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Wed 17 July, 20:32:30
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Recensione o commento a: Castadiva - (Racconto Narrativa, Breve) - di Mariovaldo:

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Le altre recensioni o commenti
Di Marcello Rizza: Ciao Mario. Ok, smetto di pensare. Mi resta però l'emozione, l'attenzione per l'emarginazione e per la solitudine. E quella, l'emozione, me l'hai suscitata, non posso esimermi dal constatarlo su me. E capisco anche l'affetto nei confronti di alcuni nostri lavori magari anche acerbi. L'unico riconoscimento, anche perché è stata la sola volta dove in un Comune del Garda è stato letto un mio racconto, l'ho avuto quattro anni fa con Caino, racconto che la mia editor mi sconsigliava di presentare perché a suo parere non sarebbe stato capito. Ho dovuto insistere molto e alla fine si è rassegnata. Rimase colpita che quel racconto fu quello che raccolse i maggiori consensi e così anche quello è diventato, come per te con Castadiva, un racconto che è un pezzettino di cuore.
Di Mariovaldo: Ciao Andr, grazie del commento e della segnalazione. Sono andato a vedere l'opera di quel pittore che proprio non conoscevo: è angosciante davvero. la solitudine più triste, direi assoluta. Da brividi
Di Mariovaldo: Marcello, stai pensando troppo, mi fai sentire responsabile della tua prossima emicrania. Il mio racconto non lo merita, è un'operina scritta molto tempo fa, ai miei esordi come scribacchino. Ci sono affezionato perchè fu il mio primo piccolo successo su di un sito di scrittura ora defunto : scrivi.com", Prima di pubblicarlo qui l'ho riletto con attenzione e ci è mancato poco che rinunciassi (con attenzione, eppure mi è sfuggito, al solito, un banale errore di battitura). Poi mi sono detto che se me lo avessero massacrato sarebbe stato un buon bagno di umilta', ora che inizio a darmi arie di scrittorucolo al posto di scribacchino.
Comunque, grazie ancora per le tue recensioni.
Di Marcello Rizza: Penso alla tua esperienza, al tuo essere adulto e genitore e nonno. Penso a quanto l'uomo matura di esperienze, anche non dirette o forse anche dirette, penso a quanto possa essere destinato del nostro sapere all'amore senza condizione. Penso che la bellezza esista in ogni ambito. Penso che il tuo sia un gran bel racconto. Penso che io sia una prostituta che si concede all'amore. Penso che potrei ammalarmi di Alzheimer e aver bisogno di un ultimo cosciente natale. Penso.
Di Marcello Rizza: Mi hai fatto piangere. Hai raggiunto il tuo scopo. Nel piangere, perfetto. Abbiamo tratti in comune. Mi hai fatto commuovere.
Di Andr60: Mi è piaciuta molto l'atmosfera di questa vigilia di Natale di due persone ai margini, le cui esistenze si toccano, solo per un momento. Un contrasto netto con le festività del periodo, durante le quali le famiglie si riuniscono. Mi ha fatto venire in mente un dipinto di Morbelli (https://www.analisidellopera.it/un-natale-al-pio-albergo-trivulzio/), quanto a tristezza della situazione.
Un bel lavoro.
Di Mauro Conti: Ciao. Il racconto è molto bello, scorre leggero, forse solo l'introduzione è un po' retorica e poco accattivante, ma dopo l'incontro tra i due protagonisti cambia tutto e scorre meglio.
La trama è tristissima. Ci sono vari gradi - secondo me - della solitudine umana; in questo spaccato hai voluto dipingere quel tipo di solitudine più squallida, triste, turpe e malinconica. Un'anziana meretrice dimenticata e un malato di Halzheimer. In entrambe le parti aleggia un velo di disperazione senza fine anche se non "urlata". Mi ha messo tristezza nel leggerlo, ma giustamente un racconto triste non poteva avere effetti differenti. Comunque mi è piaciuto molto lo stile. Complimenti.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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