L'Uomo Aoristo
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L'Uomo Aoristo
(l'uomo aoristo)
-ἐγώ εἰμι ὁ ὤν.
-ἐγὼ εἰμί ὁ ἄνθρωπος ὁ ἀόριστος
-Ma che cazzo sta dicendo?
-Questa volta è impazzito davvero.
-Sta dicendo che lui è quel che è.
-E poi ripete che lui è l'uomo Aoristo. Non è impazzito, sta solo parlando greco antico.
-Quindi è pazzo.
-E tu come fai a capirlo, da quando conosci il greco antico?
-Io? Mai saputo. Lui ha sballato, ma non è pazzo, né scemo. Sa benissimo che nessuno può capirlo e
cosi mi ha dato un auricolare e ogni volta che parla greco antico (e ha giurato che d'ora in avanti
parlerà solo greco antico), mi traduce in cuffia ciò che dice ed io gli faccio da portavoce.
-Ha sbiellato di brutto.
-Glielo avevamo detto di stare alla larga da certe donne.
-Specialmente quelle che con noi dello Slego non c'entrano niente.
-Detto così sembra un po' classista, ma c'è del vero in quel che dici.
-Secondo me vuole diventare un supereroe cattivo che odia tutti e vuole distruggere tutto, tipo Uomo Talpa contro i Fantastici Quattro.
-Ma l'uomo Talpa è uno sfigato, se dovessi scegliere di essere un super eroe, ecco, io vorrei essere Silver Surfer, Silver Surfer è un figo...
-Zitti , zitti. Sta chiedendo qualcosa.
-κσκεών, ἀμβροζία, ὑδρόμελι
-E adesso che dice?
-Invoca Idromele, Ambrosia e Ciceone, roba da bere.
-E che cazzo è?
-Non lo so di preciso, io ho preparato mezzo bottiglione di Negroni, cedrata e chinotto. Ero anche
tentato di pisciarci dentro per dargli quel gusto di bevanda antica.
Ci trovavamo fuori dallo Slego a fine serata e non riuscivamo più a contenere il nostro amico. Era
iniziato tutto un paio di mesi prima, quando aveva conosciuto una tipa, ma si vedeva lontano un
miglio che non era una sleghiana, anche se cercava di vestirsi giusto e atteggiarsi bene. Qualche
volta veniva all'Isola e l'avevamo vista anche ad una notturna a Radio San Marino. Ma era solo una
fighetta annoiata che si rompeva a frequentare i suoi soliti giri e di andare a ballare al Paradiso e
diceva anche che il liceo classico era stata una scelta costretta dai suoi genitori. Sembrava innocua,
ma il rischio dello scontro sociale era alto. Il fatto è che noi siamo buoni e tolleranti, mentre ―loro‖
non ci avrebbero mai fatto entrare al Paradiso. Noi invece, che siamo progressisti, porte aperte a
tutti, tossici, neri, e possono entrare anche i fighetti.
-ἐν ἀρτῇ ἐποίηζεν ὁ θεὸς ηὸν οὐρανὸν καὶ ηὴν γῆν
-In principio Dio creò il cielo e la terra.
-ἡ δὲ γῆ ἦν ἀόραηος καὶ ἀκαηαζκεύαζηος καὶ ζκόηος ἐπάνω ηῆς ἀβύζζοσ καὶ πνεῦμα θεοῦ
ἐπεθέρεηο ἐπάνω ηοῦ ὕδαηος
-La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l`abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle
acque.
-Ora sta citando la Genesi.
-Gli sta prendendo la gatta triste.
-Ben gli sta!
-Glielo dicevo che doveva fare come noi che frequentiamo solo tipe semplici, senza pretese, che se
anche sbagli un congiuntivo stai tranquillo.
-E invece no! Lui la voleva frequentare la fighetta, la accompagnava a casa da scuola e le portava
quel cazzo di vocabolario di greco che pesa come un'incudine. Diceva che la madre della tipa lo
guardava male quando arrivavano.
-Ah, Ah, Ah. Avrei voluto esserci quando la vecchia gli ha guardato nello zainetto e invece dei libri
di greco e latino, gli ha trovato le lime da sgrosso e il calibro dell'officina di aggiustaggio.
-Lo ha cacciato da casa! Gli ha anche urlato che in quella casa non sarebbe mai entrato un
comunista, povero e sporco, e che sua figlia non doveva vederla mai più.
E da allora è impazzito dal dolore, si è messo a studiare greco antico, più per dispetto che per altro.
Ora parla solo in greco antico. A volte è al bar dello Slego che mugugna da solo, che lui ha una
dignità, che lui vive momento per momento, l'azione in sé e per sé, colta nel momento in cui si
svolge, senza indicazioni precise di tempo. Che lui non pensa né al passato e neppure al futuro; che
lui, solo lui, è il vero Uomo Aoristo.
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L’autore ha proposto qualcosa di originale, ma che esposto così sembra più un buon incipit che un racconto fatto e finito. Ho apprezzato l’idea, ma non l’esposizione. La serie di botta e risposta fa scivolare la lettura fino alle attese spiegazione, che però esposte così sembrano più un riassunto. Durante il dialogo non si vede nulla, questo purtroppo esclude, almeno per me, di poter empatizzare con il protagonista, quando invece la storia per come è strutturata dovrebbe puntare tutto sull’empatia. Mi è piaciuto l’idea di un protagonista che non pensi più al passato né al futuro, ma che viva il suo dolore crogiolandosi nella pazzia. Qualche refuso c’è ma poca roba.
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Questo greco che diventa prima un modo di sfogarsi e quasi di vendicarsi e poi un'ossessione, quasi pazzia.
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- Marino Maiorino
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È una storia talmente improbabile da essere vera: cosa non si farebbe per amore? E il tuo protagonista lo fa.
E merita davvero tanto. Bravo!


