Il giocattolo per bambini

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2024/2025.

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Vittorio Felugo
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Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Dicembre, mese magico per bambini (e non solo): il mese delle feste di Natale, dei dolci e soprattutto dei regali.
Garfield Logan, per gli amici B.B., arrivò a casa dalle lezioni pomeridiane, e trovò Doris alle prese con una scatola colorata.
"Oh, scusa! Giuro che non ho visto niente!"
"Ma no, sciocchino: questo non è per te. È un regalo per il piccolo Steve."
"Ah. In effetti mi sembrava un gioco per bambini piccoli. Cos'è?"
"Uno di quei giochi con la pallina che va su e giù, per un percorso fatto di salite, discese, ponticelli, ruote… Un divertimento educativo, così mi ha detto il negoziante."
"Sembra perfetto… Ma che fai, lo apri?"
"Certo, è da montare. E sai che ai bambini piace giocarci subito: farà più bella figura se lo riceve già pronto, no?"
B.B. avrebbe avuto da obbiettare, ma sapeva che alla sua tutrice era difficile far cambiare idea, quando si metteva in testa una cosa, e non disse niente.
"Dunque, vediamo un po'… Le istruzioni… Non dev'essere complicato, è pensato per bambini da tre anni in su." Doris ci si mise d'impegno ma il risultato non somigliava all'immagine sulla scatola.
"Devo aver sbagliato qualcosa… "
B.B. le andò in soccorso: "Lascia, faccio io."
Il ragazzo armeggiò per qualche minuto, e montò il tutto. Doris sorrise, ma lui non era affatto soddisfatto: "Non va bene, la pallina a un certo punto si ferma. Devo aver letto male le istruzioni."
Anche il secondo tentativo andò a vuoto. Doris disse: "È meglio ricominciare da capo."
Il lavoro di squadra non fu efficace: il gioco non era assemblato a dovere.
"Io preparo la cena, divertiti tu!" disse la donna, lasciando il suo pupillo a trafficare con i pezzi del balocco.
Ma quando venne l'ora di cenare, la soluzione del rebus era ancora in alto mare.
"Ci riproverò domani, ora sono stanco!" disse B.B.
I due consumarono la cena, chiacchierarono e guardarono un film insieme. Ma, al momento di coricarsi, entrambi avvertirono una specie di tarlo nella testa: possibile che non riuscissero a montare un gioco per bambini? Ci si misero di nuovo, promettendo di restarci un quarto d'ora massimo. Ne trascorsero due, e andarono nei rispettivi letti dopo mezzanotte, distrutti e insoddisfatti.
Al mattino successivo, con gli impegni di lavoro per Doris, e la scuola per B.B., non ci fu tempo per pensare al giocattolo. Ma quando il ragazzo rientrò, fece un altro tentativo. E un altro fiasco.
Provò a guardare in rete, se, per caso, c'era un tutorial. Figuriamoci! Un video per spiegare come si monta un giocattolo per bambini? Al massimo, si trovavano foto dello stesso gioco, sì, ma ovviamente già montato e funzionante.
B.B. rinunciò, arrabbiato, e Doris, rientrata a casa alla sera, cercò di tranquillizzarlo:
"Lascia perdere. Sai che ho pensato? Chiediamo a Reese! Lui possiede una fabbrica di giocattoli, avrà ale sue dipendenze esperti in queste cose, no?"
