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Sat 24 August, 18:42:00
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Recensione o commento a: Requiem per la Fantascienza - (Saggio Altro, Breve) - di Marino Maiorino:

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Le altre recensioni o commenti
Di Carlocelenza: Si, perfettamente d'accordo, nell'uomo e lo dico da medico c'è ancora tanto da scoprire. Oggi la ricerca è sponsorizzata da chi cerca profitti, è questo che intendo per avere i paraocchi.
Di Marino Maiorino: Grazie Carlo per la tua recensione.
Un po' non posso fare a meno di pensare alla fantascienza da laboratorio, essendo io stesso uno scienziato, ma lo faccio con la consapevolezza che c'è assai più in gioco di quello che ci dicono i numeri e gli esperimenti pensati per riuscire ad ogni modo.
In questo momento osservo con preoccupazione la bruttissima piega di tanti sbarbatelli che si laureano con fantastiche simulazioni al computer che loro chiamano "scienza", dimenticando che si tratta solo di soluzioni numeriche a modelli di complessità più o meno elevata. La deviazione osservata nel fenomeno osservato dal comportamento simulato, quando qualcuno si dà la pena di verificare, la chiamano "nuova fisica", senza ipotizzare nemmeno che il problema potrebbe essere nel loro limitato modello.
Sono stato educato come fisico, quindi temo che la fisica dovrà prima o poi fare i conti questa sua permissività, ma poi penso che di peggio ha fatto l'economia, e nessuno ha chiesto i danni a chicchessia: siamo una specie molto permissiva, con gli sbagli dei potenti.
Come la vedo? Oggi credo che il cyberpunk aveva imboccato una strada giusta, soprattutto quando toccava alcuni temi esoterici, e che torneremo a scoprire l'uomo ancora una volta, nei racconti di fantascienza assai prima che per strada.
Di Carlocelenza: L'ansia di futuro, il nocciolo della fantascienza è questo, ma bisogna fare una precisazione. In quell'ansia c'è qualcosa di più profondo, il desiderio di slegarci da questa prigionia in cui siamo incatenati, il desiderio di una libertà che ci viene sbandierata sotto il naso mentre rimaniamo solo muli che sgobbano col bastone sempre pronto a colpirci.
Ben venga la Fantascienza a farci sognare perché come qualcuno disse alla morte di Cristoforo Colombo "Sono i sognatori a far progredire il mondo".
Come è già accaduto in passato ci fidiamo delle nozioni acquisite, della scienza in buona sostanza, ma in realtà è sempre il caso a farci fare scoperte fondamentali, come quella della Curie che rientrando in laboratorio di notte, cosa che non faceva mai, notò la luminescenza che portò alla scoperta del radio. Non è quello che sappiamo che ci farà progredire ma quello che ancora non conosciamo e può essere dovunque, non necessariamente nei laboratori.
Non si può cercare coi paraocchi, bisogna guardare ovunque.
Di user deleted: È molto interessante sia questo che l'altro video sul determinismo (c è su you tube). Anche voi Namio e Giancarlo se interessa buttateci un occhio a questo video che ho postato qui sopra.
Di user deleted: Scusa Marino, nel messaggio privato ti ho postato il link, di Amedeo Balbi (un astrofisico, ci sono molti video interessanti su you tube) sul determinismo (dove spiega comunque il perché abbiamo responsabilità nonostante non abbiamo un reale libero arbitrio). Questo invece era quello dove spiega l'implicazione della teoria della relatività sul fatto dello spazio tempo e quindi del futuro già presente/passato se la terra venisse osservata da un altro punto relativo allo spazio e quindi in relatività del tempo. Ho finito i messaggi privati quindi lo posto qui, è molto interessante ed è questo ad avermi convinto di quello che affermo poi a riguardo nel mio saggio. Poi se vuoi ne possiamo discutere o qui o in privato (domani posso nuovamente rispondere, oppure senza problemi direttamente sotto al mio saggio Dio, uomo, scienza, fine di un equivoco). Grazie ancora Marino.

