








A Quattro mani
antologia di opere scritte a più mani
Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.
Contiene opere di: Chiara Masiero, Mauro Cancian, Stefania Fiorin, Anna Rita Foschini, Ida Dainese, Alberto Tivoli, Marina Paolucci, Maria Rosaria Spirito, Marina Den Lille Havfrue, Cristina Giuntini, David Bergamaschi, Giuseppe Gallato, Maria Elena Lorefice.
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Grazie Jacopo! Almeno siamo in due a pensarla… (continua)
Se la morte è uguale per tutti è semplicemente perché non risparmia nessuno (In questo senso interpreto "a livella" del grande Totò). Ma quello che c'è DOPO nessuno lo può sapere (potrebbe esserci il tutto con eventuali criteri o il… (continua)
Difatti, avevo pensato che fosse stata lei a uccidere il padre quando ho scritto "schizofrenico", ma non ne ero troppo sicuro, perché ho pensato anche che, magari, la ragazza fosse già malata prima e il padre suicida. Ora è tutto… (continua)

@Lou.Neige Beh… che dire… sono d'accordo in tutto e pertutto… non c'è altro da aggiungere è stato già tutto aggiunto qui! Ormai le rivoluzioni interiori sono cosa rarissima e se… (continua)
Caro Antonio, il racconto è una variazione di Psycho, aggiornato al mondo di oggi dominato dai social. Chissà, forse anche Norman Bates, anziché rimanere nel suo hotel a pugnalare qualche malcapitata sotto la doccia, se avesse… (continua)

Testo interessante, Lou.Neige, per gli intenti "polemici e attuali" che intende sollevare. Ma, io penso, che la morte è uguale per tutti: parlo dell'esperienza reale del morire. Rende niente quello che prima esisteva. È una "livella", come dice Totò, perché… (continua)
Buon 25 aprile La protagonista di questo racconto è così immersa nei "social" che ormai fatica a distinguere la realtà vera da quella che lei stessa crea inviando messaggi, immagini e altro. Ovviamente, per scopi narrativi e non, la…
(continua)

@armine Ianniello Più che una poesia la definirei una prosa verticale surreale… o meglio metafisica. Leggendo e rileggendo ne scaturisce un'immagine… quasi un… (continua)
@ Carmine Ianniello Tre strofe che ricordano, pur non avendone la struttura sillabica, haiku giapponesi! Tre immagini istantanee di personali… (continua)

È la "bellussera", ideata da Bellussi, enologo il cui figlio (o nipote ? non ricordo bene) fu mio professore di Agricoltura negli anni '60. Ha una struttura molto, molto alta, perchè la vendemmia si faceva in piedi, montati sui carri.… (continua)