo schema preordinato dalla mente umana. Non esistono parole semplici o complesse. Esistono le parole. Quindi, quello di cui mi puoi incolpare è di non aver saputo utilizzare malta e mattoni nella costruzione del mio racconto. Te ne concedo atto e ragione.
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La cosa che non ho capito:
… un grosso chiodo di ferro che sporgeva, in alto, da un muro.” …
… Verosimilmente la sua collana si era impigliata nel chiodo mentre camminava, questo l’aveva trattenuta e poi, quando la montatura aveva ceduto, l’aveva fatta cadere battendo la testa.”
Mi pare illogico ed esagerato. Se il chiodo sporgeva in alto, Tamara era una watussa per andare a impigliarsi lassù con la collana? Come può un filo di perle sostenere una persona? Penso sia in senso metaforico, ma poco credibile.
Bella “la castagna d’India”. Esiste? Dà un bel tocco sul finale. Una bella immagine.
Bravo!
Comincio dalla fine:
Il castagno d'India che produce le castagne d'India , è il nome più comune dell'ippocastano che si trova spesso nelle città. Di solito non è molto amato perché questi frutti enormi e duri cadono come piombo dall'alto facendo male alla carrozzeria delle auto! Oltre a ciò sono tondeggianti e quindi ci si può scivolare sopra.
Poi il chiodo...
Forse la descrizione non è stata molto felice, ma volevo rappresentare quei vecchi chiodi forgiati a mano (a sezione quadrata) che si trovano nelle abitazioni centenarie. Essi servivano in primo luogo per tenere insieme le travi di legno del tetto, alcune volte però li ho visti sporgere dai muri delle case stesse, forse con un precedente scopo di sostenere qualcosa che doveva sporgere.
"In alto", l'ho messo per far sì che si pensasse all'altezza del collo di una persona, in questo modo era verosimile che ci si potesse impigliare una collana. Evidentemente sono stato poco chiaro.
Per la resistenza del filo, su cui le perle vengono montate, hai di sicuro ragione tu: io non ne ho mai, assolutamente, indossato uno! Pensavo fosse un cordoncino, o una treccia di nylon, che sono molto resistenti. In una versione più lunga del racconto avevo descritto meglio il tutto, parlando anche di un marcato segno rosso sul collo di Tamara.
Infine la mia idea era che il ritmo del racconto, con la continua entrata in scena di nuovi personaggi, distogliesse il lettore dalle lettere delle perle; in questo modo sarebbe stato accompagnato senza "annoiarlo", fino a quando, messe insieme, avrebbero composto la frase.
Ciao Marina! E grazie!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Buona giornata.
P.s. mi risultano mancanti i voti di Anto Pigy, di Nunzio Campanelli e di Annamaria Vernuccio.
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Tre carte… un destino (Annamaria Vernuccio): voto 3.5
Il racconto è carino, hai usato bene i personaggi delle liste, costruendo una buona storia. L’unica cosa che però non fila troppo è l’escamotage di far andare il barista a casa di Marta, cosa che mi sembra un po’ inverosimile e troppo forzata; forse Fernando avrebbe potuto chiamarla al telefono, poi avrebbero potuto darsi appuntamento in un qualche luogo e costruire la complicità che serviva alla storia. Oppure si poteva precisare che Fernando magari abitava nello stesso palazzo di Marta… Ci sono un po’ di refusi (punteggiatura ed errori di battitura) da rivedere.
La casa delle tre vedove (Nunzio Campanelli): voto 4
La storia è ben scritta come al solito, ma è tutta da decodificare. Il racconto mi è piaciuto perché è capace di evocare un luogo e un’atmosfera, mi piace un po’ meno perché ci sono troppe cose non dette. Perché le vedove e il maggiordomo hanno quello sguardo sinistro? C’entrano qualcosa con i misteri della casa? Cosa succede in effetti a Maltoni, oltre a correre per giorni e giorni per le scale? Perché le torri riappaiono? E così via…
L’ultimo scherzo (Ser Stefano): voto 5
Bel racconto! Con la giusta dose di scherzoso e di amaro… E, anche se solitamente riesco a intuire dove vogliono arrivare i racconti, questa volta il finale mi ha stupito.
