Il Monaco che salutava il Sole
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Il Monaco che salutava il Sole
Gli impietosi gradi Celsius alzano bandiera bianca, l'aria del primo mattino diventa più ospitale e dispensatrice di tanto attese carezze.
Intanto, dopo il nomadismo vacanziero, la città si riveste di ordinaria amministrazione.
Grovigli frettolosi di auto, anarchia di decibel a coprire un'esile canzone di coraggiosi passerotti, serrande di baristi aperte come sbadigli sull'alba, pendolari sbucati dal buio come guerrieri della notte. E, dulcis in fundo, ceste grassocce di profumato pane a rallegrare i banconi delle sopravvissute panetterie.
L'ingranaggio ritorna a girare come sempre, a volte necessario, a volte abitudinario, a volte opprimente, a volte falsamente dispensatore di effimera felicità. A volte ci si sofferma a pensare oppure a non pensare.
Un uomo a cavallo di una vecchia bicicletta, con lo sguardo appannato di tristezza parlante, stancamente pedala come proiettato nella nebbia del nulla.
Tutt'intorno a lui la città macina improrogabili minuti e svuota barattoloni di caffè espresso in tremila varianti.
Adrenalina, cortisolo, staffette di doveri, briciole di sogni sparse su di un pavimento di cotto del tempo che fu.
E intanto si "vive", a braccetto con un'ansia matrigna, osannando brunch, happy hour e apericena, si dorme, ci si sveglia e si fanno scorte di pile long-lasting che non ti tradiscono mai.
Nel mentre, in un'altra parte del mondo, un anziano monaco vestito di Cuore e spoglio di pensieri saluta con gratitudine il primo Sole del mattino e ritempra le sue forze con un antico pane rallegrato da un candido latte. Ascolta il silenzio e sorride.
A questo punto, un dubbio insistente mi assale: ma quell'uomo sbucato dalla notte sulla sua bicicletta stanca sarà almeno felice?
E con questo interrogativo che attiva troppo la mia mente, anch'io saluto con riconoscenza il primo Sole del mattino e ritempro le mie forze con quella zuppa di latte che tanto rallegrava i miei occhi di bimba.
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Re: Il Monaco che salutava il Sole.
Ti ringrazio per le considerazioni e i preziosi consigli, si impara sempre qualcosa.
Mediterò sicuramente sul punto che mi hai evidenziato.
Buona serata.
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Re: Commento
Ti ringrazio per le tue utili considerazioni e apprezzamenti.
Sì, in effetti il narratore aspira a una vita di rilassatezza e di semplicità come quella di questo immaginario monaco molto zen e spirituale. Questa antica e un pò spartana zuppa col latte che idealmente condividono è in definitiva la metafora di questo auspicato stile di vita, lontano dal guazzabuglio urbano di ogni giorno. Magari un giorno sarà possibile...il narratore non perde le speranze.
Per quanto riguarda l'altro punto, il mio scritto vuole semplicemente essere una sorta di diario minimo quotidiano, con considerazioni, riflessioni, e sprazzi di lieve ironia per alleggerire il tutto. E' una mia personale e breve esternazione, rivolta a chi gentilmente mi leggerà, generata dal mio quotidiano "spicciolo", una mia modesta finestra sul mondo, lungi dal voler imbastire una racconto o un romanzo vero e proprio.
Insomma, un breve volo di ironica fantasia per anestetizzare un pò la "ruota del criceto".
Ancora grazie e buon fine settimana.
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Re: Il Monaco che salutava il Sole
Ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti. Mi fa piacere che tu abbia recepito il messaggio e l'atmosfera del mio breve scritto. Dal mio punto di vista, trasmettere sensazioni o riflessioni è uno dei fini dello scrivere, anche se a volte non è facile, ci si prova.
In effetti, quello del nostro amico monaco è un auspicato stile di vita, all'insegna della semplicità, della rilassatezza e dell'Essere, in contrapposizione a quell'Avere tanto dilagante.
Non è una storia, ma semplicemente un'esternazione pacifica di pensieri, a volte troppi...
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Il saluto al sole della protagonista chiude il racconto con un ricordo di una tazza di latte e di lei bambina.
La domanda che rimane sospesa è se si può essere felici in un modo/mondo o nell'altro.
Io sulla felicità, l'ho scritto parecchie volte, sono piuttosto scettico.
