presenta
H A I K U
il giro del mondo in 17 sillabe
Ebook del concorso letterario "Il giro del mondo in 17 sillabe"
A cura di Lorenzo Pompeo per BraviAutori.it.
Haiku: cosa, come e perché
L'haiku è nasce in Giappone. Inizialmente è una variante del renga, una versione comica di questo genere letterario più “serioso”. Era un sottogenere di questo, chimato haikai no renga (renga comico), dal tono e dai contenuti umoristici (si tratta, occorre precisare, di un umorismo estremamente diverso dal nostro). Intorno al XV secolo si diffuse la pratica di raccogliere gli haikai no renga più riusciti. Erano detti hokku quei componimenti che aprivano le sequenze dei renga, nei quali era regola seguire la misura del kami no ku (5-7-5 more) del tanka che diventerà quella canonica dell'haiku.
Il tanka era una forma poetica breve, praticata prevalentemente nella forma 5-7-7-5-7-7. Ma anche nelle forme poetiche più lunghe, quali il choka, si era consolidata l'alternanza 5-7 (questi componimenti, che potevano contare centinaia di versi, erano spesso chiusi da un tanka in forma di congedo). Lontanamente paragonabile al nostro sonetto, il tanka fu uno dei generi più praticati tra le famiglie dell'aristocrazia. Il tema naturalistico era quello prediletto dagli autori, ma erano frequenti anche i componimenti d'occasione, per celebrare incontri e cerimonie. Nell'epoca d'oro della letteratura giapponese, quella dell'Ise monogatari e del Genji monogatari della dama di corte Murasaki Shikibu, che corrisponde all'epoca Heian (794-1185) era il tanka il componimento poetico più frequentato e diffuso che divenne sinonimo della letteratura di corte legata a una società feudale, qual era quella giapponese in quella epoca. La prima raccolta di haiku, o meglio, di haikai no renga risale al 1499. L'haiku era ancora una costola del renga e il termine stesso, “haiku”, che è una contrazione di haikai no ku (letteralmente “verso di un poema a carattere scherzoso”), venne coniato molto dopo, dal teorico moderno Masaoka Shiki (1867-1902).
Successivamente, all'inizio del periodo Tokugawa (1603-1868), quando era emersa una nuova classe sociale, il chonin, in parte paragonabile alla nostra borghesia (classe sociale legata ai commerci e alla vita dei centri urbani), si formò a Kyoto (l'allora capitale) intorno a Matsunaga Teitoku (1571-1654) una scuola di poeti, chiamata Teimon, nella quale l'haiku divenuta la forma più vicina al gusto delle nuove classi sociali, fu il genere letterato più praticato. Nel 1590, dopo l'arrivo del gesuita Alessandro Valignano, erano stati introdotti in Giappone i caratteri mobili, grazie ai quali furono stampati i primi libri destinati a circolare oltre la cerchia dell'aristocrazia e della corte imperiale. Gli Haikai di Teitoku erano caratterizzati da un tono scherzoso (ma mai volgare), spesso basati su giochi di parole. Nel 1651 uscì, sempre ad opera di Teitoku, il primo manuale dell'haiku (Haikai gosan in it.: “l'ombrello dello haiku”). Ma presto sorse una scuola antagonista a Osaka, chiamata Danrin (in it: “foresta di discorsi”) e le dispute tra le due scuole furono frequenti e animate. Ma fu con la figura di Matsuo Basho, il riconosciuto maestro di questo genere, che l'haiku si affermò come genere letterario delimitato da precise regole (che però, come sempre in campo letterario e artistico, erano destinate inevitabilmente a essere trasgredite). Nella sua non lunga vita (visse cinquanta anni, tra il 1644 e il 1694), Basho fu il primo maestro di questo genere letterario universalmente riconosciuto, che ne nobilitò la forma per esprimere una vasta gamma di concetti quali la bellezza, la natura, le emozioni, l'animo umano fino a esprimere compiutamente una visione del mondo, una concezione della poesia e un'estetica legate ai principi della filosofia zen.