Al parco (LaRouge): voto 2.5
Secondo me non hai riletto bene il racconto perché ci sono alcuni errori vistosi: la punteggiatura va curata meglio, così come il discorso diretto; la storia viene raccontata in prima persona (Aldo), poi si sposta sul dialogo tra Federico e Regina che teoricamente Aldo non dovrebbe sentire, poi improvvisamente la voce narrante è in terza persona… Troppa confusione. La storia di per sé, poi, è un po’ troppo debole… Sorry .
Il matrimonio sbagliato (Alphaorg): voto 4
La storia è simpatica e ben scritta, anche se si poteva capire come andava a finire. Perché quel titolo?
Il filo perso (Eddie1969): voto 3.5
La storia è simpatica e ha il pregio di avere al suo interno tutti i personaggi che interagiscono, ma la trovo un po’ debole. Da rivedere i trattini del discorso diretto.
Short instant message of love (Marina Paolucci): voto 3.5
La storia e i personaggi sono credibili e ben descritti… quasi sino in fondo. La fine è molto simpatica, ma la trovo un po’ scostata dal personaggio, un po’ forzata. Non riesco a collegare l’immagine – che trovo carina – con il racconto, ovvero capisco che si riferisce alla borsetta rovesciata sul pianerottolo, ma non mi sembra rappresentativa di tutto il resto. Anche tu sei riuscita a mettere in scena tutti i personaggi.
rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani;
l’ansia insaziabile e molteplice dell’essere
sempre la stessa persona e un’altra…
Fernando Pessoa, "Il libro dell’inquietudine"
Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Sì sei stato chiaro, ma avevo già capito il lavorone che avevi fatto. Grazie per il refuso di cui proprio non mi ero accorta!!!
@Eddie
Dai, proprio Edoardo con la erre moscia?! Ma sicuramente tu sarai più simpatico del mio personaggio! Concordo pienamente con il tuo commento, che sarebbe stato quello che mi sarei fatta io se avessi dovuto commentarmi (oddio che frase che ho scritto ).
rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani;
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sempre la stessa persona e un’altra…
Fernando Pessoa, "Il libro dell’inquietudine"
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Nunzio, vero: esistono le parole. Così i lettori, d'ogni targetNunzio Campanelli ha scritto:**Marina Paolucci:
Nunzio, tu scrivi bene, non ci piove, però… quante parole forbite! Troppe. Un lettore normale avrebbe qui bisogno di un mini glossario esplicativo. Lodi alla tua conoscenza di un vocabolario ricco e particolare per ogni terminologia ma una storia deve essere letta e capita con scioltezza, non con costrizione mentale a scervellarsi sul significato delle parole. Le parole più sono semplici, più arrivano direttamente al lettore.
Il tuo discorso, Marina, sembra fatto apposta per argomentare su un tema sempre attuale: non c’è forma senza struttura, che, semplificando, vuol dire che anche la forma più semplice e lineare richiede una struttura complessa che la sostenga. Si può anzi senza dubbio sostenere che la purezza della forma è direttamente proporzionale alla complessità della struttura. Questo, che è un concetto base dell’architettura, vale anche in letteratura e in ogni branca dello scibile. Le parole, come i mattoni, sono di per sé giustamente amorfe, perché devono assumere la forma complessiva dell’opera che andranno a costituire, seguendo lo schema preordinato dalla mente umana. Non esistono parole semplici o complesse. Esistono le parole. Quindi, quello di cui mi puoi incolpare è di non aver saputo utilizzare malta e mattoni nella costruzione del mio racconto. Te ne concedo atto e ragione.
Dicevo per dire. Noi scriviamo e possiamo capire, ma chi legge deve leggere, possibilmente al volo.
Non volevo infierire. Ecco, era meglio che non scrivessi nulla.
Ti chiedo scusa per il mio parere. Non ti voglio assolutamente incolpare... Mi spiace...
Ciao, e scusa la mia impertinenza pensiero letteraria.
