Surrealtà
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Surrealtà
Dopo quell'accadimento, niuno si recava più al lavoro, anzi, niuno faceva alcunché, se non praticare il sano ozio per la maggior parte de lo tempo.
Chiedo venia, farò meglio a novellare da principio, per far ben intendere a chi mi legge ciò di cui fummo parte.
Anni pria, una solinga invenzione avea fatto lo miracolo: il trasmutator di materiale. Tutti poteano trasmutar la rena in oro, le cose in cibo e financo l'acqua in vino (e qui la Santa Chiesa barcollato avea di molto). Ora et labora soleano dire i prelati alti e bassi, ma adesso non v'era motivo di laborare. Tutta la mercede non avea più valore se la si potea creare riorganizzando gli atomi come ognuno desiava.
Quale problema rimanea, allora, all'umanità in siffatta idilliaca situazione? Be', niuno, direte voi, dato che il trasmutator potea generare financo se stesso. Ogni hidalgo ne possedeva uno, da cui non si staccava mai: era così minuto che lo si portava al braccio.
Ma ahimè, la natura umana fa sì che non ci si contenti mai di ciò che si habe, specie se lo si ottiene in cotal facil guisa.
Ecco quindi che uno stolto, non è dato sapere chi, fece una modifica al circuito. Perché gli punse cotal vaghezza, e cosa intendesse fare, non lo si seppe mai, però quello che ottenne fu subito palese.
La radiazione trasmutante si propagò nell'aere come una bolla malefica e fece il giro del globo. Tutti furono colpiti e si trasmutarono all'istante nella medesima attempata persona: Don Chisciotte della Mancia. Lo stesso viso asciutto, la stessa indolenza, lo stesso modo di parlare, come forse avrete già notato, poiché io stesso, ahimè, son diventato colui e ora non ho interesse veruno nell'esercizio della caccia o nell'amministrazione delle cose domestiche.
Ho vergato di mio pugno queste note dolenti solo per lasciare ai posteri, se mai ve ne saranno, la spiegazione di cotanta disdetta.
E ora vado a riposare, perché, come tutti sappiamo, l'ozio sarà anche il padre dei nostri vizi, ma quanto è bello poltrir sotto le coltri, mentre nell'aere imperversa un fortunale, non lo si può saper, se non si prova.
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Lo ero già.

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Linguaggio a mezzo tra Dante e Foscolo con il mondo intero che si fa Don Chisciotte. Bella la chiusa, che forse centra il tema o forse se ne frega delle premesse.
Non so che altro dirti, non credo che tu volessi andare oltre un divertissement persino gradevole e un pizzico provocatorio. Magari oltre che allontanare il sospetto della follia, col tuo intervento potevi spendere due parole per spiegare. Si sa, i folli quasi mai sono razionali.
Il tuo Sancho Panza
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ciò nonostante, la storia, pur con la sua drammaticità, risulta divertente. piaciuta molto la chiusa del racconto, con il poltrire elevato a piacere puro.
non vi trovo errori o refusi e il testo è, tutto sommato, scorrevole.

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Re: Surrealtà

Grazie anche a te, Namio (Sancho), sì un semplice divertissement, con giusto una punta malinconica, (anche se puoi fare tutto, "tutto" non basta mai).
Grazie, Lucia, il finale dove tutti diventano Don Chisciotte è la logica del volere di più a tutti i costi, il finale finale, dove lui va a poltrire, è la risposta che darà l'umanità alla catastrofe.

Grazie anche a te, Fausto.
Grazie, Valerio. Più provocatorio? Non saprei, io l'ho buttato già di getto e poi ho giusto impiegato dieci minuti per le correzioni. Alla fine l'ho lasciato così. Non so come ho fatto a scriverlo, non credo l'esperimento sia ripetibile.
Andrepoz, dici che dovrei farne un racconto lungo? Mah, tutto è possibile. Ci penserò, grazie.

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Però ho un appunto e una domanda.
L'appunto sarebbe che avrei messo un titolo meno esplicito. Ci si aspetta dalla prima riga qualcosa di strano, invece avrei preferito essere incosciente di ciò che stavo per leggere.
La domanda invece sarebbe: Quindi tuttti Don Chisciotte in tutto il mondo. Quindi tutti si comportano nello stesso modo. Perciò ognuno di loro "Ha vergato di suo pugno queste note dolenti solo per lasciare ai posteri, se mai ve ne saranno, la spiegazione di cotanta disdetta."?
i miei omaggi, Messere!
P.S. In stile Kubrik avrei scritto "Non ho capito e PER QUESTO mi piace tantissimo"

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Re: Surrealtà
Grazie, Ilario, vedo che anche tu ti diletti del favellar in cotal guisa.

Grazie anche a te, Stefyp. Chissà, il futuro non è scritto.

Selene, bella anche la tua idea. Forse, inconsciamente, mi è venuto in mente il finale per quel motivo. Siamo tutti sempre più uguali, e chi non lo è viene additato (e a volte picchiato, ahimè).
Grazie dei complimenti, Simone.

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Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
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Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti,
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Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano,
Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri,
Silvia Ovis,
Umberto Pasqui,
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Cuori di fiele
antologia di opere ispirate all'ineluttabile tormento
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Marcello Rizza,
Ida Daneri,
Francesca Paolucci,
Enrico Teodorani,
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Ibbor OB,
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Annamaria Ricco, Monica Galli,
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