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Sat 27 July, 14:36:12
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Recensione o commento a: I propri confini - (Aforisma Filosofia, Brevissimo) - di Giancarlo Rizzo:

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Le altre recensioni o commenti
Di user deleted: Quindi per me la libertà è la mia morte stessa, la libertà di non essere più Io. Non mi interessa se lascio tutto questo mio comprendere o sapere nella fine stessa del mio Io, mi sento già a posto così. Non voglio (non desidero) nient'altro dopo. Perché se ci fosse altro, allora si che vivere non avrebbe poi nessun senso. Se invece come credo non ci sarà altro, allora visto che ho solo questa vita, nonostante ogni possibile sofferenza o dramma sono comunque felice di averla avuta e avervi compreso dentro di essa il motivo del mio stesso essere cioè comprendere me stesso, dando così oltre che a me stesso anche motivo di esistere a questo universo che ci ingloba, potendo noi tramite la nostra comprensione, comprendere e dare un senso quindi, anche solo nell'osservazione e consapevolezza della sua esistenza (proprio come la nostra individuale e di specie) senso di essere anche a tutto ciò che ci circonda.
Di user deleted: Forse non mi sono spiegato, tu lo vedi un accontentarsi io no. Mi sento a mio modo prigioniero del mio corpo del mio essere? Certo che SI, esattamente come te. Possiano avere una via d'uscita in questa realtà (dopo la nostra morte), cioè un qualsiasi continuo di questo io? Non ne ho la certezza assoluta, ma secondo me NO. E in ogni caso anche se fosse non possiamo condividerlo coi vivi altrimenti già lo sapremmo. Quindi che altre strade ci sono? Se noi non sappiamo nulla le strade sono due,
1 non c'è nulla alla fine di questa realtà
2 quello che c'è non fa parte di questa realtà.

Questo significa che se ci fosse qualcosa dopo la nostra morte che mantenesse il nostro io legato comunque a questa nostra realtà noi lo sapremmo avendo, generazioni su generazioni dietro di noi, quindi se ci fosse questa anima o spirito e se noi a nostra volta lo avessimo dentro, come mai nessun contatto?

Questo mi porta per logica a credere come penso che non abbiamo affatto anima e spirito in noi, ma solo materia, ora cosciente e dopo incosciente come il resto della materia di cui è formato l'universo e questa stessa realtà. Quindi Dio/Tutto può essere solo fuori di esso. Quindi il nostro io finisce con la nostra personale realtà (la morte). La realtà stessa invece che ci ingloba anche da morti finirà con la fine dell'universo stesso. Poi? E che ne so? Ma a sto punto visto che Io, non ho più un Io, ma sono solo materia o energia incosciente, cosa mi cambierebbe saperlo? NULLA.
Di Giancarlo Rizzo: Concordo con il commento di Bravoautore:"un gran bel brano di umanità" ma:
Ti ripropongo un aforisma che ho pubblicato circa 5 mesi fa:
"Siete sicuri che valga la pena vivere solo perché si provano Emozioni?" (perché in fondo, di questo si tratta) La tua risposta è SI.
Nuova domanda: "Anche se non c'è altro?" La tua risposta è SI, mi accontento di vivere.
Sarà sicuramente perché mi sono sempre sentito prigioniero che mi spinge a cercare strade per evadere e cercare la Libertà. Non sono riuscito ma è un mio diritto continuare a cercare. É per questo mio punto di vista che non comprendo come altri si possano accontentare.
Ti provocherò sul tema libertà.
Di user deleted: Questo è un gran bel brano di umanità.
I figli sono frutti d'amore, l' amore se ne f… e di tutto il sistema solare e crea figli, opere, vita.Questa è la vita e la vita crea e basta, scorre, cambia, non si ferma mai.
A parte il fatto che un bambino o una bambina potrebbe poi diventare una persona capace perfino di migliorare il mondo come già hanno fatto altre nella storia.Ma anche se non diventasse ciò, sarebbe comunque un nuovo, unico essere umano.
Uno dei detti che io non condivido è questo:"nessuno è indispensabile su questa terra", detto che io trovo quasi minaccioso perchè, in pratica, dice:"tu puoi anche morire tanto non sei indispensabile"
La terra, pianeta della morte e dei morti, anticamera dell' inferno e responsabile di milioni di nequizie giornaliere e notturne di ogni genere, dovrebbe dire LEI STESSA:"non sono indispensabile io per l' universo ma i miei figli lo sono per me!"
Di user deleted: Tu forse ancora non hai compreso che io, a mio modo e sentire, ho già però risposto a me stesso a questa domanda, senza avere o bisogno di avere per questo, una vera o tangibile per tutti risposta. Il mio senso è comprendere me stesso punto, non c'è altro, non ho bisogno ne cerco altro. Non ho bisogno di questa risposta che tu cerchi per stare bene e dare un senso compiuto a me stesso con me stesso, che non sia già questa stessa comprensione, non ho bisogno di speranze future e nemmeno più di una fede per trovare questo senso. Per questo se mi chiedi : hai speranza nella ricerca di una comprensione tangibile e quindi reale e non intuitiva di tutto questo?, la mia risposta è no. Ma se tu mi chiedi se visto che non ho nessuna speranza, allora dato questo, sei contento di essere al mondo?, la mia risposta è assolutamente si. Se mi chiedessi quindi : Lo rivorresti sapendo già di non avere poi nessuna speranza? Assolutamente Si.