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Eddie1969 ha scritto:Marina ha scritto:
La cosa che non ho capito:
… un grosso chiodo di ferro che sporgeva, in alto, da un muro.” …
… Verosimilmente la sua collana si era impigliata nel chiodo mentre camminava, questo l’aveva trattenuta e poi, quando la montatura aveva ceduto, l’aveva fatta cadere battendo la testa.”
Mi pare illogico ed esagerato. Se il chiodo sporgeva in alto, Tamara era una watussa per andare a impigliarsi lassù con la collana? Come può un filo di perle sostenere una persona? Penso sia in senso metaforico, ma poco credibile.
Bella “la castagna d’India”. Esiste? Dà un bel tocco sul finale. Una bella immagine.
Bravo!
Comincio dalla fine:
Il castagno d'India che produce le castagne d'India , è il nome più comune dell'ippocastano che si trova spesso nelle città. Di solito non è molto amato perché questi frutti enormi e duri cadono come piombo dall'alto facendo male alla carrozzeria delle auto! Oltre a ciò sono tondeggianti e quindi ci si può scivolare sopra.
Poi il chiodo...
Forse la descrizione non è stata molto felice, ma volevo rappresentare quei vecchi chiodi forgiati a mano (a sezione quadrata) che si trovano nelle abitazioni centenarie. Essi servivano in primo luogo per tenere insieme le travi di legno del tetto, alcune volte però li ho visti sporgere dai muri delle case stesse, forse con un precedente scopo di sostenere qualcosa che doveva sporgere.
"In alto", l'ho messo per far sì che si pensasse all'altezza del collo di una persona, in questo modo era verosimile che ci si potesse impigliare una collana. Evidentemente sono stato poco chiaro.
Per la resistenza del filo, su cui le perle vengono montate, hai di sicuro ragione tu: io non ne ho mai, assolutamente, indossato uno! Pensavo fosse un cordoncino, o una treccia di nylon, che sono molto resistenti. In una versione più lunga del racconto avevo descritto meglio il tutto, parlando anche di un marcato segno rosso sul collo di Tamara.
Infine la mia idea era che il ritmo del racconto, con la continua entrata in scena di nuovi personaggi, distogliesse il lettore dalle lettere delle perle; in questo modo sarebbe stato accompagnato senza "annoiarlo", fino a quando, messe insieme, avrebbero composto la frase.Ciao Marina! E grazie!
Eddie, grazie per ogni tua dettagliata spiegazione! Ora mi è tutto più chiaro
Le tue delucidazioni sono davvero interessanti e molto curiose
Belle le castagne d'India! I chiodi vecchi, forgiati a mano, a sezione quadrata!
Rido a pensare che non ne hai mai indossato uno di filo di perle! Bello credere che un cordoncino o una treccia di nylon non si spezzino all'impatto dell'impiglio con un chiodaccio del genere. E, menomale che Tamara non si è strozzata Saremmo restati con un palmo di naso e senza storia
Bella l'idea che non c'è: del segno rosso sul collo di Tamara Possibile che non ci stava?
Infine, lasciamelo dire, secondo me, ogni lettore leggendo il tuo racconto le vorrebbe raccogliere tutte le perle: per leggere prima di ogni altro la frase che ne verrebbe fuori e scoprire il segreto che esse celano, preziosamente.
Ciao bravo Eddie! Ci vediamo a Saturno, prima o poi!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
La storia e i personaggi sono credibili e ben descritti… quasi sino in fondo. La fine è molto simpatica, ma la trovo un po’ scostata dal personaggio, un po’ forzata. Non riesco a collegare l’immagine – che trovo carina – con il racconto, ovvero capisco che si riferisce alla borsetta rovesciata sul pianerottolo, ma non mi sembra rappresentativa di tutto il resto. Anche tu sei riuscita a mettere in scena tutti i personaggi.
@ Anto Pigy:
La mia fine, per me, più che forzata è stata una chiusura atipica. In un certo senso con un risvolto inatteso, piccante, che si discosta dalla normalità.
Chi mai agirebbe così? Va ricordato che l'insegnante è sbadata, non squilibrata, per non dire altro.
