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Sun 30 June, 16:09:30
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Recensione o commento a: Legame Apparente - (Racconto Narrativa, Medio) - di Alessandro Napolitano:

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Le altre recensioni o commenti
Di Forlani Roberta: Ho letto il tuo racconto che mi hai consigliato e l'ho davvero trovato molto bello, profondo e ricco d'insegnamenti. L'ho riletto più volte per cercare di coglierne sempre più il vero senso, soprattutto nel finale. Tutta la sua vita Bert l'aveva trascorsa come in una bobina che si riavvolge in continuazione e trasmette sempre le stesse scene. Rinchiuso in questa sua unica e sola certezza, si sentiva protetto da ciò che conosceva già, da lì non poteva né voleva uscire, il futuro lo spaventava, non lo conosceva, continuava a rivedere e circondarsi unicamente dei suoi ricordi. Forse l'incontro con la ragazzina lo aveva fatto riflettere e l'aiuto psicologico di Herman con la brillante idea dell'epitaffio, si era rivelato provvidenziale, la sua storia così sovrapponibile a quella di Anne lo aveva colpito, ma ancor più la differenza: nonostante lei fosse stata abbandonata a sua volta dal padre, ostinatamente lo cercava, seguendo e avventurandosi caparbiamente nel suo futuro, ciò che lui non aveva ancora trovato il coraggio di fare. Forse la sua prima correzione sulla scritta è stata proprio in questo: tutta la vita! Lui aveva deciso infine di dare un taglio, se fino al ì aveva sempre guardato al passato, da ora in poi non lo avrebbe più fatto, sulla sua tomba non sarebbe più comparso "per tutta la vita", sarebbe partito da quel momento il suo punto d'inizio!
Di Sphinx: Davvero un bel racconto. Me lo sono letto con piacere e con molta attenzione perché è questo che suscita leggendolo. Riesce a mantenere vivo l'interesse senza cercare inutili sensazionalismi.
C'è qualche svista qua e là, ma cose di poco conto. In definitiva è indubbia la tua capacità di sapere rendere il lettore attento al racconto.
Di Dino: Il racconto �¨ troppo lungo per essere un semplice racconto ma troppo breve per entrare profondamente nella psicologia dei personaggi, che in questo modo vengono disegnati come uno schizzo sul quale poi costruirli i modo definitivo. Certo Alessandro ha molto talento ma proprio per questo io lo spingerei a scrivere dei veri romanzi, dove possa trovare il tempo di plasmare le sue creature come quel pupazzo di neve cos�¬ importante per restituire fiducia ai protagonisti della sua opera. Resto in attesa del suo prossimo lavoro augurandogli di �crescere� sempre di pi�¹.
Di Michele: Che bel racconto, Alex! Tra i tuoi racconti, finora letti, questo è forse uno dei migliori: ciò che mi ha colpito, oltre l'umanità che lo pervade, è la linearità e la lucidità narrativa con cui accompagni i lettori nelle vite dei personaggi. Anche quella della "multi scena" è un'ottima idea: spostare l'azione umanizzante in più scene di vita... La psicologa con problemi esistenziali, Bert e la ragazza immemore, Herman... Non c'è prevaricazione tra i soggetti, solo la pura verità esistenziale fatta di imperfezione e di forza interiore per cambiare.
Per scrivere un racconto del genere bisogna necessariamente credere nella vita.
p.s.: l'omaggio a Faber delegato a Masters è palese... Ormai t'abbiamo sgamato! eheheh....
Di AldaTV: ciao Ale, molto coinvolgente, specialmente per me che ho vissuto a contatto per lavoro con problematiche particolari e in primis in ospedale. Scritto molto leggero nella sua drammaticità degli eventi particolari e molto intenso. Personalmente trovo vi siano però alcune ripetizioni o enfatizzazioni di particolari, ma è solo una idea mia visto la tendenza che io ho a "ridurre" in "essenziale" ogni scritto che spesso ha un doppio significato interpretativo. Ma è il tuo stile, rivedilo fra un po' e magari elimina qualche refuso. gradito e veramente bello!
Di Pia: mi hai riportato alla mente un bellissimo film: Risvegli.
Anche se c'entra poco con il tuo racconto, non ho potuto fare a meno di pensare all'analogia con Leonard, il paziente risvegliato. Porti avanti con sapienza la presa di coscienza di Bert, riprendere fiducia in se stesso, poter essere utile a qualcuno, sentirsi amato con spontaneità e a prescindere da tutto, cosa che solo i bambini sanno fare. E, soprattutto, cosa che funziona meglio di qualsiasi terapia. Mi piacerebbe sapere quali parole ha cancellato dall'epitaffio, forse "nessuno mi ha voluto"? Io credo di si, almeno io avrei scritto così
Se proprio ce la voglio mettere tutta per trovare qualcosa da criticare, allora guarda un pò le virgole e qualche finale che ti "mangi".
Di Bonnie: All'inizio il racconto scivola via 'tranquillo'
poi... incuriosisce, e infine... si viene catturati della tenerezza disarmante del protagonista

"Io parlo poco anche da solo, Herman."

Hai 'descritto' Bert con una delicatezza...
si percepisce il suo disagio, il suo essere impacciato, imbarazzato ecc ecc
Complimenti Ale, è proprio un bel racconto!







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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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