"Davvero vuoi far sapere al nostro amico che hai acquistato un giocattolo di una ditta concorrente?"
"Ah, lo fa un'altra azienda? Non ci avevo fatto caso." rispose con candore la donna.
B.B. ritentò dopo cena: da ragazzo sveglio e puntiglioso, non voleva arrendersi. Ma quel maledetto gioco proprio non riusciva a montarlo correttamente. Ci rimuginò tra le lenzuola, prima di addormentarsi: chiedere a qualche suo compagno di classe? Lo avrebbero preso in giro, di sicuro. Ci voleva qualcuno più intelligente, tutto qui. E gli venne l'idea. Si ricordava una frase letta in un romanzo giallo di cui non rammentava il titolo: "Schiacciare una noce con una pressa meccanica è uno spreco di energia, ma la noce si rompe senz'altro."
Optò quindi per una risoluzione estrema, e il giorno seguente, con le lezioni che finivano prima, B.B. prese l'autobus e si recò alla Palmer BioTech, dove lavorava Doris (ma all'insaputa della donna).
Vinse la vergogna e si rivolse direttamente al Dottor Palmer in persona, il celebre scienziato/inventore. Il luminare, che voleva bene a B.B., rimase alquanto perplesso dalla bizzarra richiesta, ma, in nome dell'amicizia che lo legava a Doris, trovò il tempo per dedicarsi al gioco.
"Ecco fatto!" esclamò, dopo appena cinque minuti di lavoro.
B.B. non sembrava convinto: "Ma… Dottor Palmer, sono avanzati dei pezzi."
"Come? Fa vedere!" Lo scienziato ricontrollò le istruzioni, riguardò la figura sulla scatola e ricominciò da capo: ora tutti i pezzi erano a posto, ma la pallina non scorreva.
"Che strano! Eppure… " In quel mentre entrò un altro dottore in camice bianco, che B.B. conosceva bene. "
"Dottor Palmer, avrei bisogno… Oh, ciao B.B.: come mai qui?"
"Ci sarebbe questo gioco… - rispose Palmer - So che è stupido, ma non riesco a montarlo, Wolly."
"Vi manca la pratica, da bambino andavo matto per queste trappole. Fatemi dare un'occhiata… Ah, ho già visto l'errore! Meglio smontare tutto e rimontarlo daccapo."
"Dottor Wollowitz - obbiettò B.B. - forse sarebbe meglio leggere le istruzioni… "
"Ragazzo – rispose l'altro, con tono saccente – ho due lauree e altrettanti dottorati: secondo te ho bisogno di istruzioni?"
Evidentemente sì, perchè il risultato fu alquanto scadente. I due scienziati ci rimisero mano, senza cavare un ragno dal buco. Sopraggiunse poi la dottoressa Ferman: B.B. conosceva anche lei, e gli stava molto… simpatica, perchè era una bellissima donna, alta, snella, con una lunga coda di cavallo castana e due occhialini che, secondo il teen-ager, la rendevano molto sexy.
"Che succede? Ciao, B.B.! Un progetto scolastico?"
"Magari, dottoressa: un giocattolo per bambini… " rispose vergognandosi il ragazzo.
"Non capisco dove sbagliamo… " si lamentò il dottor Wollowitz.
La Ferman scrollò la testa: "Uomini… Buoni solo a complicare le cose più semplici. Ci penso io! Ci vuole un tocco femminile."
Neanche il tocco femminile servì. Anzi, la bella dottoressa si innervosì più dei suoi colleghi, e fece un sacco di smorfie che la resero molto meno carina agli occhi di B.B.
