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Le altre recensioni o commenti Di Isabella Galeotti: Il mondo del giardinaggio sin dalla notte dei tempi, nasconde sempre delle anime perse, delle anime nere, purtroppo. Le rose con tutte le sue varietà, con tutti i suoi colori, e le profumazioni, sono questi fiori le star per antonomasia che colpiscono il protagonista della storia, le studia, fa ricerche, e vorrebbe un angolino nel mondo per poterle vendere e raccontare alle sue clienti, ma haimè la mamma non ha la medesima sensibilità (perfortuna). Scritto molto, sempre in bilico tra ansia e serenità, sono arrivata alla fine. Complimenti. Di Arcangelo Galante: Buongiorno Laura, rispondo volentieri alla domanda che mi ha posto. Ho letto nel suo commento che questo è stato più che altro un "divertissement" in quanto non rientra nel suo stile abituale. Io l'ho trovato molto intrigante, e l'idea di trasformarlo in un romanzo non mi dispiacerebbe affatto: secondo me, ne vale assolutamente la pena. Buona continuazione e... in bocca al lupo! Di Visitatore: Grazie, mi sono spesso chiesta se vale la pena trasformarlo in un romanzo… che ne pensi? Di Arcangelo Galante: Un racconto molto bello ed intrigante che ha colpito la mia attenzione, sin dall'inizio del testo. Un incubo che tiene incollato il lettore, ansioso di scoprire quel mondo di fiori, abbastanza "inusuale". Sinceri complimenti all'autrice. Di Visitatore: Grazie, Ida Dainese. Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato questo racconto che non è nel mio stile abituale, né come argomento né scopo di scrittura. Di solito scrivo di camorra: questo è stato più che altro un divertissement. Mi piacerebbe che tu leggessi il resto, quello "che conta"… Di Ida Dainese: Un racconto ben riuscito nella narrazione e nella scelta del titolo. Le rose infatti affiorano da ogni punto della storia eppure non sono le protagoniste, sono più simili a un'eminenza grigia che tira i fili e dunque inquietanti quanto il protagonista. Da fiore-regina, profumato e delicato, la rosa qui prende un altro aspetto e il lettore impara a vederla con gli occhi di Ottavio. Tutta la storia è percorsa da un brivido, appena palpabile come appunto il profumo di una rosa, un qualcosa che sembra muoversi alle spalle, che sveglia l'istinto dell'ispettore. Lo si avverte bene nello sguardo di Ottavio così indifferente verso le persone (madre compresa) ma così attento al suo mondo di fiori tutt'altro che primaverile. Il finale è perfetto: senza dire nulla, hai caricato l'incubo direttamente negli occhi e nei pensieri dei lettori.

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