(link)
Di Giancarlo Rizzo: "Ecco cos'era la fantascienza: l'esplorazione di temi così fondamentali per la specie umana da lasciare il lettore senza sistemi di riferimento. Uomo, abbandona la tua supposta superiorità, e con essa tutto ciò che conosci, ragiona sui temi davvero fondamentali, così fondamentali che tu li ritieni scontati, e che così non sono."
Secondo me non serve rivolgersi alla fantascienza per affrontare simili problematiche. Certamente se i temi a cui alludi sono infilati nei racconti di fantascienza, questi possono affascinare le persone sensibili ai ragionamenti filosofici, ma questo può essere fatto anche in altri tipi di letteratura.
Perché mai è da preferire un incidente automobilistico (che noia) piuttosto che uno scontro tra astronavi? A me piacciono gli effetti speciali nei film e gli assassini che viaggiano nel tempo nei romanzi di Urania. La fantascienza come letteratura è vasta come qualsiasi altra.
La fantascienza se per tale definizione si intende semplicemente un ambiente entro il quale gli uomini vivono la loro vita, non è morta. Può essere invece un mezzo per anticipare scoperte scientifiche e quindi essere un utile mezzo di divulgazione.
Ben vengano autori che affrontino quello che tu descrivi come il nobile scopo della letteratura fantascientifica: "O non è piuttosto aspirare ad una nuova età dell'oro promossa da nuove tecniche e scienze, dove la liberazione, l'affrancamento dagli affanni quotidiani come fame, guerre, pestilenze, diseguaglianze sociali, sia tale da permettere di dedicarci alla vera esplorazione, all'esplorazione dell'essere umano?"
Sapendo che sostanzialmente l'uomo non è mai cambiato, non c'è da pretendere che sia necessariamente la fantascienza a rappresentare la coscienza dell'uomo.
Di Namio Intile: Mi intrometto brevemente. La fantascienza è morta anche per me. Ma lo è perché la è scienza, l'ultimo orizzonte, oggi, a differenza di quanto non avveniva solo qualche decade or sono, a mettere paura. I cambiamenti dell'ultimo mezzo secolo non hanno mutato in meglio la nostra vita, la nostra sicurezza, le nostre aspettative. Dall'allunaggio dell'Apollo 11, in cui il futuro sembrava dispiegarsi con tutte le sue potenzialità a oggio in cui appare come una terra incognita tenebrosa e irta di pericoli, tra catastrofi ambientali pandemiche nucleari e chi più ne ha più ne metta, paiono trascorsi mille anni. Non è un caso se tutta l'ultima fantascienza sia apocalittica o post apocalittica.
Nessuno crede più che colonizzeremo nuovi mondi o viaggeremo da Marte a Giove in comode navi da crociera, l'unica cosa certa e incombente pare la fine della razza umana. E quindi i vari Star Trek Star wars e compagnia danzante sono definitivamente scivolati nel fatato regno del fantasy. E anche il buon Asimov, che riposi in pace. Le sue infinite trilogie di Fondazione e Impero rimarranno una via di mezzo tra dei saggi sociologici e il Signore degli Anelli.
La scienza non come soluzione ma come problema, forse questo cambio di paradigma ha dato il colpo di grazia alla fantascienza.
Di Marino Maiorino: Ringrazio tutti per aver commentato queste mie opinioni "a spanne".
Inutile: per quanto la testa cerchi di razionalizzare in senso pessimista, il cuore mi dice, con Andr60, che qualche scrittore troverà il modo di reinventare il genere. Non vedo l'ora!
