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Le altre recensioni o commenti
Di F. T. Leo: Racconto di un'acutezza senza eguali, privo di fronzoli di sorta. Per certi versi sembra un po' di ritrovarsi nelle atmosfere tipiche del "Teatro dell'assurdo"... Fulcro del racconto è una discussione vagamente surrealistica tra i due protagonisti, Gianni e Ultimo. Non so se il tema del racconto sia molto originale (a dire il vero, mi pare di averlo già intravisto in taluni romanzi e in taluni film), ma, in ogni caso, per come è trattato, con l'argutezza e la perspicacia tipiche della "scuola toscana", ci si dimentica ben presto di questo piccolo neo, se di neo si può parlare...
Si spera, infine, come afferma Ultimo, che il nostro mondo sia effettivamente il purgatorio, anche se, in tal senso, i dubbi sono infiniti... Racconto che merita certamente una lettura! Di Riccardo Cecotti: I miei complimenti, un racconto che si fa consumare dall'inizio alla fine interessando il lettore ogni parola non risulta ridondante ma funzionale alla storia. I dialoghi sono fluidi e rendono anche il carattere dei due personaggi. Forse il finale va un pò rivisto ma è un piccolo dettaglio.
Di Arcangelo Galante: Un racconto pieno di sfoghi emozionali che si concatenano a sentimenti di inquietudine personale e a un desiderio di voracità affettiva davvero fervida, per sfociare in un appagamento interiore ottenibile solo con la post mortem, basata sul dialogo dei protagonisti. Perlomeno, questa è la mia chiave di lettura! Storia molto particolare nella stesura e ben definita nel messaggio, trasmesso con accurate parole, appositamente selezionate dall'autore.
Di Isabella Galeotti: Pazzesco l'ho letta in vernacolo. Non mi intendo di dialetti, purtroppo, ma secondo il mio parere è scritta incredibilmente bene. Allora, la parlata toscana già di perse è spassosa, abbinata ad un racconto come questo è veramente fantastica. La trama è sviluppata bene e diciamo che la panchina, anche se già sfruttata da molti sia scrittori che comici, in questo racconto è calzante. Che dire....divertentissima.
Di Sphinx: Grazie Pia. Per il filmato non so se sarà possibile, ma ora che lo hai chiesto vedrò di fare qualcosa in proposito.
Di Pia: la versione in vernacolo è molto più gustosa, adoro i dialetti e il toscano mi fa davvero morire, peccato non poterlo ascoltare dalla viva voce, ma quando lo presenterete mi piacerebbe che ci mettessi la versione filmata.
Sotto l'apparenza scanzonata ha una logica inconfutabile, rimarca con sottile umorismo l'imprevedibilità del caso e come tutti siamo soggetti ad esso. Ultimo è un personaggio arguto e simpaticissimo, forse lo era già prima, o forse l'esperienza della morte per sbaglio l'ha fatto diventare così, certo è che merita un applauso Di Sphinx: Grazie per i commenti. La versione in vernacolo verrà rappresentata al 90% la notte di capodanno e forse, opportunamente truccato, uno dei due interpreti sarò proprio io.
Di Angela Di Salvo: Il racconto trasformato in testo teatrale mi pare veramente riuscito.
Una vicenda surreale acquista un sapore dialettico e quasi "comico" nella movimentata contrapposizione fra i due personaggi, di cui uno incredulo e ignaro e l'altro "illuminato" e consapevole di aver avuto un dono in questa sua "lungimiranza". Persino la morte "annunciata" di Gianni, pur nella sua tragicità , strappa un sorriso. Se si trovano due buoni interpreti, sarebbe un atto unico di sicuro successo. Di Giuseppe Novellino: Che cosa c'è dopo la morte? Che senso ha la nostra vita? E la morte stessa? Il racconto, nella prima parte, ha un vago sapore pirandelliano, poi si orienta verso la narrazione surreale, producendo una certa suspence. Il risultato non è male, il tutto sembra bene amalgamato. Il racconto, quindi, si legge in un fiato, diverte ma fa anche pensare. L'oggetto della riflessione è quanto mai grave e antico, ma l'approccio risulta simpatico e interessante. L'accenno implicito ai famosi studi di del dottor Moody sono trattati con leggerezza, senza didascalismi inutili. Mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere. La vita potrebbe essere il nostro purgatorio, chissà !
Di Sphinx: Grazie del bel commento.
L'idea di farne un dialogo teatrale sta in effetti per essere realizzata, e forse verrà rappresentata la notte di capodanno. Grazie anche del suggerimento. Di Angela Di Salvo: Una storia surreale che richiama la vicenda del film "Il Paradiso può attendere". Un errore di morte prematura fa ritornare il personaggio indietro nella sua vita di prima (in un altro corpo) per attendere che scocchi la sua ora. Il racconto in questione va oltre; il "fortunato" ha ricevuto delle informazioni che gli hanno fornito le chiavi di lettura del senso della vita e del meccanismo oscuro della morte che "arriva" in un momento determinato e senza che chi la subisce possa far nulla per evitarla o procastinarla. E' capace persino di prevedere la morte altrui. Molto efficace l'impianto dialogico in cui si scontra la naturale diffidenza razionale di un uomo normale e "ignaro" con la consapevolezza illuminata del "redivivo".
Il racconto potrebbe essere trasformato agevolmente in un testo teatrale dell'assurdo. La forma andrebbe rifinita in diversi punti per esaltare ancora di più l'originalità del contentuto. Io avrei concluso così: "Buon viaggio, amico. Io devo ancora aspettare,non molto però..." Di Sphinx: Grazie Dino! Comunque hai ragione, in alcuni punti questo racconto appare anche a me un poâ??... grezzo.
Di Dino: Interessante ed estroso, si fa leggere dâ??un fiato.Forse andrebbe un poâ?? limato nella scelta della terminologia. Ma questo forse è un mio pallino essendo amante della musicalità della prosa oltre che della poesia.Comunque veramente bravo.Dino
Di Sphinx: Grazie mille Oroboros!
Accidenti che bella critica che mi hai fatto... sigh... sob... sono commosso... A parte gli scherzi penso che il tuo commento sia stato uno dei più positivi che abbia mai ricevuto... grazie ancora. Di user deleted: Oh!...finalmente un racconto intelligente e simpatico insieme. Eâ?? un filino rivista la storia, ma raccontata con Arte e acume insoliti. Si nota forse la mancanza dellâ??aver vissuto la Morte in prima persona, in modo da poter essere più dettagliati nella descrizione del dramma cosmico, ma è un peccato veniale. Sono quasi sicuro che, dopo che lâ??Autore lâ??avrà vista da vicino (la Morte), la riscriverà meglio, questa ottima storia che, così brevissima non mi è parsa visto che, nel leggerla, sono andato a pisciare dal ridere sei o sette volte, per evitare di consumare troppi pannoloni. Voi dovete capire che, alla mia età , certe storie...fanno colpo...
Di Dixit: ne�andrà senza l'apostrofo
a se con l'accento curioso come racconto, scritto bene. diverso dal soito, perché è il contrario di quello che uno si aspetta |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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