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Indice:
E
Haiku: c
H
Antonio Amodio
Marco Belocchi
Limpido emerge
Caccia notturna
Giuseppe Gianpaolo C…
cicala canta
nel verde splende
Osvaldo Crotti
L’anima muore.
Marco Daniele
Lacrime salse
Sorge svogliata
Mariagrazia Dessi
fiori di zefiro
sono arrivati
Lodovico Ferrari
Ti strusci addosso,
Dentro i tuoi occhi,
Fiorenero
specchio riflesso —
nuove galassie —
Isabella Galeotti
La fresca neve
L'aria è irrequieta
Valentino Poppi
Quadrano il cerchio
L’energia è massa
Stella morente
Glauco Saba
tramonto a Brugge –
tra cielo e prato
Luigi Siviero
Uccelli urlano
fine
una produzione
Sostieni la nostra p…

 

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presenta


H A I K U


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il giro del mondo in 17 sillabe


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Ebook del concorso letterario "Il giro del mondo in 17 sillabe"


A cura di Lorenzo Pompeo per BraviAutori.it.



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Haiku: cosa, come e perché


L'haiku è nasce in Giappone. Inizialmente è una variante del renga, una versione comica di questo genere letterario più “serioso”. Era un sottogenere di questo, chimato haikai no renga (renga comico), dal tono e dai contenuti umoristici (si tratta, occorre precisare, di un umorismo estremamente diverso dal nostro). Intorno al XV secolo si diffuse la pratica di raccogliere gli haikai no renga più riusciti. Erano detti hokku quei componimenti che aprivano le sequenze dei renga, nei quali era regola seguire la misura del kami no ku (5-7-5 more) del tanka  che diventerà quella canonica dell'haiku.

Il tanka era una forma poetica breve, praticata prevalentemente nella forma 5-7-7-5-7-7. Ma anche nelle forme poetiche più lunghe, quali il choka, si era consolidata l'alternanza 5-7 (questi componimenti, che potevano contare centinaia di versi, erano spesso chiusi da un tanka in forma di congedo). Lontanamente paragonabile al nostro sonetto, il tanka fu uno dei generi più praticati tra le famiglie dell'aristocrazia. Il tema naturalistico era quello prediletto dagli autori, ma erano frequenti anche i componimenti d'occasione, per celebrare incontri e cerimonie. Nell'epoca d'oro della letteratura giapponese, quella dell'Ise monogatari e del Genji monogatari della dama di corte Murasaki Shikibu, che corrisponde all'epoca Heian (794-1185) era il tanka il componimento poetico più frequentato e diffuso che divenne sinonimo della letteratura di corte legata a una società feudale, qual era quella giapponese in quella epoca. La prima raccolta di haiku, o meglio, di haikai no renga risale al 1499. L'haiku era ancora una costola del renga e il termine stesso, “haiku”, che è una contrazione di haikai no ku (letteralmente “verso di un poema a carattere scherzoso”), venne coniato molto dopo, dal teorico moderno Masaoka Shiki (1867-1902).

Successivamente, all'inizio del periodo Tokugawa (1603-1868), quando era emersa una nuova classe sociale, il chonin, in parte  paragonabile alla nostra borghesia (classe sociale legata ai commerci e alla vita dei centri urbani), si formò a Kyoto (l'allora capitale) intorno a Matsunaga Teitoku (1571-1654) una scuola di poeti, chiamata Teimon, nella quale l'haiku divenuta la forma più vicina al gusto delle nuove classi sociali, fu il genere letterato più praticato. Nel 1590, dopo l'arrivo del gesuita Alessandro Valignano, erano stati introdotti in Giappone i caratteri mobili, grazie ai quali furono stampati i primi libri destinati a circolare oltre la cerchia dell'aristocrazia e della corte imperiale. Gli Haikai di Teitoku erano caratterizzati da un tono scherzoso (ma mai volgare), spesso basati su giochi di parole. Nel 1651 uscì, sempre ad opera di Teitoku, il primo manuale dell'haiku (Haikai gosan in it.: “l'ombrello dello haiku”). Ma presto sorse una scuola antagonista a Osaka, chiamata Danrin (in it: “foresta di discorsi”) e le dispute tra le due scuole furono frequenti e animate. Ma fu con la figura di Matsuo Basho, il riconosciuto maestro di questo genere, che l'haiku si affermò come genere letterario delimitato da precise regole (che però, come sempre in campo letterario e artistico, erano destinate inevitabilmente a essere trasgredite). Nella sua non lunga vita (visse cinquanta anni, tra il 1644 e il 1694), Basho fu il primo maestro di questo genere letterario universalmente riconosciuto, che ne nobilitò la forma per esprimere una vasta gamma di concetti quali la bellezza, la natura, le emozioni, l'animo umano fino a esprimere compiutamente una visione del mondo, una concezione della poesia e un'estetica legate ai principi della filosofia zen.