Fu poi il turno del dottor Haber, un uomo sulla sessantina, dai capelli completamente bianchi. Ci provò anche lui, con metodo e dedizione, ma fallì come gli altri.
B.B. cerò di riprendersi il gioco, scusandosi: "Va bene lo stesso, professori; scusate se vi ho disturbato… "
"Eh, no! Alla Palmer BioTech non ci si arrende così. Chiamate il dottor Frantisek!" ordinò il dottor Wollowitz.
Poco dopo un tipo magrolino e brufoloso, con gli occhiali spessi, fece capolino nella stanza: "So che mi avete chiamato… Qualcosa non va?" domandò con tono preoccupato.
"No, Harry. Vieni qui e risolvi questo rompicapo!" disse il dottor Palmer.
"È… un test?" chiese Frantisek, con voce tremolante.
"Una specie… Forza! - lo esortò Wollowitz, sussurrando poi a B.B. - Non farti ingannare dall'aspetto, quel giovanotto è una delle menti più brillanti, neolaureato al M.I.T.!"
Il dottorino si mise all'opera: lesse più d'una volta le istruzioni, esaminò con cura i pezzi uno a uno, e, con disarmante lentezza, procedette all'assemblaggio. Il risultato fu appena migliore di quello dei colleghi, ma la pallina non completava comunque il percorso.
Frantisek fece un'espressione contrita, mentre il dottor Wollowitz lo rimproverò: "Se non è capace, lo dica, invece di farci perdere tempo!"
"Ma veramente… mi avete chiamato voi… " I luminari già lo stavano ignorando, e contrariamente a ciò che succede di solito, dai fatti si passò alle parole. Anzi, ai paroloni.
"Esimi colleghi – esordì Haber, scarabocchiando su una lavagna – il nostro approccio è scientificamente sbagliato. Prima dobbiamo formulare una teoria, provarla e solo dopo procedere materialmente."
B.B. lo vide scrivere complicate equazioni, e gli venne spontaneo domandare: "Scusi, professore, ma che c'entrano le formule?"
"Ah, caro il mio giovanotto, la matematica è in grado di spiegare tutto!"
"Ma per favore – sbottò la dottoressa Ferman – lei è fermo all'età della pietra, anzi, della lavagna e del gesso. Dobbiamo fare una simulazione al computer!"
"Le ricordo, dottoressa – replicò offeso il dottor Haber – che io insegnavo già all'università quando lei era ancora all'asilo!"
"Appunto: non sarebbe ora di andare in pensione?" ribattè acida la donna.
"Ehm… " provò a farsi sentire B.B., senza successo.
"Signori, non trascendiamo – intervenne il dottor Palmer – analizziamo il problema tenendo conto di tutte le variabili."
"Giusto! – disse Wollowitz – Posto X il giocattolo smontato, e Y il giocattolo montato, e volendo assegnare ai vari pezzi un valore numerico… "
"Perchè non lettere dell'alfabeto?" lo interruppe la Ferman.
"Non dimentichiamoci della terza incognita: l'assemblaggio… " aggiunse timidamente il dottor Frantisek.
I toni della discussione, ormai totalmente astratta e accademica, si erano fatti accesi, e il povero B.B. aveva le mani nei capelli. Una voce femminile, però, stroncò la cagnara che si stava levando:
"Ma insomma, dove siete spariti, tutti? - gridò Doris - B.B., che ci fai qui?" Poi vide il giocattolo sul tavolo e sgranò gli occhi da dietro gli occhiali.
"Ehm… ci stavamo consultando a tal proposito… "
