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Indice:
E
Nunzio Campanelli
Giuseppe Gianpaolo
Macrelli Piero
Laura Traverso
Ovis Silvia
Teseo Tesei
Raffaella villaschi
Alessandro Mazzi
Letylety
Emma Faccin
Mauro Conti
Chiara13
Roberto Di Lauro
Piumone
Jacopo Serafinelli
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presenta


Giulia


e le altre poesie


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ebook del GrandPrix poetico stagionale d'autunno 2023


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Ebook del GrandPrix poetico stagionale d'autunno 2023


A cura di Massimo Baglione.


illustrazione di copertina: la Sirenetta di Copenaghen - foto di Fernandoo su www.minube.it


Nota: le opere qui pubblicate sono le prime 10 classificate e hanno subìto un blando editing formale rispetto ai testi originali nel forum di BraviAutori.it dedicato ai GrandPrix poetici stagionali.


Nota: la classifica qui pubblicata fa riferimento al periodo in cui si è svolto questo concorso. Se dalla pubblicazione dell'ebook a oggi qualche iscritto al sito ha cancellato il proprio account, le graduatorie odierne potrebbero differire.

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Regolamento dei GrandPrix Poetici Stagionali di BraviAutori.it


I GrandPrix poetici stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova divertendosi, conoscendosi e, perché no, anche imparando qualcosa.

I migliori testi di ogni GrandPrix poetico saranno pubblicati in un  ebook gratuito.


Per il regolamento completo: www.braviautori.it/grandprix?mode=istruzioni


Per visionare la pagina riassuntiva con i totali parziali dei voti espressi, clicca qui.


Per la pagina del forum dove si svolgono i GrandPrix poetici stagionali, clicca qui.



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Nunzio Campanelli

(vincitore del GrandPrix d'autunno, 2023)


Giulia


Giulia sorride

anche se non ne ha voglia,

accarezza la mia faccia

senza ascoltare il dolore,

muove le mani

che hanno smesso di pregare,

si siede su un sasso per guardare

ancora il sole.

Giulia racconta

di sogni smarriti,

di quelli rimasti

e di quelli infiniti,

della sua forza

di donna ferita,

della sua ansia

e della sua vita.

Come le figure sul palloncino

gonfiato dalla bocca d'un bambino

il tempo dilata le nostre distanze

lasciandoci soli con le speranze.

Giulia cammina

sembra che voli,

le prendo la mano.

Non saremo mai soli.



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Giuseppe Gianpaolo Casarini


Par parlare l'elianto tuberoso


Negli ultimi giorni settembrini

volge i suoi occhi color sole

gialli l'elianto tuberoso al cielo,

un sol ramo ogni anno per magia

si china in basso e a me lo sguardo

volge e poi al vento dondolando

i suoi occhi mi sembrano parlare

è come la voce dolce di mio padre

che queste parole pare sussurrare:

di questi fiori ricordi nella stagione

in vita alla mamma un mazzolino

ero solito portare e nell'eterno sonno

stando a lei vicino non vorrei oggi

pur mancare, ancor più in basso scende

il ramo ed offre i giallo fiori pian

piano dondolando verso la mia mano

che al cimitero a lei per lui porterò

come ogni anno sempre all'indomani



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Macrelli Piero


Dove nascondi le mani?


Dove nascondi le mani

quando facciamo l'amore?


da qualche parte devono essere finite

perché le ho viste

mentre ti spogliavi

e le ho sentite addosso

quando ci siamo abbracciati


gli abiti non so dove sono finiti

ma le mani devono essere qui

da qualche parte


non sono mai dove penso che siano

e le devo cercare

a tentoni

fra le lenzuola

o sotto i cuscini


si vanno sempre a nascondere

da qualche parte, serrate


le devo schiudere

se voglio intrecciare le dita.



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Laura Traverso


Attualità


Lo sguardo immoto, fissa l'orizzonte

Le membra frementi, trattengono il dolore

Il capo è in giostra, preda della disperazione

Le labbra spalancate, urlano parole

Lui, uomo solo e disperato, vive la distruzione

Della sua Terra occupata e rasa al suolo

Del suo popolo orrendamente massacrato

E con la forza allontanato all'ignoto, al deserto...



