Apertura ore 09:00
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«No, guardi, sono il salumiere. Certo che sono il farmacista», rispose Pierino senza nemmeno voltarsi, intento a cercare le chiavi nel borsello.
«Perfetto, ho bisogno di un potente lassativo.»
«Buon uomo… Oggi non è questa la farmacia di turno. L’apertura ai clienti è alle ore nove.»
«Perché allora lei è qui alle cinque del mattino?» Chiese in tono scortese il tale appoggiandosi alla vetrina dell’esercizio.
«Perché? Perché l’attività è mia e potrò decidere a che ora andare a lavorare, non crede? Poi è una lunga storia… Diciamo per abitudine. Mio padre e prima ancora il mio caro nonno, anche loro farmacisti, mi hanno abituato così: rispettare una certa etica professionale. Il buon lavoro inizia da un’accurata preparazione. Comunque le ripeto non vede il cartello, ore nove!» Replicò Pierino che osservò disgustato l’impronta della mano dell’individuo stampata sul vetro.
L’uomo non aggiunse altro e senza salutare si allontanò di qualche metro, si sedette sui gradini del palazzo di fronte e si accese una sigaretta. Diede un'occhiata all’orologio, imprecò e si mise a urlare:
«Ehi! Farmacista, la fai un'eccezione per me vero? Dammi quello che ti ho chiesto.»
Pierino, intento a pulire la vetrata, si voltò e rispose divertito:
«Ore nove. Inoltre, ho messo anche il cartello chiuso, non vedi?».
Il tizio diede un rapido tiro, poi buttò la cicca in mezzo alla via e in uno scatto d’ira tornò sui suoi passi:
«Senti l’ho letto quel tuo stupido cartello e in effetti dice alle ore nove, sai cosa dice questa? Dice: calibro nove», ed estrasse una pistola che puntò alla tempia dell’ignaro farmacista, spingendolo all’interno del negozio.
«Calma, non c’è bisogno d’alterarsi. Per favore, metti via la pistola, sei dentro, sei il primo cliente della giornata. Per te ora è aperto», disse Pierino strappando il cartello chiuso.
«Scusa amico, non volevo arrivare a tanto, ma sai è una lunga storia… Diciamo per abitudine, mio padre e prima ancora il mio caro nonno, anche loro killer, mi hanno abituato così: rispettare una certa etica professionale. Il buon lavoro inizia da una accurata preparazione», rispose il sicario con tono canzonatorio tenendo sotto tiro il farmacista.
«Bene, anzi male, vediamo come ti posso aiutare. Però ti prego, mettilo via quel ferro… Mi mette una certa ansia ed evita di puntarmela addosso», disse Pierino spostando con il dito indice la canna dell'arma e richiudendo dietro di sé la porta con due secchi giri di mandata.
«Ok, amico mi hai convinto. Tra l’altro si vede che sei un tipo tosto», e così dicendo l’uomo si sbottonò la giacca e ripose la pistola nella fondina.
«Vediamo che cosa ho per te: lassativi osmotici, emollienti e di contatto. Mi serve sapere da quanto non evacui?» L’interpellò Pierino scrutando gli scafali dell’armadio ad ante scorrevoli posto dietro il bancone.
«Il più potente che hai? Poi non è per me», rispose sogghignando l’inaspettato e arrogante cliente.
Il killer confidò all’incredulo farmacista che nella macchina in fondo al viale, rinchiuso dentro al baule, c’era la sua vittima: un ricco imprenditore da eliminare su cospicua commissione.
«Fammi capire… Perché mi racconti questo?» Domandò stranito Pierino.
«Perché ti voglio rendere mio complice. Adesso ascoltami! Ieri notte attesi il rientro a casa del mio obbiettivo. Come faccio sempre per rendere più emozionante la situazione, simulai una rapina. Pensai che fosse un lavoretto semplice, mi feci consegnare il portafoglio, l’orologio e gli ori e poi come tutte le altre volte, quando la vittima è convinta di essersela cavata: bang! Dritto in fronte.»
«Invece?»
«Quel lurido aveva in tasca un anello di diamanti che non mi volle consegnare e sai cosa fece? Lo ingoiò e ora lo voglio, quel maledetto anello», disse il sicario sbattendo il pugno sul banco.
«Fammi capire un’altra cosa, perché non l’ammazzi? Porti a termine il tuo sporco lavoro e recuperi il gioiello, prima che questo arrivi all’intestino», commentò alla fine della irrazionale confessione Pierino.
«L’uomo che mi ha pagato per questo lavoro vuole che sia un’esecuzione secondo le sue direttive, ma io sono un tipo avido… La preda fin che è in vita è nelle mie mani e ci faccio ciò che voglio. Farmacista? Mi piaci sei un tipo deciso… Si vede che non hai paura e mantieni il sangue freddo. Spero anche la bocca chiusa», ribatté il criminale estraendo la pistola e puntandola per l’ennesima volta dritta al volto di Pierino.
