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Wed 03 July, 09:26:26
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Recensione o commento a: Angeli - (Racconto Horror, Breve) - di Stefano Incoronato:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: La descrizione fattane dall'autore, nonostante il genere horror, mi ha alquanto incuriosito, visto il titolo dell'opera, che rimanda ai soldati alati di Dio. "Ma se Dio fosse un tiranno? I bambini non saranno più puniti, ma puniranno". Chi può saperlo? Certamente, iniziando la lettura, mi ci sono rivisto alquanto, data la cronica paura di volare, ma quei bambini, apparentemente docili e indifesi, che si trasformano in veri e propri mostri, scatena veramente la paura nel lettore che, tra un sogno e l'altro dei protagonisti, perde, invece, il proprio. Battuta a parte, è un buon testo, che si legge volentieri, al di là di eventuali osservazioni circa il modo in cui è stato impostato dallo scrittore. Cordialmente, saluto, caro Stefano.
Di Massimo Tivoli: Quasi come in un passo biblico, il racconto pone il lettore di fronte a un'ipotesi dissacrante: il concetto di Angelo tipicamente associato a una creatura celestiale e benevola viene accostato a quello di una creatura che combatte il Male in modo spietato e vendicativo. Ricorre il tema delle conseguenze delle inequità dei padri sui figli come difficoltà a estirpare la malvagità delle generazioni passate in quelle correnti che ne diventano quasi inconsapevolmente vittime. Un orrore spietato, senza via di scampo, inflitto da creature convinte di operare nel bene. In sintesi, vicenda atroce. L'idea di saltare da un PdV all'altro per mezzo del sogno, prima del padre e poi del figlio è buona e da un lato crea suspense, ma dall'altro forse anticipa troppo il finale. In genere nel racconto horror è tutto un crescendo fino alla risoluzione finale; qui si va in salita fino alla fine del secondo sogno ma poi il finale procede sullo stesso piano. Il racconto centra in pieno il genere, e merita di essere rivisto per mantenere alta l'ansia anche nella parte finale.
Di Ida Dainese: Perbacco, fai venire paura di volare anche a chi non ce l'ha!
Trovo interessante l'accostamento del titolo, una parola così "bianca", alla storia, così "nera". Crea un contrasto che si ritrova anche nel corso del racconto, con bambini innocenti e indifesi che si rivelano mostri onnipotenti, con le voci melodiose e i corpi di spettri, con rapporti familiari all'apparenza rosei che invece sono pieni di botte e sangue.
Hai mescolato i ricordi e i sogni con la realtà di ciò che succede, così che il lettore, dopo il sogno del padre e quello del figlio, spera che anche dal terzo sogno ci si possa svegliare. Invece sei senza pietà. Smile
Di Stefano Incoronato: Grazie, apprezzo molto giudizio, critica e consigli!
Di Stefano Garino: Ci sono ripetizioni che EdOra ovviamente non può vedere (i verbi)
Poi ci sono molte le ripetizioni visibili con EdOra (padre, figlio)
Commento solo la prima pagina per motivi di tempo e di spazio.

Il bambino continuava a piangere. 
Aveva paura di volare, era terrorizzato all’idea di trovarsi in un punto imprecisato del cielo, tra le nuvole, a migliaia di metri da terra. 
Aveva tentato tutto quello che un bambino di otto anni può tentare per convincere il genitore a non prendere l’aereo. Adesso, gli rimaneva solo il pianto per sfogare il fallimento. 
Il padre era esausto. C'erano volute ore di guida ininterrotta per raggiungere l’aeroporto.  
Il pianto del figlio lo stava esaurendo. 


Ho trovato l'inizio stupendo, sono entrato nell'aereo con la paura del bimbo e per quanto possa valere la mia opinione, la pagina è scritta molto bene, scorre leggera ma ho trovato superflue sia le pause prese mandando a capo ogni singola frase, sia le parentesi. Per me, ripeto per me, non aggiungono nulla.

BUON LAVORO.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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