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Le altre recensioni o commenti
Di Marcello Rizza: Buongiorno Antonella. Ho letto questo racconto e ho individuato tre livelli di lettura: emozionale, formale, scorrimento. Dal punto di vista formale ho trovato alcuni errori che facilmente puoi correggere, e il racconto lo merita. Inoltre, perché funzioni pienamente, la seconda parte dovrebbe, a mio parere, essere titolata come "Considerazioni" o "Morale dove di morale ce n'è poca", insomma, rimarcare che il primo è racconto e il secondo è considerazioni su cronaca triste. Per quanto riguarda lo scorrimento, funziona anche se due o tre frasi superflue avresti potuto toglierle per dare più slancio al racconto, per renderlo più incalzante. Dal punto di vista emozionale e della tecnica d'impatto è veramente forte e coglie. Brava!
Di EvilaRosa: Brava, un racconto di effetto. Mi hai portato riga dopo riga a seguire la trama, a capire e sentire la emozione forte. E poi a riflettere sulla piaga del femminicidio.
Di Antonella martino: Ho pubblicato i racconti otto anni dopo averli scritti e ho capito che volevo dare a Nelly una seconda possibilità, un diverso finale. Si, è la stessa persona con cui ho avuto contatti. Non ho corretto nulla, nemmeno gli errori grammaticali ahimè, ho semplicemente pubblicato quello che ho scritto anni fa senza dargli una seconda lettura. Il tema è l'amore, è esatto, ma l'amore che dovrebbe essere il faro guida nell'oscurità di un mare in tempesta.
Di user deleted: Molto, molto difficile questa recensione, considerata la storia che viene raccontata. Cercherò di farla in punta di piedi poiché in tutta onestà mi sembra di profanare un tempio. Pertanto, al di sopra di tutto pongo il rispetto ed esprimo la speranza in cuor mio che «…Dio illumini noi miseri mortali», racchiudendo in questa frase dell’autrice tutto quanto lei stessa esprime nell’ultima parte, dove reclama giustizia e verità.
Innanzitutto ci sono due racconti, non uno, con la stessa protagonista -Nelly- scritti rispettivamente in terza e prima persona. Confesso di esserne stato spiazzato alquanto, poiché inevitabilmente si intrecciano e creano un mélange di sensazioni, come un regista che sposta la macchina da presa dandoci visuali da angolazioni differenti. Mi ha colpito la sequenza di pubblicazione che tenderei a non considerare casuale, come certamente non casuale è la parte ripetuta. Dei due ho scelto “Un’altra me” per l’immagine della sorella quando “le carezzò la guancia una volta, due, tre…”. Sarà forse scontato ma mi faccio coraggio e lo voglio dire: questo è un racconto di puro amore. Il sentimento riversato nelle righe, per il tramite di Eva, è impressionante. Non so se mi ha colpito di più questa intensità o il fatto che strida così accanitamente con l’odio che purtroppo è presente -e in modo tanto devastante-. Ma inevitabilmente resta un passo indietro, spero che l’autrice mi vorrà perdonare per tale personalissima interpretazione che, non espressa, priverebbe di senso questa recensione. Se l’amore non toglie nulla al dramma inaudito della storia, ci regala al contempo una speranza concreta, reale poiché -lo vediamo scritto nero su bianco- c’è anche chi sa ancora, fortissimamente, amare. Un cenno sullo stile, molto fluido, ben strutturato, per niente facile considerato l'impatto emotivo trasmesso. Attendo nuovi testi dell'autrice che certamente leggerò. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
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A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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