«Va bene, ho capito. Ti do questo, è un lassativo di massa, accresce il volume della quantità fecale presente nell’intestino e rende il transito delle feci molto più rapido. Occhio alla flatulenza e al meteorismo, farà parecchia puzza. In pratica si caga addosso in dodici ore. Prima non ti rimane che sgozzarlo. Adesso rimetti via quell’arma e vattene e io non dirò niente di questo nostro incontro, stanne pur certo.»
Proprio nel momento in cui il killer mise nelle mani di Pierino otto banconote da cinquecento euro, entrò nella farmacia dalla porta sul retro la signora Maria, l’anziana nonna.
«Non sapevo che avevi amici. Chi è questo bel giovanotto? Non mi sembra di queste parti, è un tuo amico della città? Piacere Maria, la nonna di Piero. Sa, vengo sempre prima dell’apertura a dare una mano a mio nipote a rassettare e mettere in ordine la farmacia. È una lunga storia… Diciamo per abitudine, bisogna rispettare una certa etica professionale. Il buon lavoro inizia da una accurata preparazione», disse l’attempata signora posando la ramazza e il secchio.
«Signora quella di rispettare una certa etica professionale l’ho già sentita e mi trova pienamente d’accordo. No, non sono un amico di suo nipote. Sono solo un cliente di passaggio che il buon Piero sta aiutando con un problema d’intestino», rispose il killer mostrando il lassativo.
«Le ha dato quello? Lasci perdere quelle schifezze, se ha problemi a evacuare usi il vecchio metodo. Carta e penna e segni questa ricetta. Su avanti che cosa aspetta?» Domandò Maria.
L’uomo divertito dalla surreale situazione si preparò a scrivere. La donna si avvicinò al sicario e gli dettò:
«Minestrone lassativo: prende una lattuga, quattro cipollotti freschi, tre ceppi di spinaci, una zucchina bianca… Sta scrivendo tutto?» Chiese Maria all’uomo ricurvo sul bancone.
«Poi prende un'oliva, del grana grattugiato, un dado vegetale e sale a piacere», continuò la nonna.
«Poi signora?» Domandò con un sorriso a trentadue denti il killer.
«Ora la preparazione. Per prima cosa deve lavare bene e tagliare tutte le verdure a pezzetti, ma non troppo piccoli. Unisce le verdure a un mezzo litro d’acqua e le fa bollire per circa un’ora a fuoco lento. Una volta che le verdure saranno ben cotte passa tutto nel mixer e avrà una gustosissima crema, che la porterà dritta sul water, insomma una super purga naturale, garantito.»
«Signora preferisco il lassativo di suo nipote… Non ho tutto questo tempo per cucinare, mi creda», disse l’uomo rivolto ai due.
La donna con un’abile mossa estrasse un revolver che teneva nascosto sotto la camicetta. Il Killer stupito commentò: «Cosa sta succedendo? Signora posi l’arma non vorrà farsi del male?»
«Nonna dagli retta… Guarda, mi ha anche dato dei soldi. Lascialo andare», replicò Piero.
«Pierino, ho sentito tutto, ero nascosta nel retro. Sai chi è l’uomo nel bagagliaio? È Arturo quello della conceria. Proprio ieri mi ha fatto la proposta di matrimonio che io stupida, ho rifiutato. Poi questa mattina pentita tornai a casa sua, ma lui non c’era. Così avendo una copia delle chiavi sono entrata. Incuriosita dal fatto che non ha dormito nel suo letto, ho visionato le telecamere di videosorveglianza. Sai cosa ho visto? Ho visto questo porco aggredire il povero Arturo», proferì tutto d’un fiato l’anziana donna tenendo salda la pistola tra le mani e puntandola al petto del killer.
«Maria, questo è un gioco più grande di lei. Poi ha fatto benissimo a non accettare la proposta di Arturo. Lo sa che la fabbrica di pelli è una copertura? Li si producono pastiglie di ecstasy. Lo sa che quel uomo è un criminale? Per eliminarlo mi hanno pagato profumatamente», disse il sicario tenendo le mani in alto.
Con tono beffardo intervenne Pierino: «A dire il vero anche la farmacia è una copertura. Inoltre, la mia anziana nonnina non è proprio una gentile vecchietta. Poi che Arturo dopo la morte del nonno ci provasse con lei, è risaputo da tutti qua in paese. Ora sarà il caso che vado a tirarlo fuori, ha sofferto abbastanza poveruomo».
Sequestrata la pistola e in possesso delle chiavi dell’auto, Pierino si rivolse alla cara nonna:
«Fammi un favore, sbarazzati di questo idiota.»
«Con piacere!»
BANG!
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Tutta la parte in cui il killer racconta la sua aggressione notturna l’avrei messa al passato prossimo (Ho atteso invece che attesi ecc.), visto che si riferisce a eventi appena trascorsi.
Qualcos’altro da editare, qualche imprecisione nella punteggiatura (ad esempio: Mi piaci sei un tipo deciso – Mi piaci, sei un tipo deciso), qualche volta metti la virgola dopo il discorso diretto, altre volte no.
Comunque, 4.000 euro per un lassativo mi sembra un po’ eccessivo.
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A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.