Tortine e frittelle
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Tortine e frittelle
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Il racconto è realistico con vicende e personaggi ben caratterizzati, pertanto agevole da commentare. Complimenti per la scrittura, sempre accurata, precisa, e piacevole da leggere.
Forse manca un po' di "vigore" nel testo, ma la sua pacatezza/tranquillità non lo penalizza affatto e potrebbe essere addirittura un suo punto di forza. A me, infatti, è piaciuto molto.
Auguri di buone cose, Marcolli
Antonio
Voto 4/5
A rileggerci…
Re: Tortine e frittelle
"Il Dottore si lascia trascinare nel vortice di una gioia inattesa, e non lesina sorrisi e strette di mano vigorose. Tutti gli fanno gli auguri, e c'è chi addirittura elogia la sua badante."
È scritto in III pers. rispetto al resto che è in I pers. Non è un errore ma cambia il punto di vista narrativo.
Ma può essere che Aisha parli di se stessa in III pers.
Solo un rilievo, ciao
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Re: Commento
Caro Giampiero,Giampiero ha scritto: 30/04/2024, 23:43 Ti evidenzio che "Il dolore di abbandonare la propria famiglia, e partire verso l'ignoto" non può costituire un "ostacolo duro da superare", semmai è una tragedia ... eccetera eccetera ...
diceva mio nonno: "El mond l'è bel perchè l'è varià", e aveva proprio ragione.
La voce narrante è quella di un'africana arrivata in Italia da solo un anno che si deve far aiutare per riuscire a esprimere qualche concetto in italiano.
Cosa pretendevi?
Un trattato di sociologia?
Giusto o sbagliato, mi sono limitato a farle dire qualche sua semplice impressione immediata, così come è apparsa a lei la realtà in questi pochi mesi.
Sono d'accordo che servirebbe "ben altro", ma di "benaltrismo" sono piene le fosse.
Re: Tortine e frittelle
Vedi, se tu utilizzi il punto di vista del personaggio, sei il personaggio, stai utilizzando i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue conoscenze eccetera. Questo purtroppo dal racconto non emerge, secondo me. Discorso diverso sarebbe stato se il personaggio sarebbe stato filtrato dal narrante, allora il racconto l’avrei capito e non ci sarebbe stata alcuna critica, in quanto l’avrei capito il tuo intento. Quindi alla base c’è questo equivoco che ho deciso di volerti chiarire. Ma puoi benissimo pensarla come vuoi.
Re: Tortine e frittelle
"Il racconto è realistico con vicende e personaggi ben caratterizzati (per un testo di sole 7400 batt.), pertanto agevole da commentare. Complimenti per la scrittura, sempre accurata, precisa, e piacevole da leggere.
Forse manca un po' di "vigore" nel testo, ma la sua pacatezza/tranquillità non lo penalizza affatto e potrebbe essere addirittura un suo punto di forza. A me, infatti, è piaciuto molto."
EC: in riferimento alle battute, era sottinteso il concetto.
Se leggo che io scrivo commenti "ad capocchiam" pure ci resto male.
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In più mi hai fatto venir giù una lacrimuccia. Bravo, bravo, bravo. Un testo che merita il voto più alto.
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Un messaggio di ottimismo e un suggerimento che possa esistere anche l'incontro tra culture e tradizioni diverse, e non necessariamente lo scontro, come invece troppi paventano, o auspicano.
Un solo appunto: Ferrero è un cognome tipicamente piemontese
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Racconto che regala un po' di serenità ad una situazione che di serenità ne regala poca. Si legge con leggerezza perché scritto con semplice linearità descrittiva che conduce al finale senza difficoltà.
Mi è piaciuto e questo mi basta!
Jacopo
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e ovviamente congratulazioni per il bellissimo testo. Che dire? Perfetto, a parte un semplice "ma".
Sono finalmente riuscito a mettere a fuoco qualcosa che nel tuo scrivere mi ha sempre messo a disagio, ed è la mancanza di spazio per il lettore.
Ciò che scrivi è preciso al millimetro, niente è fuori posto, e tutto è descritto nel modo giusto, nei tempi giusti.
"Il mio nome è Aisha", esordisci, e da lì c'è tutta una serie di precisazioni sulla cugina Binah, che è sposata con un locale, ecc.
