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Sat 24 August, 17:30:17
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Recensione o commento a: Non ti fermare - (Altro Filosofia, Breve) - di Giancarlo Rizzo:

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Di user deleted: Ho finito i messaggi quindi ti rispondo qui.

Sulle citazioni, non ho un percorso di studi che mi ha portato ad averne(3a media), quindi quello che scrivo penso posso dire in tutta onestà essere farina del mio sacco. Poi ho si letto diversi libri di filosofia, psicologia, poesia ecc. Ma tra lo studio e la lettura per piacere personale c'è un abisso, in termini di assimilazione dei concetti. Libri in cui difatti molto spesso trovavo pensieri già elaborati direttamente vivendo. Comunque grazie per le parole spese.

Per il discorso sulla fede, hai perfettamente ragione se ti riferisci ad una fede totalmente cieca, derivata principalmente od esclusivamente da indottrinamento, fede quindi che rimane immutabile e fissa.

Poi però c'è anche la fede che non si ferma a questo che trova inconciliabili certi aspetti per poter vivere in tutta e piena onestà la fede stessa, senza quindi mentire a se stessi. Questo porta a rivalutare tramite quindi il dubbio quello a cui prima si credeva ciecamente, rivalutazione ed applicazione degli stessi concetti ora posti e impressi nel mio caso sul mio stesso sentire.
Dove i due aspetti quindi di fede e dubbio sono complementari.

Io senza il dubbio non sarei giunto alle mie "conclusioni", come non ne sarei giunto senza fede.

Adesso quindi non è più una fede immutabile nel tempo, ferma, ma è qualcosa di vivo che muta nel tempo, si accompagna quindi al mio Io e al mio stesso essere.

Vivere nel dubbio non è facile, accompagnare l'Io al dubbio è la via che porta si a maturazione e comprensione, entro i nostri limiti, ma accompagnata però a profonda insicurezza per il non trovare e quindi continuo cercare risposte.

Ma riuscire a trovare questa sicurezza nella fede, senza mentire al contempo a se stessi, è qualcosa di tremendamente difficile.

Se non vivessi e sentissi veramente questo tocco come qualcosa di reale non potrei mai riuscirci. E oltre a quello necessita come è successo a me, anche un addentrarsi, un rivalutare e rivoluzionare in piena onestà dentro se stessi tutte le questioni che vanno a mettere in dubbio la fede stessa o quello che prima reputavo tale. Ti assicuro che riuscire a trovare una via per fare andare di pari passo questi due aspetti non è facile Giancarlo, non se si è sinceri, difatti mi ci sono voluti quasi 38 anni, ed essendo una fede viva, mutabile nel tempo, questo implica in se la continua riflessione, intuizione, comprensione e lettura di se stessi in divenire, fino all'ultimo mio momento.

Quindi non mi fermo, però non ho altre parole a me disponibili per descrivere o spiegare, andare cioè ancora più a fondo di quello che sento all'oggi più di quelle già impiegate e date (già queste che ho usato infatti scricchiolano nel loro comune senso nel dare spiegazione, più vado a fondo, più le parole stesse che abbiamo non riescono a descrivere quello che sento, perdono il loro significato e al contempo non esprimono in pieno quello che vorrei facessero, questo perché stiamo già costeggiando o avvicinando il limite di senso a noi comprensibile in quello che cerco di descrivere). Ora quindi rimane "solo" la profonda continua lettura di me stesso (che avverrebbe in ogni caso) e soprattutto del mio sentire ed "intuire" a riguardo.
Di user deleted: In gran parte qui già condividiamo parecchi concetti che entrambi esprimiamo forse in maniera diversa ma che portano a medesima o per certi versi simile conclusione in fondo.

Sul pensiero come processo spirituale invece secondo la mia visione, non può essere considerato tale, dal momento che tu ad ogni modo sei coscente di stare pensando a una azione anche se poi non la compi, cioè se anche pensi di muovere una mano, la mano non si muove finché tu non decidi materialmente lo spostamento fisico della stessa. Ma questo rientra comunque tra i processi appartenenti al nostro stesso essere e quindi di nostra possibile o futura comprensione.

Tutto quello che può essere di realmente spirituale che è o può avere contatto con noi secondo la mia visione invece avviene completamente fuori dalla nostra sfera comprensiva.

Sul fatto che tutto il nostro essere a suo modo e divenire diventa o si trasformi in energia su quello sono d'accordo, ma anche questo fa parte della nostra sfera di comprensione.

Quando dico tornare a Tutto non intendo Energia dell'universo fisico a noi conosciuto, ma ad un Tutto fuori da ogni contesto appartenente alla nostra idea di materia, quindi solo spirito che resta a noi ora incomprensibile. Energia spirituale universale o creazionale (non nel senso di universo, dato che l'universo ne farebbe parte esattamente come noi ora, la differenza è che non so se la materia trasformata in energia diventi essa stessa spirito, ma so che la differenza tra noi e la pura materia, come tu stesso ipotizzi, la percepiamo tramite il pensiero che valica comunque, rimanendo nel suo limite, un concetto di pura materia, ma che non posso a suo modo reputare spirituale perché noi ne abbiamo a nostro modo, in parte, coscenza e comprensione in noi stessi).






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