Il BraviAutori style
Indice generale
Linee guida per partecipare ai nostri concorsi
Approfondimenti circa i dialoghi
Approfondimenti circa i pensieri e le citazioni
Introduzione
Con questo documento intendiamo stilare le linee principali del "BraviAutori style" (da qui in poi "BA style"), ovvero le nostre regole interne circa la formattazione dei testi nelle nostre pubblicazioni e dei nostri ebook gratuiti.
Vi chiederete il perché di questa esigenza. Già: perché?
Vedete, ogni scrittore e ogni casa editrice segue le proprie regole, di solito basate su modus operandi editoriali reinterpretati e personalizzati. Per esempio: ci sono editori che preferiscono usare i trattini nelle conversazioni, chi le virgolette, altri i caporali o i sergenti; allo stesso modo esistono autori che addobbano i loro testi come alberi di Natale usando caratteri in grassetto, corsivo e colorati, chi non usa le accentate ma le vocali seguite da apostrofi, e via così con tanti altri aspetti della scrittura.
La nostra esperienza editoriale non è professionale (nel senso che non siamo una casa editrice), ma ci piace in egual modo curare i testi al massimo delle nostre capacità. E lo facciamo nella maniera che ci sembra più logica, bella e appropriata.
Linee guida per partecipare ai nostri concorsi
Formattazione del testo
Se state per inviarci un testo per partecipare a un concorso o a una qualsiasi altra nostra iniziativa letteraria, usate un carattere standard (Times, Arial, Garamond ecc.), dimensione 12, tutto in nero e SENZA formattazioni di stile (corsivo o grassetto). Se avete necessità di evidenziare una "parola", un pensiero del protagonista o una citazione, usate le virgolette o segnalatele adeguatamente a piè di pagina o tramite le note a margine.
Ciò è molto importante perché, in ogni caso, noi azzereremo qualsiasi formattazione di stile, lo riporteremo cioè a zero, come se il vostro testo fosse stato battuto a macchina. Da lì procederemo con l'impaginazione e gli abbellimenti più opportuni delle parole o delle frasi che l'autore avrà segnalato tra virgolette o con le note.
Dialoghi
Ognuno ha le proprie preferenze riguardo la sintassi di un dialogo tra i personaggi. Per tutte le nostre pubblicazioni, noi di BraviAutori.it preferiamo usare il trattino lungo.
Ecco un piccolo esempio, fate attenzione agli spazi:
— Sei sicuro? — chiese Mario.
— Certo che sì! — rispose l'altro, poi aggiunse: — Perché non dovrei?
— Va bene, ho capito, non ti scaldare!
(di seguito trovate ulteriori approfondimenti circa i dialoghi).
"d" eufoniche
È preferibile evitare l'uso della "d" eufonica tra vocali non uguali. Per esempio "ed ora, ad unire, od altro" è meglio trasformarle in "e ora, a unire, o altro". Ovviamente, "ed era, ad amare, od oltre" restano invariati.
Punteggiatura
Il punto, la virgola, l'esclamativo e l'interrogativo non vogliono spazi prima, ma ne esigono uno dopo (tranne a fine frase).
Tra le virgolette ("queste qui") non ci devono essere spazi tra esse e il testo che contengono, invece è obbligatorio tra esse e il resto del testo (così "forse" è più chiaro).
I punti esclamativi e interrogativi sono usati singolarmente! Capito? È possibile usarli entrambi assieme per esprimere meraviglia, anche se è una forma da usare con parsimonia. Non lo sapevate?!
I puntini di sospensione… sono sempre tre, nessuno spazio prima… e solo uno dopo. Usateli solo se necessario perché troppi potrebbero infastidire il lettore.
Gli incisi - francamente - non ci piacciono (specialmente quelli con il trattino), preferiamo l'uso della parentesi tonda o un più oculato uso delle virgole.
Spazi e tabulazioni
Evitare di inserire spazi inutili, soprattutto a inizio frase o per impaginare il testo. Per applicare un rientro alla prima riga di un paragrafo usate l'apposita funzione dell'editor, la quale di solito si trova sul righello appena sopra lo spazio di scrittura. L'editor di testo che vi consigliamo è senza dubbio LibreOffice, ha tutto ciò che vi serve ed è gratuito.
Grammatica e sintassi
Avere sottomano un dizionario dei sinonimi è una buona abitudine: eviterete di ripetere troppe volte la medesima parola nella stessa frase.
Prima di spedire il vostro testo, lasciatelo nel cassetto qualche giorno, datevi cioè il tempo di "dimenticarlo"; poi riprendetelo e rileggetelo con calma. Scoverete tanti errori che a mente calda vi erano sfuggiti a causa del naturale automatismo nella rilettura.