Basho si era formato nella scuola di Teimon, ma quando si trasferì a Edo, fondò una sua scuola, chiamata Shomon (non si trattava di un'attività oziosa, poiché era remunerata). Nel corso del tempo la sua fama crebbe e quando morì, dopo una vita interamente dedicata alla poesia, era diventato una figura popolare circondata da un'aurea di santità. Nel suo Oi no kobumi (in it. “piccolo manoscritto nella bisaccia”), scrisse: «Nell'arte si tratta di assecondare la creazione naturale e avere come amiche le quattro stagioni. In ciò che si vede, non si possono non vedere i fiori. In ciò che si medita non si possono non vedere i fiori. La forma, quando non c'è il fiore, equivale alla barbarie. Il cuore, quando non c'è il fiore, equivale alla barbarie». Da allora l'haiku divenne una forma  molto popolare. Tipica del suo lessico era la presenza di una parola stagionale codificata, chiamata kigo. Un altro elemento distintivo è il kireji (in it. “parola che taglia”), ovvero una cesura, un rovesciamento, che può essere indicato, o meno, con un segno grafico (trattino, virgola, punto).

Questa lunga premessa ci serve per capire meglio a cosa ci riferiamo quando parliamo di haiku. Il nesso con il Giappone è la prima cosa che viene in mente, ma è utile sapere che gli anni in cui viene codificato e in cui comincia a diventare un genere popolare non sono quelli del mondo feudale e dell'epoca d'oro dell'isolazionismo giapponese, dei samurai e della corte imperiale, bensì corrisponde all'epoca in cui i contatti con l'Europa si fanno più fitti, anni di impetuose trasformazioni sociali. È utile saperlo, per evitare di cadere nella trappola di un approccio dogmatico a un genere poetico nato in contrapposizione alla poesia ingessata nei codici di una società feudale al tramonto. Lo spirito dell'haiku non è quello dei samurai e della corte imperiale, bensì quello in cui fiorì l'ukyio-e la corrente artistica di cui furono maestri gli incisori Hokusai, Hiroshige e Utamaro che nacque a Edo (l'attuale Tokio) città dove Basho nel secolo precedente aveva fondato la sua scuola.

I primi tentativi di trapiantare l'haiku in altre lingue risalgono agli inizi del novecento, quando, a seguito del “giapponesismo” (la moda legata principalmente alle stampe dell'ukyio-e importate in Europa dai mercanti d'arte nella seconda metà dell'ottocento) cominciarono a essere tradotti anche i poeti giapponesi. Molti sono i poeti che si sono cimentati nel corso del '900 al di fuori del Giappone con questo genere poetico (Pound, Éluard, Machado, Lorca, Jimenez, Borges, Paz).

Questo è, più o meno, quanto occorre sapere sulla storia dell'haiku. Gli autori di questa antologia hanno interpretato le regole del genere poetico nella maniera più varia e libera. Ognuno ne ha voluto e saputo dare una sua personale interpretazione. Credo sia giusto e legittimo, anche perché in poesia non esistono dogmi. E d'altronde un'imitazione pedissequa del modello giapponese rischierebbe di portare a una produzione “in serie” di componimenti poco originali, senza alcun legame con la realtà del mondo contemporaneo, ambientati in un mondo di puro artificio letterario. Tra l'altro la scrittura giapponese, in bilico tra l'ideogramma di origine cinese e un sistema fonetico, offre possibilità (ad es. l'omofonia tra due ideogrammi) ignote alle lingue basate su alfabeti fonetici. A ciò si aggiunga l'arte della calligrafia giapponese e, più in generale, l'incolmabile distanza tra la cultura giapponese e quella europea. Per questo credo non abbia senso scrivere un haiku “alla maniera di Basho” in un alfabeto fonetico.

D'altra parte però è legittimo chiedersi: cosa hanno in comune i componimenti dei maestri giapponesi con quelli dei poeti spagnoli, americani, francesi o italiani che si sono cimentati con questo laconico genere letterario? Ognuno degli autori che abbiamo qui presentato può dare una sua risposta. A mio avviso l'essenza dell'haiku è l'atomo, il fattore elementare e indivisibile della poesia, la pars pro toto, il frammento nel quale è già presente la struttura della poesia.