"Dottor Palmer, la attendono al laboratorio 4! E voi altri? Non avete niente di meglio da fare?"
Gli scienziati, mortificati e imbarazzati, non osarono replicare, e tornarono alle loro mansioni.
Doris li guardò con aria di rimprovero, poi si concentrò sul suo pupillo.
"B.B., ma che ti è saltato in mente? Disturbare i miei colleghi… "
"Scusa, Doris, ho fatto una sciocchezza. Credevo fosse una cosa semplice, e invece ho scatenato un macello… "
"Se conoscessi gli scienziati come li conosco io, ti stupiresti che non siano venuti alle mani."
"Volevo farti una sorpresa. Comunque non mi sarei preso il merito, te lo assicuro."
Doris abbracciò il ragazzo: "So che hai agito con le migliori intenzioni, ma non è il caso di impazzire dietro a quel gioco. Comprerò un altro regalo per Steve. Ora, porta via la scatola con i pezzi, prima che a qualcuno venga in mente di riprovarci!"
Il giorno dopo, Doris comperò come regalo una simpatica mini-fattoria (già montata!) con tanti animaletti gommosi dentro: sarebbe stato quello il dono natalizio per il bambino.
B.B., però, pur rinunciando a rimetterci mano, non mollò del tuto, e inviò una risentita mail di protesta al servizio clienti della casa produttrice dell'infernale giocattolo. Dopo tutto la sua amica ci aveva speso dei soldi! Non si aspettava risposta, ma sentì il dovere di farlo.
Accadde però, che, nella confusione di pacchi e pacchetti da spedire agli amici, per errore, oltre alla fattoria, fu inviato al pupo anche quel maledetto gioco.
Doris e B.B. se ne accorsero la sera del 25, quando ricevettero un entusiasta messaggio da parte dei genitori del piccolo: "Grazie per i due bellissimi regali. Soprattutto il gioco della pallina."
"Come, l'hai spedito?" si stupì il ragazzo.
"Ma chi se lo ricorda? Con tutti quei regali, quel caos… "
"Steve lo adora (continuava il messaggio), l'ha voluto montare tutto da solo, e ci gioca in continuazione!"
Seguiva breve video del piccolo alle prese col giocattolo, costruito a regola d'arte.
"Ma pensa! Quel marmocchio è riuscito dove hanno fallito pure gli scienziati!" disse B.B.
"Forse perchè era proprio pensato per un bambino… Meglio così. Contava che ci si divertisse, no?"
"Sì, Doris, però che figura ci ho fatto io, a inviare quella mail di protesta? Però, magari, non la leggeranno nemmeno.
E invece, a fine gennaio, arrivò la risposta, che recitava così:
"Egregio signor Logan, ci dispiace che non abbia apprezzato uno dei nostri prodotti. La ringraziamo per la segnalazione: osservando le foto da Lei inviateci, abbiamo in effetti riscontrato che nella Sua confezione non sono stati inclusi alcuni pezzi necessari al funzionamento del giocattolo. La invitiamo a fornirci il Suo indirizzo, per recapitarLe, senza alcun esborso da parte Sua, una nuova confezione.
Cordiali saluti,
Karl Mettern, responsabile servizio clienti Krank Toys Inc."
B.B. ci restò di sasso, poi pensò: "Di certo, questo non lo diremo agli scienziati della Palmer BioTech!"
Roberto Di Lauro
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Commento: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

