L'avvertimento
- Daniele Missiroli
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L'avvertimento
La cerimonia fu officiata nella cattedrale di Gilford e tutto il paese vi partecipò. Così si faceva per i matrimoni della nobile casata Mayer, che possedeva un’infinità di terre nei dintorni, anche se nessuno, nemmeno il fisco, sapeva bene quante fossero le loro proprietà.
Capelli neri e lunghi in un viso dolce e aggraziato, indossava il vestito più costoso che i cittadini di Gilford avessero mai visto. I quattro fratelli minori di Charlie, tutti sposati con donne che avevano più del doppio dell'età di Angelica, erano felici per lui. Un colpo di fulmine da parte di entrambi, pensarono. Il fatto che il padre della sposa lavorasse per i Mayer come stalliere e la madre fosse la loro cuoca era irrilevante.
Tutte le cognate la accolsero come una sorella, come devi fare se sei la moglie di un Mayer. Dell'età di Charlie, che aveva una trentina d'anni più di lei, non si parlava mai durante le cene in famiglia. Anche perché, se qualcuno l'avesse fatto, Cordelia, moglie del secondogenito, avrebbe di certo puntualizzato, con la sua stridula voce, che la differenza era di trentacinque, non di trent'anni. Nemmeno Rebecca, moglie del terzogenito, amava molto Angelica. Le augurava spesso di avere tanti figli come lei, che ne aveva cinque. In questo modo, le diceva, “capirai cosa vuol dire”. Non le spiegava mai, però, il significato di quella frase. Penelope, moglie del penultimo fratello, non la poteva sopportare, perché troppo bella e longilinea. Non come lei, piccola e con un seno prosperoso. Susan invece, moglie del più piccolo, la ammirava, perché nei suoi occhi vedeva l'amore per il marito. Quello, cioè, che era scomparso dai suoi da diversi anni.
Gentile, affettuosa, dolce, disponibile con tutti, Angelica era amata, almeno a parole, da tutta la famiglia. Quanto era piacevole intrattenersi con lei in cucina a far torte e sformati, oppure nelle riunioni salottiere della domenica con le altre mogli. Quando qualche donna si lamentava del proprio consorte, lei scuoteva la testa con benevolenza e aggiungeva: – Charlie no, lui non è così! Il mio Charlie sì che è un marito perfetto.
Certo, dopo quindici anni di matrimonio, qualcosa era cambiato. Lui non la baciava più al risveglio, né quando usciva per andare in ufficio. Era diventato scontroso e si arrabbiava per un nonnulla, ma lei minimizzava questi problemi familiari.
– È affaticato per il troppo lavoro, bisogna capirlo – ripeteva a tutti.
Nonostante questo, Angelica rimaneva cordiale e sorridente com'era sempre stata. Solo il suo aspetto non era lo stesso. Le mani erano diventate paffute, i fianchi si erano ingrossati e il seno si era deformato. L'altezza era rimasta inalterata, la larghezza no.
Il suo altruismo e la sua bontà d'animo si manifestarono anche quando ci fu la tragedia.
Charlie aveva assunto Mandy, una giovane cameriera di colore, per tenere in ordine il suo studio, stipato di libri, documenti e soprammobili. Lui era molto scrupoloso; non tollerava che gli oggetti fossero spostati nemmeno di un millimetro e spesso restava ore a illustrarle meticolosamente cosa fare.
Un giorno, Mandy stava togliendo dal giardino le foglie che il vento vi aveva accumulato. Mentre spazzava a ridosso della casa, purtroppo il vento le fece cadere in testa un grosso vaso di fiori.
Angelica le rese omaggio con la corona di fiori più costosa.
– Mi dispiace per lei – disse alle cognate, durante il funerale, – ma bisogna stare attenti quando si va nelle case altrui!
Qualche tempo dopo, Charlie si ammalò e il suo medico gli disse che doveva prendersi un mese di riposo. Non volendo stare con le mani in mano, decise allora di scrivere le sue memorie e assunse Emily. Tutte le mattine, quella giovane studentessa andava a casa Mayer e si chiudeva nello studio con Charlie. Lavoravano senza sosta tutto il giorno, e a volte Charlie, prima di cena, doveva farsi una doccia da quanto era accaldato.
Ahimè, la sfortuna si accanì di nuovo contro la famiglia Mayer. Mentre usciva dalla porta principale, un pesante vaso di fiori piombò in testa a Emily.
– Sapete – disse alle cognate, durante il funerale, – Charlie si sente così responsabile che ha insistito per pagare le spese per intero!
Dopo quel giorno, la vita in casa Mayer riprese a scorrere tranquilla. Angelica cucinava torte e sformati e si intratteneva in indulgenti conversazioni salottiere con le altre mogli.
Tempo dopo, una donna della servitù andò in pensione e, fra le tante, si presentò per un colloquio di lavoro una giovane ragazza molto carina. Charlie la fece accomodare nel suo studio e stava leggendo il suo curriculum, quando sentì un frastuono provenire dal cortile. Si precipitò alla finestra e vide che era caduto un grosso vaso di fiori che, per fortuna, non aveva colpito nessuno.
