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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Un bel racconto che spaventa per bene. Ottimamente scritto, con uno stile che accompagna il lettore e lo rende prigioniero delle immagini scaturite dalle righe. Si parte da una situazione normale, reale, che si tinge poco a poco di connotazioni inspiegabili, fino a causare brividi. Si resta in bilico tra la curiosità e il timore, si viene travolti dalla disperazione mentre la scena si fa sempre più spaventosa. Sembra di sentire la musica provenire dall'autoradio, prima ad alto volume e poi sommessa, una specie di sortilegio che si intesse tutto intorno al protagonista e anche a chi legge.
Di Isabella Galeotti: Senza fiato. Sono arrivata alla dodicesima pagina senza un filo di saliva. Il prsonaggio e le sue emozioni le hai raccontante meravigliosamente. La struttura del racconto è molto scorrevole, come i chilometri che Renzo percorre tutti i giorni, solo che oggi ha intrapreso una strada particolare. Il brano parte pacato, poi mano a mano che passa le righe i le pagine, lo alimenti con emozioni e sensazioni particolari, fino all'epilogo. Bellissimo.
Di Angela Di Salvo: Racconto di taglio surreale, si legge tutto d'un fiato, quasi senza respiro. La musica studenda dei Led Zeppelin pare quasi che ne faccia da colonna sonora. Molto ben descritta la psicologia e lo stato d'animo del personaggio principale che viene analizzato in tutte le sfaccettature in quel momento in cui si spalanca davanti a sè il tunnel che sembra non aver mai fine: un'atmosfera opprimente, incalzante e da incubo avvolge lettore e protagonista e si mantiene fino alla fine della storia.
Una prosa ben strutturata, densa di immagini e riflessioni di potente effetto emotivo che perdurano anche oltre il momento della lettura. Un bel lavoro, ben fatto e molto coinvolgente. Di Giuseppe Novellino: Bel racconto, ispirato alla musica dei mitici Led Zeppelin. Durante la lettura mi sembrava di udire la voce di Plant e il pulsare della batteria di Bonham. Il tunnel, in questo racconto, mi sembra la solita metafora del buio periodo di vita che bisogna superare; ma nel finale e nella sua struttura da incubo, la storia appare molto originale e suggestiva. L'angoscia del protagonista ti inchioda e le progressive trasformazioni del luogo sono ben dosate e creano suspence. Efficace e incisiva la prosa. Non capisco perchè sia stato classificato nel "gotico". Mi sembra più un racconto surreale.
Di Giorgio Burello: Caro Macripa, un grazie di cuore. Sto cercando di affinare il mio modo di scrivere, e se sono riuscito a farti provare quelle sensazioni, allora vuol dire che sono sulla strada giusta.
Di Macripa: Complimenti per il potere evocativo della tua scrittura! ho "sentito" le percezioni tattili del tuo protagonista e ho "visto" quello che vedeva lui. Tu sei bravo, maledettamente bravo! e io non so se riuscirò più a percorrere serenamente un tunnel, da ora in poi!
Di Giorgio Burello: Grazie mille a tutti voi.
A Massimo e Dino: mi fate arrossire. A Pia: è vero, leggi e rileggi ma sfugge sempre qualcosa... D'altronde, è solo grazie all'aiuto di chi ti legge che si riesce a crescere. Di Massimo Baglione: Quando Giorgio torna a presentarci qualche sua nuova opera, lo fa sempre in grande stile. Bella prova, complimenti!
Di Dino: Un tuffo nel passato quando la musica dei Zeppelin inondava le radio. Un incubo senza fine che t'inchioda alla lettura cercando spasmodicamente di uscire dal tunnel di un racconto opprimente proprio perchè magistralmente coinvolgente. Segno di grande capacità di narratore.Un plauso all'autore.
Di Pia: bel racconto, bello nelle descirzioni e molto coinvolgente. L'idea è buona e l'hai sfruttata al massimo, d'altronde non è facile tirare un racconto con un solo personaggio per tante pagine, ma riesci a farlo leggere senza stancare. Solo un paio di appunti: in un breve "eco", eco è femminile. Sbattendo gli occhi, sarebbe più corretto dire che sbattono le palpebre degli occhi per il resto complimenti
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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