presenta
L'ultima volta
e le altre poesie
ebook del GrandPrix poetico stagionale di primavera 2024
Ebook del GrandPrix poetico stagionale di primavera 2024
A cura di Massimo Baglione.
illustrazione di copertina: Illustrazione di una madre che dà un bacio d'addio a sua figlia
- vettoriale - su https://it.dreamstime.com
Nota: le opere qui pubblicate sono le prime 10 classificate e hanno subìto un blando editing formale rispetto ai testi originali nel forum di BraviAutori.it dedicato ai GrandPrix poetici stagionali.
Nota: la classifica qui pubblicata fa riferimento al periodo in cui si è svolto questo concorso. Se dalla pubblicazione dell'ebook a oggi qualche iscritto al sito ha cancellato il proprio account, le graduatorie odierne potrebbero differire.
Regolamento dei GrandPrix Poetici Stagionali di BraviAutori.it
I GrandPrix poetici stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova divertendosi, conoscendosi e, perché no, anche imparando qualcosa.
I migliori testi di ogni GrandPrix poetico saranno pubblicati in un ebook gratuito.
Per il regolamento completo: www.braviautori.it/grandprix?mode=istruzioni
Per visionare la pagina riassuntiva con i totali parziali dei voti espressi, clicca qui.
Per la pagina del forum dove si svolgono i GrandPrix poetici stagionali, clicca qui.
Letylety
(vincitore del GrandPrix di primavera, 2024)
L'ultima volta
L’ultima volta
avevi i capelli color del sale
e gli occhi spalancati.
Mi sei sfuggita
come tutto ciò
che non si può trattenere.
L’ultima volta che.
Oggi
ho risentito questa frase,
da mille volte
e una ancor di più,
goccia gelida
che riga la schiena,
goccia aspra
che si fa lacrima.
Se avessimo la capacità
di percepire
il momento dell’addio,
daremmo una carezza,
un bacio,
un abbraccio,
in più.
E invece nulla.
Corriamo ciechi
senza più via.
L’ultima volta
è mia madre,
che mi offre
un pezzo di pera,
mentre esco
per andare al lavoro.
Laura Traverso
Sogni belli all'alba
Nella notte buia e tempestosa con pioggia incessante e raffiche di vento
si affacciano nella mente tanti pensieri e tristi ricordi di una vita dolorosa
Disperatamente prega possa giungere l'oblio del sonno a porre fine a quei tormenti,
e intanto passano le ore, lentamente, scandite dai rintocchi lontani di una campana
Ed ecco, dalle persiane chiuse filtra una luce, è l'alba che timidamente si avvicina,
la nascita del nuovo giorno si impone, i pensieri si fanno meno cupi e dolenti
La mente si placa e si arrende, il sonno finalmente abbraccia l'anima inquieta
che si lascia infine trasportare nei sogni per attingere alla luce e alla speranza.
No, neppure la tristezza può essere regina, deve farsi anch'essa un po' da parte
per far posto alla serenità, è la promessa del nuovo giorno che si anticipa regalando sogni belli.
Nunzio Campanelli
Catene
Vedendomi così m'opprimo
di più non scrivere come sapevo
la penna inerte e dura tra le dita
m'affanna e mi sconsola.
Il suo graffio, aspro e soave
un tempo inebriando m'angustiava
ora poche righe bastano
e penso allora.
Per le strade andavo, e non sapevo
del destino poi che t'aspetta
la vita che allora era mia
corta e solitaria appariva
al mondo non pensavo
scrivevo, e mi consumavo.
Io spero che tu non sappia
quanto di quello ancora è mio
il ricordo incalza
e s'oscura la mente.
Vivo una vita che non s'addice
a chi ligio appare e non comprende
che un uomo è altra cosa
in questa fogna quotidiana.
Spezzare le catene che ci inchiodano
lascia segni sulla carne
Ma occorre,
e fatto sia.
Jacopo Serafinelli
Metafora
Giro lo sguardo in vana ricerca,
vano cercare le sponde del vuoto.
Sfinito m'accascio nel senso cercato
creando cerchi nel lago del Nulla,
cerchi che vanno a morire lontano…
così lontano che anche da morto
sarà più lontano di ora che vivo.
