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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Grazia del tuo gentile commento, Francesca. Con questo racconto ho partecipato a una gara, arrivando 5°, se non ricordo male. Di solito, arrivo sempre 5°. Ma per me non conta molto il voto o la posizione, che pure sono un… (continua)
Eh, c'è voglia di vento ! A me sembra una buona cosa. Mi hai fatto venire in mente un fatto … Era estate, e si passeggiava in campagna. Sole caldissimo, aria soffocante, così seguivamo l'ombra degli alberi al bordo del… (continua)
Ben fatto, scritto nello stile giusto per la vicenda narrata, e senza sbavature né prolissità. Hai introdotto abilmente i personaggi facendoli sorgere dal divenire stesso della storia, a partire dal gatto. Bugiardo, quest'ultimo, ma non certo per colpa sua: diciamo… (continua)
Dalle mie parti, a Salerno, in piena estate, un ragazzo di mattina presto, dopo aver fatto la doccia, ebbe la bella idea di scendere a prendere un bel "caffeuccio" al bar sotto casa, avendo addosso solo i boxer e l'accappatoio.… (continua)
Quasi quasi mi spoglio anche io in mezzo alla strada. Tanto, qui in Italia non c'è una teocrazia e non credo che mi incarcererebbero come a Teheran. O mi sbaglio? Certo, non sono obbligata a portare il velo, qui da… (continua)
Grazie della tua reale recensione, anch'io non credo a a… (continua)
Il titolo di questa tua mi ha fatto tornare in mente il saggio di Freud sulla precarietà, che fu composto, se non erro, durate il primo conflitto mondiale. La vita individuale è qualcosa di fragile e passeggero e fa paura… (continua)
È un mondo strano, quello che descrivi, e di cui ho solo sentito parlare di sfuggita. Diversissimo e retto da regole difformi da quelle che governano la nostra realta ordinaria: eppure ne sono alla base. Da un certo punto di… (continua)
Sono contenta che tu l'abbia letta. Ma grazie soprattutto per avermi messa al corrente degli echi e delle sensazioni che ha prodotto in te. Questa-… (continua)
Parti dai ricordi, per poi inquadrare il divenire. Smuovi pensieri profondi con una scrittura fluida ed immagini immediate. L'iterazione del manifestarsi mi ha ricordato il qoelet, ed il senso di inutilità. Allo stesso modo mi son sentito condotto sulla soglia… (continua)