Di Andr60: Dal 2020 è diventato difficile scrivere un romanzo su un tema classico della f.s., ovvero le pandemie letali: basta sfogliare un quotidiano, e sei già dentro una grande distopia di genere catastrofico. Ma ciò impedirà di scrivere in futuro altri romanzi del genere? Credo di no, semplicemente obbligherà lo scrittore a essere più creativo, per cercare nuovi spunti drammaturgici, oppure comico-grotteschi (se la storia è ambientata in Italia).
Quello che voglio dire, e in questo concordo con Ida Dainese, è che l'Uomo non smetterà mai di sognare mondi alternativi, nuove possibilità di vita. Per quanto potente, Hollywood non ucciderà la nostra immaginazione, cercando di indirizzarla verso percorsi preordinati e decisi a tavolino. Nel chiuso della sua cameretta, ci sarà sempre qualcuno che sognerà i bastioni di Orione guardando la macchia di muffa sul soffitto e ci scriverà qualcosa. O almeno, lasciatemi questa speranza (con la "s" rigorosamente minuscola).
Di Ida Dainese: Ho letto con piacere questo saggio perché scritto in modo semplice e con affetto. Ho ritrovato nomi di personaggi, di autori e di storie che hanno risvegliato ricordi nella mia mente e ragionamenti interessanti per me, che sono poco esperta in materia in paragone agli altri. Non canterei il requiem però.
Dietro alla Fantascienza sta sempre la fantasia dell’uomo, la sua curiosità di esplorare e immaginare che è la molla che lo ha portato lontano anche nella vita reale e questa non s’acquieta mai. I film luccicanti, i videogiochi fracassoni e tutto quello che è solo “vestito” di fantascienza servono a far soldi, durano per un po’ senza arrivare davvero a inchiodarsi dentro come il volto del cyborg che piange nella pioggia.
Quella battuta “Ho visto cose…” continua a ispirare e a far sognare di mondi lontani, di futuri traguardi e di nuovi eroi.
Di Carlocelenza: Caro, carissimo Mario, premettendo che condivido quel che dici, mi permetto di fare una precisazione. Il finale di Blade Runner lo ha scritto e voluto Rutger Hauer, l'attore che impersonava il replicante, in pieno accordo col regista Ridley Scott, e in pieno accordo con tutto il pubblico che lo ha visto.
Ho riletto di recente un romanzo di Norman Spinrad " Il pianeta Sangre", uno dei capolavori maledetti della fantascienza, e che distanza dai videogiochi che ci propongono oggi.
La fantascienza come genere è nata in modo abbastanza autonomo, sfornando per lo più libercoli di nessun valore, ma l'ansia di futuro spingeva molti a leggerli lo stesso. Fortunatamente ogni tanto i lettori facevano un gratta e vinci fortunato e leggevano cose come " La lunga morte " o "Rischio calcolato" o " La luna è una severa maestra" e da li capolavori a non finire. Ma un film non è un libro e non potrà mai esserlo, la fantascienza per me è solo scritta, fatta eccezione ovviamente per Blade Runner ma lì il regista era più genio dell'autore e lo ha ampiamente dimostrato.
Di Massimo Baglione: Gran bel saggio, complimenti!
Solo un vero appassionato di Fantascienza poteva confessarsi in quel modo.
In gran parte approvo il tuo scritto. Dove non ti appoggio totalmente è il concetto che hai di "Fantascienza". Dalle tue parole mi è sembrato di scorgere molta nostalgia verso la Vecchia scuola, tuttavia non è possibile scrivere e scrivere solo rifacendoci a essa, occorre per forza trovare nuove vie. Vie che possono o non possono piacere ai lettori.
Anche io amo e sogno con la Fantascienza di una volta, ne ho scritto anche alcuni omaggi, ma il mondo cambia. Tu stesso hai sottolineato che ciò che era incredibile solo un decennio fa è comune oggi, come l'IPad e cose così.
Forse non c'è rimasto altro da inventare?
Vuoi vedere che la nuova Fantascienza potrebbe proprio essere l' "assenza della Fantascienza"?






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(Sam L. Basie)




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