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Recensione o commento a: Qui regna la solitudine, qui regna la pazzia - (Racconto Narrativa, Breve) - di Nicholas Nisopoli:

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Di Arcangelo Galante: Meste considerazioni, piene di contenuto reale, emergono dalla lettura della pubblicazione. Assaporare e udire quello che avviene intorno a noi, fa parte del nostro essere umani. Dovremmo essere persone che hanno una coscienza e una sensibilità, tale da riuscire a interpretare e cogliere l'essenza stessa della vita, tentando persino di sforzarci, senza viverla in solitudine e apprezzando quanto ci viene rivelato dalla realtà circostante. D'altro canto, non esiste una ricetta al veleno, per chi non sa stare al mondo, incapace di comprendere quel bisogno dell'anima di ascoltarsi profondamente, senza, per tale ragione, ritenersi folli, perché in preda di una fervida immaginazione. Forse, non tutti sono predisposti a capirsi e a interagire persino con l'immaginifico mondo della mente, oppure, è insito nell'uomo stesso, che lui lo voglia o meno, sentirsi solo, in svariate circostante, in virtù di non riuscire subito a giustificare le percezioni sue. È il pathos a renderci superiori a un'altra dimensione fantasiosa, pur se la consapevolezza non sempre paga, quanto, invece, il saper giustificare di continuo quello che ci accade interiormente e fuori da noi stessi. Perciò, la solitudine regna, sempre circonda, anche se, in apparenza, così potrebbe non sembrare.