Charlie si affrettò a congedare la ragazza.
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Re: L'avvertimento
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Mi è parso un poco ripetitivo l'elencare la sfilza di nomi delle varie cognate inviperite.
Trovo che in generale sia stato assai ripetitivo (vaso che cade...). Capisco, ci voleva per rendere l'idea, ma la trama non mi ha coinvolto più di tanto. Il narrato è esposto molto bene, con accuratezza e precisione.
- Roberto Bonfanti
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Il racconto è carino e divertente, c’è un sottile humor nero molto british, forse un po’ ripetitivo nella modalità scelta dalla signora per liberarsi delle (presunte) rivali, ma in amore e in guerra…
Il buon Charlie si rassegnerà a scegliere con più accortezza la servitù?
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Non ho notato refusi. "Da quanto era accaldato" però non mi suona molto bene.
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Le due parti mi sembrano slegate tra loro e dilungarsi tra grandi proprietà, titoli, fratelli e cognate gelose, e le origini proletarie di lei non serve a nulla. Introduci personaggi e fatti che scompaiono e quindi non hanno altro scopo di per sé.
Nella seconda parte lavori bene di umorismo e viene fuori la protagonista.
Mi sembra pure incongruente la grande differenza di età tra i due, quando al contrario mi pare spetti solo ad Angelica il compito di invecchiare e non a Charlie. Questa differenza d'età a cosa ti è servita?
- Marco Daniele
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Tornando seri, è un racconto gradevole, ma lo sarebbe stato ancora di più senza la grossa parentesi informativa sulle cognate di Angelica: non aggiunge molto alla narrazione e resta appesa lì, senza sviluppi.
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- Isabella Galeotti
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Re: L'avvertimento
Grazie del suggerimento Stefyp, l'ultima frase è troppo evidente e stona col resto, la cambierò. Sì, Carol Bi, i punti li preferisco, ma riconosco che a volte eccedo. Dopo diverse riletture, qualcuno lo trasforno in virgola. La grande differenza d'età è un elemento che, assieme al fatto che il fisco non sappia quante proprietà abbiano i Mayer, dovrebbe far capire che la storia non è ambientata oggigiorno. Siamo nell'800, i nobili sposavano giovani fanciulle, pagavano poche tasse, c'erano innumerevoli regole non scritte. La parentesi sulle cognate dovrebbe caratterizzare quello che pensano le persone in contrasto con quello che poi dicono e fanno. Esatto Isabella, in quei tempi la famiglia doveva restare unita a qualunque costo e ho immaginato che anche i decessi venissero insabbiati da poliziotti compiacenti.
Per completare il racconto sarebbero serviti circa 12 mila caratteri.
Grazie a tutti dei commenti.
- Angelo Ciola
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Non che il coniuge, Charlie, fosse uno stinco di santo, indubbiamente è un profondo conoscitore della lussuria.
Che dire: Dio li fa e poi li accoppia, spesso uniti migliorano, talvolta invero ... degenerano.
Di certo Angelica non è rea di avarizia, altrimenti con un solo vaso avrebbe risolto il problema alla radice.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: L'avvertimento
Bella l'analisi relativa ai sette peccati capitali.
Sì, il nome l'ho scelto apposta.
- Teseo Tesei
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Re: L'avvertimento
A dire il vero ne ho elencati solamente sei di quei sette peccati.
Non ho infatti messo alcun riferimento all'accidia.
La cosa è voluta.
Ritengo che quest'ultimo peccato capitale, l'accidia appunto, sia cardine nel racconto.
Questo è bene, perché dovrebbe essere stimolo di riflessione in quanti di noi, intesi come lettori, annaspano quotidianamente nella palude Stige. Proprio così come il sommo poeta descriveva il contrappasso per questa tipologia di peccatore.
Far riflettere è cosa buona e giusta, specie di fronte ad un simile pericolo.
L’accidia quando trascurata porta alla paralisi interiore.
E' una malattia della psiche e dell'anima.
Possiamo tranquillamente considerarlo il male che maggiormente minaccia le nostre società di questi tempi. Le cui tentazioni provengono nella maggior parte dei casi dai moderni mezzi di telecomunicazione.
Il demone dell accidia è infido e purtroppo spesso sottovalutato.
Sfuggire alla presa di questo demone è possibile: Smettendola di venerare concetti quali l'avere o il fare e dedicando quelle stesse energie, prima spese nella venerazione, per meglio allineare la nostra coscienza con la vera natura e ragione di esistere in questo mondo.
Perdere la memoria della gioia è una gran brutta malattia, è un peccato che paralizza.
Così Charlie cerca invano una reminiscenza di gioia altrove, senza neppure aver una vaga idea di quel che in realtà cerca, così Angelica continuando a venerare gli idoli dell'avere e del fare dimentica quale sia la sua vera natura, al punto di dimenticare perfino di avere una coscienza.
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Non spingete quel bottone
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Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Kriminal.e
Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2013 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2017 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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GrandPrix d'inverno 2021/2022 - Recitando i miei versi a uno sconosciuto - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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