Basho si era formato nella scuola di Teimon, ma quando si trasferì a Edo, fondò una sua scuola, chiamata Shomon (non si trattava di un'attività oziosa, poiché era remunerata). Nel corso del tempo la sua fama crebbe e quando morì, dopo una vita interamente dedicata alla poesia, era diventato una figura popolare circondata da un'aurea di santità. Nel suo Oi no kobumi (in it. “piccolo manoscritto nella bisaccia”), scrisse: «Nell'arte si tratta di assecondare la creazione naturale e avere come amiche le quattro stagioni. In ciò che si vede, non si possono non vedere i fiori. In ciò che si medita non si possono non vedere i fiori. La forma, quando non c'è il fiore, equivale alla barbarie. Il cuore, quando non c'è il fiore, equivale alla barbarie». Da allora l'haiku divenne una forma molto popolare. Tipica del suo lessico era la presenza di una parola stagionale codificata, chiamata kigo. Un altro elemento distintivo è il kireji (in it. “parola che taglia”), ovvero una cesura, un rovesciamento, che può essere indicato, o meno, con un segno grafico (trattino, virgola, punto).
Questa lunga premessa ci serve per capire meglio a cosa ci riferiamo quando parliamo di haiku. Il nesso con il Giappone è la prima cosa che viene in mente, ma è utile sapere che gli anni in cui viene codificato e in cui comincia a diventare un genere popolare non sono quelli del mondo feudale e dell'epoca d'oro dell'isolazionismo giapponese, dei samurai e della corte imperiale, bensì corrisponde all'epoca in cui i contatti con l'Europa si fanno più fitti, anni di impetuose trasformazioni sociali. È utile saperlo, per evitare di cadere nella trappola di un approccio dogmatico a un genere poetico nato in contrapposizione alla poesia ingessata nei codici di una società feudale al tramonto. Lo spirito dell'haiku non è quello dei samurai e della corte imperiale, bensì quello in cui fiorì l'ukyio-e la corrente artistica di cui furono maestri gli incisori Hokusai, Hiroshige e Utamaro che nacque a Edo (l'attuale Tokio) città dove Basho nel secolo precedente aveva fondato la sua scuola.
I primi tentativi di trapiantare l'haiku in altre lingue risalgono agli inizi del novecento, quando, a seguito del “giapponesismo” (la moda legata principalmente alle stampe dell'ukyio-e importate in Europa dai mercanti d'arte nella seconda metà dell'ottocento) cominciarono a essere tradotti anche i poeti giapponesi. Molti sono i poeti che si sono cimentati nel corso del '900 al di fuori del Giappone con questo genere poetico (Pound, Éluard, Machado, Lorca, Jimenez, Borges, Paz).
Questo è, più o meno, quanto occorre sapere sulla storia dell'haiku. Gli autori di questa antologia hanno interpretato le regole del genere poetico nella maniera più varia e libera. Ognuno ne ha voluto e saputo dare una sua personale interpretazione. Credo sia giusto e legittimo, anche perché in poesia non esistono dogmi. E d'altronde un'imitazione pedissequa del modello giapponese rischierebbe di portare a una produzione “in serie” di componimenti poco originali, senza alcun legame con la realtà del mondo contemporaneo, ambientati in un mondo di puro artificio letterario. Tra l'altro la scrittura giapponese, in bilico tra l'ideogramma di origine cinese e un sistema fonetico, offre possibilità (ad es. l'omofonia tra due ideogrammi) ignote alle lingue basate su alfabeti fonetici. A ciò si aggiunga l'arte della calligrafia giapponese e, più in generale, l'incolmabile distanza tra la cultura giapponese e quella europea. Per questo credo non abbia senso scrivere un haiku “alla maniera di Basho” in un alfabeto fonetico.
D'altra parte però è legittimo chiedersi: cosa hanno in comune i componimenti dei maestri giapponesi con quelli dei poeti spagnoli, americani, francesi o italiani che si sono cimentati con questo laconico genere letterario? Ognuno degli autori che abbiamo qui presentato può dare una sua risposta. A mio avviso l'essenza dell'haiku è l'atomo, il fattore elementare e indivisibile della poesia, la pars pro toto, il frammento nel quale è già presente la struttura della poesia.