Lorenzo Pompeo


Traduttore, autore, saggista, Lorenzo Pompeo è nato a Roma nel 1968. Ha tradotto il primo romanzo ucraino edito in Italia (Moscoviade, di Jurij Andruchovyč) e i romanzi dello scrittore di fantascienza polacco Stanisław Lem: Golem XIV e Febbre da fieno. È autore della raccolta di racconti Auto-pseudo-bio-grafomania (Ibiskos Editrice Risolo, 2009), del romanzo breve In arte Johnny. Vita, morte e miracoli di Giovan Battista Cianfrusaglia (CiEsse, 2010) a cui, nel 2018, ha fatto seguito il romanzo Il grande libro dello scimmione (edizioni Ensemble). Nel 2019 è uscito l'ebook Il signor Delos (33 pagine). Cemento armato di Santa Pazienza (edizione Progetto Cultura), suo debutto poetico, si è aggiudicato nel 2019 una menzione d'onore alla XIV edizione premio letterario internazionale voci – città di Roma e al Premio I Murazzi 2019. Il suo saggio Le città della poesia, dedicato ai principali centri della poesia del '900, è in uscita per le edizioni Ensemble. Collabora con diversi LITBLOG ("Poetarumsilva" e Nazione indiana") ed è ideatore e autore del blog di poesia Il vascello fantasma (ilvascellofantasma.it). Al lavoro sui testi in qualità di autore e traduttore, affianca da qualche anno anche la passione per la fotografia, testimoniata dal sito lorenzopompeo.it.



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H A I K U


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il giro del mondo in 17 sillabe



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Antonio Amodio


Metropoli


La vie lumière


Dai ferri d'Eiffel

guardi Pére-Lachaise,

poche le miglia.


Commonwealth


Nembi di piombo

sopra la brama antica

d'un posto al sole.

Pomerium


Alta la testa,

ad astra per aspera

latino sangre.


La fossa


C'è un proverbio,

vai, su, fuggi da Foggia.

Era un presagio.


Alma Mater


Ti saluto sì,

il mio pugno stretto,

ma dalla rabbia.


Belém


Trema la terra

e trapassa la gloria

sul Tago rosso.



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Marco Belocchi

Regista, autore, attore, si è diplomato all'Accademia Nazionale d Arte Drammatica Silvio D'Amico nel 1983.Dal 1991. Direttore Artistico tra il 1999 e il 2002 del Teatro Stabile del Giallo di Roma, e dal 2008 della rassegna di drammaturgia contemporanea internazionale In altre parole. Nel 2008 pubblica il primo volume di racconti Storie da un mondo oltre (GPI, Terni 2008); testi teatrali dei quali ha poi curato la messa in scena. Nel 2009 realizza il suo primo cortometraggio finanziato dal MiBAC, L ultima ora.


Haiku mitologici


Sui campi arati

Ancor volve Demetra

Dorate messi.


Coltiva Hermes

Bianco il fiore degli Dei

Cura ai mortali.



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Limpido emerge

Dai marosi l’occhio blu

Di Poseidone.


Muore e risorge

Vero dio della vita

Dioniso eterno.


Cos’è la vita

Senza Afrodite d’oro

Nata dal mare?


Aria di guerra

Spira sulla terra Ares

Orrido fiato



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Caccia notturna

Dardi arditi Artemide

Scocca pudica


Scuote Ennosigeo

Preparando il ritorno

Le terre ausonie


Via corre Core

A farsi Persefone

Regina di Ade


Armonia creò

Di Ares e Afrodite

L’unione sacra



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Giuseppe Gianpaolo Casarini

Giuseppe Gianpaolo Casarini è nato Milano ma residente in Binasco (MI), Dr. Chimica Industriale-Università di Milano Specialista in Scienza e Tecnica dei Fenomeni di Corrosione-Università di Ferrara. Pensionato già: Assistente di Direzione dell’Istituto di Ricerche Breda-Milano-Bari . Cessata la lunga attività scientifica nel campo della corrosione e protezione dei metalli, sì è dedicato in questi ultimi anni a comporre in versi : sue “nugae di scribacchino”. Sono presenti in diverse raccolte antologiche.


haiku in grappoli


brocca di pesco

un cinguettio sul ramo

allegria nell’aria


spighe dorate

azzurro terso il cielo

volo d’uccelli



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cicala canta

impazza il solleone

rotto il silenzio


lucciola danza

notte sull’erba buio

scia di luce


misera stanza

luce pure malferma

pianto di bimbo



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nel verde splende

di color forte vivo

rosso geranio


il sole nasce

inno alla aurora

canto del gallo



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Osvaldo Crotti


Sono nato l'11 Aprile 1955 ad Almenno S. Bartolomeo (Bergamo) e vi risiedo tuttora in Via E. Montale, 12. Titolo di studio: scuola secondaria di 1° grado. Sin da bambino amavo dipingere ed ero attratto dall'arte in generale. Sono un autodidatta e dipingo per istinto naturale. Inoltre all’età di 30 anni, inaspettatamente, mi sono dedicato anche alla poesia. I miei hobby sono : Pittura – Grafica – Poesia – Fotografia. Ho partecipato a numerosi premi nazionali e internazionali, ottenendo importanti riconoscimenti.