Allora che vale valersi del cuore
se poi il beccaio lo taglia sul banco
lasciando soltanto sangue sul legno
che poi pulirà col suo straccio fetente.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
Tempo di covid: Città vuote
Son vuote oggi tutte le città d’Italia
vie deserte senza anime le piazze
che il feral virus agguati tende
a minacciar di noi le vite e la salute
ed ecco i monumenti e statue tra di lor
tornano a parlarsi per riempir questi
vuoti con voci alte di parole amiche
che nel tempo il vociar del viver
nostro qual steccato di separazione
distratto aveva e annullato come
le rispettive conoscenze e il gentil
modo di darsi il buongiorno mattutino
or cosi io vedo e ascolto a Milano
chiacchierar il Duomo con il Re Vittorio
Emanuele galantuomo e come il cappello
si toglie Leonardo nel colloquiar suo
con la Scala lì vicino e con Palazzo Marino,
ed ecco in Binasco dove il passo lento muovo
la Chiesa Parrocchial al Visconteo Castello
dove Beatrice per man violenta trovò
morte dar forte voce e con le campane canto,
e infin laggiù a Motta Visconti in quel paese
dove nel cimitero dormon da tempo mia sorella
con i nostri cari genitori le Chiese di Sant’Anna
e di San Rocchino che al borgo fan da sentinelle
tra di loro allegre le sento parlottare e lanciar
con squillante scampanio un saluto al lontan Ticino,
e tu lettor che leggi aprendo la finestra
non senti lì sotto quel parlar di statue e monumenti?
Lodovico
Legno
Legno, distorto dal vetro.
Riflessi di sole,
luce morente.
La natura tace,
un silenzio denso,
il tempo è un desiderio.
Vite fiaccate,
calore perduto.
Teatro senza spettatori.
L'uomo osserva, alieno,
mentre la natura soffre
in un atto d'amore.
Il ramo cede,
i vasi si rompono,
la bellezza si dissolve.
Abbiamo ancora tempo.
Poco.
Menodizero
Madre
Mamma, ho paura
in casa fa buio
il pomeriggio non passa
anche se accendo la luce.
Mamma, ho paura
c'è tanto silenzio
e la palla di spugna
fa troppo rumore.
Mamma, ti svegli?
Nel palazzo di fronte
c'è un bimbo che balla
e un fratello che ride.
Mamma, ti svegli?
Ho fatto un pasticcio
nella tazza di tè
avevi spento due cicche.
Mamma, lo sai?
Quando sei triste
hai lì le pastiglie
per non piangere più.
Mamma, lo sai?
A me non importa.
È tutto passato.
Mi è solo rimasta un po' di paura.
Terradipoeti
Ricordo
Una sera l'ho incontrata
mai più l'ho scordata.
Tante volte la vedo
mai ho potuto afferrare
la sua realtà,
ogni volta mi sfugge.
Se sia bella
non so,
mi sorprende pensarla.
È un ricordo remoto
dell'infanzia forse
come l'aurora
mi acceca gli occhi.
Ha negli occhi
una luce chiara
più chiara dell'alba;
ha corpo stupendamente forgiato,
viso vellutato
come fiore appena sbocciato.
Zagaz54
Dovrei davvero rimpiangere quei tempi?
Devo davvero rimpiangere quei tempi?
La zia Antonia indossava il lutto con disinvoltura,
come un paio di calze pesanti,
come un herpes.
Di quei tempi ricordo
i capelli neri di mia madre
Di un perfetto riccio-non-riccio
Prima che li tagliasse
Prima che morisse.
Ricordo quei capelli che mi sfioravano il viso
Che odoravano di argan e di olio fritto.
Ricordo la scriminatura perfetta,
e lei così minuta
Originale.
A buon mercato
I tempi in cui ho cominciato a ispezionarmi
A volermi bene in un modo strano
Salire scale, scavalcare balconi
Ferire braccia e gambe
Con una bastevole dose di vetri rotti
Devo davvero rimpiangerli?
Ricordo quando mia sorella
fu prima sorda e poi di nuovo vedente
Ricordo il primo prete nero
Nella storia di San Rocco dell’Angelo
Venir fuori dalla sacrestia
Come una bestia ferita,
che piangeva.
Ricordo Mustapha
Che vendeva cd masterizzati
Davanti la Standa di Piazza San Maurizio
Ricordo che fu magro
E che parlava poco
E che Il suo bracciale islam sopra il bicipite
Gli andava largo
E scendeva
e gli faceva male.
Ricordo però che tramonti.
Sempre diversi
Sempre improvvisi.
E tu che uscivi dall’acqua
E avevi un costume verde
A due pezzi
E capii che avevi sviluppato
E smisi di amarti.
I tempi in cui cercai disperatamente
Di diventare qualcosa ( e non qualcuno, badate!)
Per poi rendermi conto
Che proprio qualcosa
Aveva assunto le mie sembianze
La mia identità
Chissà dove
Ricordo un barile una forbice e un cappio ancora caldo.
Ricordo un vitello che faticava a venir fuori
E uomini davvero affamati
Che cercavano di tirarlo via per gli zoccoli
Tempi in cui davvero se volevi uccidere un uomo
E farla franca
Non c’era pericolo che qualcuno
Ti riprendesse col suo smartphone
Dovrei davvero rimpiangere quei tempi?
una produzione
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