Di user deleted: Caro Giancarlo, apprezzo davvero molto questa risposta e vedo il senso delle tue parole.

È vero, se c'è qualcosa su cui sono particolarmente severo è proprio la poesia: ma lo sono prima con me stesso, ed è l'unica certezza che possiedo.

Non molto tempo fa hai pubblicato "Anche voi che mi leggete". Ecco, quelli sono versi che, per la mia sensibilità, lasciano un segno, basti guardare tra i commenti quello di Essea, che reputo una vera poetessa per tecnica e contenuti.

Abbiamo parlato di umiltà nei nostri rispettivi commenti. Voglio quindi, accettando il tuo invito e soprattutto trasformando le intenzioni in fatti, terminare oggi le mie recensioni "poetiche" lasciando spazio solo a quelle in cui cui esprimo una mia significativa empatia. Odio la superbia quanto la falsa modestia: credo di avere la sensibilità per ' sentire ' una poesia, ma hai detto una cosa corretta, ognuno ha il suo metro poetico ed è giusto che se la risonanza, come in un diapason, può avvenire a vari livelli, essa avvenga.
In breve, un principio superiore.

Posterò quindi, prima o poi, un commento su "Anche voi che mi leggete".

Spero che anch'io potrò beneficiare della tua attenzione, la mia c'è, che sia sempre un confrontarsi franco e leale.

Un abbraccio.

Di Giancarlo Rizzo: Intanto, grazie per l'attenzione che mi hai dedicato. Leggendoti con interesse, ogni volta vorrei esprimere la mia ammirazione per come scrivi. Lascio umilmente ad altri, che meritano il tuo livello, questo piacere.
Considero con attenzione il consiglio di non chiamare poesia un testo che non generi sensazioni di grande intensità. Ma nell'esempio specifico come potrei creare l'incantesimo (e nessun altro messaggio) di una sensazione dove lo spazio percorso da voci lontane mi cristallizzano in un momento dell'essere vivo, se non spezzando in tre brevi versi un attimo poetico? Caro buon Roberto, leggo le tante poesie che appaiono su questo sito e naturalmente sono pochissime quelle che mi danno emozioni ma so anche che "La poesia è come una frequenza che pervade l'etere e che cerca la risonanza di un diapason che è la tua anima". Mi permetto un consiglio altrettanto umile: come nella musica spesso occorre rileggere molte volte una poesia perché entri nell'anima. Spero sempre nella tua attenzione.

Di user deleted: Il Dragone-Mon Amour#21 (o 22? non ricordo… )

Non lo so: non rende quanto dovrebbe, a mio modo di vedere. La brevità richiede una grande intensità, che non trovo, soprattutto nelle espressioni utilizzate, troppo comuni. Non voglio mettere in discussione la presenza o meno di un 'messaggio' intrinseco, peraltro interpretabile in modo differente da lettore a lettore. Voglio dire che ciascuno di noi fa le proprie riflessioni, a volte anche profonde, ma da qui a esprimerle in 'poesia' ce ne passa.
Non me ne voglia il buon Giancarlo, ma quello che mi sento di consigliare, molto umilmente e sempre come mia opinione personale, è di traslare queste considerazioni in prosa dove sicuramente c'è spazio (… !) per allargare la visuale.

"La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l'ascolta" (Michel de Montaigne)

Di Giancarlo Rizzo: Grazie, ma non mi aspettavo di provocare tanti risvolti per un lampo di spazio-tempo che mi ha incantato.

Di user deleted: Poche parole che dicono tanto. Noi siamo qui e intorno succedono cose… Ce ne perdiamo tante, in parte per una sorta di pigrizia, in parte perché non abbiamo il dono dell'ubiquità…