Davvero un bel racconto. Divertente e spassoso.
La parte in cui dici che gli scienziati sarebbero venuti alle mani è "esilarante". Io gli scienziati li vedo solo in tv e mi sembrano freddi e distaccati, ma in un racconto ci sta tutto e il contrario di tutto.
Voto 5.
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ciao Vittorio Felugo,

Il tuo racconto affronta un tema "leggero": il montaggio di un giocattolo regalato a un bambino nel giorno di Natale. La pista con la pallina funge da filo conduttore che unisce tutti i protagonisti "incapaci di farlo" nella storia. Il climax si raggiunge quando, nonostante gli adulti e i "super cervelloni" abbiano fallito, è proprio il destinatario del regalo, considerato il meno adatto per via della sua giovane età, a riuscirci con sorprendente facilità. I bambini, pur privi di esperienza, possiedono entusiasmo, fantasia, pazienza e una capacità di osservazione priva di pregiudizi, che li avvantaggia rispetto agli adulti. Questo è il motivo per cui ci riesce! In generale, il tuo e un racconto dal tema "leggero e simpatico" e piacevole da leggere, e, dato il periodo natalizio, anche molto attuale.

Complimenti, Vittorio, e Buon Natale a te e ai tuoi cari,

Antonio

Voto: 4/5
Vittorio Felugo
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Grazie dei voti e dei commenti. In effetti avevo preparato un altro racconto ma era troppo "crudo", visto il periodo, e ne ho scritto uno più appropriato. Ricambio gli auguri! Buon Natale e buone feste!
Vittorio Felugo
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Grazie. Io non conosco di persona alcuno scienziato, ma credo proprio che le loro discussioni non siano sempre pacate ed equilibrate… Come quelle tra colleghi di qualunque professione!
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Vittorio,
gradevole racconto: l'unica persona in grado di montare il gioco è l'inteso destinatario, un po' come Ulisse fu l'unico in grado di incoccare l'arco col quale fece strage dei Proci. Per me la morale del racconto è questa, ma ho l'impressione che tu abbia un approccio meno diretto alla cosa.
Il linguaggio e l'ambientazione rendono poco morbido l'atterraggio nel tuo racconto, per il lettore: Garfield è un ragazzo e trova a casa Doris, non la mamma, ma la "tutrice", come in un collegio, relazione che viene spiegata diverse linee più giù e che non chiarisce comunque il rapporto tra i due. Nel momento in cui tra i due il dialogo è già stato improntato all'estraneità (non va oltre un "tu" di frequentazione), le complicazioni sono appena iniziate: i due consumano la cena insieme (e i genitori di B.B.? A proposito, che vuol dire "B.B."?) e dormono nella stessa casa, ma Doris lavora alla Palmer BioTech (ma non era la tutrice di B.B.?)
Insomma, chi è cosa?
L'intermezzo "scienziatico" è divertente, e in effetti le dinamiche sociali lì sono appena caricaturate, ma abbastanza veritiere: uno scienziato è davvero un bambino che continua a giocare con altri "giocattoli", quelli che l'hanno appassionato da piccolo (anche la matematica), e si porta dietro esattamente gli stessi difetti che aveva da piccolo: orgoglio smodato, timore, vergogna, aggressività (alle volte) quando non è in grado di verbalizzare i propri malesseri o contrarietà...
In coda del racconto, Doris diventa l'"amica" di B.B., figura che quadra meglio col tipo di dialogo che abbiamo seguito tra i due, sebbene non ancora perfettamente. La lettera della Krank sembra indicare che un piccolo miracolo di Natale è effettivamente accaduto.
L'idea mi piace. Spero che non ti sembrino fuori luogo le note qui espresse, e magari correggerai delle mie disattenzioni. Resto fedele al mio primo commento: solo Ulisse... :)
A presto!
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Grazie del commento! Da critico attento e perspicace hai notato che questi personaggi hanno un "vissuto" un po' complicato che non emerge dal contesto, e, per ragioni di spazio, non ho spiegato. Questo perchè sono protagonisti di racconti già scritti che pubblicherò più avanti, e qualche precisazione è doverosa. Questa mini-storia vede per attori diversi supereroi, ma nelle loro vesti quotidiane, senza costumi e superpoteri, che, del resto, sarebbero inutili con l'infernale giocattolo. Garfield Logan è B.B., ossia Beast Boy, il ragazzo in grado di trasformarsi in qualunque animale (vertebrato) desideri, mentre la scienziata Doris Zeul è Giganta, la donna in grado di aumentare le proprie dimensioni, grazie a un apparecchio inventato dal Dottor Ray Palmer, alias Atomo, il quale usa la sua scienza per rimpicciolire (o anche ingrandirsi). Doris e B.B. hanno occasione di conoscersi mentre lavorano come "fenomeni da baraccone" per uno spettacolo itinerante, si affezionano, e la donna decide di prendere in affidamento il giovane, orfano e con un unico zio che di lui non si interessa. La dottoressa Zeul è dunque tutrice, amica e mamma/sorella per l'adolescente. Ma l'ho (ri)creata un po' svampita, seppur geniale, e la sua perenne ricerca dell'anima gemella la farà finire nei guai, guai da cui sarà proprio il piccolo B.B. a doverla tirare fuori… E basta, perchè sto anticipando troppo! Tornando al racconto, non ho pensato a Ulisse, ma a quanto i bambini, con la loro genuinità e la loro "mente sgombra" siano a volte in grado di risolvere i problemi meglio degli adulti.
P.S.: anche il bimbo Steve è figlio di due supereoi, un celebre multimiliardario e una (ex) ladra… E anche questo verrà spiegato in futuro!
Grazie delle belle parole, e scusa per la risposta troppo lunga.
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Messaggio da leggere da Ararara »