Per pulire il testo, sistemare le virgolette, i trattini, controllare la presenza di brutte ripetizioni e tante altre cose, vi consigliamo caldamente di utilizzare il nostro programma online EdOra che effettua tutta una serie di controlli e correzioni. Provatelo, ne scoprirete delle belle!
Approfondimenti circa i dialoghi
Da sempre, per tutte le pubblicazioni (cartacee, ebook e personali), usiamo il trattino lungo.
Spesso gli autori che usano i trattini, li usano anche a fine paragrafo, per esempio:
— Ne sei sicuro? — volle sapere Luca.
— Se lo dici tu... —
— Già, lo dico io. —
Con il BA style, il precedente esempio diventa:
— Ne sei sicuro? — volle sapere Luca.
— Se lo dici tu...
— Già, lo dico io.
ovvero usiamo i trattini solo se devono essere seguiti dalla narrazione.
Nel BA style usiamo una punteggiatura molto simile a quella di uso comune, ma con qualche importante differenza. Riportiamo qui alcuni esempi, in maniera da spiegarla definitivamente:
versione che spesso si trova nei testi:
— Dobbiamo andare — disse Mario.
— Dove? — domandò Lucia.
— Lontano — rispose lui. — Forse un giorno…
— Forse. — Mormorò la donna.
versione BA style:
— Dobbiamo andare. — disse Mario.
— Dove? — domandò Lucia.
— Lontano. — rispose lui — Forse un giorno…
— Forse. — mormorò la donna.
La differenza, nel nostro sistema, è che dopo il trattino di chiusura della conversazione non ci va MAI il maiuscolo, perché è brutto e distraente, e perché il testo che viene dopo una conversazione (la parte dialogica, o incidentale, che qui chiameremo per semplicità "voce narrante") lo riteniamo essenzialmente di corredo a essa, subordinato, che segue il discorso a prescindere se esso sia in sospeso (virgole e puntini) o punteggiato (punto, esclamativi e interrogativi).
Inoltre riteniamo che la punteggiatura debba essere dichiarata nel dialogo, e non nella voce narrante (disse, domandò, rispose ecc.). Osservatela bene nell'esempio precedente, ci torneremo più avanti con altri esempi.
La voce narrante che introduce un dialogo, per esempio:
Marco disse: — Ciao!
vuole il due punti prima del trattino. La voce narrante che non lo introduce direttamente, cioè quello spesso utilizzato per spezzare un dialogo troppo lungo o per caratterizzare al meglio una scena, va invece usato senza punteggiatura. Per esempio:
Disse: — Vedi questa? — gliela mise a due centimetri dal naso — È mia! — concluse, ridendo da matti.
Il concetto è che i dialoghi è bene che siano semplici ed efficaci, e nella frase devono essere più importanti delle voci narranti, altrimenti non ha senso usarli.
Per esempio, una struttura molto usata come questa:
— Oggi vengo da te — disse Mario. — A meno che tu non abbia di meglio da fare.
fa distrarre, perché se è chiaro che leggendola si intuisce che qualcuno vuole andare a trovare qualcun altro, è altresì vero che non permette di capire immediatamente se la prima frase del protagonista finisce lì o se continua, perché per determinarlo si è costretti a proseguire con la lettura. Immaginiamo se quella frase fosse stata scritta come di seguito (sempre nel sistema tradizionale):
— Oggi vengo da te — disse Mario, — a meno che tu non abbia di meglio da fare.
occorrerebbe aspettare la fine della voce narrante (disse Mario) per capire che, invece, la frase non era affatto terminata. Questo riteniamo sia un elemento di grande disturbo nella lettura.
Il BA style reinterpreta le due precedenti frasi nel modo seguente:
— Oggi vengo da te. — disse Mario — A meno che tu non abbia di meglio da fare.
— Oggi vengo da te, — disse Mario — a meno che tu non abbia di meglio da fare.
Nella prima parte del dialogo, cioè, capiamo perfettamente se il protagonista ha concluso o meno la frase, e la nostra mente viene velocemente preparata senza disturbare la magia della narrazione. Notare che "disse Mario" inizia con il minuscolo in entrambi i casi (vedi più avanti).
La struttura usata normalmente vorrebbe anche questo:
— Oggi vengo da te! — Esclamò Mario. — A meno che tu non abbia di meglio da fare.
— Vieni da me? — Domandò lei. — Meglio di no, devo studiare.
Qui troviamo i punti esclamativo e interrogativo.
Ma allora: perché qui si inserisce palesemente il segno di esclamazione o di interrogazione (che fanno parte della punteggiatura) e normalmente, invece, no? Secondo lo standard, dovrebbero essere sufficienti le voci narranti "Esclamò Mario" e "Domandò lei" a indicarli. Se la regola normale vuole il punto dopo la voce narrante, allora pure gli esclamativi e gli interrogativi dovrebbero seguire la stessa regola, se non altro per coerenza:
— Oggi vengo da te — esclamò Mario. — A meno che tu non abbia di meglio da fare.
