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Wed 17 July, 20:43:53
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Recensione o commento a: Gino, Pino e il rapporto col vicino - (Racconto Narrativa, Breve) - di Alberto Marchi:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Very Happy Per carità, sono schiacciata dalla tua cultura, non vedrò più gli antichi miti con gli stessi occhi e mi sento contagiata dal virus dell'invidia! La nascita della moviola eh? Anche a me sono venute le lacrime, ma per le risate. Ne avrò fino a sera.
Di Alberto Marchi: Carissima Ida, osi forse discutere l’attendibilità delle mie fonti? La prima piscina pubblica fu concepita come un grande lavandino, e il tappo sul fondo era la sua premessa igienica fondamentale: i “campioni” non si allenavano se l’acqua non era abbastanza limpida. Devi sapere che Gino aveva una sorella non meno presuntuosa di lui: Gina Maria! Era una campionessa nel gioco del fazzoletto e in quello dell’elastico, ma, quando costruirono la piscina, le sue imprese furono messe in ombra dalle epiche partite di pallanuoto. Così, spinta dallo stesso irrefrenabile spirito di rivalsa del fratello “reazionario”, svuotò la piscina tuffandosi anche lei senza braccioli. Ma non puoi immaginare tutto il suo livore, quando, l’indomani, vide che nella vasca senz’acqua giocavano a calcio. Era nata la moviola, e tra le polemiche non ci sarebbe stato più spazio per il suo elastico: le restò solo il fazzoletto per le lacrime.
Di Ida Dainese: Un raccontino che ci porta subito nel surreale o in un mondo parallelo. Mai saputo, infatti, che nei secoli avanti Cristo ci si potesse chiamare con nomi simili a quelli di arzilli nonnetti della bocciofila. E che dire delle piscine con tappo, del trampolino e dei braccioli? L'invidia e la gelosia invece sono eterne, bazzicavano il mito antico come gli attuali pub, conquistando gli uomini con gli stessi artigli. Anzi, siamo tutti "portatori sani" di invidia e la storia di secoli fa potrebbe avvenire anche ai giorni nostri in un mescolarsi di immagini che assomiglia a questo racconto, con lo stesso triste finale. Un'amicizia che non è stata abbastanza.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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