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Ovis Silvia


Nessuna traccia


Non ci sono tracce dei passaggi nella vita

Impronte di scarpe, unto di dita

Non ci sono prove

che facemmo l’amore

E neanche una briciola di pane rimase in cucina

Vento e pioggia si saranno pur abbattuti

sole cocente ci avrà bruciato

Ma non rimane traccia

Le scarpe non portano la terra dei luoghi visitati

Unico indizio quelle foto ingiallite

Ma non si sa chi le ha scattate

Perché manca la foto di quell’abbraccio sotto la nave

…e di quella volta che mi sbucciai le ginocchia?

Non le feci? I ricordi non sono una prova vera?

Va bene sono pronta a rinnegare

Non ci sono prove dei libri letti

delle parole dette

Tutti i pensieri evaporati

chissà se mai furono pensati

Non lasciamo tracce

Solo il tempo lascia tracce sulla nostra pelle

La nostra nudità la pubblica accusa



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Teseo Tesei


Soldati... in autunno.


Soldato, che da lassù osservi il nostro agire

Tu, che qui in terra incoraggi il nostro ardire

come foglia in autunno sull'albero rimani

sperando noi la si finisca di menar le mani.

Eccola, in autunno, la foglia in terra è scesa.

Sempre più splendente, sempre più accesa.

Dispiega le tue possenti ali, o Comandante

da solo potresti fermare il caos in un istante.

Guida, le nostre azioni sul campo di battaglia

fa che il nemico sia come neve che si squaglia.

E se alla fine noi resteremo ancora in piedi

passaci in rassegna osservando quel che vedi.

Alle Tue Milizie non possiam venir paragonati

ma speriamo esser degni di venir riconosciuti

deboli alleati, umani in armi: anche noi soldati.



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Raffaella villaschi


Vento


Vento che fischiettando sale-

come un vortice che si apre-

nella porta del cielo celestiale-

ansima come un cane-

vento a ridosso in ogni istante-

flagello dell'universo gelido-

calpestato in ogni momento-

cosa?- il vento?-

nulla è perfetto-

frastornata- addolorata-

amareggiata- il vento sale.



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Alessandro Mazzi


Ottobre e Aprile


C'incontreremo ancora una volta

dove la scogliera bacia il mare.

Ricordi come giornate di sole

splenderanno sul tuo viso pallido.

Uniti nella morte, come in vita,

Soffio di pollini nei campi spenti.

Saremo tutto, poi nulla ancora,

Nella memoria eterna di un seme,

tra le ferite dell'albero che muore,

sulle striature delle foglie secche.

La strolaga canterà il tuo nome,

Il corvo, lento ti condurrà laggiù,

Alle silenti sponde della notte.

Il tempo spazzerà la nostra voce

come cenere sospinta dal vento.

Ottobre e Aprile, mondi lontani

Rinascita e fine, moti eterni

destinati a rincorrersi sempre.



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Letylety


Oggi


Oggi il mondo mi sorride.

Il mio amico forse

ritorna con la moglie,

ho camminato nel bosco

e l’aria era fresca,

il film che ho visto

mi ha regalato emozioni,

la vicina di casa

urlava meno del solito,

ho coltivato

il mio pezzetto di solitudine,

la mia squadra ha vinto

pur giocando male.

E la notte è scesa leggera

cogliendomi in un sonno profondo.

Sì,

oggi il Dio delle piccole cose

mi ha messo nel suo cono di luce.



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Emma Faccin


Victoria


Ricordo il tuo corpo scivolare per i rossi fiumi del Victoria Hotel.


Il sonno in un pacchetto di sigarette,

le persone vi girano intorno alludendo a notti insonni di celebrazione della vita,

io celebro la notte e rinnego la vita

con i polsi legati e i denti a mordere...

Il legno marcio di un motel,

fammi sentire morta gettata in una bara,

ardi il mio corpo e deturpalo con le tue mani,

non quelle di un altro, le tue!


Quando gli amici si arruolano

puntando le baionette sul petto di un intellettuale dalla Fendi

scamosciata, grezza, rubata.

Le mie dita percorrono i tuoi incavi

penetrando le vene, sviscerando le pieghe del tempo.


"Ventisei spari sulla schiena spoglia di una cagna senza istruzione spero abortisca il bastardo che porta in grembo e vederla sanguinare lungo la casa dei genitori".

Gloria, aprimi le gambe e mangia il frutto

proibito in questa celebrazione della vita,

un peccato mortale che pagherò all'inferno

insieme alle altre prostitute deviate di mente,

i froci che stuprano la mente dei vostri figli,

"succhiategli il cazzo".