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Bella e leggera scrittura che smonta il linguaggio aulico e solenne del classicismo che ci riporta alla noia e alla pesantezza.
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testo originale, fuori dal giro solito, lascia inizialmente perplessi ma poi riesce a farti entrare nella situazione.
certo, una delusione amorosa difficilmente crea una problematica simile, ma non si sa mai.
un buon racconto

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-Quindi è pazzo."
E con una portentosa idea di fondo trainata dal titolo. Quell'uomo aoristo.
Per chi non conosce il greco antico l'aoristo è un modo verbale pressocché intraducibile in italiano e in qualsiasi altra lingua moderna. Perché non esprime solo un tempo, ma appunto un modo (quelli greci sono modi verbali più che tempi), sottintende una qualità dell'agire. Quindi un agire in un determinato modo. La filosofia non è nata in Grecia per caso, il linguaggio ha dato una spinta. Già il latino ha dei tempi verbali, non dei modi, che indicano esclusivamente la temporalità dell'azione. Le lingue moderne, non ne parliamo.
Dunque l'idea dell'uomo aoristo, un uomo che rinuncia non solo alla modernità, ma si dà all'aoristo, a un tempo indefinito, a un modo della vita, e quindi prova ad attribuire valore a ciò che è e vede, è un'idea strepitosa. Ma purtroppo alla premessa non sono seguiti i fatti. A partire proprio da quella citazione del Genesi iniziale, che mi ha fatto storcere il naso. Perché Genesi e quel greco ormai corrotto che è già da un pezzo la lingua franca dell'Oriente dell'Impero? Perché la traduzione della Torah aramaica nella versione greca dei Settanta? E perché quel verbo essere, proprio lui l'unico a rifiutare l'aoristo? Sono colui che sono stato. Tra l'altro la versione greca stravolge il significato originario ebraico. Ma questa è un'altra storia.
Il testo poi scivola nell'umorismo. Insomma, mi è sembrata un'occasione mancata e non è detto che non te la rubi tanto mi è piaciuta. Pure se parlare in greco è una faticaccia.
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Re: L'Uomo Aoristo
Nei panni di un ventenne operaio non potevo spingermi oltre.
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Idea molto creativa, ma allo sviluppo sembra manchi qualcosa - per quanto, l'incudine me la ricordo eccome. Per venire incontro alle esigenze di chi il greco antico non l'avesse studiato (o - eccomi - non lo ricordasse più), dopo la prima frase potevi far intendere il resto direttamente attraverso il traduttore. Poi ci voleva qualcosa che spiegasse (ma ci si riesce?) questa cosa dell'aoristo che non è un tempo come gli altri, ma è stato inventato apposta per poter infliggere pene multidisciplinari (e più severe) agli studenti del liceo classico.
Immagino che il modo sgrammaticato di parlare dei tre amici sia voluto: in fondo, sono l'antitesi dei classicisti, no?
A me piace abbastanza: 3 su 5.
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Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti









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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie









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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini,
Enrico Teodorani,
Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel,
Francesca Paolucci,
Gabriella Pison,
Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti,
Ida Dainese,
Laura Usai,
Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano,
Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri,
Silvia Ovis,
Umberto Pasqui,
Francesco Zanni Bertelli.
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