Un bel racconto, brava.
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Hai colto in pieno lo spirito e il messaggio che ho voluto trasmettere con il mio breve racconto.
Difficilissimo anche per me rispondere alla domande riguardante la felicità. Spesso la si idealizza e ci si crea una potenziale immagine di vita felice che, una volta concretizzata, può però risultare inferiore a quelle che erano le nostre aspettative e, di conseguenza, ci si rende conto che c'è qualche altro tassello del puzzle mancante.
Vivere il qui e ora, farsi bastare ciò che la vita offre al presente, cercarla dentro sè stessi etc. etc. Ognuno fornisce una personale "ricetta" di felicità.
Per quanto mi riguarda, a volte mi sembra di trovarla in quei piccoli e semplici riti o gesti quotidiani che in quel preciso istante mi regalano un momento di gioia e di rilassatezza, ma potrebbe facilmente confondersi come una compensazione psicologica ad altri momenti più gravosi del quotidiano. Troppo da dissertare...
Concludendo, non voglio essere del tutto scettica ma mi rendo conto che ho ancora tante esperienze da vivere prima di riuscire FORSE a dare una risposta personale a questo arcano, difficilissimo.
Ancora grazie e buona serata.
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Mi fa piacere che tu abbia apprezzato e colto il messaggio di vita del mio breve racconto.
Per quanto riguarda il discorso dei tanti aggettivi anteposti, ammetto la mia predilezione per l'eloquente mondo (dal mio punto di vista) degli aggettivi, soprattutto se coloriti e a volte un pò inventati.
Capisco comunque che la cosa può risultare poco scorrevole ad alcuni lettori. Vedrò quindi, sperando di riuscirci, di trovare un compromesso. Ogni consiglio è sempre ben accetto al fine di migliorare, in qualità di apprendista nell'arte dello scrivere.
Ancora grazie. Ciao.
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Le tue gradite considerazioni in merito al mio breve racconto sono perfettamente in linea con quanto era mia intenzione far emergere con la mia narrazione. Anche la tua riflessione sull'uomo in bicicletta mi fa capire che riesci perfettamente a percepire e a condividere quello che è il mio pensiero sul modo di vivere imperante.
Sono particolarmente contenta quando trovo in chi mi legge questa specie di empatia che rende molto più gratificanti questi miei tentativi di raccontare qualcosa di mio al mondo. Dal mio punto di vista la condivisione è sempre un grande valore aggiunto.
Ancora grazie. Ciao.
- Domenico Gigante
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In effetti per ora i miei brevi racconti sono un mio calarmi nelle piccole esperienze quotidiane per alleggerire un pò la famosa "ruota del criceto" e al tempo stesso esternare riflessioni e punti di vista personali. Probabilmente una trama ben costruita con un pò di fantasia sarebbe più coinvolgente per il lettore. Lo tengo in considerazione, a volte ci rifletto, ma per il momento non riesco a forzarmi più di tanto, e lascio quindi fluire il mio stile di scrittura così d'istinto.
Magari una di queste mattine, dopo una doppia moka, potrebbe uscirmi un racconto accattivante. Vediamo...
Ancora grazie. Ciao.
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Come detto anche a Domenico, per il momento lascio fluire quello che è il scrivere a getto, di cuore e d'istinto quindi.
Sono comunque molto contenta del fatto che si riconosca questo mio chiamiamolo "stile" personale.
Metafore e immagini un pò poetiche mi sono molto care. Magari prima o poi verrà fuori un racconto più coinvolgente, tutto può accadere.
Ancora grazie. Ciao.
- Marino Maiorino
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Da un lato "bellissimo", dall'altro "meh".
In mezzo, un linguaggio che non sembra decidersi se declinarsi per un tempo che fu, per uno che è, o per uno che è solo nell'anima dell'autrice. Per tutti i tempi? Il brano è talmente corto che quest'ipotesi è caos.
Il che, in una gara...
E la media ponderata mi zavorra in questo mare.
Per carità, mi zavorra verso l'alto perché gli sprazzi intimi sono così precisi e abbaglianti che... come si fa?
Ma restano questo: sprazzi. Resto come il bambino sulla spiaggia del mare di settembre, con gli spruzzi dei cavalloni alzati dal vento che mi bagnano il viso e mi richiamano per un bagnetto glorioso, e la mamma che mi chiude il giubbino e mi porta via.
