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Sun 01 September, 03:59:43
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Recensione o commento a: 2040 - (Racconto Fantascienza, Breve) - di Andr60:

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Le altre recensioni o commenti
Di Andr60: Ti ringrazio della lettura e del commento. Per quanto mi riguarda, io abito più volentieri al piano terra, almeno posso scappare più velocemente in caso di pericolo. Certo che, se hai un cane, un Bosco Verticale è una bella comodità...
Di Mauro Conti: Stralci di vita personale e lavorativa in un fantomatico - e poi non così lontano - 2040.
Stile molto fluido e godibile che invoglia a leggere.
Chissà "dove" saremo e "cosa" faremo nel 2020, saremo messi come questi personaggi? Personalmente nel bosco verticale IV ci abiterei volentieri.
Di Andr60: Le tecnologie dello IOT sono studiate apposta per controllare il nostro comportamento, con la scusa di facilitarci la vita. Penso che i tempi di "distanziamento sociale" non finiranno col coronavirus, che sarà il primo di una serie di emergenze ad hoc.
Le fabbriche di dildo (fra le altre) faranno affari d'oro, peccato che io non abbia soldi per investire nelle loro azioni.
Di Flavio Capelli: Bellino, molto scorrevole ed anche ironico specialmente col finale. Una visione leggera ma realistica di quelli che sono i rischi del nostro futuro prossimo venturo di IoT eccetera.
Di Andr60: Ti ringrazio, comunque devo io un ringraziamento anche a Roberto Bonfanti che mi ha dato lo spunto, col suo racconto.
I racconti/romanzi che si occupavano dei cambiamenti nella società in seguito alle scoperte scientifiche, almeno negli anni'50 e '60, si chiamavano proprio di "fantascienza sociale" ed hanno avuto come esponenti principali R. Sheckley, F. Pohl e, più tardi, P. Dick ed è il filone di s.f. che preferisco, o del quale mi viene più facile scrivere delle storie.
Attualmente, la società occidentale è in piena finestra di Overton sul tema LGBTQ?, e presto scriverò su questi temi.
Un saluto
Di Roberto Ballardini: Bella rappresentazione del prossimo futuro ipertecnologico, o perlomeno quello di chi se lo potrà permettere. Il piccolo (si fa per dire) incidente di percorso di Maikol diventa metafora di come la spersonalizzazione dei rapporti tenda a ridurre tutto a qualcosa di precario, illusorio, cancellabile con la semplice pressione di un tasto. Credo che ci si stia rendendo conto sempre di più di quanto la nostra esistenza (la nostra stessa realtà) sia strettamente collegata a quella delle persone intorno e non agli oggetti o ai gadget che il nostro tenore di vita ci può permettere. E anche di quanto sia illusorio pensare che l'acquisto di un appartamento o di un'automobile possa definirci meglio come persone. Potrebbe anche essere che quella china la si sia già oltrepassata e che ora si comincino a definire meglio ciò che conta davvero nella nostra vita. Magari come esiste un percorso indivduale per ognuno di noi, poi ne consegue anche uno collettivo della società. Vedremo. Il racconto è ben curato nei particolari. Mi piace la tua fantascienza sociale, mi permetto di chiamarla così, strettamente correlata alla contemporaneità e centrata sulle contraddizioni, sulle distorsioni, che il progresso troppo veloce non ci dà il tempo di metabolizzare. Ottimo lavoro.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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