Lorenzo Pompeo
Traduttore, autore, saggista, Lorenzo Pompeo è nato a Roma nel 1968. Ha tradotto il primo romanzo ucraino edito in Italia (Moscoviade, di Jurij Andruchovyč) e i romanzi dello scrittore di fantascienza polacco Stanisław Lem: Golem XIV e Febbre da fieno. È autore della raccolta di racconti Auto-pseudo-bio-grafomania (Ibiskos Editrice Risolo, 2009), del romanzo breve In arte Johnny. Vita, morte e miracoli di Giovan Battista Cianfrusaglia (CiEsse, 2010) a cui, nel 2018, ha fatto seguito il romanzo Il grande libro dello scimmione (edizioni Ensemble). Nel 2019 è uscito l'ebook Il signor Delos (33 pagine). Cemento armato di Santa Pazienza (edizione Progetto Cultura), suo debutto poetico, si è aggiudicato nel 2019 una menzione d'onore alla XIV edizione premio letterario internazionale voci – città di Roma e al Premio I Murazzi 2019. Il suo saggio Le città della poesia, dedicato ai principali centri della poesia del '900, è in uscita per le edizioni Ensemble. Collabora con diversi LITBLOG ("Poetarumsilva" e Nazione indiana") ed è ideatore e autore del blog di poesia Il vascello fantasma (ilvascellofantasma.it). Al lavoro sui testi in qualità di autore e traduttore, affianca da qualche anno anche la passione per la fotografia, testimoniata dal sito lorenzopompeo.it.
H A I K U
il giro del mondo in 17 sillabe
Antonio Amodio
Metropoli
La vie lumière
Dai ferri d'Eiffel
guardi Pére-Lachaise,
poche le miglia.
Commonwealth
Nembi di piombo
sopra la brama antica
d'un posto al sole.
Pomerium
Alta la testa,
ad astra per aspera
latino sangre.
La fossa
C'è un proverbio,
vai, su, fuggi da Foggia.
Era un presagio.
Alma Mater
Ti saluto sì,
il mio pugno stretto,
ma dalla rabbia.
Belém
Trema la terra
e trapassa la gloria
sul Tago rosso.
Marco Belocchi
Regista, autore, attore, si è diplomato all'Accademia Nazionale d Arte Drammatica Silvio D'Amico nel 1983.Dal 1991. Direttore Artistico tra il 1999 e il 2002 del Teatro Stabile del Giallo di Roma, e dal 2008 della rassegna di drammaturgia contemporanea internazionale In altre parole. Nel 2008 pubblica il primo volume di racconti Storie da un mondo oltre (GPI, Terni 2008); testi teatrali dei quali ha poi curato la messa in scena. Nel 2009 realizza il suo primo cortometraggio finanziato dal MiBAC, L ultima ora.
Haiku mitologici
Sui campi arati
Ancor volve Demetra
Dorate messi.
Coltiva Hermes
Bianco il fiore degli Dei
Cura ai mortali.
Limpido emerge
Dai marosi l’occhio blu
Di Poseidone.
Muore e risorge
Vero dio della vita
Dioniso eterno.
Cos’è la vita
Senza Afrodite d’oro
Nata dal mare?
Aria di guerra
Spira sulla terra Ares
Orrido fiato
Caccia notturna
Dardi arditi Artemide
Scocca pudica
Scuote Ennosigeo
Preparando il ritorno
Le terre ausonie
Via corre Core
A farsi Persefone
Regina di Ade
Armonia creò
Di Ares e Afrodite
L’unione sacra
Giuseppe Gianpaolo Casarini
Giuseppe Gianpaolo Casarini è nato Milano ma residente in Binasco (MI), Dr. Chimica Industriale-Università di Milano Specialista in Scienza e Tecnica dei Fenomeni di Corrosione-Università di Ferrara. Pensionato già: Assistente di Direzione dell’Istituto di Ricerche Breda-Milano-Bari . Cessata la lunga attività scientifica nel campo della corrosione e protezione dei metalli, sì è dedicato in questi ultimi anni a comporre in versi : sue “nugae di scribacchino”. Sono presenti in diverse raccolte antologiche.
haiku in grappoli
brocca di pesco
un cinguettio sul ramo
allegria nell’aria
spighe dorate
azzurro terso il cielo
volo d’uccelli
cicala canta
impazza il solleone
rotto il silenzio
lucciola danza
notte sull’erba buio
scia di luce
misera stanza
luce pure malferma
pianto di bimbo
nel verde splende
di color forte vivo
rosso geranio
il sole nasce
inno alla aurora
canto del gallo
Osvaldo Crotti
Sono nato l'11 Aprile 1955 ad Almenno S. Bartolomeo (Bergamo) e vi risiedo tuttora in Via E. Montale, 12. Titolo di studio: scuola secondaria di 1° grado. Sin da bambino amavo dipingere ed ero attratto dall'arte in generale. Sono un autodidatta e dipingo per istinto naturale. Inoltre all’età di 30 anni, inaspettatamente, mi sono dedicato anche alla poesia. I miei hobby sono : Pittura – Grafica – Poesia – Fotografia. Ho partecipato a numerosi premi nazionali e internazionali, ottenendo importanti riconoscimenti.