Ogni passione

è puro sentimento.

Pure l’amore.


Sento la voce.

Sopra un cielo terso.

Mamma sei viva.



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L’anima muore.

quando tutto è nulla.

Vince il pianto.


Da un’isola.

Sfumature pastello.

Blu oltremare.


Sopra i tetti.

I camini fumanti.

Torna l’inverno.


Dune immense.

S’incendia l’orizzonte.

Sabbie roventi.



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Marco Daniele

È nato a Mottola nel 1990, ma attualmente risiede a Taranto, dove insegna italiano e storia nelle scuole superiori. Dopo gli studi classici si è laureato in Lettere moderne a Lecce, prima di spostarsi a Bari per un dottorato di ricerca in Letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato i racconti La luna dei rimpianti nell’antologia Luna 69-19 (BraviAutori 2019) ed Elegia lunare nell’antologia “N.A.S.F. 15 - Spazio/Luna" (AssoNuoviAutori 2019), nonché diversi saggi accademici in riviste di italianistica e atti di convegno.


Chiesi alle stelle

il senso del vivere:

solo silenzi.


Tristi pensieri

rapidi si inseguono

come cornacchie.



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Lacrime salse

lungo gote di pesca

scavano solchi.


S’apre una crepa

nel grigio del cemento:

e sgorga il verde.


Appese al cielo

ridono le nuvole

dei nostri affanni.



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Sorge svogliata

la sonnolenta luna,

ostia diafana.


Canta, cicala,

e rimpiangi già adesso

la breve estate!


Segni d’inchiostro

su fogli immacolati

plasmano sogni.



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Mariagrazia Dessi

Di Dolianova (SU), ha pubblicato quattro raccolte di poesie in sardo con traduzione in italiano: Torra immoi, A perda furriada, Cun su ‘entu in busciacca , Cabudu in fundu. Le prime due sono state tradotte anche in catalano. Ha pubblicato, inoltre, una raccolta di tanka in italiano Dialogando con cinquanta foglie e una di haiku in sardo con traduzione in italiano e giapponese Su soli ‘scoccat. Ha pubblicato anche una fiaba Giornalina.


crema solare

senza le tue mani

spalle bruciate


grande carrubo

vicino alla stazione

sala d’attesa



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fiori di zefiro

il vento poi girerà

così gli ombrelli


luna in cielo

bianca ostia consacrata

sull’ostensorio


gardenia in boccio

in avanscoperta va

uno soltanto



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sono arrivati

ben piegati in ventaglio

fiori e brezza


agosto - in prova

di volo i passerotti

di presa il gatto



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Lodovico Ferrari


Ti vorrei con me

quando, alla mattina

attendo il sole.


Unghie affilate.

Lasci graffi d'amore

sulla mia pelle.



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Ti strusci addosso,

occhi socchiusi, fusa...

Amore o fame?


La città dorme.

Abbraccia i miei pensieri

soltanto Orione.


S'infuoca l'alba

mentre osservo estasiato

il tuo profilo.



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Dentro i tuoi occhi,

oltre le scure iridi,

l'estate di me.


L'una di notte.

Bramo Morfeo con te,

luna di notte.


Eri l'estate,

io, bimbo, al tuo sole.

Addio, nonna mia.


L'ultima foglia

coraggiosa resiste.

Attende estate.



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Fiorenero

Nasce il 7 luglio 1972 a Roma, città dove tuttora vive e lavora. Inizia a scrivere poesie poco più che adolescente; seguono poi con gli anni anche racconti, aforismi, articoli (è iscritto all’Albo dei Giornalisti, in qualità di “Pubblicista”), canzoni (è socio SIAE, presso la sezione Musica) ed haiku. Ultima pubblicazione:  CalendHaiku (2017, La Ruota Edizioni).