Il fiore sulla maglietta,

un'orchidea senza esperienza

il labbro infranto

il sogno screpolato,

sparasti il primo colpo sullo scalpo pelato di tuo padre.


In questa città non ci sono idee

solo accumuli di neuroni,

le sedie scricchiolano

i banchetti sono puzzolenti

e la meraviglia dell'infanzia...


Corri su un carro armato,

la neve scende dalle mani del turista tedesco,

facciamoci un bagno e neghiamo le sue parole,

non parlano per noi

non parlano per noi.


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Mauro Conti


Malato di vita


Ricoverato in questo mondo

Per un male che si chiama vita

Aspetto di guarire

Tra medicine dell'anima

E iniezioni di sentimenti

Momenti di flebile sollievo

Giorni cupi di sofferenza

Inesorabilmente peggioro

Poco a poco

Attimo dopo attimo

Anno dopo anno

Realizzo che mai guarirò

Da questa lunga degenza chiamata esistenza

Verrò dimesso solo con la morte.



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Chiara13


Fra le righe


Amo vivere fra le righe,

dove non c’è nessuno a guardare la mia faccia,

dove la parola non è folla urlante

ma bisogno sommesso di bellezza.

Amo fare e disfare suoni e segni,

canzone che svela l’armonia del mondo,

caos e caso, matrimonio d’opposti

di carne e di sangue, di boschi e deserti.

Amo ascoltare la voce della notte

quando il tempo tiranno cede il passo all’eterno

e al buio ogni occhio può esser sincero,

sfidare persino quello di Dio.

Amo levare al cielo il mio canto

essere nuda col mio sguardo più vero,

di giorno indossare il vestito migliore

e fingere il vuoto dentro il mio cuore.



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Roberto Di Lauro


Il temporale


Frescura d'estate,

con lampi e tuoni,

scrosci d'acqua,

aria vorticosa,

più ne scende,

più il giardino mi vuole bene.


Il sole s'oscura,

fa un po' paura,

i lampi non mollano,

non mi preoccupano.


Gli uccelli cercano riparo,

lo trovano di fortuna,

zeppi d'acqua si scuotono le ali.


Il cielo è sempre cupo,

me ne sto a riposare.


Al lampo segue il tuono,

sto seduto,

sto nel buono.


I vortici d'aria sembrano mulini,

dispensano acqua in ogni direzione.


Dovunque si guardi,

una coltre d'acqua impenetrabile offusca il paesaggio.


Mi ero appena rinfrancato avendo visto un raggio di sole fare capolino,

che ecco nuova pioggia,

si presenta con eguale crescendo,

stessa aria e stessa frescura.


Tutto come prima,

con gli uccelli a cercar riparo,

a sperar in buona fortuna.


Continuo a scrivere,

a leggere,

provo a riposare,

in attesa di poter uscire.


Ora l'acqua scende lenta,

non ci sono più i vortici d'aria,

ma solo una cantilena d'acqua,

che si appresta a finire.



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Piumone


Il contadino


Quando un contadino lavora un campo, lo fa per ottenere un risultato.

Lo accompagnano natura, caso, strumenti usati e il fato!

Per questo, lui non prefigura e, sorridendo, inizia il suo lavoro.

Così, per ogni cosa è nella vita: desideri, progetti e fai!



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Jacopo Serafinelli


Verde vivo


Scorre la mano sui muri a blocco

che spennellati da lampioni antichi

fanno fatica a reggersi al pendio...

roccia di tufo… spugna di mille storie.


Alla scesa, stretta tra finestre ed usci,

il piede oppone resistenza a oltranza

e scendo piano per sentir la voce

di queste case abbarbicate al monte,

abbarbicate come chi ora russa.


È tardi e questo tufo a cui mi appoggio

è scolorato nei toni della notte,

nei toni che m'acquietano la mente

e in quest'oscurità velata di giallore

scorre la mano su ruvidezza scura…

ma all'improvviso dove il buio è buio

il tufo m'accarezza col velluto.


S'è fatto dolce come questa notte…

s'è rivestito di un muschio verde vivo.


Verde perché lo sento con la mano

'ché l'occhio non riesce a farne copia

tanto la notte è entrata in questo vico.


Sono buio nel buio e anche parola…

parola che risponde senza suono

a un suono che mi giunge senza note.


… è solo vibrazione di quel verde

che rende morbida la roccia

e rende questa notte universale.

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