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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Il racconto di un ricordo d'infanzia, caro e doloroso al tempo stesso. Il capriccio di un bambino che nasce da un'angoscia profonda, la pazienza di una madre che non può spiegare la situazione ma è disposta a tutto pur di dare una vita "normale" ai suoi figli. Un piccolo episodio rimasto nella memoria di entrambi, madre e figlio, che viene ricordato dopo tanto tempo con levità, senza approfondire, perché entrambi sanno che a scavare troppo si riaprirebbero vecchie ferite e soprattutto bisognerebbe ampliare i limiti della confidenza.
Di Arturo Bandini: Grazie Sartisa per le tue puntuali osservazioni
Di Isabella Galeotti: La presenza di due persone che allevano i propri figli è essenziale, e quando uno viene a mancare, per necessità, l'altro deve farsi carico anche del ruolo di quest'ultimo. Certo è faticoso, ma è indispensabile. Il racconto è molto chiaro, e la finalità all'assenza di un genitore è evidente, con il pianto del piccolo, che in questo caso è tra i due fratelli il più grande, di prendere l'ombrello per responsabilizzarsi, in assenza del padre. Il cappello è anche femminile, volendo puntualizzare, ma agli occhi del piccolo era la figura maschile. Racconto molto carino. Mi sembra, se non sbaglio, di aver incocrociato dei verbi che zoppicano, prova a rileggerlo e vedrai che il brano ne uscirà migliorato. Questo è il modestissimo parere.
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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