io mi sono divertita a leggere questo racconto, perché ho insegnato 40 anni nelle scuole elementari constatando quanto i bambini fossero più svegli dei genitori, quanto gli ispettori rompessero le p… e complicando le cose !
Nella vita di tutti i giorni succede lo stesso: la gente si ricostruisce quotidianamente le p… e che le vengono rotte!
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Marino Maiorino
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Mi piacciono, le risposte lunghe: stanno a un racconto come la vita a un sorriso. Del sorriso vedi un istante, ma che c'è dietro?
Beastie Boy... Il Teen Titan? 😂 Ora tutto assume più senso.
Allora aspetto le altre puntate!
A presto!
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Grazie, sono contento che il racconto ti sia piaciuto. È in effetti dedicato ai bambini, e quella loro ingenuità (inteso come pregio) che li rende molto più ricettivi e furbi degli adulti.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Il testo, per me, contiene tutto: climax, bella scrittura, divertimento, ironia, aspetti da cogliere, non detto, fa riflettere, è adatto all'atmosfera che ci sta intorno e, soprattutto, a me è piaciuto molto. Non conosco quasi niente di super eroi e poco so di bambini - pur avendo due figlie e una nipote - ma mi ci voleva questa storia, tanto piacevole e sentita! Voto massimo, 5.
Vittorio Felugo
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Re: Il giocattolo per bambini

Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Grazie del bel commento, sono contento che ti sia piaciuto.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ciao, Vittorio. Il testo è scritto con un ottimo italiano, non ho notato errori formali a parte qui: "d'impegno ma il risultato" dove manca la virgola prima di ma.
Quindi bravo.
Quanto alla sostanza, il tema credo sia centrato nel tentativo di mettere in risalto le capacità dei bambini, o anche degli adolescenti, rispetto a quelle degli adulti. Il piccolo Steve risolve il rompicapo laddove decine di adulti falliscono. Il messaggio implicito è che i piccoli sono migliori dei grandi. È un tema ricorrente quello dei ragazzi migliori degli adulti in molto cinema e in molta letteratura contemporanea. Ed è un'immagine metaforica che individua negli adulti coloro che hanno sbagliato e nei ragazzi la soluzione al problema, il mondo cattivo e corrotto degli adulti contro quello limpido e fatato dei piccoli. Naturalmente non funziona in questo modo, ma questo divide et impera generazionale mi pare che stia dando buoni frutti, basta farsi un giro per strada.
Dunque il tema potrebbe essere importante, Vittorio anche se è trattato in modo leggero e questo è un racconto leggero e venato da un sottile umorismo. Però, ecco, credo che l'elemento portante sia quello.
Un buon racconto, a rileggerti.
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie

(inverno 2023-2024, 23 pagine, 628,59 KB)

Autori partecipanti: nwDomenico Gigante, nwPiramide, nwLaura Traverso, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, nwTerradipoeti, nwMacrelli Piero, Raffaella villaschi, nwJacopo Serafinelli, nwAthosg, nwLetylety,
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 14 - Storie di Storia

La Gara 14 - Storie di Storia

(giugno 2010, 68 pagine, 1,17 MB)

Autori partecipanti: VecchiaZiaPatty, Hellies, nwMagasulla, Jane90, Muirne, nwLudo78, Gigliola, nwEnzo Milano, nwArianna, Robbstark85, nwManuela, nwTitty Terzano, Tetsu, nwGloria, nwArditoeufemismo, nwMichele, nwPamelas, nwStefy71, nwBludoor, nwVit, nwMastronxo, nwGiacomo mass, Barbara g,
A cura di Ser Stefano.
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