Le altre recensioni o commenti
Di Fausto Scatoli: Grazie per le belle parole e per l'attenta recensione.
sì, ne scrivo altre, non molte ma ne scrivo.
e quasi tutte sono legate al passato, a ciò che fu e più non è, alla nostalgia della semplicità di quei tempi, pur con le loro implicite difficoltà.
visto il piacevole commento, ne inserirò a breve un'altra.
grazie ancora
Di Mauro Conti: Ciao Fausto, ho trovato per caso questo tuo componimento e volevo farti un triplice compliemento:
1) la prosa dialettale è sicuramente quella più difficile da comporre, per la grammatica e l'uso delle parole. Non esiste vocabolario e molti suoni sono completamente differenti dalla nostra lingua principale.
Io sono della zona di Varese, posso dirti che ho letto con piacere il testo dialettale, e mi sono incespicato solo in qualche parola di cui ho dovuto guardare la traduzione.
2) la trama: io sono un figlio degli ultimi anni settanta, ma mi riconosco appieno alla tua descrizione del tempo che passa e come si stava meglio quando si stava peggio, per usare un luogo comune, che comunque è molto reale, oggi più che mai.
3) il componimento dialettale sta andando completamente in declino, ed essendo noi immersi in un'epoca altamente "modernistica" dove gli oggetti (e i pensieri) che hanno più di qualche giorno o mese vengono considerati vecchi e obsoleti, varrebbe la pena ritornare alle nostre origini, anche ricordando le lingue territoriali di un tempo, per comprendere che siamo quello che siamo oggi anche grazie a un'epoca passata, dove linguisticamente si radica l'espressione dialettale.
Spero a questo punto tu ne componga altri. Bravo veramente.
Di
Fausto Scatoli: Ciao. grazie per il commento, gianfranco
sono un cultore del dialetto, anzi, dei dialetti in genere
secondo me sono vere e proprie espressioni di vita, di modo di esistere
contengono parole e definizioni che l'italiano non possiede (senza per questo sminuire l'italiano, eh, una lingua splendida)
ho vinto anche qualche premio per le composizioni dialettali e continuerò a esprimermi con questa lingua, tranquillo
Di Gianfranco39: Bella! Amo molto gli scritti, poesia o prosa, dialettali anche quando, come in questo caso, fatico un po’ a capirli. E pensare che per nove anni ho trascorso le vacanze in un paesino sopra Lovere dove la padrona di casa in gioventù era stata una pastorina che in primavera da Palazzolo portava le pecore agli alpeggi sopra Lovere e quindi parlava il dialetto bresciano. Comunque continua a scrivere nel tuo bel dialetto, affinché non vadano persi questi tesori linguistici.
Di Fausto Scatoli: è dialetto bresciano del basso Garda
questa poesia è una dedica a un mondo che scompare sempre più
vedere trasformarsi ciò che ti circonda è tremendo
certo, come dici tu, non tutto il male vien per nuocere, ma il rapporto è impietoso, almeno ai miei occhi.
grazie per il passaggio e il commento
Di Marco Di Vaio: Mi dispiace non ho idea che dialetto sia quindi ho dovuto leggermelo in italiano, però posso dirti che mi è piaciuto molto. È vero adesso i ragazzi non giocano molto all'aperto e mi includo io stesso nella massa. Sempre più zone verdi vengono sacrificate per la costruzione di nuove città o edifici. MA non tutti i mali vengono per nuocere. Ci sono tante novità della citviltà odierna come internet che ha interconesso tutti e se non contiamo la parte marcia della situazione, molti ragazzi anche con problemi a relazionarsi hanno potuto stringere amicizia grazie a internet. Sempre più persone si incontrano anche tutti i giorni anche se non dal vivo
Di Fausto Scatoli: Ti capisco
grazie per il commento
Di Amos2011 Angelo Manarola: In Liguria si sarebbe chiamata "Gh'êra unn-a vòtta". Detta questa inutile informazione...la tua (bella) opera porta nostalgicamente nel passato dell'infanzia quando c'erano meno traffico, meno pericoli e meno preoccupazioni. Si giocava col nulla ma ci si divertiva sicuramente di più. Appena finito di leggere non ho potuto rinunciare ad andare su youtube e far partire "Il ragazzo della via Gluck".