Cinem(H)aiku


sotto la doccia

biondina in bianco e nero

accoltellata


nel labirinto

la neve cade lenta

tradisce il passo



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specchio riflesso —

lo sguardo di una donna…

non era un quadro!


dietro la porta —

c’è carne di vegano

dentro l’hamburger


vecchia dimora —

il bosco suggerisce

di non restare



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nuove galassie —

una creatura attende

in fondo al tunnel


l’abito scuro —

dentro la valigetta

un crocifisso


nei corridoi

del centro commerciale

morti viventi



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Isabella Galeotti

Sono nata a Milano, ora vivo ammirando un bellissimo lago lombardo. Ho moltissime passioni. Scrivo, leggo, viaggio, fotografo, creo, cucio ecc. Sono molto curiosa, forse grazie a questo le passioni aumento esponenzialmente.


Una falena

dibatte sulla luce

perde e s'accascia.


Mare contratto

arenili scoperti

bassa marea.



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La fresca neve

focolare vivace

cenni d'inverno.


Ritmo stonato

cavallino avvizzito

giostra in rovina.


La pasta nuova

la pentola borbotta

è domenica.



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L'aria è irrequieta

i narcisi tingono

un'altra estate.


Dammi la mano

percorreremo uniti

un'altra vita.


La luna accende

la frivola fontana

il domani è qui.



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Valentino Poppi

È un autore di fantascienza e narrativa fantastica. Suoi racconti hanno vinto o si sono classificati in diversi concorsi letterari nazionali quali il Trofeo RiLL (Wild Boar) e il premio Urania Short (Mondadori) o sono stati pubblicati su riviste e antologie. Si è classificato come “Campione di sonetto” alla XII edizione del Premio Letterario Europeo di Massa.


Frammenti di scienza

(piccola raccolta di Haiku dedicati alla scienza)


La luce bianca

il prisma trasparente:

arcobaleno


Il sasso cadde

oltre la verticale

- Eppur si muove…



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Quadrano il cerchio

dell’uomo vitruviano

le proporzioni


- Perché non parli?

La statua restò muta

indifferente


Seni e coseni

un mondo circolare

che si ripete



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L’energia è massa

veloce come luce

però al quadrato


Guardo le stelle,

dell’intero universo

scruto il passato


Notti d’estate

sciamano le Perseidi

rigando il cielo



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Stella morente

sarai gigante rossa

o supernova?


Ghiaccio che fonde

liquido che ribolle

stessa sostanza


Onde nell’aria

luce dentro alle fibre

comunichiamo



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Glauco Saba

1962, compone haiku in italiano, inglese e francese, più volte premiati ai concorsi (Croazia, Francia, Giappone, Italia, Lituania, Romania, Stati Uniti). Nel 2013 e 2015 è stato incluso tra gli “European TOP 100 most creative haiku authors”; in Italia ha vinto, tra l’altro, il premio "Mangiaparole" nel 2014 e nel 2017, il " G. Pece" nel 2016 nonché le ultime sette edizioni del Premio Internazionale Capoliveri Haiku. Ha pubblicato finora le raccolte Cocci (2002), Suite per Haiku (2015), Il giro dell’Elba in 80 haiku (2019) e Lungo il sentiero (2019).


A zonzo per l’Europa


libertà – sogno

sul muro di Berlino

il monte Fuji


Baltico grigio

nel mare senza sale

un cuore d’ambra



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tramonto a Brugge –

la luce dei canali

fin dentro casa


rosso di sera –

il cielo di Parigi

su Nôtre Dame


di rossi e gialli

stordisce la Provenza –

e di lavanda


Torino – dolci

amori del passato

nel cioccolato



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tra cielo e prato

le mura del silenzio

di San Galgano


amare lacrime

davanti a Lampedusa

riempiono il mare


Chiaja di Luna –

il respiro del vento

sulla falesia



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Luigi Siviero

È nato a Trento il 6 giugno 1977. Ha scritto diversi saggi sui fumetti fra cui Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo (2012), Sherlock Holmes. L'avventura nei fumetti (2016) e Dopo il Crepuscolo dei Supereroi (2018). Il tramezzino (2018) è il titolo del suo primo romanzo. Nel 2019 ha visto la luce la raccolta di poesie Un’astrazione linguistica dai toni freddi.


Scrosci, sussurri

Torrente lamentoso,

vento tiepido


Lontani incontri

Un morso di formica

L'ombra del caco



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Uccelli urlano

Come chiamarlo canto?

Lamenti all'alba


Grazie a un sorriso

Illusione d'agosto

L'acqua è più dolce


Roseto nudo

Tornerete un altr'anno

gemme notturne?


Lavorio d'api

Un mare viola e bianco

le accoglie e culla



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fine


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una produzione


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