Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Recentemente, infatti, mi è capitato di imbattermi in pagine social a tema letterario in cui venivano proposti contenuti volti a ironizzare su alcune opere dello scrittore (ad esempio il celeberrimo “Siddharta” e “Il lupo della steppa”), considerate infantili, puerili o semplici letture “adolescenziali”, nonché a schernire coloro i quali avessero qualche simpatia per lo scrittore in questione, come a voler considerare tali lettori come “di serie B”.
Mentre da una specifica classe di ‘pubblico’, mi riferisco alle persone di una certa età, me lo posso aspettare, dal momento che a causa della diffusione delle opere dello scrittore in certi contesti socio-culturali degli anni Sessanta e Settanta si sono forse creati pregiudizi sull’effettiva validità delle opere (sia chiaro, questa classe di lettori non è comunque giustificata, sempre lettori superficiali rimangono), trovo invece oltre che superficiale anche quasi inspiegabile lo sguardo dall’alto al basso che certi content-creators giovanissimi adottano nei confronti di una figura del suo calibro.
Da amante della letteratura tedesca e da amante delle opere di Hesse vi domando, non siamo forse in questo caso di fronte a un chiaro caso di ‘presunto intellettualismo snob’ che qualifica più chi se ne fa promotore rispetto all’autore stesso?
Vostri pareri sulla questione e su Hesse sono ben accetti!
Buona giornata a tutti!
Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
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Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Ogni lettura ha la sua età, non esiste una lettura universale, che va bene per ogni tempo e per ogni stagione.
Io ne faccio una questione soprattutto di tempo personale, perché si cresce intellettualmente, si invecchia, e il mondo appare in una prospettiva diversa rispetto al mondo della gioventù.
IL difetto di Hesse, se devo usare un termine forse inappropriato, era quello di essere di moda tra la gioventù nei Sessanta e Settanta, per il suo rapporto con la percezione indotta dall'uso di sostanze allucinogene, tema che affronta ne Il lupo della steppa, mi pare di ricordare. Ma quello che allora era un Must oggi è un Minus nella considerazione generale.
Leggere la Recherche di Proust a vent'anni è del tutto inutile, una perdita di tempo, ma a cinquant'anni o sessanta, ti cambia la vita.
Quanto al Nobel. Francamente vincerlo non mi dice molto. Trovo che l'Accademia svedese abbia uno strabismo terribile, non solo per i premi per la letteratura (basta consultare l'elenco dei vincitori), ma soprattutto per quelli scientifici. Non farei troppo affidamento su quello per giudicare un autore.
Credo che sia il tempo il giudice più affidabile, ma neanche quello, ahimè, è un giudice sempre affidabile.
La maggior parte della grande letteratura è destinata a non essere conosciuta o all'oblio.
Riprenderò in mano Il lupo della steppa e ti dirò.
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Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
La risposta alla tua domanda è nella citazione della tua stessa domanda
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Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Andr60, hai ragione quando affermi che leggere in lingua è tutt’altra cosa e che un testo tradotto non renderà mai quanto l’originale. Tuttavia, mentre nel caso della poesia secondo me si perde veramente una parte ultra-considerevole dell’opera, per cui la lettura originale appare indispensabile, magari sostituibile solamente da una traduzione poetica che a quel punto si configurerebbe come un’opera artistica condivisa fra autore e traduttore, per quanto riguarda i romanzi la cosa è diversa. È vero che siamo di fronte pur sempre a un’opera artistica, ma la prosa tollera molto di più rispetto alla poesia la traduzione, pur fermi restando i limiti che evidenzi giustamente tu. Comunque sia, lo stile di scrittura si riconosce sempre, e soprattutto i contenuti dell’opera emergono. Io non ho letto moltissimo di Hesse, lo confesso. Ma anche nelle sue opere “minori”, come ad esempio Demian, ho scorto concetti assolutamente originali, profondissimi e di una poeticità disarmante. Vederlo denigrato così per la sua semplicità criptica, come mi piacerebbe definirla, mi ha fatto riflettere.
Namio, il tuo commento è molto dettagliato. Mi limito a dire che su alcune cose sono d’accordo, su altre un po’ meno (anche a vent’anni la recherche può avere il suo fascino, dipende chi è il lettore, e sopratutto può dire cose diverse rispetto a qualcuno che la legge più in là con gli anni. Parlo per esperienza personale…). Hesse andava di moda nei Sessanta e Settanta ma la lettura superficiale che se ne faceva non lo rende un autore superficiale, anzi, si rivela leggibile su una pluralità di livelli. Più che altro qualifica chi ne dava la superficiale interpretazione… Per quanto riguarda i premi Nobel, hai ragione, ma accanto a personalità discutibili cui è stato assegnato vi sono anche grandissimi autori, e per me Hesse è a pieno titolo tra essi.
Massimo, la risposta è in quella frase nel senso che per te è semplicemente ironia o nel senso che va dato loro poco peso?
Eleonora, concordo pienamente con le tue parole. Il giuoco è un libro particolare, me ne rendo conto…
Grazie a tutti per i contributi, chiunque voglia può proseguire la discussione o inserirsi in essa se ancora non l’ha fatto.
Buonanotte, un saluto a tutti!
- Massimo Baglione
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Re: Hermann Hesse autore adolescenziale: follia collettiva?
Be', vedi tu: pagine social a tema letterario in cui venivano proposti contenuti volti a ironizzare...
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