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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Una breve narrazione atta a suscitare pensieri ed emozioni variegate nell'animo del lettore. Pare per davvero di assistere a una surreale scena, estrapolata da un film, adoperato per rivelare le intenzioni volute dall'autore, durante l'invenzione letteraria. L'episodio, scritto scorrevolmente, tratta di un assassinio inaspettato, compiuto senza apparenti ragioni, da parte di una fanciulla che suona il suo sassofono, in modo magnifico. Il legame, tra il protagonista e la giovane musicista, inizialmente, non appare ben chiaro al lettore, giacché, dalla valigetta che si portava appresso, e dai giorni di permanenza in un paesino ove attendeva qualcuno o l'accadimento di qualcosa (forse si aspettava una riflessione o un'idea da pianificare), ci si sarebbe potuto immaginare che fosse lui a compiere la sua esecuzione e non a esserne vittima. Ma, dal proseguire della vicenda, le cose non vanno come sarebbero dovute andare e lo si deduce con facilità , nel seguito di alcuni passaggi. A tal punto, la suspense adoperata dallo scrittore, viene resa valida, per suscitare interrogativi nel lettore e, soprattutto, per sorprenderlo o stupirlo. Da piccolo brivido, per gli amanti del genere.
Di Ida Dainese: Questo racconto mi piace molto, per la sua atmosfera lenta da sogno, per l’aria polverosa da angolo dimenticato del mondo, per l’epilogo che scuote. Alla prima lettura ho pensato anch’io che l’uomo si fosse sparato, perché per tutto il racconto sembra in attesa di una decisione da prendere, perché la musica in qualche modo potrebbe avergli scatenato qualcosa, perché poco prima che succeda è lui ad aprire la valigetta e infine perché c’è scritto che la musica è sovrastata dallo sparo come se venisse interrotta.
Però tu dici che il killer è lei, e questo spiegherebbe cosa ci fa là a suonare; inoltre, con una nuova interpretazione, l’uomo non era più lì a tormentarsi per decidere ma era teso nel tentativo di nascondersi, e sentire il sax gli fa capire che non ha più via d’uscita. Penso comunque che non abbia importanza chi spara, perché la cosa che colpisce di più è la musica, che è il nocciolo della storia e fa giustamente da titolo, quasi il richiamo della morte, inevitabile e ipnotico, a cui l’uomo va incontro. Di Nuccio Pepe: Grazie per la bella e lucida analisi
Di Stefano di Stasio: Visitatore solitario con epilogo funesto in provincia di El Dorado. Seguendo uno schema comune nella cinematografia, l�autore ci proietta in una realtà assolata descrivendone i contorni essenziali attraverso gli occhi di un insolito turista. La locanda, il caldo, il ventilatore. L�inazione del protagonista, scandita dai ritmi dei pasti quotidiani, progressivamente genera aspettativa nel lettore. L'uomo è in attesa di qualcosa o di qualcuno. La fine chiarirà , come in un flash, l�intenzione e l�occasione per mettere in atto un imprevedibile gesto.
Di piacevole lettura. Bella l�immagine �� una fontanella in pietra, quasi al centro, elargiva svogliata un pietoso rivolo d'acqua��. Note: qualche perplessità sull'uso dei tempi di narrazione proprio all�inizio del racconto - imperfetto (incipit, che rilancia la nota di fine racconto), trapassato (flashback, premessa di ambientazione), passato (narrazione base); " quelli si"; forse inutili i puntini sospensivi "ma non riusciva a rilassarsi..." Di Nina Moon: Bello questo racconto.
L'uomo si poteva salvare, è vero. Aveva evitato in tutti i modi si farsi notare, di dare nell'occhio - di vivere, in pratica. Ma un suono - il sax - lo trascina contro il suo volere alla vita, e alle sue inevitabili conseguenze. Vivere ha sempre il suo prezzo, come ci aveva insegnato Servillo ne "Le conseguenze dell'amore", che questo racconto mi ha ricordato. Ho letto le varie interpretazioni e domande degli altri recensori, ma fondamentalmente chi sia l'uomo - o chi sia la ragazza - importa poco (IMHO). Quel che conta è il sax, con il suo richiamo sanguigno e ineluttabile: il richiamo del destino. Di Nuccio Pepe: Angela Di Salvo scrive: " la vicenda viene narrata in questo modo poco definito per suscitare interrogativi nel lettore e soprattutto per sorprenderlo o stupirlo" esatto, vuole essere un gioco, ribaltare i ruoli tra esecutore ( presunto) e vittima. Chi deve uccidere l'uo? Non si sa, e, credo, ha poca importanza alla fine. Non tutto è sempre stabilito!
Di Angela Di Salvo: Un racconto scorrevole e leggero, nonostante tratti di un assassinio inaspettato ,compiuto all'improvviso e senza apparenti ragioni, da parte di una fanciulla che suona stupendamente il suo sassofono. Il legame fra il protagonista e la giovane musicista non appare chiaro al lettore, anche perchè dalla valigetta che si portava appresso e dai giorni di permanenza in quel paesino in attesa di qualcuno o di qualcosa, ci si sarebbe aspettati che fosse lui a compiere la sua esecuzione e non a esserne vittima. Appare chiaro comunque che le cose non vanno come sarebbero dovute andare. Ma forse la vicenda viene narrata in questo modo poco definito per sucitare interrogativi nel lettore e soprattutto per sorprenderlo o stupirlo. Mi pare che questo scopo sia stato raggiunto. L'assetto formale è corretto e il testo si lascia leggere con piacere, lasciando molta curiosità e domande senza risposta.
Di Nuccio Pepe: Per Giuseppe:
hai ragione, nella stesura originale era "Non appena quella ebbe ripreso il suo cammino, era stato avvolto..."! Bella l'idea del corto ! Grazie del passaggio Di Nuccio Pepe: Rispondo a Pia:
potrebbe essere un racconto onirico, potrebbe essere qualcosa di più ampio. E' un killer, forse ha un appuntamento, forse aspetta qualcuno, ma anche la ragazza è un'assassina, infatti lui non si spara, è la ragazza a farlo. Riavviò i capelli ? Noooo si ravvivò i capelli, insisto! Di Giuseppe Novellino: E io ti segnalo anche:"Non appena quella riprese il suo cammino, era stato avvolto..." Il modo giusto di usare i tempi verbali è: "Non appena quella ebbe ripreso il suo cammino, era stato avvolto...". Il pezzo è suggestivo. Potrebbe essere il soggetto di un corto magari a scopo pubblicitario. Ha un andamento onirico e una struttura temporale interessante. Certo, anche a me lascia alcune perplessità sulle ragioni dell'avvenimento narrato.
Di Pia: "sì, è il posto giusto", ma per cosa, per morire? più che un raccontino a sé sembrerebbe un pezzo di qualcosa più ampio. Lascia molti interrogativi: perchè ha scelto quel paese, perchè la musica del sassofono lo induce a spararsi e soprattutto perchè davanti alla ragazza. Si rimane un po' delusi anche perchè è scorrevole e si legge molto in fretta. Ti segnalo "si ravvivò i capelli", credo che tu volessi dire riavviò
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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