Racconti alla Luce della Luna
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commento
più che una racconto mi sembra un concept da sviluppare, qualcosa di ottimo per molti spunti di riflessione che vanno dall'apprezzare le piccole cose, alla frenesia del dover fare cose mondane come aperitivi e vacanze. Io proverei a svilupparlo per un romanzo breve, anche perchè scrivi bene e ne uscirebbe un ottimo lavoro.
- Alberto Marcolli
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Commento Il Monaco che salutava il Sole
Il verbo decretare stona.
Una possibile versione della frase iniziale: Anche quest’anno è un sonoro temporale la prima resa di una estate tiranna.
Ripetere ben 5 volte “a volte” in una singola frase rallenta il ritmo e qui siamo in un “corto” che deve essere letto in un fiato.
Io quel “dulcis in fundo” proprio non lo metterei.
Proposta di variazione della frase: “stancamente pedala come proiettato nella nebbia del nulla” in – pedala stancamente nella nebbia del nulla --
Nel mentre, in un'altra parte del mondo … da un candido latte. – trovo la frase priva di ritmo. Proverei a ripensarla, trovando il modo di dividerla almeno una volta con un punto che permetta al lettore di “prendere fiato”
mi fermo qui
Nel complesso trovo lodevole l'idea mentre la forma, a mio parere, sarebbe migliorabile
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Re: Commento
Come ribadito ad altri colleghi, sono un'apprendista scrittrice e chiaramente devo affinare la mia tecnica.
Di conseguenza, qualunque commento in merito ai miei scritti mi è utile, ne terrò sicuramente conto nei miei futuri "tentativi di volo".
Grazie, ciao.
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Re: Commento
Ancora grazie. Ciao.
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Re: Commento Il Monaco che salutava il Sole
Buona serata. Ciao.
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Re: commento
Magari il tempo e le esperienze di vita, prima o poi, mi condurranno su questa strada, stiamo a vedere.
Ancora grazie. Ciao.
- Ishramit
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Re: Il Monaco che salutava il Sole
Il che ha comunque senso, nel gioco dei parallelismi, ma sa un po' di bersaglio mancato quando la scena si tronca lì e non si apre in una problematizzazione, e infatti molti hanno notato che ci si sarebbe aspettati che il racconto continuasse.
… Quindi magari prova a continuare
- Roberto Bonfanti
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Credo che ci sarebbe materiale da sviluppare, ma anche così lo trovo interessante.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Commento
Sì, vero, piacere condiviso, ciaoMaria Cristina Tacchini ha scritto: 13/08/2022, 17:55 Grazie, Laura. Mi fa piacere che tu abbia gradito il mio raccontino. Mi fa altresì piacere che vi sia una certa affinità di sentire e di vivere il quotidiano, che mi viene naturalmente confermata dalla tua capacità di viaggiare sulla mia "lunghezza d'onda".
Ancora grazie. Ciao.
La Gara 44 - Il potere della parola
A cura di Marino Maiorino.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2013 - (in bianco e nero)
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
Vedi ANTEPRIMA (941,40 KB scaricato 152 volte).
Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
Vedi ANTEPRIMA (211,82 KB scaricato 188 volte).
Time City
amanti nel tempo
Con questo romanzo scopriremo in che modo un rivoluzionario viaggio nel Tempo darà il via a un innovativo sistema di colonizzare la Luna e, forse, l'intero Universo. Partendo dalla Terra con una macchina del Tempo, è possibile arrivare sulla Luna? In queste pagine vi sarà raccontato del lato "Tempo" di questa domanda. La parte "Luna" (qui solo accennata) verrà sviluppata più corposamente nel seguito di questo libro auto-conclusivo. L'autore ha cercato a lungo qualche riferimento a opere che narrassero di un crononauta che sfrutti il viaggio nel Tempo per raggiungere il nostro satellite naturale, ma non è riuscito a trovarne alcuna. Lo scrittore Giovanni Mongini (autore, tra le varie cose, dello splendido articolo "Viaggio al centro del tempo") lo ha confortato in tal senso, perciò si vuole concedere il lusso di indicare la sua persona come colei che ha inventato per prima questo tipo di viaggio Terra-Tempo-Luna. Concedeteglielo, vi prego, almeno per un po' di… tempo.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,00 MB scaricato 451 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.