Di Angela Di Salvo: Una storia di fantascienza raccontata con molto realismo e anche con una struggente vena di amarezza e di malinconia che accompagna il recupero dei ricordi e il dolore per un destino impietoso che ha costretto "l'ultimo gruppo" (fra cui la madre del narratore) ad abbandonare la terra (ormai invivibile a causa del cataclisma avvenuto) per trovare dimora in un altro luogo dello spazio. In molte opere letterarie numerosi scrittori e poeti hanno espresso il profondo legame di una persona al proprio luogo natio e al territorio in cui ci sono le proprie radici, e questo ricordo li ha sempre accompagnati nel momento del distacco e della lontananza.
Ma era ipotizzabile e auspicabile un "ritorno" per ristabilire quel legame interrotto e riprendere il contatto con le proprie origini. In questo testo si avverte la "perdita"definitiva non di un luogo ma di una patria planetaria, e il dolore è senza consolazione e speranza perchè non sarà mai più possibile un ritorno. La prosa è curata e di piacevole lettura.

Di Pia: Mi è piaciuto molto lo stile pacato in contrasto con lo scenario apocalittico, è pulito e poetico. Molto bella anche l'idea di lui che parla con i ricordi che la madre gli ha impresso. Forse ha ragione Max, per Apocalypse sarebbe stato perfetto

Di Massimo Baglione: Non male. Avresti potuto partecipare al concorso AD, Apocalypse day.
Qual è la nuova patria?