— Vieni da me — domandò lei. — Meglio di no, devo studiare.
o no? Questo troviamo che sia un assurdo controsenso.
Perciò, il BA style suggerisce di mettercela in ogni caso la punteggiatura alla chiusura dei dialoghi, così la lettura (e la scrittura!) risulterà chiara, limpida e senza equivoci.
La maiuscola dopo il trattino di chiusura dell'esempio, però, disturba. Crediamo sia meglio usare sempre la minuscola, perché la voce narrante, come tale, deve essere poco invasiva rispetto all'importanza del dialogo, deve essere neutra e non deve sovrastare il dialogo vero e proprio, anche da un punto di vista puramente estetico (geometrico, se vogliamo).
L'unica punteggiatura di fine frase che accettiamo nella voce narrante è il due punti quando chiama direttamente un dialogo (e ovviamente il punto e a capo), altrimenti niente, perché è già il trattino a fare da punteggiatura. Per il BA style, l'esempio precedente diventa dunque come segue:
— Oggi vengo da te! — esclamò Mario — A meno che tu non abbia di meglio da fare.
— Vieni da me? — domandò lei — Meglio di no, devo studiare.
Le voci narranti che spezzano un dialogo come nell'esempio precedente, non sono neppure delle vere frasi complete, sono solo accessorie, quindi meritano di essere trattate come tali.
Nella lettura dei dialoghi, insomma, riteniamo che la voce narrante che segue o spezza un dialogo sia molto più efficace e digeribile se inizia con la lettera minuscola e non contiene inutili punteggiature.
In sostanza, troviamo piuttosto incoerente che nelle "regole standard" si usi la maiuscola dopo il punto ma la minuscola dopo l'interrogativo, l'esclamativo o i puntini di sospensione. Non sono segni di punteggiatura anche questi? Riteniamo perciò che per coerenza, giustizia e logica vadano trattati tutti allo stesso modo.
Per il dialogo nel dialogo preferiamo le virgolette, come fossero citazioni:
— Anna mi ha guardato e ha detto: "Amore, credimi…". Oh, zitto. Eccola!
Approfondimenti circa i pensieri e le citazioni
Per i "pensieri" usiamo le doppie virgolette alte e semplici:
"Oggi farò il bravo." pensò tra se Luca.
Valgono le medesime regole dei dialoghi, ricordandosi di usare sempre e comunque il punto quando la virgoletta di chiusura del pensiero coincide anche con la fine della frase, per esempio:
Luca imprecò, poi pensò: "Diamine, devo stare calmo!".
L'unica eccezione alla punteggiatura riguarda il caso in cui il pensiero concluda la frase con un punto. In quell'unico caso, per evitare un antiestetico doppio punto, invece di:
Luca sorrise, poi pensò: "Oggi sarà una bella giornata.".
usiamo la seguente sintassi:
Luca sorrise, poi pensò: "Oggi sarà una bella giornata".
Se il pensiero è spezzato in più parti dalla voce narrante, lo trattiamo come i dialoghi:
"Eh già" pensò Luca "a volte basta poco".
Queste regole valgono anche per le citazioni.
Approfondimenti circa i puntini di sospensione
Udii un sibilo… così poteva definirsi.
Dopo i tre puntini non ci va la maiuscola?
Questa è un'altra faccenda che non ci pare abbia una regola ferrea.
Però, dato che il BA style predilige la logica e il punto di vista del lettore, diciamo senza alcun dubbio che dopo i puntini di sospensione va minuscolo se il discorso è continuo, ovvero se è solo un momento di riflessione o confusione del protagonista, sia per i dialoghi diretti che per la normale narrazione:
Qualcuno dice che è vero… altri no.
— Alex, dimmi: è vero che… sei ricco?
Invece va maiuscolo se i trattini sono una sospensione più marcata e se la frase successiva inizia da zero:
Il lupo sparì… L'indomani riapparve e divorò la bambina.
Di norma, tuttavia, è bene ridurre il più possibile i puntini di sospensione e usarli solo dove servono davvero, dove hanno uno scopo e dove sono "belli" narrativamente.
Conclusione
Tutto ciò non è certo il Vangelo, ma è solo il BA style che, tra parentesi, molti apprezzano e approvano. Tuttavia, se volete inviare i vostri testi a editori o ad agenti, concorsi e siti letterari, vi suggeriamo di informarvi sul loro sistema preferito, soprattutto per l'uso della punteggiatura nei dialoghi, onde evitare di irritarli e rischiare la prematura distruzione del vostro lavoro.
Fateci sapere cosa ne pensate del BA style, suggeriteci miglioramenti e segnalateci chi, eventualmente, avrà avuto il coraggio di adottarlo.
Buon lavoro!
sito: www.braviautori.it
email: info@braviautori.it