A modo, Aisha, dice e non dice, creando un gioco di "scambi di cortesie" che sappiamo cosa sottintendono.
In un solo anno riesce a portare il suo modo di essere nella quotidianità del varesotto, immaginiamo cosa sarà con un po' più di tempo... sembri sperare. Da meridionale, so che durerà poco. Da emigrante, so che chi non si troverà bene andrà altrove.
È un bel messaggio, il tuo, ma privo proprio di quella scintilla che sembra invocare. Il punto è che non puoi riprodurlo perché non è in te (come non è in me, o sarei ben altro).
Quella scintilla è passione, alla quale bisogna sapersi abbandonare, bisogna che ci prenda per mano, ma la tua scrittura dice che tu vuoi tenerla al guinzaglio: buona, ordinata, nei modi "giusti".
Vedi, anche i tuoi amarcord degli anni '60 sono di un divertimento tutto sommato "modaiolo": si faceva, perché si faceva così, perché bisognava cercare qualcosa da fare. Ho sempre dubitato dei racconti di quegli anni "selvaggi" (in un'Italia ancora bigotta, e quando il più trasgressivo degli scapestrati avrebbe dovuto sposare obtorto collo la fanciulla con la quale avesse realizzato una "fuitina").
Né la mia è una critica ai tuoi anni: anche i miei... Meglio che mi taccio!
Il mio è piuttosto un invito a trovare quella passione che manca, e che con la sua mancanza non viene più trasmessa alle nuove generazioni. Questo, e non la formale perfezione dovremmo proporre, se scrivere è ancora una forma d'arte (nel nostro caso, di trastullo, e pure così, è emozionale).
Con sincero apprezzamento, a rileggerti presto.
Racconti alla Luce della Luna
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non è la prima volta che tocchi un argomento come questo, lo hai fatto bene anche stavolta.
Spesso ho letto dei tuoi racconti sulle periferie del nord, questo però è diverso perché tratta l'integrazione.
Hai scritto mettendo molta tenerezza nelle parole e negli atteggiamenti della protagonista.
Il testo mi è piaciuto, io ho sempre lavorato con gli stranieri fino ad arrivare al punto di non considerarli tali, solo "teste di cazzo" o gente a posto, secondo come uno si comporta.
Per come scrivi sembri più una persona che è abituata ad aiutare.
Voto 5
La Gara 5 - A modo mio
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La Gara 16 - Cinque personaggi in cerca di storie
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Masquerade
antologia AA.VV. di opere ispirate alla maschera nella sua valenza storica, simbolica e psicologica
A cura di Roberto Virdo' e Annamaria Ricco.
Contiene opere di: Silvia Saullo, Sandro Ferraro, Luca Cenni, Gabriele Pagani, Paolo Durando, Eliana Farotto, Marina Lolli, Nicolandrea Riccio, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Laura Traverso, Nuovoautore, Ida Daneri, Mario Malgieri, Paola Tassinari, Remo Badoer, Maria Cristina Tacchini, Alex Montrasio, Monica Galli, Namio Intile, Franco Giori.
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BiciAutori - racconti in bicicletta
Trentun paia di gambe hanno pedalato con la loro fantasia per guidarci nel puro piacere di sedersi su una bicicletta ed essere spensierati, felici e amanti della Natura.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina e logo di Diego Capani.
Contiene opere di: Alessandro Domenici, Angelo Manarola, Bruno Elpis, Cataldo Balducci, Concita Imperatrice, Cristina Cornelio, Cristoforo De Vivo, Eliseo Palumbo, Enrico Teodorani, Ettore Capitani, Francesco Paolo Catanzaro, Germana Meli (gemadame), Giovanni Bettini, Giuseppe Virnicchi, Graziano Zambarda, Iunio Marcello Clementi, Lodovico Ferrari, Lorenzo Dalle Ave, Lorenzo Pompeo, Patrizia Benetti, Raffaella Ferrari, Rebecca Gamucci, Rosario Di Donato, Salvatore Stefanelli, Sara Gambazza, Sandra Ludovici, Sonia Piras, Stefano Corazzini, Umberto Pasqui, Valerio Franchina, Vivì.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.