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Le altre recensioni o commenti
Di user deleted: Io credo che anche la nostra stessa consapevolezza sia parte del mio essere mortale, finisce con la mia realtà, diventa materia incoscente, come adesso è materia coscente, se non è lo spirito ad avermi dato consapevolezza, ma solo volontà creativa, questa mia consapevolezza cessa con me, io inteso come materia incoscente dopo la mia morte, cesseró di essere insieme a tutti, vivi o morti con l'universo stesso, quindi la fine di questo universo espanso di energia inconsapevole che tornerà ad essere nulla, non avendo spirito in sé, ma essendo esso stesso stato creato solo per volontà. Questo è il mio pensiero, quello che chiude ogni cerchio, prima credevo che fosse comunque lo spirito tramite intuizione a toccarmi, quindi possibilità di ritornare ad essere Tutto in Tutto, ma non lo penso più, anche questo credo sia solo un nostro volerci protrarre verso qualcosa che non ci è mai appartenuto, solo per paura ed egoismo. Se mi segui torna tutto, non ci sono contraddizzioni logiche o altro, se non abbiamo spirito e quindi anima che tu invece chiami Essere di cui sei consapevole, se questo in noi non è presente come forma di Essenza o Spirito (ma è solo frutto di una nostra evoluzione naturale già scritta in essa, in noi, da Dio stesso) tutto poi, ogni discorso torna e porta in fine alla nostra situazione attuale.
Di user deleted: Dimenticavo questo tuo testo lo condivido in pieno, seppur con esito di fondo, diverso dal tuo.
Di user deleted: Certo che è così ne sono perfettamente consapevole e lo accetto, so che non rimarrà niente, ma la cosa non mi turba, anzi mi da più un senso di leggerezza e di pace. Anche la comprensione stessa è un grande peso da portare, pesa come un macigno a volte, ci si sente ancora più soli, in un mondo di gente sola, soprattutto quando vedi la maggioranza delle altre persone (praticamente tutte si può dire), non poterti o riuscire a volerti comprendere, arroccate quasi tutte dietro e dentro la propria ignoranza o dietro o dentro fedi cieche solo per paura ed egoismo che sia riposta solo nella scienza intesa come religione, o religione stessa. Io non credo di essere diverso da tutti, sono come tutti gli altri, pregi e difetti compresi, ma forse, neanche per merito in fondo, mi è toccata questa comprensione, questa empatia che va al di là di quello che appare, quindi sono capace di leggermi e leggere dentro le cose e gli aspetti anche nascosti di questa nostra realtà, seppur nei miei limiti che riconosco e accetto come tali. Non lo so Giancarlo io ti comprendo, comprendo lo stesso peso che porti, quella senzazione dell'inutilità di fondo del vivere, sapendo già l'esito, ma a me al contrario tuo, forse per me questo è un peso troppo grande che non voglio più portare, non troppo a lungo almeno, non lo voglio, non lo merito, forse non ne sono capace. Già adesso fagocita dentro tutto. Per me quindi è quasi come una liberazione finire in nulla, ma avendo e sapendo però di avere cercato, trovato e infine compreso e accettato il mio essere, il mio ruolo, la mia stessa fine, sapendo che ne è valsa sempre e comunque la pena di farlo questo viaggio, non per gli altri, ma solo per me stesso, perché su queste cose non esistono altri all'infuori di noi stessi, nemmeno amori o figli, solo noi, il nostro essere il nostro egoismo che sempre torna presente, la nostra comprensione di Tutto, fuori da tutto questo, il resto sono solo teorie giuste o sbagliate che siano, solo parole in fondo che passano come il resto, insieme a noi.
Di Giancarlo Rizzo: Quello che voglio dirti, caro Gabriele, che puoi lasciare, staccandoti da tutti i ragionamenti, tutto quello che possiedi sia materiale che immateriale. Quell'Essere di cui hai intuizione è l'unica cosa che hai o meglio sei. Tutto quello che fa, ha fatto e farà la tua parte umana (mente compresa) lo dovrai abbandonare perché è temporaneo. Ora riparti da qui: la consapevolezza del tuo Essere.
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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