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Wed 17 July, 20:20:03
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Recensione o commento a: Tracce rarefatte di cultura - (Racconto Narrativa, Medio) - di Tania Maffei:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Bel testo che riporta in primo piano un periodo della vita della protagonista, narrato con delicatezza e poesia. Una casa con una stanza misteriosa, il fascino di tutte quelle pagine e le discussioni di quelli che le leggevano, tutto è visto attraverso gli occhi di una bambina che ne rimane giustamente e amorevolmente sfiorata. Le tracce lasciate da quel piacere della lettura si trasformano nella curiosità di conoscere e di riprodurre che si riveleranno nell’età adulta. Qualcosa che non si dovrà perdere, come le persone amate, come una casa da restituire, come carta da dover buttare, qualcosa che resterà sempre parte di noi.
Di Arcangelo Galante: Faccio mio questo racconto, in quanto, le riflessioni esposte sono pure le mie, aggiungendo che il valore intrinseco e la bellezza scaturita dalla lettura di un libro cartaceo (internet sta lentamente sostituendosi a questo), non potranno mai essere sostituite da una composizione virtuale, senza assaporare il profumo dei fogli, nè il piacere di sfogliarli con le dita. Personalmente, ritengo un libro stampato un'ottima compagnia da portare spesso con sè, oltre il normale aspetto didascalico, impresso in esso. Messaggio condiviso ed apprezzato!

Di Carlo Maria Alfaro: Troppe virgole. Il testo è per fortuna breve e quindi anche la noia si esaurisce presto. Come si può pensare l'autobiografia di un'infanzia schiacciata possa essere di un qualche interesse o interessante quanto lo sia una lista della spesa o delle cose da fare?
Di Stefano di Stasio: Immagini oniriche ci riportano alla mente i sentori di legno e di stoffa e il silenzio rispettoso delle biblioteche storiche, dove sparuti raggi di sole mostrano il loro percorso cavalcando il pulviscolo. Dal menage familiare, ricco di occasioni di lettura, riflessione e confronto, emerge il ritratto tenero di una bambina che guarda con ammirazione i propri genitori e i loro amici appassionati di lettura, tant�è che, dopo la fine delle riunioni letterarie, va a esplorare i libri nella stanza del convito. Su di essi la protagonista percepisce la presenza diafana dei lettori che li hanno sfogliati, pigiati, vissuti, lasciando sulla carta le impronte delle dita intrise di quotidiano, appunto le �tracce rarefatte di cultura�. Brava l�autrice che ha saputo con questa espressione, che dà il titolo al racconto, rendere bene l�idea della cultura come incontro e fusione fra il messaggio affidato al libro e l�interazione appassionata del lettore che lascia tracce della sua esistenza materiale sulle pagine. La bambina che cresce ha modo di osservare il mondo, trovando rifugio nei libri divenuti sogno e evasione. E così dopo il tragico epilogo, la protagonista non sopporterà di sentire ancora quelle eteree presenze, le impronte-tracce dei genitori scomparsi ancora evidenti sui volumi che essi tante volte hanno tenuto in mano e se ne libererà in un percorso catartico di guarigione delle ferite dell�anima. Complimenti alla scrittrice per aver descritto in parole l�aspetto �materiale� della lettura, la dimensione fisica del rapporto fra il libro e il lettore, probabilmente uno dei valori più preziosi che i genitori possono trasmettere ai figli.
Per i dettagli: nella frase �� il frusciare della carta sottile, ruvida, liscia, spessa, compatta che passava sotto le mani di tutti lasciando (ricevendo) le impronte di coloro i quali l'avevano toccata��; qualche virgola mancante e qualcuna fuori posto; � quelle parole così grandi che aveva (avevo) sentito pronunciare��
Di Roberto Guarnieri: Bello e ben scritto. Forse perchè a larghi tratti riflette passi della mia stessa vita ( l'incipit potrei averlo scritto io, è esattamente quello che accadeva a casa mia). Riesci a dipingere e trasmettere la bellezza del leggere, il fascino di ricercare dei libri che ti incuriosiscono, il cambiamento che ogni lettura provoca. E fai capire come questa passione non può mai morire, rimane sempre con noi tutta la vita.
Di Angela Di Salvo: Particolare il titolo "Tracce rarefatte di cultura". La cultura lascia delle tracce, ma perchè rarefatte? Perchè non sono state incise abbastanza fortemente o perchè sparse senza continuità nel corso del tempo? Il testo sembra una pagina di diario, non c'è una storia o un intreccio, solo un ricordo di una casa e di una famiglia in cui si dava importanza alla cultura e si respirava l'odore dei tanti libri accatastati, letti e vissuti nelle discussioni e nei confronti. E questo passato vive nel presente della narratrice in un mondo di rimpianti e di bisogni, in cui permane l'eredità proficua e profonda di quella esprerienza che la rendono diversa dagli altri. In lei c'è un mondo segreto e intimo che continua a vivere e che non la farà mai sentire da sola.
Di Giuseppe Novellino: Come quadretto autobiografico direi che è un gioiellino. Lo scritto riesce a trasmettere uno spaccato di vita familiare in quella bella città che è Firenze. I libri sono i veri protagonisti della narrazione. E questo dovrebbe indurre a riflettere in questa nostra età della televisione, del computer e dei telefonini. In quella famiglia non si respira aria d'altri tempi, ma un'atmosfera che ha più a che vedere con l'eternità. Le idee scritte nei libri hanno il potere di vivere per sempre, di trasformare l'esistenza di qualcuno anche dopo moltissimi anni. Il libro oggi dovrebbe essere riscoperto perchè non c'è nulla in grado di sostituirlo. L'autrice rivela un amore appassionato per la lettura e la scrittura e questo le fa un grandissimo onore. La prosa è fluida e incisiva.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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