Perché?

Perché proprio comprendendo tutto questo e accettando per questo anche la mia morte, amo ancora più profondamente la mia vita.
Di user deleted: L'ho messa al mondo perché è lei il mio lascito in questo mondo, come i suoi figli saranno i suoi, come tu a tua volta lo sei di tua madre e di tuo padre. L'ho fatto perché lei a sua volta comprendendo se stessa comprenderà forse più di quello che ho compreso io, diversamente da me e in piena libertà del suo diverso sentire, quindi è egoismo questo? Certo che si, siamo tutti figli e padri di egoismo, lo tramandiamo tutti a nostro modo e misura, se non direttamente indirettamente, ma mia figlia poi dovrà trovare il suo senso e il suo perché diverso dal mio, non deve continuare il mio percorso deve avere e trovare il suo. Quindi è al mondo per egoismo di un mio e di mia moglie lascito? Si. Per il continuo della specie? Si. Per amore che entrambi abbiamo della vita e quindi creazione di questa stessa poi riposta in lei? Si.

Perché credo che lei possa trovare la risposta che io non ho come tu non hai, come lei non avrà? No.

Per comprendere, o per avere invece un pezzo suo personale in più o per l'umano progredire in comprensione, di questa stessa comprensione che ci porta avanti? Si.

Ma se fossi vissuto in un ambiente diverso, se fossi vissuto sapendo di darle in eredità un ambiente che non le avrebbe permesso poi nemmeno la stessa libertà che ho avuto io, anche se assolutamente fittizzia, l'avremmo cercata e voluta una figlia? No.
Di Giancarlo Rizzo: Avessi una figlia non le direi che non ha speranze; potrebbe chiederti perchè l'hai messa al mondo.
Di user deleted: Aspettiamo la risposta da 250.000 anni, aspettiamo ancora se questo ti fa sperare in qualcosa di dovuto in qualche modo. La speranza però è molto vicina all'illusione, al nostro bisogno di sentirci sicuri di una qualche via di uscita. Ma logicamente lo sai anche tu che non è così che stanno le cose, posso sbagliarmi? Certo, abbiamo le stesse possibilità di aver torto o ragione o entrambi torto e ragione all'unisono, senza però forse nessuna possibilità di poterlo dimostrare una volta finita la nostra realtà, quindi alla fine è solo una domanda e una risposta che puoi dare solo a te stesso. Non dispiacerti per questo, non c'è ne bisogno, io questo l'ho sempre accettato dentro di me. Mi sono già posto la domanda, senza per questo poter comprendere la risposta, quindi vuol dire che io non ho una risposta, se la mia morte è solo mia, se io muoio da solo, non ho niente da lasciare, niente da riferire, niente che deve tornare indietro, io sono solo quello che sono ora, e questo ha già perfettamente senso avendo appunto COMPRESO questo.
Di Giancarlo Rizzo: Lo so che sei convinto di questo. Mi spiace per te.
Di user deleted: Vero, ma esiste anche un limite oltre il quale comprendiamo che le domande non possono avere risposte.

su tutto il resto pienamente d'accordo.






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