La borsetta rovesciata mi è venuta mente pensando alla mia borsa, che contiene di tutto un po', il mondo. Ogni tanto mi capita che si rovesci a terra, catapultando fuori ogni cosa, ovunque, svampita come sono. Anche sul pianerottolo di casa. Non ho la fortuna di avere un così aiutante vicino, per capire come andrebbe a finire
Mettere tutti i personaggi, tu lo sai, è stata una faticaccia
Anto, grazie Ciao!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Devi andare qui:Annamaria Vernuccio ha scritto:
non riesco ad accedere ai racconti inviati per poterli votare. Chi mi aiuta? Grazie.
viewtopic.php?f=80&t=4593
Buona lettura.
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Per accedere ai racconti, quando entri su questo forum, guarda il primo post, quello di Lodovico. C'è scritto questo:
"...Per il bando e i racconti andate qui: viewtopic.php?f=80&t=4593&p=85461#p85461"
Se fai click sul link ci vai direttamente.
Ciao!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Per Annamaria: segui uno dei link che ti hanno messo loro semplicemente cliccandoci sopra, scrivi commenti e voti in un foglio di word, poi fai copia-incolla in questa sezione facendo semplicemete "rispondi" come hai fatto prima.
Ti ricordo che si vota fino alla mezzanotte di oggi...
P.S. a proposito, e Nunzio?
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Se leggi i post precedenti, ti hanno dato le informazioni di cui hai bisogno.Annamaria Vernuccio ha scritto:Allora, chi mi aiuta? Non riesco ad accedere ai racconti per votarli!!
Daniela
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
L’ho trovato po' stancante ma mi ha divertito e lo trovo originale. Un racconto bello e scritto in modo corretto, senza errori e sei stata brava ad utilizzare tanti personaggi.
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Quante parole difficili! Si evince che sei padrone di una terminologia molto ricca ma io preferisco un racconto che si sviluppa in modo più semplice che permetta al lettore di entrare subito nella storia.
Non ho ben capito se il Signor Maltoni fosse addormentato o svenuto, trovo ripetitive e inadeguate le spiegazioni. Nell'insieme mi piace.
Al parco di LaRouge voto 3,5
E' un racconto scritto in modo molto scorrevole, semplice e il contenuto è un bel messaggio.
Forse un po' più di attenzione alla punteggiatura e all'uso del dialogo in forma diretta e indiretta che si alternano troppo spesso. Io sono la prima che ci casca nel tranello dei due diversi usi. Comunque bravo
Short instant message of love (Marina Paolucci): voto 4
Mi piace la storia e il modo in cui descrivi i personaggi ( li hai usati tutti) Anche il finale...simpatico.
l’immagine della borsetta dalla quale fuoriesce di tutto è un classico al quale noi donne siamo abituate e tu rendi bene l'idea. Non sono la più indicata ad esprimere giudizi, ma penso che tu sia stata brava.
Il filo perso (Eddie1969): voto 3.5
Anche a questa storia va il merito di aver utilizzato tutti i personaggi però la definirei un po' fiacca.
Non capisco come la collana si sia impigliata al chiodo se questo era sporgente in alto sul muro e poi come fa la collana a sostenere una persona?Mi sono un po' persa nel racconto. Forse con meno personaggi il racconto sarebbe stato piu fluido.
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
3° posto: Con 19,5 punti... Eddie1969
2° posto: Con 20,5 punti... Alphaorg
e al...
1° posto: Con 21,5 punti... Ser Stefano
(mo' mi piacerebbe sapere che ti autoscrivi nell'accompagnatoria...)
Complimenti a tutti!
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Grazie per i commenti e i voti e complimenti a tutti, in primis a Lodovico.
Inizio a rimuginare su un tema per la prossima Gara.
Normale eh!
Niente di strano.
Normale...
... ... ...
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Re: Gara 45 - Chiacchiere, commenti, votazioni
Chiedo cortesemente a Ser che mi invii in Pm il suo indirizzo di mail per il consueto attestato, l'accompagnatoria e il banner!
Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2015 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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Gara d'inverno 2019-2020 - La luce dell'Est, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani, Rona, Lellinux, Marcello Colombo, Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, Umberto Pasqui, Eliseo Palumbo, Carmine Cantile, Andrea Casella, Elena Giannottu, Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, Angela Catalini, Francesca Di Silvio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.