Ogni passione
è puro sentimento.
Pure l’amore.
Sento la voce.
Sopra un cielo terso.
Mamma sei viva.
L’anima muore.
quando tutto è nulla.
Vince il pianto.
Da un’isola.
Sfumature pastello.
Blu oltremare.
Sopra i tetti.
I camini fumanti.
Torna l’inverno.
Dune immense.
S’incendia l’orizzonte.
Sabbie roventi.
Marco Daniele
È nato a Mottola nel 1990, ma attualmente risiede a Taranto, dove insegna italiano e storia nelle scuole superiori. Dopo gli studi classici si è laureato in Lettere moderne a Lecce, prima di spostarsi a Bari per un dottorato di ricerca in Letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato i racconti La luna dei rimpianti nell’antologia Luna 69-19 (BraviAutori 2019) ed Elegia lunare nell’antologia “N.A.S.F. 15 - Spazio/Luna" (AssoNuoviAutori 2019), nonché diversi saggi accademici in riviste di italianistica e atti di convegno.
Chiesi alle stelle
il senso del vivere:
solo silenzi.
Tristi pensieri
rapidi si inseguono
come cornacchie.
Lacrime salse
lungo gote di pesca
scavano solchi.
S’apre una crepa
nel grigio del cemento:
e sgorga il verde.
Appese al cielo
ridono le nuvole
dei nostri affanni.
Sorge svogliata
la sonnolenta luna,
ostia diafana.
Canta, cicala,
e rimpiangi già adesso
la breve estate!
Segni d’inchiostro
su fogli immacolati
plasmano sogni.
Mariagrazia Dessi
Di Dolianova (SU), ha pubblicato quattro raccolte di poesie in sardo con traduzione in italiano: Torra immoi, A perda furriada, Cun su ‘entu in busciacca , Cabudu in fundu. Le prime due sono state tradotte anche in catalano. Ha pubblicato, inoltre, una raccolta di tanka in italiano Dialogando con cinquanta foglie e una di haiku in sardo con traduzione in italiano e giapponese Su soli ‘scoccat. Ha pubblicato anche una fiaba Giornalina.
crema solare
senza le tue mani
spalle bruciate
grande carrubo
vicino alla stazione
sala d’attesa
fiori di zefiro
il vento poi girerà
così gli ombrelli
luna in cielo
bianca ostia consacrata
sull’ostensorio
gardenia in boccio
in avanscoperta va
uno soltanto
sono arrivati
ben piegati in ventaglio
fiori e brezza
agosto - in prova
di volo i passerotti
di presa il gatto
Lodovico Ferrari
Ti vorrei con me
quando, alla mattina
attendo il sole.
Unghie affilate.
Lasci graffi d'amore
sulla mia pelle.
Ti strusci addosso,
occhi socchiusi, fusa...
Amore o fame?
La città dorme.
Abbraccia i miei pensieri
soltanto Orione.
S'infuoca l'alba
mentre osservo estasiato
il tuo profilo.
Dentro i tuoi occhi,
oltre le scure iridi,
l'estate di me.
L'una di notte.
Bramo Morfeo con te,
luna di notte.
Eri l'estate,
io, bimbo, al tuo sole.
Addio, nonna mia.
L'ultima foglia
coraggiosa resiste.
Attende estate.
Fiorenero
Nasce il 7 luglio 1972 a Roma, città dove tuttora vive e lavora. Inizia a scrivere poesie poco più che adolescente; seguono poi con gli anni anche racconti, aforismi, articoli (è iscritto all’Albo dei Giornalisti, in qualità di “Pubblicista”), canzoni (è socio SIAE, presso la sezione Musica) ed haiku. Ultima pubblicazione: CalendHaiku (2017, La Ruota Edizioni).
Cinem(H)aiku
sotto la doccia
biondina in bianco e nero
accoltellata
nel labirinto
la neve cade lenta
tradisce il passo
specchio riflesso —
lo sguardo di una donna…
non era un quadro!
dietro la porta —
c’è carne di vegano
dentro l’hamburger
vecchia dimora —
il bosco suggerisce
di non restare
nuove galassie —
una creatura attende
in fondo al tunnel
l’abito scuro —
dentro la valigetta
un crocifisso
nei corridoi
del centro commerciale
morti viventi
Isabella Galeotti
Sono nata a Milano, ora vivo ammirando un bellissimo lago lombardo. Ho moltissime passioni. Scrivo, leggo, viaggio, fotografo, creo, cucio ecc. Sono molto curiosa, forse grazie a questo le passioni aumento esponenzialmente.
Una falena
dibatte sulla luce
perde e s'accascia.
Mare contratto
arenili scoperti
bassa marea.
La fresca neve
focolare vivace
cenni d'inverno.
Ritmo stonato
cavallino avvizzito
giostra in rovina.
La pasta nuova
la pentola borbotta
è domenica.
L'aria è irrequieta
i narcisi tingono
un'altra estate.
Dammi la mano
percorreremo uniti
un'altra vita.
La luna accende
la frivola fontana
il domani è qui.
Valentino Poppi
È un autore di fantascienza e narrativa fantastica. Suoi racconti hanno vinto o si sono classificati in diversi concorsi letterari nazionali quali il Trofeo RiLL (Wild Boar) e il premio Urania Short (Mondadori) o sono stati pubblicati su riviste e antologie. Si è classificato come “Campione di sonetto” alla XII edizione del Premio Letterario Europeo di Massa.
Frammenti di scienza
(piccola raccolta di Haiku dedicati alla scienza)
La luce bianca
il prisma trasparente:
arcobaleno
Il sasso cadde
oltre la verticale
- Eppur si muove…
Quadrano il cerchio
dell’uomo vitruviano
le proporzioni
- Perché non parli?
La statua restò muta
indifferente
Seni e coseni
un mondo circolare
che si ripete
L’energia è massa
veloce come luce
però al quadrato
Guardo le stelle,
dell’intero universo
scruto il passato
Notti d’estate
sciamano le Perseidi
rigando il cielo
Stella morente
sarai gigante rossa
o supernova?
Ghiaccio che fonde
liquido che ribolle
stessa sostanza
Onde nell’aria
luce dentro alle fibre
comunichiamo
Glauco Saba
1962, compone haiku in italiano, inglese e francese, più volte premiati ai concorsi (Croazia, Francia, Giappone, Italia, Lituania, Romania, Stati Uniti). Nel 2013 e 2015 è stato incluso tra gli “European TOP 100 most creative haiku authors”; in Italia ha vinto, tra l’altro, il premio "Mangiaparole" nel 2014 e nel 2017, il " G. Pece" nel 2016 nonché le ultime sette edizioni del Premio Internazionale Capoliveri Haiku. Ha pubblicato finora le raccolte Cocci (2002), Suite per Haiku (2015), Il giro dell’Elba in 80 haiku (2019) e Lungo il sentiero (2019).
A zonzo per l’Europa
libertà – sogno
sul muro di Berlino
il monte Fuji
Baltico grigio
nel mare senza sale
un cuore d’ambra
tramonto a Brugge –
la luce dei canali
fin dentro casa
rosso di sera –
il cielo di Parigi
su Nôtre Dame
di rossi e gialli
stordisce la Provenza –
e di lavanda
Torino – dolci
amori del passato
nel cioccolato
tra cielo e prato
le mura del silenzio
di San Galgano
amare lacrime
davanti a Lampedusa
riempiono il mare
Chiaja di Luna –
il respiro del vento
sulla falesia
Luigi Siviero
È nato a Trento il 6 giugno 1977. Ha scritto diversi saggi sui fumetti fra cui Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo (2012), Sherlock Holmes. L'avventura nei fumetti (2016) e Dopo il Crepuscolo dei Supereroi (2018). Il tramezzino (2018) è il titolo del suo primo romanzo. Nel 2019 ha visto la luce la raccolta di poesie Un’astrazione linguistica dai toni freddi.
Scrosci, sussurri
Torrente lamentoso,
vento tiepido
Lontani incontri
Un morso di formica
L'ombra del caco
Uccelli urlano
Come chiamarlo canto?
Lamenti all'alba
Grazie a un sorriso
Illusione d'agosto
L'acqua è più dolce
Roseto nudo
Tornerete un altr'anno
gemme notturne?
Lavorio d'api
Un mare viola e bianco
le accoglie e culla
fine
una produzione
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